Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Tour de France 2013: La giostra del Quintana - Nairo centra tutti gli obiettivi. Tour a Froome, Rodríguez a podio

Versione stampabile

Nairo Quintana, vincitore a Semnoz, si è issato al secondo posto della classifica del Tour 2013 © Bettiniphoto

Facciamo un piccolo viaggio (mentale) nel tempo, non troppo lungo, basta arretrare coi ricordi ad appena 12 mesi fa. Si parlava, sì, di una nouvelle vague colombiana che si preannunciava ricca di contenuti, ma avremmo mai pensato, alla fine del Tour 2012, di ritrovare, l'anno dopo, un ragazzo di 23 anni, proveniente dalla regione di Boyacá, sul podio della Grande Boucle? E occhio, non solo sul podio (al secondo posto), ma anche vincitore della tappa decisiva, giocata de visu coi migliori della corsa; e ovviamente miglior giovane della competizione (con conseguente maglia bianca); e, se ancora non bastasse, visto che la tradizione non può essere trascurata, anche vestito di pois rossi su fondo bianco, sì, insomma, migliore scalatore del Tour.

Tanta roba, per usare un già abusato modo di dire. E, per essere onesti fino in fondo, dobbiamo pure ammettere che non ci avremmo scommesso (magari l'avremmo sperato, per lo spettacolo e per il piacere di vedere un escarabajo in azione ai massimi livelli). Nairo Quintana, è lui l'eroe del giorno, lui che in queste ore sta facendo fibrillare la Colombia, lui che ha centrato il secondo gradino del podio del Tour come mai nessun connazionale prima, ebbene Nairo Quintana è il simbolo di questa citata nouvelle vague che ha letteralmente bruciato le tappe, e che oggi si impone su tutta la linea.

Ne avevamo già avuto sentore in primavera, con lo stesso Nairo vincitore del Giro dei Paesi Baschi e poi con Henao e Betancur protagonisti delle grandi classiche, e poi - soprattutto - ancora con lo stesso Betancur ottimo al Giro, nelle stesse settimane in cui un altro connazionale, Rigoberto Urán, si issava al secondo posto della corsa rosa. Più esperto lui, Rigo, già da anni in Europa, e ideale capofila di questa nuova fantastica schiera di pedalatori. Più giovane questo, il ragazzino indio, il Nairo Alexander che pare molto più talentuoso e promette di varcare limiti fin qui impensati per il suo paese.

Però pensiamoci bene, alla cosa, nel suo insieme: Nibali ha vinto il Giro, Froome vince il Tour, e - considerato il declino di alcuni grossi nomi da gare a tappe, a partire da Contador e Wiggins - possiamo considerare Vincenzo e Chris il top mondiale per i GT. Alle loro spalle però c'è solo Colombia. Non ci sono altri movimenti che abbiano giovani così competitivi, e questo 2013 verrà ricordato come un anno di svolta, di passaggio di consegne. Se la prossima stagione vedrà un ulteriore (e a questo punto inevitabile) salto di qualità, vedremo instaurarsi un vero e proprio dominio.

Tutto ciò lo diciamo nel giorno in cui il dominatore in carica, Chris Froome, può dire - lasciando giusto uno spazietto in bianco per la scaramanzia - di aver vinto il Tour de France. Dopo il secondo posto del 2012 (ma se in Sky non avessero deciso in un certo modo, poteva essere già primo), dopo la Vuelta 2011 lasciata per strada anch'essa per ordini di scuderia, e quella 2012 in cui a un certo punto la benzina era finita, possiamo dire che per quanto visto nell'ultimo biennio non c'era corridore al mondo che meritasse più di Froome la vittoria di un grande giro.

L'anglokenyano l'ha vinto bene, questo Tour, cedendo un minimo nel finale dopo aver destato impressione di gran dominio almeno fino al Mont Ventoux. L'ha vinto perché è fortissimo (al di là di uno stile in bici tutto da inventariare) e anche perché qualche avversario tra i più attesi ha avuto un passaggio a vuoto, ma veramente non c'è nulla da dire sull'affermazione che domani sera verrà celebrata nella grande festa dei Campi Elisi. E oltre a tutto il discorso tecnico, c'è anche da dire che Froome ha dimostrato nervi saldi, essendosi dovuto confrontare, in strada e in sala stampa, con un clima da caccia alle streghe che non fa onore a questo sport.

