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Eneco Tour 2013: MiniLiegi, Maxi López - Stybar protagonista, Dumoulin nuovo leader. E domani c'è il Kapelmuur

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La Redoute incorona David López García © teamsky.comChe si facesse vedere e sentire nei piani alti di qualche classifica non era un'utopia, ed infatti oggi Tom Dumoulin è lassù sul podio, la maglia bianca di leader indosso, una tappa dalla conclusione. E poco importa se domani l'Eneco Tour, gara a tappe del Benelux, si chiuderà con una frazione fatta di muri delle Fiandre, tre volte la scalata del Kapelmuur, arrivo a Geraardsbergen ed altre amenità.

Poco importa perché oggi il classe '90 olandese della Argos-Shimano ha fatto definitivamente vedere di che pasta è fatto. È la pasta dei campioni. Nell'ultima quindicina di chilometri fatti tutti di stradine e di côtes Tom Dumoulin s'è messo in testa al suo gruppetto, ha scandito un ritmo non indifferente ed ha finito per andare a riprendere, proprio sul traguardo (posto sulla Redoute) i tre battistrada.

Una vera e propria moto, ma non deve stupire, visto che contro il tempo già da giovane Dumoulin aveva fornito prove eccelse (nel 2010, al Giro Baby che sarà di Betancur, fece sua la crono di 30.5 km da Tavullia ad Urbino, battendo Winner Anacona). Nel 2011 correva con la Rabobank Continental, dodici mesi dopo è passato alla Argos-Shimano, catapultato nel professionismo.

Risultati incoraggianti per una matricola ma quest'anno si è notato il salto di qualità. Sia chiaro, non ha ancora ottenuto una vittoria, Dumoulin, ma nel 2013 è stato molto più presente davanti, sia nelle gare in linea che nelle corse a tappe (ha preso parte a Tirreno-Adriatico, Romandia, Suisse e Tour de France, prima dell'Eneco).

Nel finale di una tappa che dalle côtes somiglia ad una Liegi, tanto che il traguardo è posto sulla salita simbolo della Doyenne, ma ha le salite di un Mondiale in stile Duitama, per un dislivello complessivo che supera decisamente i 3000 metri, Dumoulin non ha esitato a portare via un gruppetto insieme a Stybar ed altri, portandosi in testa senza soluzione di continuità finché non ha visto l'arrivo.

Azione, quella dell'olandese della Argos, che l'ha premiato, visto che da stasera vestirà la maglia di leader. E dire che le premesse per Dumoulin, erano state tutt'altro che positive. Siamo all'ingresso del circuito finale, un giro della morte di 29.7 km con le scalate di Côte de Chambralles, Côte de Niaster e Côte de La Redoute.

Davanti a tutti ci sono undici uomini, che hanno preso un bel vantaggio (a 67 km avevano 7' sul plotone) dopo il tyraguardo volante. Traguardo volante dove il leader Lars Boom ha sprintato, rosicchiando 1" d'abbuono, il che significa due cose: o sta talmente bene che può permettersi tale condotta di gara, o non è troppo sicuro dei suoi mezzi. La soluzione arriverà strada facendo, durante i 150 km della Riemst-La Redoute.

Gli undici uomini in testa alla corsa sono Stijn Vandenbergh (Omega Pharma-Quickstep), David López García (Sky), Pim Ligthart, Lieuwe Westra (Vacansoleil), Evan Huffman (Astana), Vyacheslav Kuznetsov (Katusha), Nick Nuyens (Garmin-Sharp), Maciej Paterski (Cannondale), Ángel Madrazo (Movistar), Jurgen Van Goolen e Grégory Habeaux (Accent Jobs-Wanty); il vincitore della tappa uscirà da qui. All'ingresso del circuito finale l'attenzione si sposta però sul gruppo della maglia bianca, dove volano uomini e bici.

Una caduta colpisce tanti protagonisti della frazione odierna, a cominciare dall'iridato Philippe Gilbert, che si rialza ma perderà Taylor Phinney, ritiratosi dopo una gran botta al ginocchio sinistro (stamane non erano partiti da Riemst Van Summeren e Spilak). Vanno giù, tra gli altri, anche Petacchi (pure per lo spezzino arriva il ritiro), Oss, Rasch ed appunto Tom Dumoulin.

La BMC mette Quinziato, Wyss e Moinard al servizio di Gilbert, che vuole disperatamente rientrare. Tom Dumoulin, pur con qualche sbucciatura, si accoda a questo gruppetto che è separato da 2'28" dal gruppo di Boom. I battistrada hanno un vantaggio sul plotone della maglia bianca di 5'26", in netta decrescita.

Il plotone con Boom e Chavanel, informato dell'incidente occorso a Dumoulin e Gilbert, dà una netta accelerata, e per far sì che il ritmo non si abbassi scattano prima Stannard e Terpstra, quindi prendono qualche secondo di vantaggio Sergent, De Weert e ancora Stannard. Si unisce a questi tre anche il giovane Lotto-Belisol Tim Wellens, andando a formare un quartetto che resterà a lungo tra i battistrada ed il gruppo.

Dietro intanto si completa l'inseguimento firmato BMC e Philippe Gilbert, con l'iridato che a 42 km dalla fine deve recuperare ancora 48" al gruppo Boom. Rientra sulla seconda parte del plotone, allungatissimo, quando alla conclusione della tappa mancano 38 km. Tra gli undici battistrada ed il gruppo della maglia bianca restano solo Wellens e De Weert, con un vantaggio su quest'ultimo di 38".

