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Mondiale Cronometro 2013: L'orologio di Martin, l'orgoglio di Wiggins - Solo terzo Cancellara. Pinotti e Malori nei 10

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Tony Martin è il Campione del Mondo a cronometro, accanto a lui Wiggins secondo e Cancellara terzo © BettiniphotoIeri ci chiedevamo chi si sarebbe potuto inserire nella lotta annunciata tra Tony Martin e Fabian Cancellara per il titolo mondiale della cronometro. Non bisognava essere dei profeti del ciclismo per intuire che quell'uomo poteva essere Bradley Wiggins: proprio lui, il britannico, ha dato, con la sua rimonta verso l'argento nella seconda metà della prova, gran pepe ad una gara che altrimenti sarebbe scivolata via abbastanza piana, ovvero indirizzata in maniera progressiva verso una sicura e meritata vittoria di Tony Martin.

Il tedesco non ha fatto sconti, passando all'incasso del terzo titolo consecutivo grazie a una condizione superlativa, a una riconosciuta supremazia nel settore, e a un percorso che l'ha favorito coi suoi lunghi rettilinei e un'altimetria increspata appena da una salitella nei primi chilometri, e per il resto piatta come un biliardo. Non è un caso che proprio nel primo tratto, quello col chilometro di salita a Serravalle Pistoiese (in cima alla quale, al km 7.3, c'era il primo rilevamento cronometrico), Martin abbia dovuto giocare in difesa: al passaggio ha fatto segnare lo stesso tempo di Cancellara (che lo precedeva di 36 centesimi), ma da lì in avanti il corridore della Omega Pharma ha potuto distendere la sua pedalata, guadagnando senza più titubanze su tutti i rivali.

E quando è arrivato a Firenze, in quel settore finale con tante curve e il fondo stradale in lastricato, aveva tanto vantaggio da poter gestire con la giusta cautela la guida del mezzo, senza prendere alcun rischio; del resto, il suo avversario più vicino, Cancellara, era in un tale calando da perdere ulteriore terreno rispetto a Martin. Gli intertempi: dal parimerito del km 7.3 si è passati a 13" di vantaggio per Tony al rilevamento del km 24.1, e ai 28" a quello del km 42.3. Sarebbe servito un miracolo, a Fabian, per ribaltare la situazione negli ultimi 15.6 km, ma lo svizzero non ci è andato nemmeno vicino, perdendo altri 20" e chiudendo a 48" dal tempo di 1h05'36" (alla media di 52.9 km/h) fatto segnare da Martin.

In mezzo, come detto, è stato bravo a infilarsi Wiggins, andato in netta progressione nella seconda metà della gara. Al primo intertempo era sesto (a 15" da Martin e Cancellara), poi aveva perso ancora (quarto al secondo intertempo, ma a 37" da Martin e 24" da Cancellara), per invertire quindi la rotta con l'avvicinamento a Firenze: al terzo rilevamento Bradley aveva dimezzato il distacco da Fabian (12", con Martin ormai imprendibile), e nel finale ha approfittato del calo dello svizzero per superarlo proprio in dirittura d'arrivo, chiudendo a 46" dal vincitore, e conquistando l'argento per appena 2" su Cancellara.

Prima della bella sfida dei tre big di giornata, qualcosa era comunque successo. Col passare delle partenze si sono avvicendati al comando temporaneo della corsa il portoghese Machado, il bulgaro Mihaylov, il lituano Konovalovas, il moldavo Tvetcov, il lettone Saramotins e l'altro portoghese Oliveira, fino a che il bielorusso Siutsou non ha fissato un 1h08'36" destinato a rimanere a lungo il miglior tempo. È stato - dopo una mezz'ora - lo svedese Larsson ad abbassare (di un solo secondo) il tempo di Siutsou, ma è un altro lo scandinavo che ha fatto sensazione: parliamo di Rasmus Quaade, 23enne danese che - tanto per cambiare - viene dalla pista e che lo scorso anno si laureò Campione Europeo Under 23 (inoltre vanta un secondo e un quinto posto al Mondiale Under 23 di specialità). Il ragazzo ha fissato il nuovo limite con 1h08'12", nonostante una foratura che l'ha rallentato a metà gara.

Un altro corridore rallentato (anche se non lottava ai massimi livelli), è stato il colombiano Infantino, che prima ha avuto un infartino a causa di un gatto che gli ha attraversato la strada (la scena sta già facendo il giro dei social network: gatto superstar!), quindi ha lamentato problemi di emorroidi: decisamente una giornata da dimenticare per il sudamericano (che ha chiuso in 67esima posizione su 77 partecipanti).

Tornando alla gara, poco dopo la fine della prova di Quaade (che è stramazzato al suolo quasi privo di sensi, dopo il grande sforzo), Vasili Kiryienka ha stampato un tempone (1h07'02") che abbassava il limite di 1'10" e che candidava il bielorusso a un posto al sole dopo il bel podio di Valkenburg 2012. In effetti il bielorusso si è tenuto dietro sei dei nove corridori che hanno gareggiato dopo di lui: gli italiani Pinotti e Malori, lo spagnolo Castroviejo, il francese Chavanel (in netto calo sulla distanza dopo un inizio promettente), l'australiano Porte (al di sotto delle aspettative, solo 17esimo alla fine), e pure Taylor Phinney che non è mai riuscito ad avvicinare i big-3, pur salvando alla fine un quinto posto che lo pone comunque tra i maggiorenti del segmento crono.