L'estremo tentativo di Rolland, l'azione di nonno Voigt
La tappa numero 20, ultima con salite vere prima della passerella parigina di domani, era quella in cui tutto o quasi si sarebbe deciso di questo Tour. Non si sarebbe stabilito il vincitore della classifica a punti, visto che Peter Sagan si era già ieri aggiudicato matematicamente la maglia verde. Tutto il resto, però, era ancora in gioco.

Su tutto, la classifica del Gran Premio della Montagna era totalmente in bilico, con 5 corridori in 12 punti (Froome 104, Rolland 103, Nieve 98, Quintana 97, Riblon 93). Considerando che l'arrivo di oggi avrebbe assegnato al vincitore 50 punti (e a scalare, 40-32-28-24-20-16-12-8-4 ai piazzati), era chiaro che se qualcuno dei protagonisti di questa lotta avesse vinto a Semnoz, la maglia a pois sarebbe stata sua. Chi aveva poche speranze di essere quel desso (ovvero Rolland, Nieve e Riblon) non aveva altro da fare che andare in fuga subito, sperando di raccattare il più possibile sulle prime salitelle di giornata, e pregando poi i propri dei che Froome o Quintana non riuscissero a fare troppi punti al traguardo.

Rolland ha interpretato proprio in questo senso la breve tappa partita da Annecy. Il francese della Europcar è scattato subito, al km 2, con obiettivo il Gpm di 2a categoria del km 12.5, la Côte de Puget. Intorno a lui, tra la scalata e la discesa, si è coagulata una fuga a 10, con l'arrivo di Voigt, poi di Burghardt e Flecha, quindi di Gautier, Riblon (altro uomo vagamente interessato ai pois), Brutt, Astarloza, Antón e Clarke; intanto il buon Pierre ha avuto buon gioco a prendersi i 5 punti del Gpm.

Seguivano tre salitelle di terza categoria: sulla prima Antón (compagno di Nieve, altro corridore coinvolto nella lotta per tale classifica) ha anticipato Rolland (1 solo punto per il corridore Europcar), sulla seconda Pierre si è imposto su Riblon (2 punti a 1, quindi), e sulla terza lo stesso Pierre ha ricorso a maniere piuttosto spicce, chiudendo Antón in malo modo verso l'esterno della strada e transitandogli davanti (altri 2 punti). In questo caso la giuria avrebbe potuto (forse dovuto) declassare il francese, ma non ha preso provvedimenti. E intanto eravamo arrivati a oltre 50 km di tappa (e meno di 75 dalla fine), con un margine di un minutino sul gruppo tirato fin qui sempre dalla Movistar.

Quando la squadra spagnola ha un po' alzato il piede dall'acceleratore, ai piedi del Mont Revard (quinta salita di giornata, ben più difficile delle precedenti), il margine per i primi è aumentato, e quando la strada ha preso a salire il drappello al comando si è frantumato sotto i colpi di Jens Voigt, scattato con decisione a 60 km dalla fine. Antón è rimasto non distante dal tedesco, mentre Flecha e Astarloza son subito saltati, e gli altri son rimasti a metà strada. Intanto dal gruppo Tejay Van Garderen, scortato dal compagno Gilbert, è scattato e ai -57 (quasi 10 km dalla vetta) è rientrato sul drappello Rolland, che in quel momento aveva poco più di un minuto di ritardo da Voigt e 1'40" sul gruppo maglia gialla.

