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Mondiale Cronometro WE 2013: Van Dijk-Decraene, la festa è altrui - Oro a Olanda e Belgio. Italia ancora giù di corda | Cicloweb

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Mondiale Cronometro WE 2013: Van Dijk-Decraene, la festa è altrui - Oro a Olanda e Belgio. Italia ancora giù di corda

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Il podio della cronometro femminile: Ellen Van Dijk tra Linda Villumsen (a sinistra) e Carmen Small (a destra) © BettiniphotoSul podio di una cronometro iridata che avrebbe comunque consegnato l'oro ad una ragazza mai giunta così in alto c'è chi, come Carmen Small, piange dalla gioia, dallo stupore per aver buttato giù dal terzo gradino la connazionale e compagna di squadra Evelyn Stevens per soli quattro centesimi di secondo.

Chi invece, come Linda Villumsen, è seria, nera, e non solo per la divisa neozelandese, piuttosto a causa dell'ennesimo piazzamento nella crono mondiale (il quinto podio della carriera, mai è arrivato un oro per lei. Ed a Londra, nella crono olimpica, fu 4a per soli 2").

C'è infine Ellen Van Dijk, olandese, bionda, occhi azzurri. Un armadio a quattro ante che ride, esulta, piange, non sa bene come muoversi. La capiamo, la classe '87 di Harmelen, una cresciuta sempre gradualmente, mai arrivata al successo di colpo. Fino a stamane il miglior risultato nella cronometro mondiale era il 5° posto di Valkenburg (e a Copenhagen era pur sempre stata 6a).

Corre anche in pista, Ellen, e nel 2008 ha vinto l'oro nello Scratch ai Mondiali di Manchester. È stata, sempre in quell'anno, Campionessa d'Europa nella crono delle Under 23 a Stresa, mentre l'anno prima, a Sofia, aveva chiuso 5a. Crescita graduale parallela al timore di essere sì molto forte, ma non quanto basta per arrivare a qualcosa di importante.

Élite dal 2006 con la Vrienden van het Platteland, nel 2009 passa alla Columbia-HTC, da cui nel 2012 nascerà la Specialized-Lululemon. Stiamo parlando comunque di formazioni che curano al dettaglio l'esercizio contro il tempo, sia quello di squadra che l'individuale.

Non è casuale che Ellen Van Dijk nel solo 2013 abbia vinto ben sette cronometro, superando (e forse migliorandosi ulteriormente) la batosta dell'Olimpiade di Londra, quando fece il diavolo a quattro nella gara in linea ma nella corsa contro il tempo chiuse solamente all'8° posto. Non è casuale neanche che nella prova odierna ci siano quattro atlete della Specialized-Lululemon tra le prime dieci (due su tre a podio, Van Dijk e Small), con la Brennauer appena 11a.

Avevano vinto dopo dodici mesi la cronosquadre, il tracciato era adatto alle passistone, se Ellen Van Dijk non avesse colto l'oro sarebbe stato un gran treno perduto. Si parte alle 14:30 con la lituana Katazyna Sosna ad affrontare per prima i 22.1 km che da Firenze-Cascine conducevano al Mandela Forum; non prenderanno il via le due ugandesi Aisha Peace Kiwanuka e Rebecca Nalubega, insieme alla colombiana della Pasta Zara-Cogeas-Manhattan Lorena Maria Vargas. Denise Ramsden (Canada) e Melodie Lesueur (Francia) sono i primi riferimenti attendibili, ma il tempone che non t'aspetti giunge da una danese, classe '84, gareggia poco o niente su strada. Però vola. Si tratta di Annika Langvad.

Si vede sin dagli intertempi che il suo passo è elevato ed il 28'27" che stacca, meglio di Jutta Stieninen di 1'25", è la riprova che la danese è volata. Abituata a sforzi intensi e prolungati, ha vinto tre volte (2010, 2011 e 2013) in Campionato Nazionale a crono, quello in linea nel 2010 e due volte il Mondiale Marathon, MTB: 2011 e 2012. Nel 2010, oltre al titolo nazionale in linea ed a crono, porta a casa anche quello di Cross Country. Non disdegna nemmeno il Ciclocross, dove ottiene risultati, sempre a livello nazionale. Dal tempo fatto segnare si capisce che entrerà nelle prime dieci.

