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Eneco Tour 2013: Démare come cervo che esce a Forest - Gran volata del francese, nuovo leader. Petacchi è 5° | Cicloweb

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Eneco Tour 2013: Démare come cervo che esce a Forest - Gran volata del francese, nuovo leader. Petacchi è 5°

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Arnaud Démare s'impone sul traguardo di Forest nella seconda tappa dell'Eneco Tour © enecotour.comSe a 22 anni non ancora compiuti (spegnerà le candeline tra non molto, il 26 agosto) si ha nel carniere, oltre al Mondiale Under 23 e tante affermazioni tra i dilettanti, già sei vittorie da Élite primo anno (tra cui la Vattenfall Cyclassics di Amburgo, non una corsa banale), si è giustamente considerati dei fenomeni.

Arnaud Démare è senza dubbio un fuoriclasse di livello assoluto, sprinter ma non solo, capace di arrangiarsi, di vincere su traguardi relativamente semplici o su arrivi come quello di oggi, non certo scontati. Con la vittoria conseguita nella seconda tappa dell'Eneco Tour il classe '90 della FDJ.fr si porta a quota 8 nel 2013, ma ciò che più impressiona di come Démare vince è la semplicità.

Il rettilineo di Forest non è certo in piano ma è collocato su quelle salitelle leggere leggere (che però si fanno sentire eccome) tanto amate da Philippe Gilbert, per fare un nome. L'iridato, ancora alla ricerca della prima vittoria con la maglia più ambita da ogni corridore, viene riportato sotto dall'ottimo Taylor Phinney all'ultimo chilometro di corsa. Démare è presente e quando parte ai 200 metri nessuno riesce a tenere la sua ruota, nemmeno Gilbert (ci sono pure Pozzato, il giovane Kump, Petacchi...).

È una vittoria più che in volata per distacco, quella del transalpino, che ha tutto il tempo di tagliare il traguardo a braccia alzate, proprio come ieri ha fatto Renshaw. Una progressione, quella di Démare, oggettivamente imbarazzante per superiorità, i migliori degli arrivi allo sprint e degli strappetti bellamente strapazzati.

Per un Eneco Tour che nelle sue prime edizioni ci aveva abituati a tappe insignificanti, almeno all'inizio, quella di oggi è stata una vera botta d'adrenalina. Niente di trascendentale, sia chiaro, ma il percorso, con Côte de Trieu e Kruisberg posti subito nei primi chilometri, invogliava ad attaccare, o almeno a non attendere solo il finale.

Prima della partenza il gruppo osserva un minuto di silenzio per la morte del principe Johan Friso d'Olanda, avvenuta ieri. Si affrontano i 176.9 km che separano Ardooie da Forest, periferia di Bruxelles senza Burghardt e Swift che non prendono il via. Prende subito il largo un gruppetto di quattro uomini: Laurens De Vreese, Gediminas Bagdonas, Tim Declercq e Mathew Hayman.

Si avvantaggiano di 2'10" sul gruppo, con De Vreese, già in fuga ieri e leader della classifica dei Checkpoint Sprint; quella maglia nera che per una volta non contraddistingue l'ultimo in classifica generale resterà sulle sue spalle. Il vantaggio dei quattro sale a 3'14" dopo 18 km, 5'37" al km 29, quindi si prende la via della Côte de Trieu, una delle salite simbolo delle Classiche di primavera.

Il quartetto scollina lì con 6'48", che sarà pure il vantaggio massimo conseguito. Si risale anche sul Kruisberg, altro muro percorso e ripercorso in Classiche e semiclassiche di primavera, ma il vantaggio si attesta sui 4'40" e non salirà più.

Nel frattempo cade e si ritira Alex Dowsett, britannico della Movistar che quest'anno al Giro d'Italia s'è aggiudicato la cronometro di Saltara. A 74 km dall'arrivo si affronta una buona dose di pianura ed il gruppo insegue, tirato soprattutto da Omega Pharma-Quickstep, a 4'39". Le velocità non sono supersoniche ed i fuggitivi, pure stanchi dopo tanti chilometri al vento, giustamente ci credono, almeno un po'.

