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Tour de France 2013: Decisivi anche i rischi in discesa - Contador ci prova ma cade, Froome rischia e lo tiene | Cicloweb

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Tour de France 2013: Decisivi anche i rischi in discesa - Contador ci prova ma cade, Froome rischia e lo tiene

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Alberto Contador attacca nella discesa del Col de Manse, Chrsi Froome e gli altri lo braccano @ BettiniphotoAttaccare in discesa. C'è chi ne fa il proprio marchio di fabbrica (Fiorenzo Magni e Paolo Savoldelli, Marianne Vos tra le ragazze, il Samuel Sánchez dei bei tempi o Vincenzo Nibali in tempi non sospetti, anche se non è la sola sua arma) e chi è costretto a difendersi, per limiti tecnici che più di tanto non possono essere migliorati (pensiamo ad un Ivan Basso sul bagnato o al Bradley Wiggins degli ultimi giorni al Giro).

C'è poi chi la discesa l'attacca per erodere secondi alla maglia gialla e qui siamo in un'altra categoria: quella di coloro che vogliono far classifica, magari sono già ben messi, ma al contempo devono prestare attenzione, perché ogni curva cieca, ogni tornante nasconde un'insidia.

In questa categoria abbiamo visto oggi Contador attaccare Froome, ed era, se non lecito, quasi scontato aspettarselo. Il madrileno ha piazzato prima una terna di stilettate sulla salita del Col de Manse, quindi s'è lanciato in discesa in modo spericolato.

Che poi, bisogna considerare che cosa s'intende con il termine "spericolato": perché se avesse attaccato Chris Froome, ampiamente in giallo, avrebbe senso (un po' come il Nibali di Pescara, che già superiore a Wiggins affondò e cadde, rischiando seriamente. Gli andò bene), ma per chi deve recuperare oltre quattro minuti l'attacco in discesa è il minimo da cui partire. «Non corro per il 2° o per il 3° posto», aveva affermato nel giorno di riposo Contador. Se n'è avuto un assaggio oggi.

In una discesa discretamente tecnica, stretta, resa celebre per aver di fatto chiuso la carriera di Joseba Beloki, che qui vi cadde nel Tour 2003 (Armstrong allora andò per campi), il madrileno della Saxo-Tinkoff ha punzecchiato Froome. La maglia gialla ha faticato sulle prime a riprendere Contador, per poi ritrovarsi insieme, dopo un tornante. Fermi...

Caduto Contador, che ha picchiato la mano ed un ginocchio, Froome è stato costretto ad uscire per pochi metri dalla strada per non finire addosso al madrileno. Rialzatisi, la maglia gialla ha guardato Contador, come a dire: "Ma che stai facendo?". Concetto che è stato ribadito dalla maglia gialla nel dopo corsa: «Non attaccano solo in salita, anche in discesa!». Buongiorno, Chris!

Froome, per inciso, non è tecnicamente un drago quando la strada si restringe e picchia, mentre Contador ha un pizzico in più d'abilità (che tuttavia non lo esenta da scivoloni). Ora, ci chiediamo: vale la pena prendere certi rischi su una discesa sì difficile ma che non avrebbe cambiato di molto il volto della generale? Sì e no.

Sì soprattutto per Contador, che dopo la crono di domani avrà un altro paio di minuti sul groppone rispetto a Froome. Deve recuperare tantissimo terreno, è giusto che si giochi il tutto per tutto in ogni occasione (tanto varrebbe, altrimenti, restarsene sul divano di casa). Logico che se poi si cade, ci si fa male ad un ginocchio e si compromettono le tappe alpine, non si può certo incolpare di tutto questo la sfortuna.

Il discorso prende una piega diversa per Froome: il ragazzo ha una certa tendenza, piuttosto spiccata, ad inseguire. Poteva ancora avere il suo perché nella tappa pirenaica di Bagnères-de-Bigorre, quando il kenyano bianco rimase subito senza squadra e gli avversari gli scattavano e scappavano via anche da sotto le ascelle.

Qui, onestamente, con il superbo Porte a fianco, la maglia gialla sulle spalle ed oltre quattro minuti sull'attaccante Contador, non c'era tutta quest'urgenza di prendere la ruota del Saxo-Tinkoff. Eppure è accaduto, con la conseguenza che Contador è scivolato e Froome c'è andato vicino.

Porte, che quegli attacchi nel finale verso Gap se li aspettava, ha fatto di tutto per restare con il proprio capitano; pur essendosi staccato quasi alla fine della salita è stato capace di rientrare e poi scortare Froome (con Contador a ruota) sul gruppo di Quitana e Mollema, che qualche secondo l'aveva guadagnato dopo la caduta di Contador e della maglia gialla.

Ecco, più per Contador che per Froome, il rischio vero dell'attacco in discesa è che Mollema, zitto zitto, si avvantaggi e che magari Quintana, per quanto lontano, approfitti di quella lotta a due per provare a rubare il terzo gradino del podio. Rischi che vale la pena prendere o che si debboo evitare, il succo è tutto qui.

Chi per esempio ha scelto sin dai primi giorni di non rischiare affatto in discesa è una tra le più grandi promesse francesi, Thibaut Pinot. Tanti lo vedevano da top ten, alcuni da podio, alle prime discese s'è staccato come un amatore qualsiasi. Il ragazzo soffre, e si vede: le alte velocità e più d'una caduta da giovane l'hanno portato a scendere con i freni tirati. Il classe '90 della FDJ.fr non ha preso il via proprio stamane, altro che podio.

Per quello restano i Mollema, i Contador, i Quintana, i Kreuziger (perché no?) e soprattutto la maglia gialla. Tutta gente che sulle Alpi, per rosicchiare qualche secondo o qualche posizione, sarà più che disposta a prendere rischi elevatissimi (di saltare) in salita, (di cadere) in discesa.

Francesco Sulas

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