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Critérium del Delfinato 2013: Ci prova Contador, ci riesce Froome - Alberto attacca verso Valmorel, a Chris tappa e maglia | Cicloweb

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Critérium del Delfinato 2013: Ci prova Contador, ci riesce Froome - Alberto attacca verso Valmorel, a Chris tappa e maglia

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Sull'arrivo in salita di Valmorel Chris Froome non ha rivali: per lui tappa e maglia gialla © skysports.comTutto come da copione, in questo primo arrivo in salita al Critérium del Delfinato: lo scatto di Alberto Contador, rapporto agilissimo, una danza sui pedali. La Sky che rimane lì un attimo (salendo a oltre 20 km/h, si capisce), poi Froome che si lancia nella progressione, tanto bella da vedere quanto uno scatto di Contador.

Il britannico che raggiunge il madrileno, previsto anche questo, e che gli rompe le uova nel paniere andando a sprintare sul traguardo, in una volata che se non avessimo l'altimetria degli ultimi chilometri davanti agli occhi crederemmo essere stata disputata in pianura...

E c'è la Sky che domina sull'ultima asperità, col suo ritmo costante e terribilmente elevato, il gruppo dei migliori che viene ridotto a poco più di una decina di unità, la maglia gialla che finisce sulle spalle dello stesso Chris Froome.

Tutto programmato - e per un ciclismo che fino ad un paio di settimane fa ci aveva abituato all'istinto e agli attacchi di Nibali non è un gran pedalare - tranne una cosa: che il cedimento di Rohan Dennis, la nuova maglia gialla che nella crono è stato secondo solo a Tony Martin e s'è messo alle spalle per 5" Froome, avvenisse a 2.2 km dal traguardo.

In testa al gruppetto dei reduci dal ritmo Sky c'è appunto uno Sky, Richie Porte, che traina il capitano Froome. Dennis spalleggia, pedala a ruota del britannico nato in Kenya, se la sta cavando più che egregiamente: nonostante il talento, di cui è evidentemente in possesso in quantità abbondante, pochi pensavano che arrivasse a due chilometri dal sogno di resistere in testa al Delfinato, di tenere il passo degli Sky.

Come tutti i sogni, anche quello di Dennis s'infrange: la sveglia ha le sembianze di un tasmaniano di nome Richie, cognome Porte, e del suo ultimo, fatale (per Dennis) allungo. Mentre gli altri tengono duro e stringono i denti la maglia gialla insiste con il rapporto importante (ormai non è più in grado di farlo girare a dovere) ed è costretta a rialzarsi. Peccato, ma negli anni (mesi?) a venire avremo un nome in più da tener d'occhio durante le corse a tappe.

La quinta tappa del Critérium del Delfinato, 139 km con partenza da Grésy-sur-Aix ed arrivo in salita a Valmorel, era stata disegnata apposta per avere una sfida tra campioni che si sarebbero ritrovati al Tour, collocata bene dopo la piattissima crono di ieri, a fare da terreno su cui prendersi la rivincita. Si parte con tanti scatti e controscatti finché al km 15 si forma un gruppetto che andrà rimpolpandosi nel breve volgere di pochi chilometri. I battistrada sono quindici: Erviti (Movistar), Sarmiento (Cannondale), Huzarski (NetApp), Lindeman (Vacansoleil), Busche (RadioShack), Teklehaimanot (Orica), Slagter (Blanco), Wellens (Lotto), Francesco Gavazzi (Astana), Rabon (Omega), Reza (Europcar), Bilbao (Euskaltel-Euskadi), Bookwalter (BMC) Damuseau (Argos) e De la Cruz (NetApp).

Le prime tre salite, Côte de Trévignin, Col du Frêne e Côte de la Croix, sono di terza o quarta categoria, ma assegnano comunque punti per la magli a pois; il padrone, Thomas Damuseau, approfitta e transita in testa a tutti e tre i Gpm. La Garmin-Sharp di Rohan Dennis dietro tira mentre il vantaggio massimo della fuga tocca i 5'15" al km 62, proprio all'attacco della seconda salita di giornata, il Col du Frêne. Superata anche la Côte de la Croix si scende ai 651 m s.l.m. di Le Bois, laddove iniziano i 12.5 km di ascesa costante (pendenza media del 7%, punte del 10%) verso la stazione sciistica di Valmorel.

L'accordo tra i fugaioli viene meno e così sulle prime rampe si portano in testa Huzarski e Teklehaimanot. Presto il giovane Tim Wellens raggiunge la coppia al comando e passa in testa, seguito con non poca fatica dall'etiope dell'Orica-GreenEDGE Daniel Teklehaimanot.

