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Trofeo Matteotti 2013: Reichenbach, fuga eterna - Per 180 km al vento, si lascia alle spalle Tschopp e Battaglin

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Il podio del Trofeo Matteotti, con Sébastien Reichenbach tra Johann Tschopp ed Enrico Bataglin © Cicloweb.it dal nostro inviato

Se al mattino a Sébastien Reichenbach avessero detto "partirai in fuga al primo giro e sarai vincitore, sfidando il caldo torrido con la temerarietà che solamente chi ha quasi 200 chilometri da sobbarcarsi può avere" probabilmente non ci avrebbe creduto. E neppure tanti avrebbero creduto di poter assistere ad un Matteotti in grado di regalare un numero come quello offerto quest'oggi dai portacolori della IAM Cycling, riusciti a scongiurare un'ennesima conclusione allo sprint sul traguardo di Piazza Duca degli Abruzzi a Pescara con un'azione realmente da altri tempi.

Partire dopo appena 8 chilometri di gara è impresa che il più delle volte è destinata all'insuccesso, invece questa volta la presenza di forti passisti, unita a corridori di navigata esperienza, che possono risultare determinanti per la riuscita di un'azione simile e dare grosso impulso e sostegno ai colleghi più giovani (quanto dovrà essere ringraziato dopo questa giornata Johann Tschopp?) è stata determinante, unita all'eccessivo spazio (oltre all'essersi fatti sorprendere dalla prima azione di giornata) concesso da alcune formazioni, Vini Fantini su tutte, all'azione caratterizzante la giornata.

Deve però realizzare ciò che è riuscito a fare Reichenbach, alla prima vittoria da professionista dopo vari buoni piazzamenti sia a livello giovanile (2° a Gaiole in Chianti nell'ultima tappa del Toscana-Terre di Ciclismo 2011, oltre a piazzamenti nei primi 20 al Giro delle Regioni e Tour de l'Avenir) che nella massima categoria (in questa stagione si è classificato in 16esima posizione nella classifica generale del Giro di Svizzera) e adesso può apparire certamente beneaugurante il fatto che due stagioni or sono, quando militava nell'Atlas, il 24enne originario di Martigny concluse la classica pescarese alla posizione numero 13 (un numero a caso). Le salite non gli dispiacciono, magari non lo vedremo ottenere una grande vittoria in una tappa alpina del Giro come accadde al suo fido compagno d'avventura Tschopp nel 2010 sul Tonale ma intanto quest'oggi è riuscito a compiere un piccolo grande capolavoro che ricorderà ancora per un bel pezzo. In chiave Italia invece qualche buon segnale ma ovviamente c'è la netta sensazione che quella odierna sia stata indubbiamente un'occasione persa.

113 gli atleti partiti alle 11.15; per questa 67esima edizione ed il gruppo decide subito, incurante dell'afa che già si fa sentire (temperature prossime ai 40 gradi quest'oggi), di partire a spron battuto, tanto che sulle prime ascese a Colle Caprino e Montesilvano Colle (distribuite nelle consuete tredici tornate da quindici chilometri ciascuna), nasce subito un tentativo interessantissimo costituito da diciannove atleti con varie squadre ben rappresentati: possono contare su due atleti ciascuno la Androni (Rosa e Sella), la IAM (Tschopp e Reichenbach), la Bardiani (Delle Stelle e Di Corrado), la RusVelo (Zakarin ed Ershow), la MTN (Janse Van Rensburg e Van Niekerk), la Meridiana (Sinkewitz e Kiserlovski) e la Colombia (Suarez e Valencia) oltre a Dal Santo (Flaminia), Arredondo (Nippo), Sokolov (Lokosphinx), Starchyk (Amore&Vita) e Nepomnyachshiy (Astana Continental). Drappello che guadagna subito un minuto nei confronti del gruppo e che si screma ulteriormente nel corso della seconda tornata, quando in testa resistono i due IAM, Sokolov, Zakarin, Sella, Delle Stelle, Van Niekerk, Nepomnyachshiy e Arredondo mentre l'ucraino Starchyk, staccatosi, resta a bagnomaria tra la testa ed il gruppo e non riuscirà più ad accodarsi.

