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Emakumeen Bira WE 2013: Super Johansson, ma Elisa la fa sudare - Longo Borghini 2a, Emma nuova leader. Difficoltà Vos | Cicloweb

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Emakumeen Bira WE 2013: Super Johansson, ma Elisa la fa sudare - Longo Borghini 2a, Emma nuova leader. Difficoltà Vos

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Sul traguardo di Aretxabaleta Emma Johansson coglie la terza vittoria stagionale davanti ad Elisa Longo Borghini © CJ Farquharson

Voston, abbiamo un problema. Potremmo sintetizzare così, per quanto riguarda casa Rabo Liv/Giant, la seconda tappa dell'Emakumeen Bira. Quella in cui - udite udite! - Marianne Vos, appunto, s'è staccata in salita dalle migliori perdendo oltre un minuto; minuto che ha provato a recuperare nella discesa che portava al traguardo ma anche lei è umana e così le sono mancati 26" per riacciuffare le due che sull'ascesa di Gatzaga se n'erano andate. Queste due non sono nomi pescati a caso da un bussolotto, si tratta di Emma Johansson ed Elisa Longo Borghini. Tu pensa com'è la vita...

Nel 2012 la svedese di Sollefteå e l'ornavassese erano in squadra insieme; Elisa imparava da Emma, come una spugna assorbiva tutti quei piccoli segreti che trasformano una buonissima atleta in una campionessa. A poco a poco Elisa, l'allieva, s'era messa in pari con Emma, la più esperta, e non di rado capitava che la Longo Borghini mordesse il freno, senza comunque agire in sfavore della Johansson. L'onestà prima di tutto. A fine anno, con il bronzo Mondiale di Elisa, Emma aveva già capito che l'idea di cambiare aria era stata la migliore, anche per trovare nuovi stimoli. Una squadra australiana, l'eredità di un'atleta come Judith Arndt sulle proprie spalle, l'organizzazione dell'Orica-AIS.

Oggi Elisa ed Emma hanno fatto la differenza, con casacche diverse, sull'ultima ascesa di tappa: mentre la strada s'impennava, la pioggia cadeva e nella discesa successiva avrebbe causato diverse cadute (una sessantina le ragazze finite a terra, diverse quelle attardate o ritirate, con Lara Vieceli, Celine Van Severen, Martina Ruzickova e Mieke Kröger che non portano a termine la prova). Johansson e Longo Borghini sole in testa, la Cromwell ha lavorato per la svedese, ma la Vos?

Già martedì alla Durango-Durango non aveva tenuto le ruote delle migliori sull'ultima ascesa, l'Alto de Muniketagane, ma aveva avuto il margine per rientrare. Oggi no: transita sul Gatzaga a 1'05" dal duo Johansson-Longo Borghini, si butta nella discesa come una kamikaze ma non rientrerà.

D'altra parte quest'anno la fuoriclasse olandese che s'è messa seriamente a correre (e vincere) in MTB, spesso ha pagato se c'erano salite serie come possono essere quelle basche: a Cittiglio ha chiuso solo 6a a oltre due minuti dalla Longo Borghini, alla Gooik-Geraardsbergen-Gooik, una corsa sui muri delle Fiandre, è stata 5a a 48" dalla vincitrice, Emma Johansson appunto. Può essere che abbia perso la tenuta in salita del biennio magnifico 2001-2012, che gli stimoli, rispetto a dodici mesi fa, quando si andava verso un'Olimpiade che non poteva non vincere, siano leggermente calati.

Mettiamoci anche la magrezza che specie in giornate molto piovose e freddine come oggi (ma pure a Cittiglio...) espone l'atleta a qualche malanno di troppo. Innegabile, infine, che le avversarie, specialmente una, italiana, corre per la Hitec-Products-UCK (il cognome è composto...), sia cresciuta in maniera impressionante. Tutti fattori che possono causare qualche difficoltà in più rispetto al solito per la Vos, questi.

La tappa più lunga dell'Emakumeen Bira (ma non la più impegnativa, che si correrà domenica) prevede 103.5 km attorno a Aretxabaleta. Vanno via quasi subito una Marta Bastianelli ritrovata (e premiata come atleta più combattiva) e la tedesca della Specialized-Lululemon Lisa Brennauer. Quest'ultima è un'ottima passistona, il vantaggio sul gruppo s'impenna presto e supererà i due minuti. Dopo 44 km si sale al Gpm di terza categoria di Udana, dove la Brennauer precede la Bastianelli.

