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Tour de France 2013: Contador vincerà, la Sky è inesistente - I 10 motivi per cui Alberto può far sua la Grande Boucle

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Verso Saint-Amand-Montrond la Saxo-Tinkoff fa i ventagli e Froome vola via © Bettiniphoto

Incazzato, staccato, senza gamba e quasi tagliato fuori dalla lotta per la maglia gialla. Questo è l'Alberto Contador che chiunque avrebbe incontrato stamane al raduno di partenza di Tours. Determinato a recuperare su Chris Froome, certo, ma consapevole che l'opera non sarebbe stata di facile realizzazione. Andate a trovarlo stasera, dopo i ventagli che hanno tagliato fuori dalla lotta per la tappa Marcel Kittel e, fatto di gran lunga più rilevante, dalla classifica generale Alejandro Valverde, alle prese con una ruota rotta e cambiata con molto relax dai Movistar.

La Belkin di Mollema e l'Omega Pharma di Cavendish allora si sono messe a tirare, sempre schiaffeggiate dal vento laterale, per tagliar fuori i Kittel, i Valverde ed altri. Alberto Contador, circondato da una squadra compatta, non si faceva vedere troppo nelle posizioni avanzate del primo gruppo, lasciando stancare gli avversari. E sì che la Saxo-Tinkoff, come ogni squadra di Bjarne Riis, non attendeva altro che una scusa per creare un trappolone.

Ai -31.5 km i Saxo si portano in testa nemmeno troppo timidamente: quella campagna è crudele ed il vento saluta a modo suo i plotoncini già a quel punto molto spezzettati del Tour de France. È la fine (per Froome, che si vede quasi solo e senza forze), l'inizio di un nuovo Tour de France: nuovo per tutti, a cominciare dai corridori, che vedono la classifica un po' più aperta. Nuovo soprattutto per Alberto Contador, che stamane aveva 3'54" di distacco da Froome, stasera è già sul podio a 2'45" dal britannico di Nairobi.

Arriviamo a spararla grossa, per quanto visto fino ad ora (è ammessa ogni forma di rito scaramantico da parte dei Saxo-Tinkoff e dei loro supporters): Contador può vincere il 100° Tour de France. Ecco perché.

1) Talento. Poche palle, quello non si compra al supermercato e senza ombra di dubbio il madrileno ne possiede ben più di Chris Froome. È ciò che ti permette di non perdere minuti in modo esagerato anche quando ad Ax 3 Domaines non sei al top della forma (se poi c'è Kreuziger, ancora meglio...), al contrario dei tuoi avversari. Contador è un fuoriclasse, Froome, nelle migliori delle ipotesi, sta studiando da campione.

2) Fame. È innegabile che vincere l'ultima Vuelta a España non sia equiparabile a portare a casa per la terza volta la maglia gialla del Tour. Se poi questa maglia gialla nel 2010 te la tolgono per questioni di doping mai del tutto chiarite, non si può certo far la figura della Juventus, invocando i tre Tour sul campo (o sulla strada), specie avendone solo due nel palmarès. Di certo Alberto Contador ha voglia di rivincerlo, il suo terzo Tour, mentre Froome, che da due anni libero soggiace a Sir Bradley Wiggins, ha più voglia di far vedere che anche lui può finalmente portare a casa la Grande Boucle.

3) Forma e morale. Tutti e due in crescita (e ci mancherebbe!) per Contador, già elevata (la prima) dal Delfinato per Froome. Il madrileno non può che crescere ulteriormente nella settimana sulle Alpi, Froome potrebbe pagare questo correre ad alti livelli da lungo tempo, ma qui siamo nel campo delle ipotesi. Quanto al morale, il britannico ha capito per la seconda volta in meno di una settimana che gli avversari possono e vogliono attaccarlo, isolarlo. Il brutto per lui è che ci riescono facilmente.

4) Terza settimana. Inevitabilmente collegato al punto precedente riguardante la condizione fisica, Contador la aspetta come un bimbo attende Natale, Froome dà invece più l'impressione di voler piazzare la mazzata finale e definitiva (sul Ventoux? Sulla doppia Alpe d'Huez?) per vedere davanti a sé i Campi Elisi. Ovviamente vestito di giallo.

