Tre Valli Varesine 2013: Quant'è dura battere Durasek - Ci prova Bongiorno ma è 2°. Trittico a Simone Ponzi

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Quello che piazza lo scatto decisivo in una Tre Valli Varesine con arrivo in salita, seppur breve, a Campione d'Italia, è Francesco Manuel Bongiorno, quando in tanti, dopo la brillantezza mostrata alla Coppa Agostoni, forse si sarebbero aspettati Fabio Aru.

Si badi, non sono due nomi a caso, quelli di Aru e Bongiorno. Entrambi classe '90 (il sardo è nato il 3 luglio, il ragazzo di Fucecchio, le cui origini sono della Calabria, spegnerà le candeline il 1° settembre), tutti e due fisico da scalatore puro, tra i dilettanti erano soliti bastonarsi amabilmente (ma nemmeno troppo...).

Aru ha vinto molto ed è stato premiato con il passaggio all'Astana, il gregariato al Giro per Nibali e probabilmente andrà a Firenze non solo da turista. Bongiorno è entrato nel mondo dei professionisti con la Bardiani-CSF Inox dei Reverberi, anche lui ha corso (e portato a termine) il Giro d'Italia, forse è ancora in cerca del suo mondo, che al contrario di Aru, uomo da grandi corse a tappe, è fatto di gare di un giorno, possibilmente dure.

Dopo l'Agostoni, e con un finale in salita così, verso Campione d'Italia ci saremmo aspettati più Aru che Bongiorno. Ed invece lo scalatore di Fucecchio ha piazzato uno scatto deciso ai -2 km, scatto a cui solo Kristijan Durasek, croato con un lungo curriculum fatto di Continental e di tre anni più vecchio di Bongiorno, ha saputo opporsi. Dietro era chiaro che i due sarebbero arrivati al traguardo ed allora il russo Kolobnev provava a riportarsi su di loro.

Durasek e Bongiorno collaboravano: poco importa se il Bardiani già sapesse di non poter tenere l'accelerazione di Durasek, pure lui in bell'evidenza con Aru all'Agostoni. L'importante era provarci. Ed il Bongio ci prova ai 200 metri, ma la pedalata di Durasek, la forza del croato, è il doppio rispetto a quella del Bardiani, che si accontenta di un 2° posto molto importante.

La Tre Valli Varesine che prende il via da Varese e misura 195.7 km prevede un circuito a Varese, la scalata dell'Alpe del Tedesco ed il circuito di Luino con la caratteristica salita di Dumenza. Poi un sacco di lungolago e pianura fino all'erta conclusiva che conduce a Campione d'Italia.

Dopo 2500 metri se ne vanno undici uomini: Francesco Gavazzi, Jonathan Monsalve, Emanuele Sella, Gianfranco Zilioli, Marek Rutkiewicz, Mateusz Taciak, Songezo Jim, Pavel Brutt, Serguei Klimov, Andrea Fedi e Sacha Modolo, ieri vincitore della Coppa Bernocchi. È proprio quest'ultimo a staccarsi presto, lasciando i dieci battistrada con un vantaggio di 4' all'ingresso del circuito di Luino.

Dietro tira la Bardiani ed in particolare Stefano Pirazzi è attivo in testa al gruppo, tant'è che anche grazie al laziale il vantaggio dei battistrada è in picchiata. Restano in otto, dato che Andrea Fedi si stacca e Klimov deve abbandonare a causa di una caduta. Usciti dal circuito di Luino con poco più di un minuto di vantaggio, i battistrada subiscono il forcing della CCC Polsat di Davide Rebellin, che farà sganciare dal gruppetto Rutkiewicz e Taciak.

Restano solo in sei davanti: Sella, Polanc, Gavazzi, Brutt, Monsalve, Zilioli. Senza speranza e con ancora un po' di forza, non quanta ne basterebbe per arrivare sino al traguardo. Ecco dunque che il gruppo si ricompatta ai -25 km. Dopo una quindicina di relativa tranquillità ai -10 km è ancora Stefano Pirazzi, che ha tirato tutto il giorno («È stato una moto», dirà di lui Bongiorno), a scattare. L'Astana di Ponzi ed Aru chiude immediatamente sul laziale della Bardiani e si arriva così all'inizio della salita che conduce a Campione d'italia.

Subito Lampre a tirare ma è un Colombia che va via Leonardo Duque. A questo punto la Vini Fantini-Selle Italia di Luca Scinto si mette a tirare e Duque è ripreso. Mancano un paio di chilometri ed è allora che Bongiorno capisce che è giunto il momento. Fa scendere la catena di un dente ed affonda.

Nessuno tranne Durasek gli tiene la ruota. Kolobnev tenta di riportarsi sui primi due, che con ogni probabilità arriveranno (e infatti...), ma il russo, gran gamba tra Agostoni e Bernocchi, velocità allo sprint molto buona, insomma un cagnaccio, sarebbe la morte sportiva per Durasek e Bongiorno, che dunque collaborano.

Nell'ultimo chilometro è il croato a dettare il ritmo e quando ai 200 metri scatta il Bongio Durasek risponde netto, allungando ineluttabilmente ed andando a vincere la sua prima corsa da professionista (le altre vittorie le aveva ottenute da Élite). Bongiorno e, poco più indietro, Kolobnev, completano un bel podio. Rovny è 4° e precede Rebellin, su questo stesso traguardo vittorioso nel 2011, Pellizotti, Aru, Ponzi, Rabottini e Firsanov.

Il Trittico Lombardo si conclude con la seconda vittoria Lampre dopo Pozzato all'Agostoni (e pensiamo che nel 2014 Sacha Modolo, vincitore della Bernocchi, vestirà blu-fucsia), con un bel podio della Bardiani, con Bongiorno, che si unisce alla vittoria di Modolo ieri, e con il diamante, premio che spetta al vincitore del trittico, che va nelle mani di Simone Ponzi.

Il portacolori dell'Astana ha fatto 2° all'Agostoni e con due ottavi posti tra Bernocchi e Tre Valli Varesine risulta il migliore. Anche Ponzi, come i tanti italiani che si sono visti (o rivisti) nel trittico, cerca l'azzurro per Firenze. Non sarebbe una cattiva idea per Bettini, anzi, ma per le convocazioni si dovrà aspettare un'altra serie di gare, a cominciare dalla Vuelta a España che prende il via domani e dalla Vattenfall Cyclassics che si disputerà domenica. 

Un trittico che sia per posizionamento in calendario che per prestigio dei partenti cercherà sin dall'anno prossimo di tornare al prestigio dei bei tempi andati. La strada, proprio come quella della Tre Valli Varesine, è in salita ma questa è cosa nota.