Sull'Alsemberg, penultima asperità di giornata, esce dal gruppo Gert Steegmans, mentre davanti Gediminas Bagdonas dà qualche segno di cedimento (rientrerà). Ripreso Steegmans, scatta il compagno di squadra Niki Terpstra, seguito da Matti Breschel, e questo sì che è un attacco: i due fanno il vuoto, tra loro ed i battistrada c'è 1'27".

Sul Bruine Put, salitella affrontata a 15 km dalla conclusione, Bagdonas si stacca definitivamente ed Hayman saluta la compagnia degli ormai ex compagni di fuga. Dietro Terpstra imita lo Sky staccando Breschel mentre dal gruppo tirato dall'ridato Philippe Gilbert esce Lieuwe Westra, subito ripreso.

Viene ripreso anche Hayman e si riforma il terzetto con De Vreese e Declercq. Adesso il gruppo è separato dai battistrada da una ventina di secondi ma mancano ancora 5 km. Nonostante i continui incitamenti di Hayman ai compagni di fuga, dietro recuperano, anche perché il ritmo impresso dall'Orica-GreenEDGE è veramente alto.

Anche l'Argos-Shimano si porta a guidare il gruppo ed ecco che ai -3 km i fuggitivi sono ripresi. S'imbocca la salita finale e se ne va - o prova ad andarsene - un sestetto. Gilbert, che fino ad allora aveva diretto le operazioni, resta attardato e servono tutta la forza e la buona volontà di Taylor Phinney per riportare sotto l'iridato di Valkenburg. Pozzato, a suon di spallate (ricevute), si fa pure vedere nelle posizioni che contano e lo stesso si può dire per Tyler Farrar.

Quando tutti aspettano lo scatto fulminante di Gilbert, o la sparata di Pozzato (hai visto mai...), ecco invece che se ne va Arnaud Démare. Se ne va, nel senso che nel lanciare la propria volata il giovane transalpino lascia sul posto gli avversari. Ha torto chi pensa che possa essere partito troppo presto e che magari cederà di schianto, perché Démare non cede un bel nulla e va a vincere l'ottava corsa del 2013. Lo fa in tutta agilità, esultando come chi ha capito di aver compiuto una mezza impresa, come chi è consapevole della propria forza.

Alle sua spalle, staccati di almeno una bicicletta, Philippe Gilbert e Tyler Farrar completano il podio di giornata. Marko Kump è 4° davanti ad Alessandro Petacchi, il cui rientro alle corse è ottimo. Jempy Drucker, 6°, precede Pippo Pozzato, Taylor Phinney, Lars Boom e Matthieu Ladagnous.

Greipel regola il primo gruppo dei ritardatari, giunto a 5" da Démare. E tra chi è in ritardo c'è anche il leader della generale Mark Renshaw. L'australiano della Belkin, vittima di una foratura ai 2500 metri, è stato accreditato del tempo del primo gruppetto inseguitore pur avendo concluso in 142a piazza.

Ciò non basta comunque a difendersi da Démare, che balza in testa proprio davanti a Renshaw, per soli 3". Gilbert è 3° a 4", Farrar è a 6", Boom a 7", Phinney a 8", Greipel a 9", Petacchi, Ladagnous e Drucker a 10".

Domani si va nei Paesi Bassi per la terza tappa, 187.3 km con partenza da Oosterhout ed arrivo a Brouwersdam; dopo un tratto in linea di 121.9 km si percorrerà un paio di volte un circuito di 37.2 km. Non inganni il fatto che la frazione non presenti un Gpm che sia uno, perché correndosi tutta o quasi sulla costa il problema non saranno tanto le salite o le côtes, quanto il vento, fattore in grado di scompaginare la situazione.

Bisognerà correre con attenzione sempre massima e chi vorrà muoversi in maniera più o meno decisiva in quest'Eneco Tour non dovrà far altro che chiedere alla squadra di aprire un ventaglio. Anche domani ci sarà da divertirsi.

Francesco Sulas

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