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Europei su strada 2013: Zorzi s'inventa l'assOlomouc - Susanna su Cauz. Ratto argento a crono. Ok Francia e Belgio

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La Campionessa Europea Susanna Zorzi sul podio con Francesca Cauz ed Hanna Solovey © Jan Brychta/ SvetCyklistiky.czAvevamo commentato la scorsa settimana i buonissimi risultati ottenuti dalla nazionale azzurra ai campionati europei su pista disputati ad Anadia in Portogallo, dove erano state le ragazze a fare la parte delle leonesse con ben sette medaglie su nove totali. Ora che anche sui campionati europei su strada andati in scena in Repubblica Ceca tra il 18 ed il 21 luglio la musica è sostanzialmente rimasta la stessa, marcando possibilmente ancor di più i concetti già espressi. Soltanto podi femminili, ancora quelle splendide ragazze in maglia azzurra che forniscono una magnifica prova di squadra, coronata da un risultato straordinario che ha tra l'altro permesso di sfatare un tabù lungo 8 anni (l'ultima italiana ad aggiudicarsi il titolo Under 23 era stata infatti Gessica Turato nel 2005, nel mezzo alcuni podi, l'ultimo dei quali era stato centrato lo scorso anno da Barbara Guarischi che si aggiudicò l'argento).

Alla fine, compiaciuti come sempre, non possiamo dirci stupiti del tutto, vuoi perché il tracciato ondulato di Olomouc, che lo rendeva quasi simile ad una classica del nord con uno strappo in pavé dalle pendenze ben superiori al 10% si prestava particolarmente ad esaltare le qualità delle nostre, vuoi perché un gruppo come quello diretto da Dino Salvoldi che già nel corso degli anni, specialmente nella categoria juniores, aveva saputo fare del successo quasi la regola, non poteva che essere ben collaudato.

Stavolta è toccato proprio a lei finalizzare, Susanna Zorzi. Per chi negli anni ha imparato a conoscerla un numero come quello proposto dalla bionda vicentina di Cogollo del Cengio sabato scorso era tutt'altro che impossibile da realizzare, dal momento che anche da juniores la fuga da lontano coronata con la vittoria con avversarie lasciate a minuti di distacco era uno dei suoi must. Doti importanti, anche sul passo visto che pure a cronometro non ha mai sfigurato (vestendo anche il tricolore), messe spesso al servizio delle compagne (splendido fu il suo mondiale juniores 2009 in appoggio a Rossella Callovi, coronato con la medaglia di bronzo), tanto da farne una delle più valide pedine nelle squadre in cui si è trovata a gareggiare. Già due allori avevano finora impreziosito la sua bacheca da Elite (il Trofeo Alberto Vannucci a Vaiano e una semitappa del Trophée d'Or in Francia, entrambe nella scorsa stagione) ma questa vittoria, la più bella per come è stata cercata ed ottenuta, ha sicuramente un sapore speciale che chissà, potrebbe ulteriormente portare a dei passi avanti nel percorso di crescita (chissà che proprio le tradizionali prove del calendario belga e olandese non possano diventare il suo miglior terreno d'espressione).

In una gara che prevedeva undici impegnative tornate per una distanza complessiva di 126 chilometri e dove le azzurre erano sempre presenti nell'avanguardia del gruppo, Susanna ha operato la sua stoccata quando di chilometri alla conclusione ne mancavano poco meno di quaranta, iniziando a spingere come meglio non poteva e lasciando che fossero altre nazionali ad incaricarsi dell'inseguimento, che in caso di mancato buon esito ci sarebbero state ancora Rossella Ratto e Francesca Cauz pronte a far male. Invece dietro nessun'altra squadra è stata in grado di operare una reazione convincente, tanto che il vantaggio della Zorzi ha finito col raggiungere prima il minuto, poi ha raggiunto anche i due minuti quando di giri al termine ne restava soltanto uno.