Il sogno di podio di Kiryienka è svanito quando in rapida sequenza Wiggins, Cancellara e Martin hanno migliorato il suo tempo (nei termini descritti sopra), sicché al buon Vasili tocca la medaglia meno ambita, quella di legno, a 1'26" da Martin e davanti appunto a Phinney (che ha pagato 2'08" al vincitore) e a Quaade (sesto a 2'36").

E a questo punto, dopo aver fatto cenno ai loro nomi, arriva il momento di parlare di Pinotti e Malori. Partiti tra gli ultimi 10 (quindi in mezzo alla crème della specialità), i due azzurri avevano l'obiettivo di restare in quel range anche all'arrivo. Terminare in top ten per entrambi non era impossibile (viste le rispettive caratteristiche), ma nemmeno così scontato, anche perché la sequenza delle varie crono iridate, così povera di sorrisi per l'Italia, aveva creato una specie di cappa sulla spedizione, e ci voleva un bello scatto d'orgoglio per spazzare via le nubi.

Bisogna riconoscere che entrambi, sia l'espertissimo bergamasco che il suo erede parmigiano, sono stati bravi. Sia Pinotti che Malori hanno un po' pagato la salita iniziale (Marco ha segnato l'11esimo tempo nel primo settore, Adriano addirittura il 25esimo), ma poi hanno preso il giusto ritmo e prima Pinotti, poi - in maniera più sensibile - Malori, hanno rimontato posizioni su posizioni, fino a chiudere al settimo e all'ottavo posto, separati da soli 10". 2'41" ha pagato Pinotti rispetto a Martin, 2'51" Malori. Se per il lombardo si tratta di una conferma ad alti livelli (li bazzica da un decennio, quei livelli, ma è importante che riesca ad essere ancora lì a 37 anni), per il 25enne emiliano è confortante la progressione di risultati negli ultimi 3 anni: 24esimo al Mondiale del 2011, decimo l'anno scorso, ottavo oggi a Firenze. Ha tanto tempo davanti a sé, Malori, per migliorare passetto dopo passetto.

Alle spalle dei due italiani, Larsson (a 2'58") e Siutsou (a 2'59") hanno completato la top ten, dalla quale restano fuori per poco Barta, Dennis, un discreto Roche e ancora, entro i 3'20" di distacco da Martin, anche Castroviejo, Oliveira e Vandewalle. L'ultimo - citiamo anche lui - è il siriano Nazir Jaser, 77esimo a 15'14" dal vincitore.

Ora, a crono conclusa e festeggiata (da Martin anche con una dedica per la madre scritta sulla nuova maglia iridata), trarre indicazioni utili per la gara in linea di domenica non è impresa facile. Perché, dovessimo dar retta alle impressioni immediate, il senso di sconfitta che ha ammantato il finale della prova di Cancellara dovrebbe togliere qualche certezza a chi vede lo svizzero come il primo dei favoriti per domenica: Fabian si era lamentato dell'eccessiva lunghezza delle prove toscane, sia della cronosquadre che della crono individuale (e l'ha chiusa in netto calando) che della prova in linea: che abbia parlato perché consapevole di poter soffrire certi chilometraggi, in questa fase della stagione?

Poi ci si sofferma a riflettere e si conclude che no, Cancellara non potrà certo patire la distanza, e il suo piccolo passaggio a vuoto odierno è da leggere più che altro nell'ottica di una crono non preparata come se fosse l'obiettivo principale; cosa che invece è valsa per Martin, il quale infatti domenica non gareggia. Wiggins, da parte sua, non è certo il fantasma visto a maggio, ma nemmeno quel corridore che fu magnifico nel 2012. Nella selezione britannica per la prova in linea è comunque un ingranaggio importante, e se funziona lui potrebbe funzionare bene l'intera squadra, anche se poi magari toccherà ad altri l'incarico di tentare di finalizzare.

Chi esce bene dalla crono, tra gli altri, è Nicolas Roche (che col cugino Daniel Martin domenica dovrà fare le nozze coi fichi secchi, visto che i due avranno due soli compagni a supportarli), mentre risultano ridimensionati uomini come Luis León Sánchez (solo 35esimo) e Michal Kwiatkowski (24esimo, ma ci sta che il ragazzo stia mostrando un po' la corda dopo una stagione molto dispendiosa), oltre allo stesso Porte.

Chiuso il fronte delle cronometro, domani non ci sono gare (ma ci sarà un gran lavoro diplomatico in vista delle elezioni per la presidenza UCI in programma venerdì), si riprenderà per l'appunto venerdì con le prime prove in linea (donne Juniores e ragazzi Under 23). Le speranze di medaglia per l'Italia assumeranno, rispetto a questo avvio di settimana iridata, tutt'altre proporzioni.

Marco Grassi

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