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Giro di Toscana WE 2013: La "cupola" contro gli errori brunelleschi - Protesta delle squadre e caos a Firenze

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Elisa Longo Borghini e Noemi Cantele tra coloro che hanno guidato lo sciopero al Giro della Toscana © Ambrogio RizziComunque la si voglia girare, il Giro della Toscana, forse l'ultimo che si corre, è finito male, malissimo.

Iniziato pure non alla grande dal punto di vista della sicurezza, a dir poco carente, è terminato con uno sciopero quasi di massa. Ed è proprio quel "quasi" a rovinare molto.

Non per avercerla con coloro che non si sono sentite parte di una protesta per la sicurezza - protesta sacrosanta! - ma perché rende un ciclismo femminile più spaccato. 

Una corsa falsata, alla fine, che delle 137 partenti ne vede giungere a Firenze, in Piazza della Repubblica, appena 49.

Andiamo con ordine. Ciò che da tre giorni a questa parte tiene banco in questa manifestazione è l'argomento sicurezza. Giovedì, nella prima tappa in linea, la Bottegone-Massa e Cozzile, il traffico è aperto.

Poche motostaffette e quasi assenza di volontari che presidiassero gli incroci avevano fatto sì che le ragazze non facenti parte del primissimo gruppo si trovassero in mezzo al traffico, come delle cicloturiste, in balia del codice della strada e basta.

Le auto e soprattutto i camion fermati e fatti accostare lungo il percorso al passaggio delle ragazze non aumentavano certo il coefficiente di sicurezza.

Qualcuna (Francesca Cauz ed Annemiek Van Vleuten, ad esempio, ma non le sole) s'è pure persa, quel giorno, lungo un percorso con poche segnalazioni. In condizioni tanto pessime logica vorrebbe che le ragazze si fossero lamentate già a partire dalla tappa successiva, la Porcari-Pontedera, un piattone ricco di traffico (ma non come la frazione precedente) e conclusosi in una volata più pericolosa del solito, invece niente.

E sì che da protestare ce ne sarebbe stato, fosse anche solo per l'incidente avvenuto sul traguardo, una collisione tra Chloe Hosking e l'operatrice di Video Jenny Antonella Ciampi, ricoverata e che probabilmete si ritrova con un paio di costole fratturate. Marianne Vos, andata a recriminare con un Commissario Uci, si vede ignorata da quest'ultimo, che fa spallucce.

Dopo la tappa di Pontedera, radiogruppo inizia a diffondere un segnale forte e chiaro: domenica si parte da Lucca, si arriva a Firenze, probabile maltempo, alta possibilità di sciopero. La frazione regina di Capannori, infatti, si è svolta regolarmente ieri, con vittoria di Marianne Vos che consolida il primato.

Siamo a stamane: la pioggia c'è, la sicurezza aumenta con ben quattro moto in più rispetto alle altre tappe. Le ragazze le ritengono insufficienti: di qui la maggior parte del gruppo, che minaccia il ritiro, di là Brunello Fanini, organizzatore della corsa: «Se non correte oggi, l'anno prossimo non ci sarà più il Giro della Toscana!».

Si riuniscono le ragazze con Elisa Longo Borghini, Noemi Cantele, Giorgia Bronzini e Marianne Vos: «Abbiamo chiesto maggiore sicurezza - spiega Elisa Longo Borghini, rappresentante delle Élite all'ACCPI - non ci è stata assicurata, non siamo partite. Scioperare non è un mio obiettivo, il Giro della Toscana è una Premondiale, è una corsa veramente bella, di alto livello. Non vogliamo sembrare quelle che si lamentano sempre, che vogliono fare le sindacaliste. Semplicemente volevamo il minimo necessario per essere in sicurezza. Tutto qui».

La palla passa ai ds, c'è chi ritira la squadra e chi invece corre. Della prima categora fanno parte le formazioni estere, della seconda buona parte delle italiane, la TIBCO, la Germania, la Slovenia.

Nel dettaglio, non partono: Rabo Liv/Giant, Argos-Shimano, Boels-Dolmans, Optum P/B Kelly Benefit Strategies, Orica-AIS, Sengers, Wiggle-Honda, Specialized-Lululemon, Nazionale Usa, Nazionale Francia, Be Pink, Faren-Kuota (Cecchini e Ferrier-Bruneau vanno sì al foglio firma ma in gara ci sarà solo Maria Giulia Confalonieri), Tatiana Guderzo (il cui ritiro era programmato), Hitec Products-UCK (con l'eccezione di Rossella Ratto, che prenderà il via), Chantal Blaak della TIBCO e Giada Borgato della Pasta Zara-Cogeas-Manhattan.