Partono le migliori, Elisa Longo Borghini prende il via alle 15:36. L'avvio non è dei migliori ma alla distanza uscirà più che egregiamente, l'atleta ornavassese. Carmen Small parte fortissimo, così come Small, Olga Zabelinskaya, Lisa Brennauer e Tatiana Antoshina. Rossella Ratto è già in gara da un po' ed al primo intermedio stacca un 16'56", 50" più lenta della Langvad. Elisa Longo Borghini chiude in crescendo ed alla fine è 29'11" a 44"07 dalla danese, mentre Rossella Ratto è 6a a 1'15".

Taglia il traguardo una delle atlete più seguite, la Campionessa continentale Hanna Solovey; è temporaneamente seconda a 2" dalla Langvad, che dal primo gradino del podio non vuole schiodarsi. Quando però arriva Trixi Worrack (altra Specialized-Lululemon) e stacca il suo bravo 28'19", meglio di 7" della Langvad, per la danese terminano i sogni di gloria. Sono ormai tutte in strada, sui 22.1 km che da Firenze-Cascine portavano al Mandela Forum. Villumsen e Van Dijk sulle prime se le suonano a colpi di secondi, poi l'olandese dà una bella sgasata e la neozelandese di Herning finisce indietro. Proprio quest'ultima migliora di 4" il primo intermedio di Carmen Small.

Ci penserà la Van Dijk a staccare un 15'39", ben 20"56 meglio di quanto fatto segnare dalla Villumsen. Il 28'28" di Olga Zabelinskaya proietta la russa, bronzo a Londra sia nella prova in linea che nella crono, al 4° posto. Emma Johansson, mai in gioco seriamente per la vittoria (o per una medaglia), chiude con un 28'41" che le vale il 7° posto provvisorio, per l'unica australiana in gara, Shara Gillow, non è giornata, ed è solo 10a con un 29'08". Arriva Evelyn Stevens, che dodici mesi fa a Valkenburg si dovette arrendere alla sola Judith Arndt.

Quest'oggi la statunitense ambisce a vincere o comunque a conquistare una medaglia. Per farlo deve scalzare dalla vetta la connazionale Carmen Small, provvisoriamente in testa con il tempo di 28'16". Anche la Stevens chiude in 28'16", ma sono i centesimi che la fregano: quattro in più in favore della Small, e così la Stevens è 2a, con Villumsen e Van Dijk in dirittura d'arrivo. 28'12" il tempo fatto segnare dalla kiwi, mentre la Van Dijk, partita fortissimo, chiude in leggero affanno (spinge anche un rapportone, ma è abituata).

Ciò non le impedisce di essere la sola a terminare la prova in meno di 28': è 27'48" il suo tempo, 47.04 km/h di media, 24" di distacco per la seconda classificata, ancora la Villumsen («Cinque volte sul podio, mai medaglia d'oro: non credo sia cattiva sorte, solo maggior bravura delle avversarie. Mi manca ancora qualcosa, cercherò di capire cosa e di riprovarci l'anno prossimo», dichiarerà Linda a fine gara).

Terza piazza per l'incredula Small, a 28" così come la Stevens. Trixi Worrack è a 31", Annika Langvad a 39", la russa Olga Zabelinskaya, reduce dal terzo parto, è 7a a 40". Hanna Solovey e Tatiana Antoshina pagano alla Van Dijk 42" mentre al 10° posto si piazza Emma Johansson, staccata di 52". Tutte le sue forze sono per la prova in linea. Le azzurre: partite senza troppa ricerca del risultato, Elisa Longo Borghini sarà 13a a 1'23" mentre Rossella Ratto 17a a 1'55". Dodici mesi fa, in una crono diversissima, furono rispettivamente 15a e 28a. Ha vinto la più forte, la più pronosticata, la più attesa, ha vinto Ellen Van Dijk, una che a poco a poco, agli obiettivi prefissati, è solita giungerci.

Nella mattinata avevano corso gli Juniores, con Filippo Ganna ed Edoardo Affini in gara per l'Italia. Vittoria al belga Igor Decraene, che correndo in 26'56" aveva la meglio sul danese Mathias Krigbaum, a 8", e sullo statunitense Zeke Mostov, bronzo staccato di 20". I nostri erano molto indietro: Affini 18° a 1'12", Ganna, caduto malamente dopo 3 km di corsa, terminava 32° a 1'37" dal vincitore.

Un peccato, perché se Filippo non avrebbe sicuramente vinto la prova, senza la caduta avrebbe potuto centrare una posizione importante, magari tra i primi dieci. Tutta esperienza per le prossime stagioni, perché ad un certo punto la ruota dovrà ben ricominciare a girare.

Francesco Sulas

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