Sulle prime l'americano non ha resistito alla tentazione di forzare, ma vedendo che così facendo otteneva il risultato di far staccare i suoi compagni Burghardt e Gilbert (che potevano tornare molto utili nel tratto in pianura che precedeva l'ascesa finale), ha rallentato, permettendo così che gli altri BMC (e Gautier e Brutt, che si erano a loro volta staccati) rientrassero, e aiutando anche il rientro (ai -51) di Vuillermoz, che era anche lui partito dal gruppo maglia gialla, poco prima. Al Gpm (a 46.5 km dal traguardo) Voigt è transitato con 35" su Antón (che per tutta la salita non era riuscito a rientrare su Jens), con 2'10" sul gruppo Rolland (Pierre è passato al Gpm al terzo posto, raccogliendo altri 6 punti, contro i 4 conquistati da Riblon che lo seguiva a ruota) e 3'40" sul plotone.

A questo punto, prima della salita finale, la classifica della maglia a pois vedeva al comando proprio il francese della Europcar con 119 punti contro i 104 di Froome; Riblon affiancava Nieve a quota 98, mentre Quintana era fermo a 97.

Annullata la fuga, sulla salita finale è lotta tra i big
Sulla discesa del Revard il gruppo con Rolland e Van Garderen ha raggiunto Antón, senza però riuscire a colmare il gap da Voigt; una volta entrati nei 20 km finali, con l'approssimarsi della salita conclusiva la Movistar ha deciso di aumentare l'andatura del gruppo maglia gialla; quando ai 14 km (a 3 dall'inizio della salita di Semnoz) è passata al comando la Sky, il margine di Voigt era di 1'05" sul drappello Rolland e di 2'40" sul gruppo.

L'andatura di Stannard prima e Siutsou poi ha annullato rapidamente il distacco dal plotoncino degli intercalati, i quali sono stati raggiunti (dopo un paio di tentativo di allungo di Van Garderen) proprio all'inizio della scalata di Semnoz, a poco più di 10 km dalla fine, da un nuovo forcing Movistar orchestrato da Rui Costa; l'azione del portoghese ha anche selezionato in maniera decisa lo stesso gruppo maglia gialla, mandando in difficoltà prima Kwiatkowski e Talansky (l'americano marcava da vicino il polacco, a cui era intenzionato a soffiare il decimo posto in classifica), quindi Nieve, Schleck e Navarro, poi ancora Ten Dam e infine Mollema e Fuglsang.

La trenata di Rui Costa era prodromica a uno scatto di Valverde, puntualmente avvenuto a 9 km dalla vetta. L'azione del murciano ha fatto vedere i sorci verdi a Kreuziger, che si è staccato di lì a poco, lasciando alle spalle di Alejandro i soli Contador, Rodríguez, Quintana, Froome e Porte. I 5 testè citati sono rientrati presto nella scia del corridore della Movistar, che ha continuato a tirare forte per preparare il terreno all'attacco di Quintana.

Agli 8.5 km, preso Voigt con Porte che in quel momento tirava il gruppetto, Rodríguez ha rotto gli indugi ed è partito secco. Quintana è stato il primo ad accodarsi, imitato pochi secondi dopo anche da Froome, che tra l'altro appena rientrato sui due ispanofoni ha proseguito dritto, avvantaggiandosi per un attimo. A Contador, in quel momento, si è spenta la luce. Il madrileno ha proseguito per un bel tratto col solo Porte a ruota, visto che anche Valverde era rimasto più avanti rispetto a lui.

JRO e Quintana agli 8 km si sono riportati su Froome, e da lì in avanti l'accordo fra i tre è stato perfetto: nel senso che tirava praticamente solo Rodríguez (interessato a guadagnare il più possibile su Contador e Kreuziger e installarsi così sul podio), con gli altri due a ruota. Ai 6.5 km un Kreuziger formato diesel si è riportato su Contador, mettendosi a fare l'andatura per provare a salvare la baracca. Ma non c'era verso di rimontare, anzi: il vantaggio di JRO aumentava progressivamente, e ai 6 km si può dire che il catalano abbia virtualmente scavalcato il capitano della Saxo (che alla partenza lo precedeva di 47").

Ai 5 km i battistrada avevano 50" su Valverde, 1'07" su Contador, Kreuziger e Porte, 1'47" su un gruppetto comprendente Mollema, Fuglsang e un sorprendente Bakelants. Talansky, che si era disfatto della compagnia di Kwiatkowski ed era ormai abbastanza sicuro della top ten, trovato un buon ritmo ha prima superato il drappello Mollema, quindi, a 3.5 dalla vetta, si è addirittura riportato su Contador, il quale di lì a poco avrebbe anche perso Kreuziger, ormai esausto.

