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Tour de France 2013: Se il colpo rimane in Cannondale - Sagan è ancora 2°. Ma la squadra lo supporta bene?

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Peter Sagan non vince nemmeno a Calvi. Voleva la maglia gialla, si deve accontentare della verde © BettiniphotoCominciano ad essere troppe tre occasioni buttate al vento dai Cannondale. E non perché da loro - uno in particolare, Peter Sagan - ci si aspettino dei veri e propri miracoli, ma perché, visti i mezzi del talentuosissimo slovacco, portare a casa non diciamo tutte, ma almeno un paio delle frazioni corse era un'ambizione più che lecita per Peter, che oggi cercava legittimamente di vestire la maglia gialla ed invece si deve accontentare della verde.

Nella prima tappa una caduta che si fa prima a dire chi non ha coinvolto lo butta giù, fortunatamente senza conseguenze troppo pesanti, ma ciao ciao vittoria a Bastia. Le altre due tappe erano sulla carta le più impegnative, non davamo nemmeno per scontato il fatto che Peter Sagan arrivasse a giocarsele. Invece c'è arrivato ma sempre in ritardo. Perché?

Diciamo che forse la squadra non riesce a supportare a dovere lo slovacco, non come nel 2012, almeno. Meno in condizione lui rispetto a dodici mesi fa? Tutto può essere, ma la progressione di oggi, con successiva volata, fanno pensare l'opposto. Più probabile che il bimbone che tutti ad Amadio invidiano si sia visto privato di un apripista fondamentale - o comunque molto esperto, quale era stato allo scorso Tour Daniel Oss.

Oggi invece la Cannondale, oltre ad aver perso il ragazzo trentino, si trova in una difficoltà che non parrebbe una cosa da niente. Per la generale in teoria hanno Moreno Moser, che però si vuole testare né sa dove potrà arrivare in un GT. De Marchi è un ottimo cacciatore di tappe e sa anche lavorare, l'unica certezza, la gallina dalle uova d'oro è Peter Sagan. Ha già corso un Tour, finendolo, e le sue brave tappe le avrebbe già potute portare a casa (ciò non esclude il fatto che le porterà).

Eppure ieri, quando Jan Bakelants è scattato, i Cannondale si sarebbero dovuti trovare in prima fila ad inseguire, invece si sono sciolti. Peter Sagan ha colto un 2° posto amaro, ben consapevole che il giorno dopo se la sarebbe potuta giocare. Ed infatti oggi, nel finale di tappa, verso il traguardo di Calvi è stata la Cannondale una delle squadre più attive ed interessate a portare i non molti che erano rimasti davanti allo sprint.

Fin lì tutto normale, non fosse che all'ultima rotonda della tappa Koren, che stava lavorando per Sagan, si è fatto infilare da Daryl Impey, portacolori dell'Orica-GreenEDGE, portatore di vincitori in testa al gruppo. È lui infatti a lanciare la volata vincente di Simon Gerrans, con tanti saluti allo sprint di Sagan, che pure di forze ne aveva. Se ieri i ragazzi in verde di Amadio avevano lasciato troppo margine a Bakelants si poteva pensare - come in effetti è stato - che le forze non fossero proprio dalla loro, oggi non ci sono scusanti.

Perché va bene il caldo che colpisce la Corsica sicuramente più del resto della Francia, va bene lo stress per una tappa disputatasi su strade al cui confronto la costiera amalfitana parrebbe la pianura padana, ma quell'errore di Koren è dettato e dalla distrazione (ci sta pure la stanchezza, per carità) e dalla bravura di Impey nell'inserirsi e pilotare Gerrans. Insomma, le occasioni a Sagan non mancheranno più avanti, ma sicuramente due tappe su tre sono state mandate alle ortiche non tanto dall'inesperienza del corridore (vi risulta?) quanto dalla scarsa assistenza ricevuta.

Ecco, se Sagan oggi avesse avuto al suo fianco anziché Koren Impey, forse l'Orica a quest'ora non starebbe festeggiando il primo successo di tappa al Tour de France. Ma qui entriamo nel campo dell'ipotetico e con le ipotesi non si cambiano le classifiche, né si scolpiscono. Sicuramente i ragazzi di Amadio dovranno imparare dagli errori di questi due, tre giorni e cercare di proteggere il più possibile Peter Sagan nei prossimi traguardi a lui congeniali.

Perché se l'anno scorso il simpatico slovacco sfogliava il Garibaldi del Tour scegliendo il tipo di esultanza da sfoggiare sul traguardo prestabilito (l'Incredibile Hulk? Forrest Gump? Chissà che altro?), in quest'edizione nessuno gli regala né regalerà niente, nessuno porrà rimedio agli errori della sua squadra. D'altra parte, lui spera che questa Cannondale non ne compia più, di errori, o li riduca il più possibile.

Francesco Sulas

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