Le altre 51 fanno la corsa, con la Michela Fanini a tirare il gruppo. Gruppo metaforicamente diviso perfino in una protesta importante come quella riguardante la sicurezza in gara, con alcuni ds che obbligano le loro atlete a correre, altri che le lasciano libere di scegliere individualmente. Chi è ormai in corsa vuol giocarsela fino in fondo; càpita così che alcune squadre diano il cambio alla Michela Fanini in testa al gruppo. E lì volano insulti, minacce, sembra anche dalle ammiraglie. Rossella Ratto, unica Hitec a partire, abbandonerà la corsa - chissà quanto volontariamente - a pochi chilometri dal capoluogo toscano.

Brunello Fanini non vorrebbe terminare il 18° Giro della Toscana con le sue atlete in testa al gruppo ma appena qualcuna accenna a tirare volano nuovamente insulti, e così si lascia perdere. In fondo non è il caso di farsi troppi nemici. Le Michela Fanini tagliano il traguardo compatte, insieme, per prime (Aude Biannic vince la tappa, Claudia Häusler la corsa, per un secondo su Tatiana Antoshina, ma in fondo oggi è questo che importa?). Fine dei giochi. Il bello (o il lato amaro della vicenda) è che il percorso di oggi è sembrato in condizioni di sicurezza quasi ottimali, se si escludono gli ultimi chilometri, ma per via delle strade fiorentine tortuose (che non mutano di anno in anno...).

Insomma, ci sono le scioperanti (la maggior parte), quelle che invece vengono obbligate a correre, alcune "isolate" che gestiscono la situazione (gli insulti di cui sopra). C'è anche chi a fine gara si scuserà via Twitter per aver preso il via contro la sua volontà, obbligata, come la lecchese del Vaiano Barbara Guarischi. L'ultima corsa a tappe dell'anno, forse l'ultimo Giro della Toscana in assoluto, si chiude così, mestamente.

Una gara, l'unica di categoria 2.HC (intendiamoci, non è garanzia di qualità, non ad oggi), con problemi di traffico tra un gruppetto e l'altro, pochi volontari agli incroci, motostaffette con il contagocce, mezzi di ogni tipo parcheggiati (ma pure in movimento) a bordo strada. È chiaro che organizzare una corsa in condizioni simili non è pensabile.

Brunello Fanini si sfoga dopo la tappa di Firenze: «La corsa è stata regolarissima, la protesta è inqualificabile e pretestuosa. La Giuria ha parlato di tappa valida e senza problemi. A perdere oggi sono le cosiddette big del ciclismo e il settore femminile in genere».

Può darsi, ma anziché sbraitare il buon Brunello ammettesse gli errori, provasse a garantire che non ricapiterà nulla di tutto questo in futuro, forse non ne uscirebbe meglio? C'è poi da considerare che se davvero non riuscisse a reclutare motostaffette e personale a terra per garantire la sicurezza, i casi sono due: o si diminuiscono i giorni di gara al Toscana per favorire la qualità, oppure gli organizzatori (e la Regione) non sono ancora pronti per accogliere un evento di simile portata.

Ci sono poi le ragazze che fanno sì presente all'ACCPI la situazione non appena si verifica, giovedì («speravamo che migliorasse di tappa in tappa», spiega sempre Elisa Longo Borghini), ma attendono domenica per farsi sentire veramente. È una protesta decisa e decisiva, è ora di finirla di correre sul filo della sicurezza (specialmente) nella corse femminili. Sicuramente in futuro lo sciopero della tappa di oggi verrà ricordato e si terrà conto di questa giornata grigia per organizzare la sicurezza di una corsa.

Stupisce (per modo di dire) però come le ragazze si siano divise in due gruppi («Anche se eravamo tutte d'accordo sul fatto di non partire», precisa la Longo Borghini), una maggioranza scioperante ed una minoranza in corsa, partite o per obblighi da parte dei rispettivi ds, o per scelta, o per onorare la maglia della società che organizza la corsa (è il caso della Michela Fanini).

«Fanini dice che a perdere sono le big ed il ciclismo femminile - è sempre Elisa Longo Borghini a parlare - io dico invece che oggi Brunello ci dovrebbe ringraziare: se fosse successo qualcosa di grave, un incidente o peggio, non voglio nemmeno dirlo, quanti problemi avrebbe adesso? Dovevamo entrare a Firenze, di domenica, con molto traffico, tanti i turisti. Quando poi Marianne Vos, che è in testa alla corsa, prende e va a casa...».

Spunti per riflessioni future ce ne sono a iosa, il punto sarà trovare un futuro. Difficile per il Giro della Toscana. Pazzesco infine come in tutto questo casino non si sia sentita né l'Uci, impegnata in ben più importanti questioni elettorali, né la FCI di Renato di Rocco, che della sicurezza ha da sempre fatto (finta di fare?) un cavallo di battaglia ma che al primo grande, vero problema, non s'è sentito né visto.

Francesco Sulas

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