A 1100 metri dal traguardo, quando era ormai palese da tempo che la lotta per la vittoria di giornata sarebbe stata una questione a 3 fra i battistrada, Froome ha proposto una nuova progressione delle sue. Quintana è stato bravissimo a non perdersi d'animo e ad accodarsi alla maglia gialla, mentre Rodríguez perdeva qualche metro. Chris stavolta non è stato in grado di dar seguito alla propria azione, sicché ai 900 metri è stato Nairo a partire, secco, in maniera oseremmo dire superba, e a fare il vuoto, proprio mentre Rodríguez si riportava su Froome. Il catalano ha tentato il tutto per tutto con le ultime energie, scattando ai 500 metri, ma ormai Quintana era quasi al traguardo; per il capitano della Katusha c'è stata comunque la soddisfazione di staccare pure lui il leader del Tour.

All'arrivo Quintana, in maglia bianca (già messa in cassaforte da giorni), col secondo posto della generale altrettanto assodato (Nairo al mattino era terzo e doveva solo scavalcare Contador che lo precedeva di 22"), coi 50 punti per il Gpm che gli regalavano pure la maglia a pois (classifica finale: 147 punti per il colombiano, 136 per Froome, 119 per Rolland), non doveva più far altro che alzare le braccia al cielo e festeggiare questa sua prima splendida affermazione alla Grande Boucle. 18" dopo è arrivato Rodríguez, soddisfattissimo per il podio raggiunto, quindi a 29" è transitato Froome. Valverde è arrivato quarto a 1'42", Porte, emerso nel finale, ha preso il quinto posto a 2'17", quindi Talansky a 2'27" ha preceduto Contador settimo. A seguire, abbiamo visto Gadret ottavo a 2'48", e poi Hernández e Kreuziger a 2'55"; Mollema e Fuglsang hanno pagato 3'56", Kwiatkowski 4'03".

La classifica, allora: Froome vincerà domani il Tour con 5'03" su Quintana, 5'47" su Rodríguez, 7'10" su Contador, 8'10" su Kreuziger, 12'25" su Mollema, 13' netti su Fuglsang, 16'09" su Valverde, 16'35" su Navarro e 18'22" su Talansky. Restano fuori dalla top ten Kwiatkowski (19'42" il suo ritardo), Nieve (20'44"), Ten Dam (22'22"), Monfort (24'21"), Bardet (27'25", miglior francese), Rogers (27'34"), Moreno (33'17"), Bakelants (36'34", per lui possiamo dire che questo 18esimo posto alla Grande Boucle equivale a una proiezione in una nuova dimensione), e ancora Porte (39'41") e Schleck (42'29"). L'appassionantissima (sicuramente...) sfida per il miglior italiano nella generale si concluderà con Malacarne che la spunta su Cunego: il feltrino chiude in 49esima posizione (eguagliata la peggior prestazione di sempre per il nostro paese, che apparteneva a Visentini arrivato proprio 49esimo nel 1985) a 1h45'33" da Froome; Cunego è 55esimo a 1h59'57".

Domani il Tour de France 2013 finirà tra le fanfare dei Campi Elisi, a Parigi (pioggia permettendo), con la grande novità dell'epilogo serale: si partirà infatti da Versailles alle 17.45, e si arriverà quasi all'imbrunire nella Ville Lumière, dove si svolgeranno 10 giri (7 km ciascuno) del classico circuito all'ombra dell'Arc du Triomphe. Vincerà quasi certamente un velocista, Cavendish si è preservato per questo obiettivo ma bisognerà vedere come la penseranno i vari Kittel e Greipel, per non parlare di Sagan che potrebbe cercare un sigillo finale alla sua maglia verde. Dopodiché, sotto le mille luci della capitale francese, la grande festa per il Tour numero 100 e per i suoi protagonisti potrà finalmente esplodere.

Marco Grassi

RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano