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Vuelta a Burgos 2013: E Keukeleire rimise tutti in fila - Ancora Jens. Battuti Roux (sempre leader), Ratto e Sánchez | Cicloweb

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Vuelta a Burgos 2013: E Keukeleire rimise tutti in fila - Ancora Jens. Battuti Roux (sempre leader), Ratto e Sánchez

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Jens Keukeleire batte Roux, Ratto e Sánchez a Ojo Guareña © www.vueltaburgos.comIl titolo "Un Jens e una maglietta" lo rinviamo per quando prenderà el maillot morado (la maglia viola di leader), ma nel frattempo Keukeleire può festeggiare come mai nella sua carriera, perché gli è capitato di alzare le braccia per due giorni consecutivi, alla Vuelta a Burgos. Favorito da una serie di arrivi molto adatti alle sue caratteristiche (che però fin qui non erano mai brillate in maniera tanto efficace e continuativa), il belga della Orica-GreenEDGE ha fatto sua la tappa di Ojo Guareña dopo aver conquistato il traguardo di Clunia 24 ore fa, unendo i puntini tra due località archeologiche (rovine della città romana ieri, villaggio scavato nella roccia oggi) molto più che ciclistiche.

E anche lo svolgimento, con la volata ristretta sulla strada che tira all'insù, è stato pressappoco identico, con la sola differenza che oggi, tra la fuga da lontano e lo sprint decisivo, c'è stato spazio per un piccolo contrattacco di qualche uomo più o meno in classifica, appena qualche chilometro di battaglia giusto per non dire che si aspetta sempre la rampa conclusiva. Il risultato, come detto, non è cambiato, e a dire il vero non è cambiata neanche la classifica, perché se Keukeleire risulta essere quello con più forza al momento, Anthony Roux è senz'altro quello con più costanza, visto che, dopo aver conquistato la maglia viola ieri, l'ha agevolmente conservata oggi, sommando ai due quarti posti conquistati nelle prime due tappe il secondo di oggi: segno che la condizione cresce, e che non sarà proprio scontato buttarlo giù dal trono non domani (tappa facile, la quarta), ma nell'epilogo di domenica in cima a Lagunas de Neila.

Per parlare delle prossime tappe avremo tempo, intanto possiamo dire di quella disputata oggi: la salitella posta in avvio (l'Alto de Coculina) ha messo l'acquolina in bocca a diversi attaccanti (tra i quali pure Visconti e Paolini), ma sull'ascesa nessuno è riuscito a prendere vantaggio, sicché la fuga è partita appena dopo lo scollinamento, al km 13. Protagonisti, il francese Ravard, l'australiano Dempster, lo sloveno Brajkovic (compagno di Nibali) e lo spagnolo Txurruka, che ci eravamo sinceramente stupiti di non aver visto all'attacco già nelle prime due tappe.

A dire il vero il buon Amets se l'è studiato bene, il percorso di questa Vuelta a Burgos, perché ha scelto come territorio per scorrazzare proprio la tappa con più Gpm (prima di quella decisiva, la quinta), e ha potuto, sprintando su quattro strappetti di 3a categoria, assicurarsi la maglia di migliore scalatore, prima di gettare la spugna nel finale della frazione. C'è peraltro da scommettere ad occhi chiusi e con entrambe le mani sul fuoco che il corridore della Caja Rural lo rivedremo all'attacco dopodomani, appunto nella quinta e ultima frazione, visto che 4 dei 7 Gpm in programma domenica sono ampiamente alla sua portata, prima che la corsa diventi terreno di battaglia per gli uomini di classifica.

Mentre Txurruka vinceva traguardi Gpm, alcuni dei fuggitivi perdevano colpi: Ravard è stato il primo a staccarsi, sul terzo Gpm (il Portillo del Castillo, a 93 km dalla fine), quindi abbiamo perso per strada Dempster (fuori gioco sull'Alto del Boco, ai -50), e di lì a poco i due superstiti, Amets e Janez, hanno toccato il vantaggio massimo sul gruppo, 3'25". Il plotone, da parte sua, stava visibilmente giocando con gli attaccanti, ora concedendo mezzo minuto in più, ora riprendendosene uno intero, finché la Movistar, dal primo passaggio a Ojo Guareña (ai -22) si è messa a tirare con grande impegno, andando a chiudere sulla coppia al comando a 13 km dalla fine (149 km di fuga per loro).