Anzi: ad operare l'azione più significativa alle spalle è stata proprio la Cauz nel tentativo di scremare il drappello inseguitore ed andare a sua volta a caccia di una medaglia. Riassorbita la giovane trevigiana, non si è invece arrestata la marcia della Zorzi, divenuta così irraggiungibile e in grado di superare molto bene le ultime ascese del giorno, presentandosi tutta sola sul traguardo per l'impresa più bella finora compiuta nella propria carriera ciclistica. La festa per l'Italia non si è però esaurita in quanto una bravissima Francesca Cauz, uscita alla grandissima da un Giro Rosa che l'ha vista eccellente protagonista (settimo posto finale e maglia bianca di miglior giovane) è riuscita a ripartire proprio sugli ultimi due chilometri in salita, riuscendo a giungere in solitaria sul traguardo, con un ritardo di un minuto esatto dalla Zorzi. Qualche secondo più tardi, a 1'05" per la precisione, si è disputata invece la volata per il bronzo e si è sfiorata la clamorosa tripletta con Rossella Ratto anticipata di poco dall'ucraina Hanna Solovey, che già era stata capace di precederla a cronometro, come vedremo a breve (proprio agli Europei del 2011 ad Offida tra le juniores si sfiorò un risultato simile, con la Ratto vincitrice e poi, dalla terza alla quinta posizione, Chiara Vannucci, Dalia Muccioli e Maria Giulia Confalonieri). Nelle dieci, oltre alla polacca Newiadoma, l'olandese De Jong, la norvegese Bjørnsrud e la belga Hannes ha trovato posto anche Dalia Muccioli, che ha concluso nel medesimo gruppetto in ottava posizione, più distanziate tutte le altre avversarie con Elena Cecchini, l'altra azzurra al traguardo, giunta 19esima a 2'42".

La prima soddisfazione per i colori italiani era giunta già nella giornata inaugurale quando proprio Rossella Ratto era riuscita a coronare con la medaglia d'argento (lei che, nel 2011, conquistò il titolo tra le juniores) l'ottima prova a cronometro disputata a Frydek-Mystek su un tracciato di 22,4 chilometri privo di difficoltà altimetriche e quindi particolarmente adatto alle passiste pure. Un risultato che è anche un buon segnale di continuità, visto il bronzo conquistato nella specialità da Elisa Longo Borghini nel 2012 e quindi non può che rendere fiduciosi per il futuro. Argento che ha un gran valore soprattutto in considerazione del fatto che l'oro ed il titolo europeo erano praticamente irraggiungibili, con l'ucraina Hanna Solovey, già campionessa mondiale (per due volte) ed europea di specialità da juniores, riuscita a stampare un formidabile tempo di 28'38" ad una media vicina ai 47 orari.

La Solovey, 21 anni compiuti lo scorso gennaio, si era ripresentata sulla scena proprio nella settimana precedente, ai campionati europei su pista, dopo un'assenza di due anni. Il motivo però è presto detto: nel corso del Tour of Chongming disputato in Cina nel 2011 l'atleta ucraina era risultata positiva al drostanolone, uno steroide anabolizzante, portando quindi alla conseguente squalifica e di certo la grande prestazione realizzata giovedì scorso con distacchi assai netti inflitti alle avversarie, non avrà mancato di insinuare qualche dubbio nei più malfidati. Tanto comunque è stato il responso del cronometro: Ratto distanziata di 1'38" mentre la russa Kseniia Dobrynina ha accusato 1'51", con la francese della Michela Fanini Aude Biannic che ha chiuso quarta a 2'01". Distacchi pesanti anche per la tedesca Mieke Kröger, quinta a 2'14" e per l'olandese Thalita De Jong, nona a 2'54", tra le altre pretendenti al podio, fuori dalle dieci invece sia Maria Giulia Confalonieri (12esima a 3'13") che Susanna Zorzi (15esima a 3'34"). Al mattino invece sullo stesso tracciato erano andati in scena gli uomini juniores col titolo europeo che è stato appannaggio del russo Nikolay Cherkasov che aveva chiuso in 27'45" (media superiore ai 48 km/h), riuscendo a battere di un solo secondo il belga Igor De Craene, a cui è andato l'argento. Bronzo al francese Rémi Cavagna, distanziato di 42" mentre per l'Italia la miglior prestazione è stata realizzata da Filippo Ganna, che ha chiuso col 16esimo tempo a 1'33" (19esimo Chesi a 1'38", 23esimo Affini a 1'48").

