Warning: include() [function.include]: open_basedir restriction in effect. File(/opt/plesk/php/5.2/share/pear/BackgroundProcess.class.php) is not within the allowed path(s): (/var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/:/tmp/) in /var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/httpdocs/sites/all/modules/background_process/background_process.module on line 22

Warning: require() [function.require]: open_basedir restriction in effect. File(/opt/plesk/php/5.2/share/pear/context.core.inc) is not within the allowed path(s): (/var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/:/tmp/) in /var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/httpdocs/sites/all/modules/context/context.module on line 3
Vuelta a España 2013: Nonno Horner e tanti nipotini - Bilanci di fine gara, nel giorno della vittoria di Matthews a Madrid | Cicloweb

Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Vuelta a España 2013: Nonno Horner e tanti nipotini - Bilanci di fine gara, nel giorno della vittoria di Matthews a Madrid

Versione stampabile

La volata vincente di Michael Matthews a Madrid, ultimo atto della Vuelta a España 2013 © Bettiniphoto

Quando finisce la Vuelta a España c'è sempre un filo di malinconia in più rispetto a Giro e Tour, perché è l'ultima grande gara a tappe della stagione, perché ti ricorda che si avvicina il momento in cui il ciclismo su strada andrà in vacanza, perché sai che per vedere un altro grande giro dovrai aspettare quasi otto mesi. Se poi l'edizione in questione è stata battagliata e incerta fino alla fine, appassionante nel suo svolgimento indipendentemente da chi l'abbia poi vinta, la malinconia è doppia.

Della fantasmagorica impresa di Chris Horner, che a quasi 42 anni primeggia in un GT, si è già parlato molto in questi giorni, su tutti i vari organi di informazione. Il senso della questione è: è possibile a quell'età vincere una corsa di tre settimane? Ciò che è reale è razionale, avrebbe chiosato Hegel, come dire: se è successo, evidentemente non era impossibile. Ce ne sono state le condizioni, tutto ha operato affinché tale impresa fosse realizzabile. Di sicuro riparleremo spesso, in futuro, di queste tre settimane di Chris, perché oggettivamente rappresentano un fatto nuovo, non solo per il ciclismo ma per la fisiologia dello sport: battere un record che resiste da 91 anni (il più vecchio vincitore di GT prima d'ora era il 36enne Firmin Lambot al Tour del 1922) non è roba da tutti i giorni.

L'Italia ha avuto il suo uomo in ballo fino alla fine, e anche se lui non sarà magari d'accordo (anche perché l'ultima settimana gli sarà costata parecchio, a livello nervoso), Vincenzo Nibali è stato coprotagonista di un grande spettacolo. Un tempo queste cose accadevano con ordini di grandezze superiori (nel senso che si parlava di minuti presi e restituiti, non di secondi), ma che il ciclismo contemporaneo sia meno epico di quello definito "eroico" lo sappiamo tutti e bene, quindi ci possiamo anche accontentare dei 3" che hanno animato la Vuelta fino a ieri: giovedì in favore di Nibali, venerdì pro Horner, prima della zampata finale dell'americano sull'Angliru.

È stata una Vuelta anomala non solo perché l'ha portata a casa un ultraquarantenne, ma anche per il suo percorso, che ha tentato in tutti i modi di favorire gli scalatori, e al contempo ha messo i bastoni tra le ruote ai velocisti, "maltrattati" da un disegno con poche tappe da sprint; per il resto, le ruote veloci presenti erano talmente poche, che anche alcune occasioni che avrebbero potuto essere buone per loro sono sfuggite a causa della difficoltà, da parte dei pochi team interessati, di tener chiusa la corsa. Ciò è accaduto in almeno 5 tappe, e in ogni caso se gli sprinter non hanno sorriso, l'hanno fatto i finisseur o gli uomini da fuga, ripetutamente baciati dalla fortuna in questa edizione della corsa spagnola.

Due le cronometro (una a squadre vinta dall'Astana, una individuale dominata da Cancellara), 5 le vittorie di uomini di classifica su arrivi in salita (purtroppo manca nel novero quella di Vincenzo Nibali, rimasto a secco al di là dela citata cronosquadre): Roche a Baiona, Horner al Mirador de Lobeira e ad Hazallanas, Konig a Estepona, Rodríguez al Naranco. Delle tre vittorie su strappi e strappetti, due portano la firma di Dani Moreno (a Fisterra e a Valdepeñas de Jaén) e una quella del redivivo Philippe Gilbert (bravo a battere gli sprinter a Tarragona); lo stesso Gilbert, pur non vincendo, è stato protagonista di una delle tre tappe concluse da un anticipo di finisseur: parliamo di quella di Mairena de Aljarafe (vinta da Stybar), mentre il giorno prima a Cáceres era stato Mørkøv ad anticipare di un soffio i velocisti, e a Burgos è toccato a Mollema (che ha vinto con buon margine).

