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Tour de France 2013: Kittel rimonta e smonta Cavendish - Terza vittoria per Marcel, Sagan sempre piazzato | Cicloweb

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Tour de France 2013: Kittel rimonta e smonta Cavendish - Terza vittoria per Marcel, Sagan sempre piazzato

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Doccia artigianale per Marcel Kittel dopo la vittoria di Tours, terza al Tour © BettiniphotoE va bene, ne vince una, ne vince due, e alla terza non si può proprio fare a meno di approfondire la conoscenza di Marcel Kittel, 25enne che oggi a Tours ha conquistato la vittoria numero 3 al Tour de France. Lui che nei grandi giri aveva riportato solo una frazione alla Vuelta, è entrato in queste prime due settimane di Grande Boucle in una nuova dimensione.

L'ha fatto come è d'uso fare nella boxe, perlomeno in quella cinematografica: c'è un campione in carica, poi arriva uno sfidante pronto a mettere in discussione la supremazia del detentore della corona. Nel nostro caso, il campione in carica (degli sprint) è Mark Cavendish, che non è poi tanto più vecchio di Kittel (di anni ne ha 27) ma che ci pare un veterano perché con questa sono già 7 stagioni che si esprime ad alti livelli (non si vincono per caso decine di tappe nei GT).

Il gigante di Erfurt, invece, è entrato nel grande ciclismo a passi piccoli: dopo una lunga gavetta nel Thüringer Energie Team, ha trovato nel management dell'allora Skil-Shimano - anno di grazia 2011 - dei dirigenti che hanno creduto nelle sue capacità. All'epoca Marcel veniva da stagioni in cui vinceva qualche volata, ma era bravissimo anche nelle cronometro, tanto da aver esibito un'interessante progressione nel Mondiale Under 23 di specialità: 18esimo nel 2007, 19esimo nel 2008, quarto nel 2009 (anno in cui vinse il titolo europeo), terzo nel 2010 alle spalle di Phinney e Durbridge.

Nella formazione Professional olandese Kittel ha trovato una nuova e calda casa, in cui dispiegare in maniera fin lì quasi inattesa le sue grandi doti di potenza: in quel 2011, infatti, Marcel ha vinto la bellezza di 17 corse, tra cui quattro tappe alla Quattro Giorni di Dunkerque, quattro al Giro di Polonia e la citata frazione alla Vuelta. Praticamente un 13 al Totocalcio per chi aveva ingaggiato il ragazzo.

Con la Argos subentrata come sponsor alla Skil, il team dei Paesi Bassi ha alzato il livello degli obiettivi (tanto che nel 2013 è entrato nel World Tour), facendo affidamento sul suo ragazzo d'oro per la corsa più importante del calendario, il Tour de France: ma dodici mesi fa qualcosa andò storto, Kittel si presentò minato da problemi fisici che lo tennero ai margini della competizione fino a un prematuro ritiro. Fortunatamente per la Argos ci pensò Degenkolb (con le 5 vittorie alla Vuelta) a salvare la stagione.

Kittel, che ha chiuso il 2012 con 13 affermazioni (nel complesso, il peso specifico è forse un po' calato rispetto all'anno precedente), si è presentato ai nastri di partenza del 2013 con un bel desiderio di riscatto che, affiancato a un'indubitabile (e inevitabile, vista l'età) crescita, l'ha condotto - attraverso vittorie al Tour of Oman e alla Parigi-Nizza - a bissare il successo allo Scheldeprijs. Col piccolo particolare - rispetto all'identica vittoria del 2012 - che stavolta il tedesco si è preso la soddisfazione di dare una lezioncina a Cavendish.

Quel duello di inizio aprile non era che un succoso antipasto di quanto stiamo vivendo in questi giorni al Tour (a cui Marcel è arrivato dopo aver conquistato anche tappe al Giro di Turchia, al Giro di Piccardia - di cui ha conquistato anche la generale - e allo ZLM Tour, oltre a un successo in linea nella ProRace di Berlino). Già al primo giorno Kittel ha capito che le cose giravano per il verso giusto: evitata la caduta che ha decimato il gruppo, il capitano della Argos ha vinto a Bastia e ha indossato la prima maglia gialla.

Poco importa che l'abbia poi subito ceduta, quel che conta è che in questa seconda settimana la sua possente figura si sta stagliando sulla Boucle: l'altroieri a Saint-Malo ha messo in fila Greipel e Cavendish; oggi a Tours ha battuto lo stesso Cavendish e Sagan. E soprattutto la volata di oggi, decisamente pulita nel suo svolgimento, ci dà la misura di quanto Kittel sia in una condizione che al momento lo pone pure al di sopra dell'ex iridato britannico, nella specialità dello sprint.