A quel punto, i pochi chilometri di battaglia a cui accennavamo più su: Orbe (ennesimo giovane della Euskadi a mettersi in evidenza) ha proposto un allungo ai 12 km, e su di lui si son portati Szmyd (in rappresentanza della Movistar), Duber Quintero (un Colombia in questi casi non manca mai) e - fiato alle trombe - Ivan Basso. Il varesino, che sta affinando la preparazione in vista della Vuelta, ha fatto una bella sorpresa ai suoi tifosi, che non sono troppo abituati a vederlo muoversi in simili frangenti. Nell'occasione, comunque, è mancata al quartetto una certa identità di vedute sul da farsi, tra chi insisteva a tirare (i due più giovani) e chi si guardava di più alle spalle (i due più stagionati, nonché ex compagni di squadra in Liquigas).

Sul drappello sono rientrati poi altri corridori (si segnalava principalmente un pimpante Jesús Herrada), quindi il resto del gruppo tirato da Cofidis e NetApp. Un paio di contropiede (il primo di Plaza, il secondo di Vicioso) sono stati stoppati dall'AG2R (che lavorava per Nocentini), la quale poi ai 3 km ha promosso da sé un forcing che stava spezzando il gruppo e a cui ha risposto ottimamente la Fantini, pronta a sua volta a lanciare Finetto in un estremo tentativo d'anticipo ai 2 km.

L'ultimo chilometro in salita ha visto la FDJ del leader Roux rimettere insieme tutti i pezzi, annullando i tentativi d'evasione e imponendo un ritmo che, oltre a mettere il gruppo in fila indiana, ha impedito attacchi. Sicché abbiamo dovuto aspettare i 250 metri - e quindi lo spazio strettamente necessario per lo sprint - per assistere alla vera lotta per il successo di giornata: una lotta che non ha avuto grande storia, visto che Keukeleire si è messo in testa lui e non ha più mollato la presa, andando a prendersi nettamente la vittoria di giornata precedendo appunto Roux e un Daniele Ratto che ha fatto quel che ha potuto ma si deve accontentare di un (comunque ottimo) terzo posto.

Alle spalle del bergamasco (nei giorni scorsi l'avevamo definito torinese, in realtà è nato sì a Moncalieri ma vive a Colzate, appunto nella bergamasca) si è accomodato un certo signor Samuel Sánchez, davanti a Sergey Chernetskiy, altro superpiazzato di questa Vuelta a Burgos. A dirla tutta, il 23enne neopro' della Katusha è la vera rivelazione della corsa: ha messo insieme nell'ordine un terzo, un settimo e un quinto posto di tappa, e anche se non ha ancora vinto da professionista, i risultati dell'anno scorso parlano per lui: basti ricordare che fece secondo al Giro della Valle d'Aosta alle spalle di Fabio Aru, e alla Ronde de l'Isard, battuto solo dal promettentissimo francese Lecuisinier.

Per completare il riepilogo dei risultati odierni, Vaugrenard e Ponzi (sesto e settimo) sono stati anch'essi accreditati del tempo dei migliori, mentre a 3" troviamo poi il giovane spagnolo Barbero, Failli, Landa, Nocentini, Quintana, Edet, Nibali e via via gli altri (con Finetto 16esimo e Caruso 18esimo). La generale, come già ricordato, è comandata ancora da Roux che precede di 2" Ponzi e proprio Chernetskiy; Keukeleire è quarto a 3", quindi troviamo Vaugrenard a 7", Sánchez e Finetto a 10", Nocentini, Cataldo e Ratto a 11". Giampaolo Caruso è 12esimo a 13", Landa e Quintana sono a 17", Nibali è ventesimo a 24", mentre Visconti ha perso qualche secondo di troppo.

Domani da Doña Santos a Santo Domingo de Silos sono in programma 162 km con appena una salitella in avvio e poi tanta pianura (e al limite qualche falsopiano nell'ultimo terzo di frazione). Una quarta tappa che non dovrebbe ancora sconvolgere la classifica, che attende solo l'epilogo di domenica per trovare la sua forma definitiva.

Marco Grassi

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