Giro di Svizzera 2013: Tempismo Kristoff, Sagan si arrende - E Visconti lascia la corsa per una caduta
- Tour de Suisse 2013
- BMC Racing Team 2013
- Cannondale Pro Cycling Team 2013
- FDJ.fr 2013
- IAM Cycling 2013
- Katusha Team 2013
- Orica - GreenEDGE 2013
- Team Argos - Shimano 2013
- Team Saxo - Tinkoff 2013
- Alexander Kristoff
- Arnaud Démare
- Bauke Mollema
- Boy Van Poppel
- Cameron Meyer
- Cyril Lemoine
- Daniel Martin
- Daryl Impey
- Davide Cimolai
- Giovanni Visconti
- Heinrich Haussler
- Jacopo Guarnieri
- Jean-Christophe Péraud
- John Degenkolb
- Jorge Azanza Soto
- Mathias Frank
- Matthew Harley Goss
- Matti Breschel
- Michele Scarponi
- Peter Sagan
- Roman Kreuziger
- Rui Alberto Faria da Costa
- Serge Pauwels
- Stijn Devolder
- Sébastien Minard
- Tanel Kangert
- Tejay Van Garderen
- Thibaut Pinot
- Uomini
Partiamo dalla fine: ovvero dalla fine dell'avventura elvetica per Giovanni Visconti. Quasi inaspettatamente in lotta per il successo finale, il siciliano della Movistar era da poco entrato in una dimensione di vincente (o possibile tale) a livello internazionale, dopo le due tappe conquistate al Giro. Al Tour de Suisse il tre volte tricolore stava mettendo ottimamente a frutto la bella condizione che si è costruito alla corsa rosa, occupava la quarta posizione della generale a meno di un minuto dalla maglia gialla Frank, pregustava la tappa di venerdì in cui provare a far corsa parallela col compagno Rui Costa per mettere in difficoltà il capoclassifica, e aspettava con ansia quella di domenica in cui far valere la propria buona predisposizione per la crono su un percorso che avrebbe potuto premiarlo.
E invece Visconti è uscito di scena oggi, complice una caduta nella prima parte della quinta tappa, in seguito alla quale il palermitano è stato costretto al ritiro (e a un ricovero in ospedale per accertamenti) a causa delle tante contusioni e ferite riportate. Nessuna frattura, per fortuna, ma in particolare una ferita alla coscia sinistra ha richiesto alcuni punti di sutura. Non diciamo che la sorte, dopo avergli regalato le due splendide giornate del Galibier e di Vicenza appena qualche settimana fa, si sia rivalsa con gli interessi, perché è un discorso che non sta in piedi (anche perché i due successi citati sono stati ottenuti con bravura, più che con fortuna); certo che Giovanni è stato particolarmente iellato, nel momento forse più brillante della carriera; speriamo per lui che il ritiro odierno non pregiudichi la preparazione per il campionato italiano, tra gli obiettivi del siciliano.
Detto di Visconti, possiamo passare a Kristoff: un corridore che continua un percorso di bella crescita, e che quest'anno è stato tra i più continui ad alti livelli. Per trovare infatti un altro ciclista che abbia messo insieme tre top ten nelle classiche monumento fin qui disputate, bisogna rivolgersi a un certo Cancellara (terzo alla Sanremo e vincitore di Fiandre e Roubaix); il norvegese della Katusha ha chiuso all'ottavo posto la Classicissima, al quarto la corsa dei muri e al nono quella del pavé. Se la nazione scandinava cercava un nuovo Thor Hushovd, possiamo dire con ragionevole certezza che l'ha trovato in questo quasi 26enne il cui cumulo di piazzamenti importanti sta assumendo un certo rilievo: come dimenticare, tra le altre cose, il bronzo olimpico conquistato a Londra?