La tappa di oggi, la dodicesima, era vissuta sulla consueta fuga partita prestissimo (km 3 dei 218 totali), fuga che oggi aveva però un elemento non consueto, ovvero la presenza in sé di ben due italiani, Francesco Gavazzi (l'iniziatore) e Manuele Mori (particolarmente in palla in questo Tour). Con loro, Flecha, Delaplace e Sicard: il quintetto ha guadagnato fino a 9' (margine massimo toccato dopo 60 km), quindi il lavoro delle varie Lotto, Argos e Omega (oltre che della Sky della maglia gialla Froome) ha ricondotto il tutto entro limiti ben controllabili dal gruppo.

A 50 dalla fine, dopo il traguardo volante di Savigné, Sicard ha patito un'accelerazione imposta da Flecha e Gavazzi (che si sono disputati lo sprint intermedio: ha vinto Francesco), e si è staccato. Il gruppo ha impiegato poi 40 km per limare quell'ultimo paio di minuti che restava agli attaccanti, e a -13 ha ripreso Delaplace e Mori; Gavazzi ha resistito con Flecha per un altro chilometro, poi ha lasciato che lo spagnolo inseguisse da solo l'impossibile chimera di restare al comando fino alla fine.

Preso Flecha ai 6 km, si è aperta la fase delle cadute di prammatica: ai 4.5 Tuft è scivolato tutto solo su una rotonda mentre era in testa al plotone; ai 2.5 un capitombolo di gruppo innescato dai Lotto ha mutato l'orizzonte delle cose: Greipel, non caduto ma frenato nell'occasione, si è ritrovato fuori dallo sprint. Alcuni dei suoi compagni sono proprio andati giù (Sieberg, Henderson), insieme a diversi altri corridori (Navardauskas, Arashiro, Boy Van Poppel, Cimolai), tra i quali Boasson Hagen è quello che ha avuto la peggio: frattura alla clavicola per lui, che domani non dovrebbe ripartire da Tours.

Di quelli rimasti in gara, Omega Pharma e Argos hanno messo in campo due treni concorrenti e concomitanti. Fino a un chilometro e mezzo dal traguardo sono stati gli uomini di Cavendish a comandare le operazioni, ma poi sono stati affiancati e rilevati - nel ruolo - dai compagni di Kittel. Dopo le due curve a 90° che rischiavano di mietere altre vittime ma che sono state superate senza danni, ci si è ritrovati sul rettilineo finale con Steegmans quasi pronto a lanciare Cavendish da una parte, e Kittel che era stato lasciato troppo presto al vento dai suoi dall'altra.

Prima ancora che il britannico si buttasse nello sprint, il tedesco ha avuto la ragionevolezza di spostarsi (senza commettere irregolarità) dalla propria traiettoria per andare a prendere proprio la ruota di Mark. Operazione perfettamente riuscita, con Sagan, Ferrari e Kristoff che restavano - nell'ordine - alle spalle di Marcel.

Cavendish è partito per fare volata di testa proprio mentre il suo principale avversario completava la grande manovra alle sue spalle; senza scomporsi più di tanto, Kittel ha inserito il turbo, ha affiancato Mark e con una nuova splendida rimonta è andato a imporsi, in maniera più netta (come risulta dal fotofinish: mezza ruota) di quanto non fosse sembrato a occhio nudo. E con questa sono 14 vittorie per Kittel, giunto con la tripletta al Tour alla completa consacrazione.

Sagan, terzo di giornata, continua a raggranellare punti per la maglia verde (a proposito: al traguardo volante, nella lotta per il sesto posto, lo slovacco è stato ostacolato incomprensibilmente da Boeckmans mentre Greipel e Cavendish duellavano a centro strada). Kristoff, con un migliore spunto finale, ha preceduto Ferrari che porta a casa un altro piazzamento, sempre attendendo giorni migliori. Il quinto di oggi fa il paio con quello di Marsiglia, il bresciano della Lampre è lì subito dietro ai migliori velocisti del Tour, certo che colmare il gap che lo separa da costoro non è propriamente la più facile delle cose da fare.

La classifica non è minimamente cambiata, Froome guida sicuro con 3'25" su Valverde, 3'37" su Mollema, 3'54" su Contador, 3'57" su Kreuziger, 4'10" su Ten Dam, 4'44" su Kwiatkowski, 5'18" su Quintana e via a seguire. Ci attendono altre due tappe interlocutorie (per non dire barbose) prima di qualche brivido atteso domenica sul Mont Ventoux (dove comunque la maglia gialla potrebbe dare un'altra mazzata agli avversari, visto che la tappa si adatta molto alle sue caratteristiche). La prima di queste due tappe, domani, porterà il gruppo da Tours a Saint-Amand-Montrond, attraverso 173 km. Nel piattume generale dell'altimetria spicca un dentello a una decina (poco meno) di chilometri dal traguardo, ma è veramente poca cosa (sia come lunghezza che come pendenze) per pensare che qualcuno possa utilizzarlo come rampa di lancio. Poi, ovviamente, tutto può sempre succedere: ma lo sprint, anche domani, pare l'esito più scontato.

Marco Grassi

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