5) Istinto. Chiaramente non stiamo parlando di Chris Froome. Contador, specie negli ultimi anni, ha fatto di necessità virtù ed è diventato un corridore ancor più istintivo, buttandosi in azioni che ai più potevano apparire scriteriate, talvolta riuscendo (la Vuelta 2012 fu decisa con un'azione da lontano a Fuente Dé, non certo l'arrivo più ostico della corsa, mentre nel 2011 il madrileno provò a far saltare il Tour nella tappa dell'Alpe d'Huez scattando già sul Télégraphe per poi cedere sull'erta finale). Da una parte c'è chi danza sui pedali (magari non risultando esteticamente troppo gradevole), attacca, ci prova; dall'altra chi frulla le gambe e mangiandosi le salite storiche del Tour scruta ogni due per tre il misuratore di potenza. Non sia mai che si sfori...

6) Creatività. Simile alla precedente ma in qualche modo distinta. Contador è un corridore che sa provare far saltare il banco sulle montagne ma se trova una frazione con vento laterale e squadre avversarie bollite - facciamo l'esempio di una Sky - mette i suoi a menare pur di guadagnare secondi, minuti, se possibile. Froome, ed in particolare la Sky dei bei tempi (ossia di un anno fa), si limita al controllo della corsa. Che non sempre riesce.

7) Squadra. Dolenti note per Froome, che ha già perso due uomini (Boasson Hagen e Kiryienka, mica due brocchi) e con i restanti non si può dire totalmente al sicuro. Anche oggi, in una tappa insidiosa, la Sky ha palesato tutta la sua stanchezza, liquefacendosi alla prima accelerata seria dei Saxo-Tinkoff. Contador invece ha perso il solo Benjamin Noval ed attorno ha uomini che raramente sono stati così in palla: Roman Kreuziger è forse il migliore di sempre, Michael Rogers, Nicolas Roche e Daniele Bennati sanno che anziché ritagliarsi i loro spazi devono svolgere il lavoro per Alberto (ed oggi s'è visto), così come Tosatto. Paulinho è sempre prezioso mentre Jesús Hernández verrà utilissimo in montagna. Saxo nettamente più forte della blasonata Sky (per la cronaca: anche oggi il "fido" Porte al primo ventaglio s'è staccato).

8) Tattica. Anche qui la bilancia pende dalla parte di Contador. Avere come guida (più che altro spirituale, visto che nelle ammiraglie al Tour ci sono Guidi e Maudit) un vecchio volpone come Bjarne Riis non può che essere un bene se l'ambizione è, come si crede, quella di arrivare in giallo a Parigi e di far cadere colui che pare il più forte. C'è vento laterale? Gli Sky, guidati sapientemente da Knaven e Portal (c'è da dire che i portacolori della squadra britannica hanno una forma tale da poter far pensare ad un clamoroso ritorno dei due giovani ds), fanno quello che possono e se possono non inventarsi nulla, tanto meglio. Come detto amano il controllo, l'anestetizzazione della corsa. Peccato che ogni tanto ci sia qualcuno che rovina i loro piani (ed è un peccato per loro, s'intende).

9) Esperienza. Contador ha già vinto 5 GT (2 volte la Vuelta, 2 Tour ed un Giro. Non calcoliamo il Tour ed il Giro vinti solo sul campo per quanto esposto sopra), è nato per primeggiare nelle corse a tappe. Pacifico che non sia il miglior Contador mai ammirato ma di sicuro sa come vincere un GT. Froome, che così in forma in vita sua c'è stato solo e sempre quando doveva fare il gregario di Wiggins, sa come piazzarsi ma la vittoria in un GT è per lui qualcosa di sconosciuto (e non certo per colpa sua). Certe finezze possono fare la differenza in una corsa di tre settimane, specie se si chiama Tour de France. Per quanto riguarda la carta d'identità, invece, Froome è più giovane di Contador di tre anni (lo spagnolo è del 1982, il britannico del 1985).

10) Maglia gialla. Ok, lo sappiamo, ce l'ha Froome, ce l'ha la Sky, la debole Sky, e con essa si prende ogni responsabilità: inseguire, ricucire, tirare, chiudere... Contador deve recuperare quasi tre minuti, la sua solida Saxo non ha obblighi di alcun genere, sa che la maglia gialla attuale è attaccabilissima (e si spera che prossimamente si vada più a fondo rispetto a quanto fatto sui Pirenei), ha voglia di far saltare il banco. Una maglia per due, Froome che la porta al momento, Contador che la vorrebbe vestire la sera del 21 luglio sui Campi Elisi, come fosse un abito, o semplicemente la sua seconda pelle. Non è detto che ci riesca ma ad oggi il madrileno - decisamente più del 2° in classifica, il sempre rispettabilissimo Bauke Mollema - è l'avversario più pericoloso per un Chris Froome che non dormirà sonni tranquilli.

Francesco Sulas

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