Balza subito all'occhio come la Vini Fantini sia rimasta totalmente esclusa dall'azione e gli uomini di Scinto (compreso Oscar Gatto, vincitore due stagioni fa e al rientro dopo il Giro d'Italia) debbono inevitabilmente sobbarcarsi il gravoso compito dell'inseguimento, coadiuvati in alcuni momenti dalla Meridiana. La presenza però di ottimi passisti nel gruppo di testa (basti pensare a Zakarin e Sokolov, ex campioni europei a cronometro tra gli juniores) contribuisce a far lievitare il vantaggio che prima supera i quattro minuti nel corso del terzo giro, quindi raggiunge il massimo vantaggio di 6'05" al quarto passaggio sul traguardo. Situazione che resta pressochè invariata, col gruppo sempre tirato dalla Vini Fantini (3'48" il divario alla conclusione dell'ottavo giro) mentre davanti si registra la defezione di Arredondo, costretto a perdere contatto a causa di un guaio meccanico nel corso del settimo giro e quindi riassorbito dal plotone. Ulteriore bagarre nel corso del nono giro, quando prima è il russo Sokolov a non riuscire più a tenere le ruote dei battistrada, poi nel tratto in salita verso Montesilvano si ritrovano in testa in 4 con Tschopp e Reichenbach sembre abbastanza vivi, seguiti dai soli Sella e Nepomnyachshiy, con tutti gli altri (il sudafricano Van Niekerk) man mano ripresi dal gruppo che, nel frattempo aveva ridotto il gap a 2'52".

Il caldo nel frattempo si fa sentire sempre più e quando a tre giri dalla conclusione (circa 45 km alla conclusione) il vantaggio del quartetto passa dal minuto e mezzo iniziale, ai 50" nel tratto di salita verso Montesilvano, per poi arrivare ad appena 38" giù al passaggio, la sorte della fuga sembra ormai segnata. Un nuovo tentennamento del gruppo però, unito alla verve di Reichenbach e Tschopp che rilanciano l'azione fanno si che il tentativo riprenda pian piano quota ed il solo Emanuele Sella sembra essere in grado di tenere la ruota dei due scatenati svizzeri (Nepomnyachshiy alza infatti bandiera bianca). Anche il vicentino deve alzare però bandiera bianca a meno di 30 chilometri dalla conclusione e viene raggiunto dal russo Kochetkov e dal veneto della Bardiani Canola, usciti nel frattempo dal plotone poco dopo il passaggio; nonostante gli sforzi però Reichenbach e Tschopp non cedono nulla ed anzi, a 2 tornate dalla conclusione portano il proprio vantaggio a 54" sui tre inseguitori e ben 2'04" sul gruppo.  Rimonta che sembra quindi disperata, dal momento che anche al suono della campana il vantaggio sfiora ancora i due minuti ed anche gli inseguitori appaiono ormai frustrati (Kochetkov inoltre è costretto a rialzarsi da una foratura).

Si giunge così all'ultimo giro, dove dal gruppo sono Rubiano e Pinizzotto a tentare l'avanscoperta, prontamente seguiti dall'esperto Elmiger, preoccupato di proteggere il gap dei due compagni e nel caso di giocare le proprie carte in una volata ristretta ma neppure questo tentativo riesce ad avere buon gioco, cosicché non resta che attendere l'arrivo in parata dei due atleti IAM, con l'esperto Tschopp che lascia l'onore del primo successo da professionista al più giovane Reichenbach, che può così finalmente alzare le braccia al cielo. Il gruppo giunge distanziato di 48" e viene regolato ottimamente allo sprint da un ritrovato Enrico Battaglin, che torna a dare ottimi segnali dopo il brutto incidente occorsogli al Giro e che ora indubbiamente cercherà di convincere a tutti i costi il commissario tecnico Paolo Bettini (presente quest'oggi) a dargli una maglia azzurra per il Mondiale di Firenze. Alle spalle del talentuoso corridore della Bardiani il volitivo Pinizzotto ed un redivivo Finetto, il cui quinto posto però non consola del tutto la Vini Fantini, partita con l'idea di centrare il tris consecutivo. Il sempre costante Rovny, Taborre, Arguelyes, Mazzanti e Mucelli hanno poi completato la top-ten. Presenti nel primo gruppo anche Rocchetti, Chiarini, Sinkewitz e un Felline che cercava innanzitutto di attuare un buon test anche in vista dei prossimi appuntamenti.

Una 67esima edizione, quella organizzata da Renato Ricci, che ha quindi regalato una giornata indubbiamente piacevole con una gara resa molto selettiva dal gran caldo e già ci si domanda cosa potrebbe accadere nel 2014, quando il Matteotti potrebbe essere designato come prova valida per l'assegnazione del titolo italiano tra i professionisti. La buona volontà per proporre una candidatura sembra esserci, al tempo l'ardua sentenza ma con la consapevolezza di poter, in ogni caso, proporre un appuntamento di assoluto richiamo non solo per il ciclismo abruzzese ma anche per l'intero panorama italiano.

Vivian Ghianni

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