Ai -9 km Teklehaimanot cede e Wellens resta solo al comando della corsa. Il vantaggio sul gruppo è ancora considerevole: 1'34". Dietro però il faccione del bielorusso targato Sky Vasili Kiryienka s'è portato in testa ed il ritmo è inesorabilmente aumentato. Joaquim Rodríguez, che aveva avuto problemi meccanici ancor prima della salita, non rientrerà e pagherà ben 5'29" sul traguardo. Damiano Cunego, da cui non ci si aspettava certo una vittoria finale ma una zampata in qualche tappa onestamente sì, perde pure terreno e chiuderà 63° a 7'56" da Froome (va detto che il veronese della Lampre-Merida ha rotto il cambio a 20 km dal traguardo, dopo essere stato urtato da un avversario).

Il vantaggio di Wellens cala a poco a poco, così come pian piano vengono riassorbiti. Tra gli ex fuggitivi c'è Imanol Erviti, che per pochi metri porta su Alejandro Valverde: i due Movistar guadagnano un centinaio di metri sugli Sky, poi Alejandro prosegue da solo. Non durerà troppo la sua pur lodevole azione. Davanti intanto le forze di Tim Wellens vengono a mancare e così il figlio d'arte belga (il padre è l'ex ciclista Leo Wellens) viene prima raggiunto da Matthew Busche, quindi superato dal classe '85 del Wisconsin in forza alla RadioShack Leopard.

Mancano 5 km e spiccioli al traguardo. Busche prosegue da solo ed ai -2.2 km, quando Porte dà l'ultima trenata e l'ex maglia gialla Rohan Dennis si stacca, conserva 22" sugli Sky. Nel "gruppo Froome" troviamo anche Rogers, Contador, Hernandez, Konig, De Clercq, Taaramäe, Navarro, Fuglsang e Valverde. Il finale presenta alcuni tornanti e delle pendenze non severissime ma importanti. È proprio in uscita da un tornante che scatta Alberto Contador, lontano parente del corridore visto ieri nella crono, con evidenti difficoltà dovute ad un'allergia.

Oggi Alberto è pimpante e guadagna subito un buon margine sugli Sky, anche perché Porte resta come spiazzato dall'attacco dello spagnolo della Saxo-Tinkoff. Froome rompe gli indugi e con la sua progressione si porta in scia a Contador: prima è seguito da Valverde, poi il murciano dovrà cedere. Manca meno di un chilometro quando Froome riprende Contador ed i due a loro volta si riportano sul povero Busche, che già sognava una vittoria prestigiosa. Sarà solo terzo.

Froome scatta negli ultimi metri come se si giocasse la vittoria in una volata a due in pianura, Contador nemmeno risponde e guadagna la seconda piazza, a 4" da colui che è il maggior indiziato per la vittoria finale al Delfinato (ed al Tour). Terzo Busche, quindi Valverde a 10", Rogers, Dani Moreno e Taaramae a 12", Navarro a 21", Porte a 24" e Fuglsang a 29", a chiudere i primi dieci.

La classifica generale aggiornata è anglofona, almeno per i primi quattro posti: Chris Froome è chiaramente la nuova maglia gialla con il compagno di squadra Richie Porte a 52", terzo Rohan Dennis a 54". Un altro australiano, Michael Rogers, è a 1'37", quindi l'iberico Dani Moreno a 1'47", Navarro a 1'49", Taaramäe a 1'52", Kwiatkowski a 1'58", Konig a 2'16" e Fuglsang a 2'20". Alejandro Valverde è 12° a 2'47" seguito da Alberto Contador a 2'49", mentre Joaquim Rodríguez è 40° a 8'25" e peggio ancora Jurgen Van den Broeck, 57° a 12'36".

Damuseau rinforza la leadership per la maglia dei Gpm mentre Rohan Dennis, perduta la maglia gialla, conserva quella bianca di miglior giovane (precede di 1'04" Kwiatkowski e di 2'47" Geniez). Delfinato in cassaforte o quasi per Froome, anche perché non pensiamo che Porte voglia (né possa) attaccare il capitano, mentre Valverde e Contador, per fare i nomi dei due che hanno tentato oggi a mettere seriamente in difficoltà gli Sky, dovranno inventarsi davvero qualcosa di incredibile almeno per vincere una tappa.

Domani frazione interlocutoria, 143 km da La Léchère-les-Bains a Grenoble con l'ultimo Gpm, il Col des Mouilles, posto a 45 km dal traguardo. È un'altra, l'ultima opportunità per Elia Viviani, Gianni Meersman, Edvald Boasson Hagen e compagnia sprintante.

Francesco Sulas

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