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Tour de France 2013: Ma la Movistar non ha sbagliato - La tattica di Valverde & co.

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Chris Froome in mezzo agli uomini Movistar © Bettiniphoto

Nel bene o nel male i grandi protagonisti del secondo tappone pirenaico sono stati gli uomini della Movistar: dalla discesa del Col de Menté, a più di 120 km dall'arrivo, è stata proprio la squadra di Eusebio Unzué a gestire le operazioni in gruppo e l'aver tenuto bloccata la corsa su ben tre salite di prima categoria ha fatto piovere numerose critiche su Valverde e compagni. Ma siamo proprio sicuri che la Movistar abbia combinato un disastro totale?

Gli appassionati giustamente chiedono spettacolo e dopo quanto ha offerto la tappa nelle prime due ore, il finale ha lasciato decisamente con l'amaro in bocca su questo fronte: se però vestiamo per un attimo i panni dei tifosi e provassimo ad immedesimarci in quelli dei direttori sportivi o dei corridori della formazione spagnola probabilmente il giudizio sulla tattica odierna potrebbe essere differente, almeno in parte. In quanti avrebbero barattato l'eliminazione di uno dei rivali più accreditati nella lotta per il podio (Richie Porte), l'incremento del vantaggio nella classifica a squadre e l'aver staccato tutti gli avversari tranne uno per la maglia bianca con un rischioso attacco a fondo a Froome che, anche con il corridore della Sky isolato, sarebbe potuto terminare facilmente con un nulla di fatto?

Proviamo ad analizzare concretamente cosa avrebbe potuto fare la Movistar per far saltare Chris Froome dopo che l'anglo-keniano era rimasto senza compagni di squadra già sulla seconda delle cinque salite di giornata, il Col de Menté. Valverde ci ha provato una prima volta in discesa e poi ha piazzato un bell'attacco in pianura assieme al compagno di squadra Plaza con Froome che si è accodato con grande prontezza: la situazione di corsa consentiva alla maglia gialla di non dare cambi, così è stato ed il gruppetto dei migliori, senza Porte, s'è ricompattato. In quel momento l'australiano della Sky, 2° in classifica generale, era a due minuti in un gruppo abbastanza numeroso e stava cercando di recuperare con l'aiuto di tre compagni di squadra: se la Movistar avesse continuato a scattare provando a sganciare Rui Costa e magari anche Quintana, Froome difficilmente li avrebbe seguiti e da dietro sarebbero rientrati in tanti visto che già così Porte era riuscito ad avvicinarsi molto sul Peyresourde.

A meno che non vogliamo credere che a quel punto Froome sarebbe uscito di testa continuando a seguire gli scatti di chiunque avesse un bicicletta, il progetto di mettere in crisi il britannico sarebbe tramontato ed anche Porte si sarebbe salvato. Rimanevano quindi due salite di prima categoria, un gruppo di una trentina di unità ed il ricordo della superiorità schiacciante di ieri di Froome: Quintana o Valverde avrebbero potuto anche attaccare e guadagnare un minuto in salita sul Col de Val Louron ma tra gli inseguitori non ci sarebbe stato solo la maglia gialla ma anche i Belkin, i Saxo e altre squadre con più di un uomo lì davanti. Froome sarebbe potuto uscire allo scoperto sulla salita finale e con la sua straordinaria condizione avrebbe potuto facilmente riprendere (e magari anche staccare) eventuali attaccanti pericolosi.

Quasi sicuramente invece la Movistar avrebbe potuto gestire un po' meglio gli ultimi 40 chilometri con la salita de La Hourquette d'Ancizan e la facile discesa verso Bagnères-de-Bigorre ma probabilmente dopo una tappa così tirata fin dall'inizio sono venute a mancare le forze: Quintana ha provato quattro accelerazioni, abbastanza brevi e che non hanno neanche fatto selezione visto che il gruppo subito dopo si fermava; Valverde invece è addirittura rimasto passivo senza neanche tentare un contropiede appena esauritasi l'azione del compagno ed in più s'è anche fatto scappare in salita Daniel Martin e Jakob Fuglsang che gli hanno tolto la possibilità di vincere la tappa ma che potevano essere anche alleati importanti per guadagnare qualche secondo.

In sostanza l'atteggiamento tattico tenuto oggi dalla Movistar forse non sarà stato il migliore possibile lungo tutti i 168.5 km, ma neanche merita delle insufficienze, specie se gravi: sono un po' mancati i capitani ma oltre a quanto già detto (Valverde più vicino al podio, Quintana alla maglia bianca ed il team sempre più leader tra le squadre) la squadra spagnola ha trovato la consapevolezza di avere un gruppo veramente fortissimo nelle tappe di montagna e soprattutto che la Sky è assolutamente attaccabile a differenza del Tour dell'anno passato. Con Porte fuori di classifica viene quindi a mancare un uomo che avrebbe potuto "marcare" chi attaccava da lontano smontando sul nascere certe azioni e tenendo tranquillo il proprio capitano; in più con il gran ritmo di oggi la Sky ha perso Vasili Kiryienka (irriconoscibile in tutto il 2013 tranne un giorno ai Paesi Baschi) che è finito addirittura fuori massimo e domani nel giorno di riposo andranno valutate bene le condizioni di Kennaugh dopo la brutta caduta nelle prime fasi della tappa.

Rispetto a ieri adesso c'è più ottimismo anche se Froome rimane sempre superiore sia a cronometro che sulla salita secca: nelle cronometro e sul Ventoux darà altre mazzate a tutti ma nella tappa della doppia Alpe d'Huez e soprattutto in quella di Le Grand Bornand c'è il terreno per attaccarlo nuovamente da distante ma le prossime volte bisognerà andare fino in fondo e con una situazione di classifica più delineata si potrà e si dovrà anche rischiare qualcosa in più.

Sebastiano Cipriani

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