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Vuelta a España 2013: Nibali, ora non mollarla più! - Cancellara batte Martin nella crono, Vincenzo torna in maglia rossa

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Dopo la cronometro di Tarazona Vincenzo Nibali si riprende la maglia roja © Bettiniphoto

Da dove partiamo, quale consideriamo come la notizia del giorno? Partiamo da Fabian Cancellara che dopo oltre 1 anno torna a battere Tony Martin in una cronometro, o da Vincenzo Nibali che dopo 2 giorni (di cui uno di riposo) si riappropria della maglia rossa di leader della Vuelta a España? Entrambi gli eventi, benché ampiamente pronosticabili, non erano però così scontati: un Cancellara in forma ogni giorno più scintillante trovava un percorso più adatto a sé che non a Martin, e la somma dei due fattori ha evidentemente marcato la differenza; quanto a Nibali, se la doveva vedere con un Chris Horner che pare all'apice della carriera (perlomeno per quanto mostrato lunedì sull'Alto de Hazallanas), e perdipiù doveva fare i conti con un fastidioso gonfiore al volto, lascito di una puntura di vespa patita ieri nel corso della ricognizione sul tracciato della crono. Il fatto che il siciliano dell'Astana abbia fatto per benino quel che i suoi tifosi speravano, significa che effettivamente la sua condizione continua a crescere, e che ciò dovrebbe metterlo al riparo da sorprese da qui alla fine della Vuelta.

Una salita di 11 km, per quanto pedalabili, non poteva certo offrirci una crono paragonabile a certi piattoni su cui Tony Martin negli ultimi 3 anni si è abituato a dominare. Il tedesco non ha peraltro offerto una prestazione scarsa, al contrario ha fatto segnare una media di 45 orari che solo Cancellara, coi suoi 45.65 sui 38.8 km della prova, ha potuto migliorare. E la differenza l'elvetico l'ha fatta proprio su quella salita, visto che gli intertempi parlano chiaro: dopo 26 km di tappa (quindi dopo la scalata e un primo tratto di discesa) Fabian aveva 34" su Tony, e il distacco finale di 37" ci dice che il corridore della RadioShack ha guadagnato più solo 3" sul rivale nei quasi 13 km conclusivi. Comunque una prova di grande spessore, per Cancellara, il quale continua a impressionare in una corsa che per lui doveva essere una semplice preparazione per i Mondiali (quelli a crono, ovviamente, ma il pensiero principale della Locomotiva di Berna è indirizzato alla prova in linea di Firenze), e che però nel frattempo non sta perdendo occasione per farsi vedere, sia che si tratti di tirare in salita per il suo capitano Horner, sia che - come oggi - la questione si discuta in una prova contro il tempo.

Del resto già nella cronosquadre d'apertura avevamo avuto la sensazione di un Cancellara di nuovo ad altissimi livelli nelle cronometro, visto che quel giorno la RadioShack, con l'ovvio apporto super di Fabian, pur perdendo dall'Astana si era lasciata alle spalle fior di team di specialisti. Tra gli altri (specialisti) presenti alla Vuelta, l'unico ad aver offerto una prova di buon livello è stato Dario Cataldo, quinto al traguardo a 1'41", e confermatosi come cronoman di vaglia soprattutto su percorsi vallonati; certo gli altri due sono ancora di un altro pianeta, non solo per l'abruzzese ma per chiunque (per dire: altri corridori che vanno forte contro il tempo sono finiti lontanissimi da Cancellara, e possiamo citare Barta a 2'52", Pinotti a 3'14", Westra a 3'22").

La lotta tra gli uomini di classifica ha invece avuto un protagonista inatteso in Domenico Pozzovivo: già molto avanti sin dal primo intertempo (dopo 11 km - quelli comprendenti i primi 4 di salita - pagava appena 5" a Cancellara), dopodiché anche al secondo rilevamento il lucano è passato davanti a Martin (a 30" da Fabian), per poi cedere qualcosa giusto nel finale pianeggiante e chiudendo al terzo posto a 1'24" dal primo. Il capitano dell'AG2R ha fatto comunque la miglior prestazione a cronometro in una carriera in cui comunque negli ultimi tempi aveva già fatto intravedere progressi nella specialità (ne parliamo a parte).