I battistrada sono 2'31" più avanti. Inizia l'ultimo giro (mancano quindi 29.7 km) e David López scatta proprio all'altezza del traguardo, portando con sé Paterski, Westra e Madrazo. Wellens e De Weert sono a 1'59", il gruppo tirato dall'Astana a 2'40". Gruppo che non chiamiamo più maglia bianca, visto che sull'ultima Redoute Lars Boom ha patito il cambio di ritmo ed è dovuto venir su con il suo passo.

Iniziano tre corse nella corsa: davanti, sulla Côte Rue de Baron (mancano 22 km al termine) troviamo Vandenbergh, Westra, Madrazo, Lopez, Paterski, Van Goolen e Nuyens, che tenterà di andarsene da solo. Più indietro si forma un gruppetto con Grivko ed Iglinskiy che s'avvantaggiano, quindi Jeannesson, Stybar, Wackermann, Impey, Dumoulin, Bakelants. A 40" c'è il gruppo con Chavanel, Gilbert, non in grado, dopo la caduta e lo sforzo per rientrare, di tenere le ruote dei migliori, e con Lars Boom temporaneamente rientrato.

La situazione cambia ancora a 17 km dal traguardo, quando Madrazo se ne va da solo. Gli unici a tenere la sua ruota sono Maciej Paterski e David López. Nel breve volgere di 5 km il terzetto può vantare 1'17" su Huffman e Westra, raccolti dalla fuga iniziale, con Grivko, Iglinskiy, Jeannesson, Stybar, Westra, Wackermann, Impey, Dumoulin, Bakelants. Il gruppetto di Chavanel e Boom è a 2' dai tre battistrada.

Siamo entrati negli ultimi 15 km di gara ed in testa al gruppo Dumoulin c'è appunto solo l'olandese, impegnato a tirare sia per avvantaggiarsi su Boom e Chavanel in ottica classifica generale, sia per ricucire sui tre fuggitivi e giocarsi la tappa (o almeno provare a prendere qualche secondo di abbuono). All'inizio della terza ed ultima Redoute il gruppo tirato da Dumoulin vede Madrazo, Paterski e David López. Il Movistar prova ad anticipare ma è David López che attacca nel finale, nell'intento di non farsi riprendere da chi compone il gruppo Dumoulin.

David López va a vincere, un paio di secondi più avanti rispetto a Stybar, che sprinta per il secondo posto e si guadagna 6" d'abbuono, e Paterski, che chiude 3°. Dumoulin è 4° seguito da Bakelants, Madrazo, Westra, Impey, Nuyens e Jeannesson. La classifica generale, con Boom che anche sull'ultima Redoute perde contatto dal suo gruppetto, cambia radicalmente.

Ora comanda Tom Dumoulin con 9" su Zdenek Stybar e 24" su Andriy Grivko. Bakelants ed Impey sono rispettivamente 4° e 5° a 29", Westra sale a 37", Chavanel a 50", Kelderman a 1'07", Weening a 1'16" ed Iglinskiy a 1'33". Gilbert scivola in 12a piazza a 1'44", alle spalle di Monfort (11° a 1'40"), mentre Bob Jungels è 13° a 1'47", Romain Sicard 14° a 1'59", Tim Wellens 15° a 2'02" e Lars Boom, che oggi ha chiuso la prova 38° a 2'19" da David López, scivola dalla prima alla 16a posizione con un distacco di 2'06". Primo degli italiani in graduatoria il classe '92 della Lampre-Merida Luca Wackermann, oggi sempre nel vivo dell'azione e stasera 33° a 5'05" da Tom Dumoulin.

Adesso il nuovo leader, che oggi ha dovuto correre contro la sfortuna una volta caduto, quindi ha rincorso ed infine, una volta trovatosi nel gruppo di Stybar, s'è trovato nella posizione di dove fare tutto da sé, perché coloro che volevano collaborare erano davvero pochi, si trova ad una tappa da una vittoria che lo lancerebbe. «Non sappiamo cosa succederà domani ma sono felice di aver preso la maglia bianca e faremo di tutto per tenerla».

L'impresa non pare impossibile ma nemmeno scontata: lungo i 208 km che da Tienen porteranno a Geraardsbergen gli attacchi si sprecheranno, i muri pure. Saranno undici, quest'ultimi, con tre ascese al Kapelmuur, due al Bosberg e la scalata una volta soltanto di grandi nomi come Hurdumont-La Houppe, Tenbosse, Eikenmolen, Denderoorberg, Onkerzelestraat e Denderoorberg.

Il pericolo numero uno per Dumoulin sarà senza dubbio Zdenek Stybar, e non solo perché il ceco dell'Omega Pharma QuickStep è secondo in classifica generale a 8" dall'olandese, ma perché sule Ardenne il forte crossista che s'è creato un ruolo davvero importante su strada è parso tra i più attivi, vivaci, pericolosi ed in forse. Le pendenze dei muri delle Fiandre, con l'equilibrismo che richiedono, potrebbero favorirlo nettamente, così come Grivko, Westra, lo svogliato Chavanel, il predestinato Kelderman.

Tutta gente che farà sicuramente bene ma i cui distacchi oscillano tra i 23" di Grivko ed il minuto ed oltre (1'07" per la precisione) di Wilco Kelderman. Sarà uno Stybar da marcare a uomo, per Tom Dumoulin, sarà una lotta tra campioni e campioncini. E quando tale scontro è ambientato nelle Fiandre, sui muri delle Fiandre, se non siamo nell'epica ci andiamo molto vicino.

Francesco Sulas

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