Discorso completamente differente invece per quel che concerne le prove a cronometro riservate alle categorie Uomini Under 23 e Donne Juniores, andate in scena (è stata questa la particolarità di questa edizione) in una località e percorso diversi, attorno all'autodromo di Brno, su una distanza di 23 chilometri per gli Under e di 13,5 chilometri per le junior. In questo caso i tracciati erano decisamente più mossi, con la presenza di saliscendi che finivano per spezzare il ritmo e quindi ben si adattavano alle caratteristiche dei passisti non propriamente puri.

Ne è conseguito che soprattutto tra gli Under 23 l'esito della prova ha avuto un risultato sorprendente: a trionfare, contro ogni pronostico, è stato infatti il belga Victor Campenaerts, messosi recentemente in luce alla Vuelta Comunidad de Madrid per Under 23. Con il tempo di 30'37" alla media di 45'05" è riuscito infatti a precedere l'ucraino Oleksandr Golovasch, staccato di 7" mentre la medaglia di bronzo è andata ad uno dei grandi protagonisti del recente Giro della Valle d'Aosta, vale a dire il tedesco Jasha Sütterlin, che ha invece accusato un distacco di 25". Appena giù dal podio invece l'ucraino Marlen Zmorka, uno dei grandi favoriti per la vittoria, che ha chiuso con un distacco di 37" mentre i francesi Guerin e Gougeard hanno chiuso rispettivamente in sesta e settima posizione con un distacco di 40" e 41". Anche qui nulla da fare per i colori azzurri con Davide Martinelli, miglior italiano, 18esimo classificato a 1'28" mentre Simone Sterbini e Mattia Frapporti si sono piazzati al 29esimo e 30esimo posto con distacchi rispettivi di 1'48" e 1'50". Tra le Donne Juniores è stata invece la Francia a prevalere con Severine Eraud che con il suo 20'48" ha preceduto di 13" l'olandese Floortje Mackaij e di 15" l'ucraina Olena Demidova, con Arianna Vigo 16esima e prima azzurra a un minuto di ritardo (Ilaria Bonomi 20 esima a 1'08" e Daniela Magnetto Allietta 33esima a 2'24" gli altri piazzamenti delle nostre).

Tornando alle prove in linea c'era molta attesa per l'Italia soprattutto nella prova riservata agli Uomini Under 23, andata in scena nella mattinata di ieri (15 giri di tracciato per complessivi 165 chilometri), con gli occhi puntati soprattutto su Davide Villella, uscito in grandissima condizione dal recente Giro della Valle d'Aosta da lui vinto. Corsa molto impegnativa anche in questo caso, con grande selezione operata dalle asperità del tracciato (alla fine solo in sessanta concluderanno la prova) e azzurri che hanno cercato di controllare la situazione fin dalle battute iniziali, anche se purtroppo è venuta meno quasi subito una pedina importante come Valerio Conti, costretto al ritiro a causa di una caduta. Dopo alcuni tentativi, il momento decisivo lo si è avuto ad una quarantina di chilometri dalla conclusione, vale a dire a quattro giri dalla fine, quando sull'onda dell'azione del russo Foliforov, si è sviluppata un'interessante azione di otto atleti con ben due francesi al suo interno (Alaphilippe, spesso in evidenza nel ciclocross, e l'ex iridato juniores Le Gac), nel quale è riuscito ad inserirsi anche un Alberto Bettiol fin lì parecchio sfortunato (ben due forature hanno rallentato la marcia dell'atleta toscano).