Da dietro si muove la maglia a puntos rojos di Elisa Longo Borghini: un punticino per la graduatoria della miglior scalatrice fa sempre comodo. Il Gpm è seguito da un breve falsopiano e nella discesa sono in quattro a portarsi davanti: Elisa Longo Borghini, Marianne Vos, Emma Johansson con la fida gregaria di lusso Tiffany Cromwell. Dopo 10 km le due fuggitive sono riprese, Lisa Brennauer si rialza per aspettare la sua capitana Evelyn Stevens, rimasta indietro, e così il quartetto guadagna un minuto di vantaggio sul gruppo principale.

Tutto si decide sulla seconda ed ultima salita di giornata, quella di Gatzaga: Elisa Longo Borghini ed Emma Johansson allungano, dietro sono in tante a staccarsi. Tra queste, anche Marianne Vos: «Oggi semplicemente non ne avevo abbastanza per stare con le migliori in salita», dirà a fine gara.

Al Gpm la Johansson lascia i 10 punti ad Elisa Longo Borghini, che con un totale di 14 punti resta così in testa alla classifica di miglior scalatrice. Al terzo posto la Cromwell, seguita da Stevens, Luperini e ad 1'05" Vos. La discesa è una carneficina: c'è chi, come la Vos, si porta all'inseguimento folle di Longo Borghini e Johansson e chi misura l'asfalto (la più ampia categoria è la seconda).

Sulla via di Aretxabaleta Johansson e Longo Borghini procedono di comune accordo, ché rialzarsi dopo aver staccato tutte sarebbe un nonsense. Nello sprint a due prevale, più che prevedibilmente, la Campionessa svedese (terzo centro stagionale per lei), con la maglia a puntos rojos di Elisa Longo Borghini che non giunge troppo lontana. Gradino più basso del podio per Marianne Vos, che recupera ma non abbastanza e paga 26" alla vincitrice. La maglia gialla è perduta, almeno per oggi.

A 55" c'è Tiffany Cromwell, a 1'22" arrivano Evelyn Stevens e Fabiana Luperini, a 2'04" un gruppone regolato da Alena Amialiusik, e con Anna Van der Breggen, Belen Lopez e Megan Guarnier. È 11a una delle ragazze più in forma del momento, la sudafricana Ashleigh Moolman, mentre per i colori italiani si segnala l'ottimo 15° posto di Rossella Ratto, a 3'01" ed il 16° di Francesca Cauz, a 3'19".

La classifica generale vede ora Emma Johansson in maglia gialla, con Elisa Longo Borghini seconda a pari tempo: situazione interessante. Marianne Vos è terza a 26", Tiffany Cromwell segue a 55", quindi Stevens e Luperinia 1'22", Amialiusik, Van der Breggen, Moolman, e Lopez a 2'04".

La Vos si prende la magra consolazione della classifica a punti mentre la Majerus resta in testa a quella dei Traguardi Volanti. Ane Santesteban è la prima delle sei basche in gara, Elisa Longo Borghini veste la maglia di miglior scalatrice per il secondo giorno consecutivo, Rossella Ratto ha la maglia rosa di miglior giovane, incalzata da Sabrina Stultiens a 28".

Domani 13.4 km di cronometro individuale attorno ad Orduña, terreno ondulato, chilometraggio non eccessivo, «una crono fatta per me», si sbilancia Marianne Vos, che di terreno ne deve recuperare molto (e possibilmente non perderne domenica). È però Elisa Longo Borghini la maggior indiziata a vestire la maglia gialla domani sera, per una serie di motivi: l'ornavassese ultimamente ha fornito ottime prove contro il tempo mentre Emma Johansson potrebbe perdere qualche secondo dalla sua ex gregaria (ed essendo le due a pari tempo i conti sarebbero presto fatti). C'è pure la Stevens che nelle crono viaggia eccome ma il divario tra sé e le prime nella generale (1'22") è forse incolmabile.

Sono tutte soltanto ipotesi, è ovvio, ma se pensiamo che domenica l'ultima tappa, la Fruiz-Gatika, presenterà tre Gpm (nel finale due saranno i seconda categoria) ed un terreno che dire mosso è un eufemismo, con una Vos non troppo in forma, una Johansson che un passaggio a vuoto l'accusa quasi sempre, Stevens e Luperini ormai lontane, solo la Longo Borghini potrebbe realmente pensare di vincere la corsa basca.

Tanto più che nel 2011, all'esordio da Élite, l'ornavassese regalò alla Top Girls-Fassa Bortolo, sua squadra di allora, la maglia rosa di miglior giovane. Tanto più che Johansson, Stevens, Luperini, Cromwell (non sottovalutiamola, questa simpatica aussie) e Vos sono tutte atlete fortissime e da rispettare, «ma io parto sempre per vincere». Parola di Elisa Longo Borghini.

Francesco Sulas

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