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Vuelta a España 2013: Spiacenti Mørkøv, ma ha vinto Martin - Tony, 175 km da solo, ripreso ai 20 metri. Tappa al danese

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Michael Mørkøv esulta, ai suoi lati Richeze secondo e Cancellara terzo, sotto la sua ascella un Tony Martin quasi eroico © BettiniphotoNon sono tante, nel corso di una stagione ciclistica, le giornate al termine delle quali si può dire con soddisfazione "oggi mi sono lustrato gli occhi", e il fatto che oggi sia una di quelle è reso ancor più notevole dal fatto che tale pensiero lo dedichiamo a una sconfitta. Una bellissima, memorabile sconfitta, animata da un Tony Martin letteralmente strepitoso (oggi togliamo giustamente la mordacchia agli aggettivi), che ha perso ai danni di Michael Morkov (o Mørkøv, a voler essere precisi), e non è un errore metterla così, perché per Mørkøv è proprio un danno aver vinto una tappa nel giorno di un'impresa che lo lascerà purtroppo per lui nell'ombra.

Non occorrono molti giri di parole per spiegare ciò che ha fatto il Campione del Mondo a cronometro: ha disputato appunto una cronometro, ai 45 km orari di media. Solo che quella cronometro, per il tedesco, è stata lunga 175 km. Da non crederci, Martin è scattato al km 0, a Guijuelo (le cronache dell'epoca riferiranno che la bandiera dello start non avesse ancora finito il suo giro), ha respinto (facendo anche spallucce, pare...) il tentativo di Pinotti di metterglisi in scia, facendo così capire a tutti gli altri che lui oggi voleva starsene per fatti suoi.

Ora, quando ti si mette in moto in questo modo così rude uno come Martin, non è che puoi dire "ok, è un uomo solo, si cuoce in fuga, lo riprendiamo quando vogliamo anche se gli lasciamo un quarto d'ora di margine". Il gruppo, qual lungimiranza!, ha pensato bene di non concedere all'attaccante un vantaggio incolmabile, facendo in modo che i 7'24" toccati al km 26 restassero un limite invalicato. E nei restanti quasi 150 km di tappa, la lotta tra il fuggitivo della missione impossibile e il gruppo tirato dalle squadre dei velocisti (un po' tutte tranne ovviamente la Omega Pharma, che il suo uomo oggi ce l'aveva al comando) è stata sì interessante, ma pronta a diventare tumultuosamente appassionante nei 10 km conclusivi.

Il deperimento del vantaggio del tedesco era stato fin lì progressivo, e non gli rimanevano a quel punto che 10". Ma è a quel punto che è scattato, nella sua testa, l'interruttore che ha commutato il suo status da "allenamento di fondo in vista della cronometro iridata" a "tentativo di impresa memorabile". Guardando dentro se stesso, Tony s'è chiesto se valesse più la pena rialzarsi e farsi riassorbire, lasciando il proscenio ai velocisti (per l'esito da tutti pronosticato per l'arrivo di Cáceres), oppure tenere duro e anzi rilanciare, andando a pescare una riserva impensata di energie per provare a mettere una griffe fantastica su questa Vuelta. Non c'era dubbio che la risposta valida per lui fosse la seconda.

Martin ha per l'appunto rilanciato, risalendo nel giro di un paio di chilometri a +15" e iniziando a produrre sgomento nelle file nemiche. Orica, Movistar, Sky, Cannondale, Garmin, Argos, ci si son messe praticamente tutte, a darsi cambi in quegli 8 km, per cancellare quei minuscoli secondi che il tedesco difendeva a denti stretti. E nonostante tutto, l'impresa di queste squadre era destinata al fallimento, perché nemmeno la salitella di ingresso a Cáceres ha smontato Tony, presentatosi all'ultimo chilometro con ancora 5" di vantaggio.

E sulle curve degli ultimi 1000 metri c'era senz'altro la possibilità di continuare a difendersi, mettendo tutti nel sacco. Proprio quando Martin ha iniziato a crederci con fermezza, però, la variabile Cancellara ha fatto saltare il banco. È accaduto che Fabian, il quale sente una sana rivalità nei confronti del corridore che l'ha sostituito sul trono di miglior cronoman del mondo, abbia deciso che non avrebbe voluto leggere sui giornali di domani titoli cubitali dedicati a Tony. Ed è andato a fare una trenata delle sue, una trenata di Cancellara, insomma, una di quelle robe irresistibili per tutti i ciclisti del globo, che è risultata alla fine dei conti irresistibile anche per l'infernale Martin di oggi.

L'azione di Fabian, durata qualche centinaio di metri, ha riavvicinato in maniera decisiva il fuggitivo, ma ha anche disperso gran parte degli sprinter presenti in zona, chiamando al contrario all'opera qualche uomo da classica. E la volata che ne è seguita, e che ha compiuto l'annullamento della fuga più o meno a 20 metri dal traguardo, ha visto in azione non solo i più veloci sulla carta. Tra questi, Mørkøv, partito proprio dalla ruota di Cancellara, è quello che ha avuto lo spunto migliore, bruciando Maxi Richeze (che veniva fuori sull'altro lato della strada), secondo esattamente come ieri, e lo stesso Cancellara, che sullo slancio ha chiuso al terzo posto, giustificando quindi con il quasi risultato la propria trenata (che non si dica che ha agito solo per acciuffare Martin!).

A ruota di Fabian, Farrar, Flecha e Matthews hanno preceduto l'indomito Tony, settimo alla fine (con ampio e ovvio gesto di disappunto), mentre Meersman, Gilbert (bentornato) e Brown hanno completato la top ten. Il nostro Francesco Lasca si è piazzato in 12esima posizione, e nei 20 ha chiuso pure Paolini (19esimo).

Non si può certo dire che qualcuno aspettasse il nome di Mørkøv oggi sul gradino più alto del podio: diventato famoso al Tour dell'anno scorso (quando era praticamente ogni giorno in fuga), il 28enne di Kokkedal non aveva mai vinto una corsa su strada prima di conquistare il titolo di campione danese in giugno. Oggi ha bagnato quella bella maglia rossocrociata con questo ottimo successo, che però - come detto in apertura - passerà ahilui in secondo piano rispetto alla quasi-impresa di Martin. Non possiamo però negare che un'azione vincente come quella di oggi fosse nelle corde di un corridore, Mørkøv appunto, che viene dalla pista, su cui è stato iridato sia nell'inseguimento a squadre che - in coppia con Alex Rasmussen - nell'americana (anno di grazia 2009). Per la Saxo-Tinkoff seconda vittoria di tappa dopo quella di Roche, in un avvio di Vuelta ottimo per il team di Riis.

I velocisti battuti oggi avranno dalla loro un'altra occasione domani, nella settima tappa: la Almendralejo-Mairena de Aljarafe (205.9 km) non presenta difficoltà altimetriche di vaglia e dovrebbe concludersi allo sprint. Per i cambiamenti di classifica (Nibali comanda con 3" su Horner, 8" su Roche, 16" su Zubeldia, 21" su Valverde, 26" su Kiserlovski, 28" su Urán, 31" su Moreno, 38" su Majka e 42" su Kreuziger), ripassare sabato, in zona Alto de Peñas Blancas.

Marco Grassi

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