La fuga ha preso subito una buona consistenza e si è capito subito che potesse avere ottime possibilità di andare in porto, anche perché al suo interno si era inserito anche il belga Sean De Bie, altro tra i papabili vincitori della prova; quando poi è diventato ormai chiaro che il drappello di testa sarebbe giunto a giocarsi la vittoria il pronostico appariva assolutamente scontato con De Bie che ha fatto valere il suo eccellente spunto veloce (nel 2011 vinse la prima tappa del Toscana-Terre di Ciclismo battendo in volata Reguigui e Lutsenko) per andare a conquistare la vittoria. Un'ulteriore dimostrazione del talento del 21enne atleta che milita nella Leopard-Trek e che era riuscito a mettersi in mostra anche in alcune prove di Coppa delle Nazioni (in questa stagione secondo alla Côte Picarde e quarto al Fiandre Espoirs), che indubbiamente attirerà su di lui l'interesse di qualche team importante. Piazza d'onore per il beniamino di casa Petr Vakoc che ha così conquistato la medaglia d'argento mentre il bronzo è andato al lettone Toms Skuijns che ha così regalato al paese baltico il secondo podio consecutivo agli europei in linea (lo scorso anno infatti Flaksis conquistò l'argento). Quarta posizione per Alaphilippe davanti a Foliforov e Le Gac mentre Bettiol ha ottenuto alla fine il settimo posto, distanziato di 7". A seguire gli austriaci Kuen e  Pöstlberger ulteriormente distanziati mentre a 1'03" Davide Villella ha vinto la volata per la decima posizione, regolando così il gruppetto inseguitore (ritirati invece tutti gli altri azzurri).

Oltre che il Belgio però questi Europei in linea hanno confermato nuovamente l'ottimo livello del ciclismo giovanile francese, tanto che oltre al già citato titolo conquistato a cronometro dalla Eraud, entrambe le prove in linea riservate alle categorie juniores hanno fatto registrare doppiette transalpine. Nella gara in linea maschile (126 chilometri la distanza) di sabato 20 infatti a primeggiare è stato il figlio d'arte (suo padre Yves è stato infatti un corridore professionista) Frank Bonnamour, riuscito ad evadere sulle ultime asperità della prova in cui si è registrata una grande selezione, giungendo così al traguardo in solitudine con 22" di vantaggio sul connazionale Elie Gesbert, altro grande favorito per il successo. I primi inseguitori hanno invece chiuso con un ritardo di 46" ed è stato il belga Mathias Van Gompel ad aggiudicarsi la volata per il bronzo con Lorenzo Fortunato, atleta al primo anno nella categoria, che è riuscito a conquistare un comunque buon quinto posto.

Stesso copione anche nella prova delle Donne Juniores (distanza di 75 chilometri da percorrere in questo caso) in cui l'Italia era riuscita a piazzare per sei anni consecutivi (con cinque successi dal 2007 al 2011) almeno un'atleta sul podio e che solamente nel 2006 ne era rimasta fuori. In questa circostanza però le atlete francesi si sono dimostrate decisamente superiori e con un perfetto gioco di squadra sono riuscite a far proprie le due medaglie più preziose. La vittoria è andata alla non ancora diciassettenne Grete Richioud, il cui attacco nel finale ha sorpreso tutte le altre consentendole di giungere in solitudine per pochi secondi. Medaglia d'argento (a 3" di distacco) invece per Severine Eraud dopo l'oro conquistato nella crono (da notare che entrambe le ragazze francesi erano riuscite a terminare nelle prime cinque nella gara di Cittiglio che aveva aperto la stagione) mentre il bronzo è stato conquistato dalla bielorussa Kseniya Tuhai. Presente nel drappello anche Arianna Fidanza, reduce dalle fatiche della pista che l'aveva vista grande protagonista, che si è classificata in sesta posizione mentre Angela Maffeis, l'unica altra azzurra al traguardo, ha concluso 17esima con un ritardo di 26". Tra le altre atlete italiane da registrare purtroppo che il ritiro della campionessa italiana Ilaria Bonomi è avvenuto in seguito ad una caduta in cui l'atleta veronese ha riportato la frattura della clavicola sinistra, che la obbligherà ora ad un periodo di forzato stop.

Categorie giovanili che torneranno protagoniste in settembre con la disputa delle gare in linea e a cronometro in terra toscana che varranno la conquista della maglia iridata. Per i pistard juniores invece appuntamento già al 3 agosto a Glasgow dove fino a mercoledì 7 si disputeranno i mondiali juniores di specialità. 

Vivian Ghianni

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