Le fughe, quindi: protagonista assoluto, Warren Barguil, che ha vinto due tappe, a Castelldefels e ad Aramón Formigal, ma la festa francese è stata arricchita anche da Geniez a Peyragudes e da Elissonde sull'Angliru, mentre Kiryienka ha fatto sua la frazione di Peña Cabarga, e Daniele Ratto ha regalato l'unico sorriso all'Italia imponendosi (con notevole impresa) in quella di Collada de la Gallina.

Le due volate pure portano entrambe la firma di Michael Matthews: il velocista australiano si è imposto a Lago de Sanabria e, oggi, a Madrid, al termine di una tappa povera di contenuti tecnici (giusto una fuga di Aramendia e Vanotti sul circuito madrileno, vantaggio massimo di 40" a 25 km dal traguardo, ripresi ai -5) e dominata nel finale dai pochi treni rimasti: quello della Orica ha battagliato con quelli della Argos e della Garmin, ed è uscito vincitore grazie all'esplosività di Bling, che ha preceduto nell'ordine Farrar, Arndt, Meersman, Richeze, Bole, Petit, Janse Van Rensburg, Lasca e Wagner.

È solo uno dei tanti giovani, Matthews, ad uscire cresciuti dalla corsa spagnola. Come non citare, tra gli altri, quel Leopol Konig che ha finalmente potuto misurarsi con un grande giro (portando a casa tappa e top ten)? Come non notare che proprio da questa corsa è ripartito Thibaut Pinot, dopo la paurosa (in senso stretto) débâcle del Tour?

Le delusioni della Vuelta sono principalmente di marca Colombia, paese presente con tre top rider e rimasto senza risultati, tra Betancur che è uscito subito di classifica e poi praticamente non s'è mai fatto vedere, e Urán ed Henao che ci hanno creduto un tantino di più ma son tornati a casa ugualmente con le pive nel sacco. Quelle pive nel sacco che hanno caratterizzato anche l'impresa forse più bella delle tre settimane, tanto bella da essere rimasta incompiuta: ci riferiamo ai 175 km di fuga solitaria a 45 di media di Tony Martin, ripreso solo a 50 metri dal traguardo di Cáceres dopo una lotta esaltante col gruppo che gli dava la caccia.

Citazioni d'obbligo per i vincitori delle classifiche secondarie: se Valverde ha fatto sua quella a punti (consolazione un po' magra per lui che non ha vinto neanche una tappa, pur finendo sul gradino più basso del podio) e Horner ha vinto quella della combinata, a imporsi nella graduatoria del migliore scalatore è stato Nicolas Edet, francese che con grande pertinacia è andato a cacciare punticini ovunque fosse possibile, sui tanti Gpm disseminati per il percorso. Ed è bello che la classifica a squadre sia stata conquistata dalla Euskaltel, gloriosa formazione qui al suo ultimo GT, ma che proprio nei giorni della Vuelta ha avuto la notizia tanto sperata, ovvero quella dell'acquisto del sodalizio da parte del pilota di Formula 1 Fernando Alonso, che con generosità e passione ha scongiurato la chiusura della squadra (la quale però nel 2014 cambierà necessariamente pelle).

Per il resto, l'alta classifica pullula di espertoni (Horner più che mai) e vecchie volpi di casa Spagna, da Valverde a Rodríguez, da Sánchez a Moreno, finendo con Arroyo, non esclude qualche bel gregario (Kangert ottimo per Nibali, José Herrada per Valverde, anche se il fratello più forte è l'altro, Jesús), ricomprendendo un corridore che sempre alla Vuelta aveva fatto vedere le cose migliori di una carriera discontinua (Roche, quinto alla fine, al suo miglior risultato in un GT), e passando per un pizzico - molto significativo - di Italia: Nibali secondo e a lungo in maglia rossa, ma in top ten troviamo anche Pozzovivo (sesto: anche lui mai così in alto in un grande giro), molto regolare nel suo essere a ridosso dei primi, e addirittura sorprendente nell'ottima cronometro di Tarazona (senza dubbio la migliore della sua carriera), chiusa al terzo posto alle spalle di Cancellara e Tony Martin (scusate se è poco!!!).

Ma l'Italia l'abbiamo vista anche nella discreta Vuelta di Scarponi (15esimo alla fine) e Santaromita (a lungo in classifica, poi andato in cerca di fughe), nella presenza di Capecchi e Cataldo (ormai gregari di lusso) e in quella immarcescibile di Nocentini, negli sprazzi di Ulissi (meno di quel che avremmo sperato) e nei ventagli di Tosatto, e nel ritiro di Ivan Basso (il giorno della vittoria del suo compagno Ratto) a causa della pioggia e del freddo sul Port d'Envalira: il varesino era pienamente in corsa per il podio, e nella seconda metà di Vuelta il suo diesel avrebbe senz'altro carburato meglio di altri motori. Peccato davvero abbia dovuto salutare anzitempo la compagnia.

Tra tutti questi personaggi dell'italico pedale, Paolo Bettini distribuirà maglie azzurre e ruoli da titolare nel Mondiale fiorentino del prossimo 29 settembre: speriamo che le scelte del ct risultino come il ridente viso di Horner in rosso, oggi sul palco delle premiazioni in Plaza de Cibeles a Madrid: illuminate.

Marco Grassi

RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano