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Vuelta a España 2013: Dani Moreno ci prende gusto - Rivince e adesso è leader. Buona difesa di Nibali, domani tappone | Cicloweb

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Vuelta a España 2013: Dani Moreno ci prende gusto - Rivince e adesso è leader. Buona difesa di Nibali, domani tappone

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Daniel Moreno primo a Valdepeñas de Jaén, alle sue spalle si intravedono Valverde e Rodríguez © BettiniphotoDomanda domandina: ma non è che la Katusha ci sta facendo lo scherzone sotto al naso, portando in giro Joaquim Rodríguez come un papa re, mentre invece il vero capo a corte è il gran ciambellano Dani Moreno? Il dubbio è a questo punto più che legittimo, dopo 9 giorni di Vuelta a España in cui non solo il delfino Daniel si è dimostrato ben più brillante del suo capitano, in cui non solo ha vinto prima la tappa di Fisterra e poi, oggi, quella di Valdepeñas de Jaén, ma al termine dei quali si ritrova al comando della classifica, con appena 1" su Nicolas Roche, ma pur sempre al comando.

Al contempo, Purito galleggia a quasi un minuto di distacco dal suo luogotenente preferito, e a questo punto vogliamo proprio vedere domani, nel primo tappone della Vuelta, se la nuova maglia rossa verrà messa a lavorare per JRO, o se - dovesse essere il caso - i ruoli saranno invertiti. C'è di buono, nella situazione in casa Katusha, che il giorno della verità arriva subito dopo la nuova esibizione di forza di Moreno, quindi in squadra non si macereranno in quei tipici dubbi che alla lunga spossano. C'è la possibilità che tra 24 ore le gerarchie - quali esse siano nella realtà - siano piuttosto chiare, e che non ci sia bisogno di aspettare la crono di mercoledì per capire chi dei due debba beneficiare del supporto totale.

Non è assolutamente detto che Moreno, autore di una stagione magistrale (con tanto di vittoria alla Freccia Vallone), non sia pronto a ricevere in eredità i gradi di capitano: e anzi, siamo quasi a metà Vuelta e gli avversari del madrileno stanno iniziando a temerlo, il simpatico Daniel, che è sì arrivato fin qui a fari più o meno spenti, ma che ora non può davvero più nascondersi.

Fronte Italia, non è che l'arrivo di Valdepeñas de Jaén abbia cambiato più di tanto la percezione che avevamo dei nostri: Nibali si è difeso benino, ha perso il minimo indispensabile su uno strappo su cui già sulla carta partiva battuto rispetto a Valverde e Rodríguez (e Moreno, mettiamocelo); Basso ha perso un po' di più, ma nulla di determinante per un corridore che già domani, su terreni a lui più amici, potrà riprendere la risalita in classifica. Continua a mostrare ottime cose Santaromita, oggi abbiamo visto una buona prestazione di Nocentini, e sopravvivono un po' più indietro Capecchi, Scarponi e Pozzovivo, mentre di Ulissi è già qualche giorno che si son perse le tracce, e ciò non è un buon segnale, soprattutto se pensiamo al ruolo che il livornese potrebbe (o avrebbe potuto?) ricoprire nella nazionale di Bettini.

Dalla fuga di Hoogerland e soci al tentativo di Boasson Hagen
Come ogni santo giorno in cui si pedala, anche oggi abbiamo avuto la nostra quotidiana fuga da lontano. Ad attivarla, al primo chilometro, Johnny Hoogerland (che in altri tempi alla Vuelta quasi faceva classifica), in compagnia di Luke Rowe; ai due si sono poi subito accodati Aramendia, Mondory e Roux, a formare un quintetto che è passato da un vantaggio massimo di 6'35" (raggiunti dopo 27 km di tappa, a 136 dalla fine), ma che nulla ha potuto nei confronti del ritorno del gruppo, guidato dalla BMC (che chiaramente voleva giocarsi Gilbert in un finale abbastanza adatto all'iridato) e dalla Katusha, che puntava forte sui suoi due uomini migliori (che infatti avrebbero fatto primo e terzo, poi).

A 29 km dal traguardo, con la fuga ormai praticamente annullata, Aramendia ha voluto concedersi un altro po' di avanscoperta, rimanendo da solo fino ai -25, dopodiché il suo compagno Txurruka è stato il primo a emergere dal gruppo in vista dell'Alto de los Frailes, unico Gpm di giornata, lungo 6 km con vetta ai -16. Il corridore della Caja Rural è stato però respinto dalle rampe (non durissime) del Frailes, e superato ai -21 da Kiserlovski uscito a sua volta in contropiede.

Il croato della RadioShack è rimasto al comando con una quindicina di secondi di vantaggio fin quasi allo scollinamento, ma proprio sul più bello è stato raggiunto da Boasson Hagen, autore di un ottimo scatto che non solo l'ha proiettato in testa al Gpm, ma gli ha anche permesso di sognare, quando per tutta la discesa successiva è rimasto solo al comando. Prima Edet (scattato ancor prima del Gpm), poi Luis León Sánchez, hanno tentato di seguire il norvegese, ma entrambi non hanno avuto fortuna. EBH ha avuto anche 24" di vantaggio sul plotone (a 10 km dalla fine), ma intanto che lui pennellava le curve a piacimento e difendeva il suo margine, in gruppo la Katusha, ancora lei, non era da meno: con Losada davanti a tutti, la formazione russa non si è limitata a mettere il gruppo in fila indiana, ma l'ha addirittura frazionato, riducendolo a circa 50 unità, e causando non pochi problemi a coloro che nelle picchiate non si trovano del tutto a proprio agio (ad esempio Urán e soprattutto Pinot, entrambi staccatisi proprio nei chilometri di discesa).

È bastato tuttavia uno strappetto, una breve contropendenza ai -9, per far perdere a Boasson Hagen metà del suo margine (mentre Sánchez, rimasto fin lì a bagnomaria, veniva ripreso dal gruppo), dopodiché con un vantaggio oscillante tra i 10 e i 15", era chiaro che per il corridore della Sky non c'erano più speranze: restava solo da capire quando sarebbe stato raggiunto. Ciò è avvenuto a 1.8 km dalla conclusione, esattamente nel momento in cui la tappa è entrata nella fase decisiva.

Dani Moreno fa la differenza, Nibali si salva bene
Per tutta la prima metà (quella facile) dello strappetto conclusivo, è stata ancora la Katusha a controllare l'avanguardia del gruppo. In vista del triangolo rosso dell'ultimo chilometro, Brajkovic ha tentato un break, subito imitato da Sarmiento ai 900 metri, ma quando ai 700 Moreno ha deciso di partire, non c'è più stata storia: Dani ha subito preso una trentina di metri di vantaggio, Valverde ha reagito con Rodríguez che lo ha tampinato per tutto il tempo, e su una curva ai 300 metri pareva che il ricongiungimento col battistrada fosse prossimo.

Ma proprio lì Moreno ha riaperto il gas, riguadagnando terreno e andando a prendersi questa meritata vittoria. Valverde, come al Mirador de Lobeira, si è dovuto accontentare del secondo posto (che son pur sempre 6" di abbuono), a 4" dal vincitore, e davanti a Rodríguez terzo. A 8" è arrivato Roche, nel disperato tentativo di difendere i 17" che aveva su Moreno: purtroppo per lui, 8" di ritardo + 10" dell'abbuono per il primo classificato fanno 18", il che significa che Dani ha scavalcato l'irlandese di un solo secondo in classifica. In scia a Roche sono arrivati Samuel Sánchez, un gagliardo Rinaldo Nocentini e Nibali, autore di un vero sprint negli ultimi 200 metri per chiudere il buco sul connazionale e limitare al massimo la perdita di secondi.

A 13" sono stati cronometrati Gilbert e Barguil (gran bella sorpresa di questa prima metà Vuelta), a 15" Antón ha preceduto Basso e Santaromita, mentre Horner è arrivato nel gruppetto successivo (a 18"), Scarponi ne ha pagati 26", Pozzovivo 29" e Capecchi 30". Tra quelli che hanno perso più terreno, vanno citati Mollema (43", l'olandese pare già in netto calo), Zubeldia, Konig, Ulissi e Urán (47"), Pinot e Majka (57"), e Kiserlovski (1'12").

La classifica dice quindi che Moreno è il nuovo leader con 1" su Roche, e con Nibali che ha riguadagnato una posizione (quella di Horner) ed ora è terzo a 19" dalla maglia rossa. Valverde è quarto a 22", Horner quinto a 28", Rodríguez sesto a 56", Konig settimo a 1'09", Zubeldia ottavo a 1'10" (sia Leopold che Haimar hanno perso due posizioni), Urán nono a 1'22"; al decimo posto, Santaromita a 1'25" precede Basso a 1'36", mentre Majka è stato scavalcato da entrambi ed ora è 12esimo a 1'42", davanti a Capecchi 13esimo a 2'05". In top 20 anche Pozzovivo (15esimo a 2'21") e Scarponi (16esimo a 2'22"), per una presenza italiana (6 corridori nei primi 16) che forse alla Vuelta non era mai stata tanto qualificata.

Nibali - che ha detto di temere molto Basso - chiude bene questa prima parte di Vuelta, nella quale avrebbe potuto perdere - tra uno strappetto e un abbuono - un bel po' di terreno rispetto a Valverde e Rodríguez: soprattutto grazie alla cronosquadre d'apertura, se li è tenuti entrambi dietro, e anche se davanti è sbucato Dani Moreno, è ipotizzabile che il siciliano possa essere superiore all'attuale leader sulle vere salite (considerando Roche meno brillante di lui sulle grandi pendenze). Gli altri rivali importanti (Horner, Basso appunto, ma anche Urán) sono anch'essi alle spalle di Vincenzo, che ora però, dopo un avvio in cui non era al 100%, dovrà mettere sul campo l'attesa crescita di condizione per aver ragione di tali avversari.

A partire da domani, la Vuelta entra nella sua fase decisiva: la decima tappa (che precede il primo giorno di riposo) consiste in 187 km tra Torredelcampo e la vetta dell'Alto de Hazallanas. Oltre alla salita dell'arrivo, c'è anche l'Alto de Monachil subito prima, e negli ultimi 40 km della frazione si ballerà la rumba su pendenze veramente assassine. Una tappa imperdibile, in tutti i sensi: sia - a livello di spettacolo - per chi la guarderà che - a livello di competizione - per chi se la giocherà.

Marco Grassi

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