Diciamo che Kristoff si sta specializzando nel vincere le volate dei primi gruppetti inseguitori dei vari vincenti di giornata, nelle gare più blasonate. Quando farà un'ulteriore salto di qualità (il tempo non gli manca) potremo vederlo lottare per il successo. Nel frattempo non è che vinca tantissimo, quest'anno all'attivo fin qui solo una semitappa a La Panne e una tripletta alla sua corsa di casa, il Giro di Norvegia. Per cui viene ben gradito questo squillo fatto risuonare oggi a Leuggern.
La tappa non era stata di trascendentale bellezza, e a parte la caduta di Visconti (e quella che ha coinvolto Michele Scarponi a 33 km dalla fine: per il marchigiano qualche problema alla mano sinistra, ma nulla che pregiudichi il prosieguo) c'è da segnalare giusto la fuga a 4 che ha animato gran parte della frazione: Pauwels, Minard, Devolder e Lemoine si sono messi in azione dopo una quindicina di chilometri, hanno avuto poco spazio dal gruppo (che ha concesso appena 2'45" come vantaggio massimo), e sono stati ripresi a 23 km dalla fine.
Da lì in poi, giusto una velleitaria sortita di Azanza ai -14 (ripreso 2 km dopo), quindi grandi manovre per lo sprint. E se la BMC ha tenuto a lungo la testa del gruppo anche per proteggere la maglia gialla Frank, la IAM, la Orica e la Saxo sono state tra le più attive nelle posizioni d'avanguardia. È stata però la Cannondale a uscire prepotentemente all'ultimo chilometro, per spingere Sagan verso un successo di tappa che facesse il paio con quello ottenuto due giorni fa a Meiringen. Il rettilineo finale, tra l'altro, tirava un po' all'insù, lasciando quindi prevedere una lotta tra lo slovacco ed altri atleti che si esaltano su certi terreni (Degenkolb su tutti, ma pure lo stesso Kristoff).
Un Breschel piazzato molto bene ha anticipato tutti ai 300 metri, azzardando molto (ma certo il corridore della Saxo non poteva sperare di averla vinta su certi avversari in una volata di 150 metri) e portandosi a ruota Kristoff. Sull'altro lato della strada l'apripista della Argos, accortosi che alle sue spalle non c'era Degenkolb (disperso nelle retrovie: ha poi chiuso in coda al primo gruppo, solo 84esimo), si è allora fatto da parte, lasciando al vento i Cannondale. A quel punto Sagan, vista la situazione, ha deciso a sua volta di partire, quando mancavano 250 metri. Il verdevestito ha avuto ovviamente buon gioco nell'affiancare e superare Breschel, ma dalle spalle del danese è sbucato ai 150 metri Kristoff, che ha tenuto splendidamente testa a Peter e ha vinto con un certo margine, massimizzando i profitti di un tempismo davvero ammirevole.
Kristoff-Sagan su tutti, quindi, con Démare che è spuntato negli ultimi metri a soffiare a Breschel il podio di giornata. Al quinto posto Haussler ha preceduto Goss, Cimolai, Guarnieri, Van Poppel e Impey. I due italiani, a braccetto anche ieri, sono lontani dal top della categoria, ma hanno se non altro guadagnato un paio di posizioni rispetto alla tappa precedente (a Buochs avevano chiuso al nono e al decimo posto). La classifica cambia solo per il forfait di Visconti, Frank resta quindi primo con 23" su Kreuziger, 35 su Rui Costa, 57 su Pinot, 1'08" su Mollema, 1'23" su Martin, 1'26" su Kangert, 1'28" su Péraud, 1'39" su Van Garderen e 1'42" su Meyer, che rientra così in top ten.
Domani altra tappa non proprio decisiva, da Leuggern a Meilen i chilometri sono 186, qualche salitella c'è e se i team dei velocisti non si riterranno sicuri di poter portare i propri capitani allo sprint (qualche ruota veloce potrebbe perdersi per strada su uno strappetto), la fuga del giorno potrebbe avere successo. D'altro canto, il terzo epilogo consecutivo allo sprint non è assolutamente da escludere, come ipotesi. E qualche velocista (a partire proprio da Degenkolb, per non parlare di Sagan) potrebbe aver voglia di farsi perdonare la defaillance di oggi.