Quindi, giù dal podio di giornata (battuto di un solo secondo da Pozzovivo), Nibali ha nuovamente ricordato a tutti i motivi per i quali sin dalla vigilia viene considerato il favorito numero uno della Vuelta. Fedele a una tabella di marcia che continuerà a procedere ben oltre la fine della corsa spagnola, obiettivo di passaggio sul percorso che conduce ai Mondiali di Firenze (e - perché no - al Lombardia), Vincenzo ha gareggiato non nelle migliori condizioni fisiche (abbiamo citato più su la puntura della vespa che gli ha causato qualche problema a tenere l'occhio aperto), ma nonostante ciò non ha faticato a tenersi dietro tutti i principali rivali di classifica, confermando l'annunciata e già esibita crescita di forma rispetto alle prime frazioni.

Il leader Horner aveva già messo le mani avanti, dicendosi certo che l'italiano gli avrebbe strappato la maglia rossa, ed è stato facile profeta: ben 1'29" hanno separato i due alla fine (l'americano ha chiuso la tappa al 20esimo posto, a 2'54" da Fabian), e i 43" di vantaggio che Chris aveva stamattina in classifica si sono tramutati in 46" di svantaggio. Non è neanche più secondo, il corridore della RadioShack, bensì quarto, visto che è stato superato da Roche e Valverde.

Il primo, nel GT fin qui migliore della carriera, è stato ben più che dignitoso contro il tempo, finendo la tappa al sesto posto a 1'48", proprio davanti al murciano, settimo a 1'52"; va però detto che Valverde ha perso una ventina di secondi per una foratura nel primo tratto della cronometro, ma anche se non avesse forato non avrebbe probabilmente impensierito Nibali, il quale ha dato 23" all'irlandese e 27" ad Alejandro. E proprio loro due sono ora i più vicini nella generale: Roche è secondo a 33", Valverde terzo a 46" (stesso distacco di Horner, che al momento è dietro per la somma dei piazzamenti).

Giornata a dir poco negativa, invece, quella dei due uomini Katusha in classifica: se Moreno non è stato capace di far meglio di un 34esimo posto di giornata (a 4' netti da Cancellara), non si può dire che Rodríguez abbia fatto tanto meglio. Considerando che all'ultimo Tour de France Purito era stato in grado di essere molto più competitivo contro le lancette, il suo 21esimo posto odierno, a 3'01" da Fabian, è decisamente deludente. È ancora quinto della generale, il catalano, ma il distacco dal primo ora è salito a 2'33", e non sarà facile tornare in lizza per un successo.

Tutto potrebbe ovviamente succedere, e non diamo per finito JRO (che in genere cresce nella terza settimana), ma la distanza che c'è tra i primi 4 della generale e gli altri non autorizza questi ultimi a volare troppo a livello pindarico: Pozzovivo è sesto a 2'44" da Nibali, Basso settimo a 2'55" (anche Ivan oggi non ha esaltato: 18esimo a 2'43" dal vincitore), e ancora un gradino più giù troviamo Pinot ottavo a 3'35" e Majka nono a 3'46" (prove simili per i due nella crono: 15esimo a 2'32" il francese, 16esimo a 2'38" il polacco), con Moreno che chiude la top ten a 3'56" da Nibali e davanti a Konig, Kangert e Urán; Capecchi è il terzo italiano in top 20 (14esimo a 6'37"), Santaromita perde terreno (era 13esimo, ora è 16esimo e il suo ritardo ammonta a 7'23") così come Scarponi (da 22esimo a 25esimo con 10'18" di ritardo), il quale ha però un piccolo alibi per aver perso oggi 5' netti da Cancellara: il marchigiano è infatti caduto in discesa, pur senza riportare conseguenze se non la perdita di tempo (invece il belga De Weert, caduto anche lui, si è fratturato una clavicola e ha dovuto abbandonare).

Ora Nibali avrà ancora un paio di giornate di assestamento (con due tappe facili: si comincia domani con la Maella-Tarragona, 164 km facili e finale da velocisti malgrado una salitella in prossimità del traguardo), prima di vivere la tre giorni pirenaica su cui molto (o addirittura tutto) potrà decidersi: se la progressione del siciliano proseguirà, comunque, non si vede chi possa metterlo realmente in difficoltà in frazioni come quelle di Andorra e Peyragudes, visto che i percorsi (con diverse salite da affrontare) sono anche più adatti al leader della classifica rispetto ai rivali (pensiamo al Chris Horner visto lunedì). Certo, occorrerà la massima attenzione, anche nelle tappe più facili: troppi ne abbiamo visti, di vincitori in pectore, saltare in classifica per un ventaglio, una caduta, un momento di distrazione.

Marco Grassi

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