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Tour de Pologne 2013: Un capolavoro da Phinneysseur - A Katowice Taylor dà spettacolo ed anticipa i velocisti

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A Katowice splendido assolo di Taylor Phinney © BMC/Tim De Waele

Quando ai -8.4 km dall'arrivo di Katowice Valerio Agnoli esce dal gruppo da solo nessuno è solamente sfiorato dall'idea che il laziale dell'Astana possa arrivare da solo al traguardo. Quando poi, pochi metri dopo, Taylor Phinney lo va a prendere, sorpassandolo a doppia velocità, si capisce che sì, il ragazzo ci prova, come ci ha provato mille altre volte, con quest'assolo.

Del resto lui, cronoman, ha a disposizione uno spunto veloce ma non velocissimo e l'effetto sorpresa per far meglio degli avversari. Phinney, classe '90 (anche lui, come Sagan, Moser, Démare, e via dicendo...), ama pedalare con la faccia al vento ed il rumore del gruppo alle spalle. Ha già provato in passato azioni simili, ci viene da dire à la Cancellara, ma forse è ora di cambiare riferimento.

Eppure il 23enne di Boulder, Colorado, nel 2013 non ha ancora vinto una gara (la cronosquadre del Tour of Qatar è, appunto, una vittoria collettiva). Ha 7 km per crederci, Taylor, e lo fa. Guadagna pure sul gruppo, dettaglio non trascurabile, arrivando ai -5 km con 16" di margine. A quel punto giungere sul traguardo di Katowice da solo, senza vedersi sfrecciare a fianco le maglie multicolori pronte a sprintare, non è più un'utopia per Phinney.

Lo capiscono anche dietro, e nell'ultimo chilometro gli Orica inseguono, ma è tardi, il treno è partito. Sì, gli australiani guadagnano qualche secondo sui Phinney, che non doveva (né voleva) vincere di chissà quanti minuti. Voleva vincere, punto.

Ed a Katowice non troviamo un velocista a braccia alzate (del resto ieri mettevamo in guardia sulla tappa odierna: "Gli scattisti veloci sono avvisati") ma un Phinney che nell'ultimo chilometro non si volta mai, pedala come se si trovasse alle Olimpiadi ed infine vince, esulta, quasi incredulo ma consapevole di aver portato a termine un'azione eccezionale e fuori dall'ordinario, ma non per lui.

Una vittoria che rappresenta, oltre che la prima del 2013 per Phinney, la seconda consecutiva per la BMC in una prova World Tour (la prima era giunta ieri con Thor Hushovd). Un qualcosa che non si vede tutti i giorni ma quando si vede, fa saltare sul divano.

Del resto della tappa, vero e proprio contorno agli ultimi 7 km, c'è pochino da dire. Se ne vanno in partenza Mínguez Ayala, Bellemakers, De Greef, Ladagnous, Benedetti, Duarte, Morajko, Gradek e Fronczek, guadagnando non troppo (4'05" dopo 26 km il loro vantaggio massimo).

Il gruppo recupera a poco a poco finché si entra sul circuito di Katowice, 12.3 km tortuosi da ripetere per quattro volte. I batttistrada al primo pasaggio vantano solo 1'15" sul gruppo, poi Mínguez, Bellemakers e Ladagnous provano l'azione personale - siamo alla fine del secondo giro.

Il polacco Kamil Gradek attacca da solo ai -20 km e per un po' resta là davanti, con 45" sul plotone. La sua azione è destinata a morire. Arriviamo così nelle fasi finali di corsa, i vari treni dei velocisti schierati e pronti a lanciare il proprio capitano (molto attive Orica per Howard e Belkin per Renshaw), ma ai -8.4 km parte Agnoli, non troppo convinto. Lo riprende Phinney, convintissimo, e lo rivedono dopo il traguardo. Si tratta senza dubbio di una delle più spettacolari azioni della stagione 2013.

Alle spalle di questo Phinney in grande spolvero si piazza Steele Von Hoff, che batte Yauheni Hutarovich, Aidis Kruopis, Reinardt Janse Van Rensburg, il vincitore di ieri Thor Hushovd, Luka Mezgec, il polacco Bartlomiej Matysiak, Daniele Ratto e Daniel Schorn. Ben Swift delude ancora le attese ed è solo 12°, peggio del britannico Mark Renshaw, ieri 2°, oggi 20°.

Invariata al classifica generale, con Rafal Majka in maglia gialla seguito da Sergio Henao a 4" e da Christophe Riblon a 6". A 7" c'è Pieter Weening, seguito da Jon Izagirre Insausti e Chris Anker Sørensen a 9", Domenico Pozzovivo ed Eros Capecchi a 13", Robert Kiserlovski a 16", Thomas Rohregger a 18". Ivan Basso conserva l'11a piazza a 20" da Majka, decisamente più indietro il Campione d'Italia Ivan Santaromita, 14° a 1'23".

Domani il traguardo di Zakopane, che giungerà dopo 160.5 km (partenza da Nowy Targ), è un classico e sarà preceduto da salite e salitelle. Il circuito finale, i classici 40.5 km da ripetere due volte, presenterà in avvio l'ascesa di Droga do Olczy, 5 km di salita al 4% medio (ma con tratti sui quali si può recuperare), quindi quella di Glodowka, che di chilometri ne misura 7 (le pendenze anche qui si aggirano sul 4%), infine la Glodowka, Gpm previsto a poco meno di 22 km dalla fine; segue la discesa che chiude il circuito.

I più resistenti tra le ruote veloci potranno giocarsi la tappa, di certo non si assisterà all'arrivo a ranghi compatti. Forse - chi può dirlo? - qualcuno proverà ad imitare Taylor Phinney, uno che negli ultimi 7 km di oggi ha tenuto una media di 51.32 km/h.

Francesco Sulas

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