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Critérium del Delfinato 2013: Finalmente arriva il giorno di Viviani - Elia coglie la prima stagionale precedendo Meersman | Cicloweb

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Critérium del Delfinato 2013: Finalmente arriva il giorno di Viviani - Elia coglie la prima stagionale precedendo Meersman

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Prima vittoria stagionale per Elia Viviani, che a Oyonnaz batte Gianni Meersman © BettiniphotoFinalmente! Da quanto tempo avremmo voluto iniziare un articolo su Elia Viviani con questo avverbio che presuppone una liberazione, un sospirato ed agognato evento, una vittoria, per farla breve? Da 237 giorni. Tanti ne sono trascorsi dall'ultima volta che Elia Viviani ha alzato le braccia al cielo - era la prima tappa del Tour of Beijing, in data 9 ottobre 2012 - ad oggi, con la splendida, davvero liberatoria, volata di Oyonnaz.

In mezzo c'era una maledizione chiamata piazzamento, un secondo posto colto per quattro volte nel 2013 ed il terzo posto giunto in altre tre occasioni. La piazza d'onore per Elia stava diventando una piazza d'onere, un peso, e forse lo era già da tempo. Del resto, cosa significano se non questa sconsolata ricerca del successo, il primo della stagione, quei pugni dati al manubrio della sua Cannondale in quel di Napoli, al via del Giro d'Italia?

Lì Elia aveva messo la squadra a tirare, a portarlo avanti per evitare possibili intoppi. Aveva provato a contrastare Cavendish agendo d'anticipo. Purtroppo per il veronese il velocista più forte del momento era stato di una regolarità infinita - che per lui significa "eccezionale" - e sul più bello aveva interrotto i sogni di Elia. Pugni sul povero manubrio più che giustificati, quindi.

Raccontata in questo modo parrebbe che Elia dalla coda di 2012 al Tour of Beijing fino ad oggi abbia combinato poco o niente, mentre è tutto il contrario. È vero, fino ad oggi non aveva vinto, ma quante volte era stato battuto non solo dal più forte ma dal più in forma del momento. Pensiamo alla Parigi-Nizza, dove pure tenne per un giorno la maglia gialla. Maglia che s'abbinava perfettamente, nella sua conquista, ad una vittoria di tappa, a Cérilly. E invece su quel traguardo Viviani s'arrese solo a Kittel.

Vennero poi due tappe alla Tre Giorni di La Panne, altrettanti piazzamenti: a Koksijde solo Cavendish (toh, chi si vede!) è superiore ad Elia mentre a La Panne, nella semitappa in linea, Kristoff e Modolo precedono il veronese. Il primo GIro d'Italia è corso con grandi ambizioni da Viviani, che subito a Napoli si becca una cocente delusione, battuto ancora da Cannonball. Vuole rifarsi a Margherita di Savoia, ma l'ordine d'arrivo sarà identico a quello partenopeo.

Nel prosieguo delle tre settimane, tra le più dure affrontate dai girini, Elia ha forse un calo di forma: comprensibile, per carità, ed i risultati parlano per lui. A Treviso è addirittura 16°, a Cherasco 5°, a Brescia ritenta la zampata ma Cavendish e Modolo fanno meglio di lui. Eppure il Giro lo porta a termine ed il Delfinato, non propriamente una corsa per uomini veloci (attenzione! Non velocisti, Elia è molto di più), gli offre tre opportunità prima di un periodo in cui staccare e ricaricare le batterie.

Domani, con il traguardo di Tarate preceduto da chilometri relativamente tranquilli, sarebbe l'ideale per Elia, che però mette la squadra al suo servizio: vuol tener duro, restare con Meersman e compagnia, specie dopo che velocisti del calibro di Bouhanni e Hushovd si sono staccati. La Cannondale chiude su ogni tentativo di fuga, ai -2.3 km riprende l'ultimo che aveva seriamente rischiato di andare a vincere, l'estone della Cofidis Rein Taaramäe. Meersman è più lento di Viviani e prova ad anticiparlo. Questa volta non lo fregano, il veronese. Prende la ruota dell'Omega Pharma e lo passa a doppia velocità, vincendo, indicando in modo inequivocabile il numero uno con le dita.

La cronaca della Châtel-Oyonnaz, seconda tappa che prrevede 191 km da percorrere e sei Gpm da scalare, vede all'attacco prima tre uomini (Gérard della Bretagne-Séché Environnement, Molard della Cofidis e Damuseau, della Argos-Shimano, che è in avanscoperta per i punti della maglia a pois. A loro si unisce al km 56 Pimenta Costa Mendes. Il quartetto guadagna sul gruppo fin quasi cinque minuti (4'55" è il vantaggio massimo dei fuggitivi dopo 105 km). Dietro l'Omega Pharma-Quickstep non vuol farsi fregare come ieri, quando per far allenare Tony Martin non rincorse i fuggitivi né supportò un Gianni Meersman in grande spolvero.

I belgi trovano man forte nell'inseguimento nella Europcar del leader David Veilleux. Damuseau transita in testa ai primi quattro Gpm di giornata (Côte de Mornex, Côte de Mons, Côte de Lancrans e Côte de Communal), a sera avrà in saccoccia altri 20 punti. Nella classifica dei Gpm è primo con 55 punti (40 ne ha Veilleux, 28 García Ambroa), lo troveremo all'attacco anche nelle frazioni che verranno. Cadono nelle discese Nieve e Docker, quindi Sicard e Westra: l'olandese della Vacansoleil si recherà in ospedale per una radiografia, nulla di rotto.

Verso l'attacco della Côte du Bugnon il gruppo ha praticamente chiuso sugli attaccanti e la corsa si movimenta; Rudy Molard, classe '89 in forza alla Cofidis, allunga e guadagna terreno sul plotone, mentre i suoi ex compagni di fuga si sono da tempo rialzati. La pedalata di Molard è buona ed il giovanotto guadagna fino a 53" sul gruppo.

Gruppo dal quale fuoriesce Juan Antonio Flecha sulle rampe della Côte du Bugnon. Il plotone s'avvicina a Molard, che scollina con soli 35" di vantaggio e perde ulteriormente nella discesa, venendo riassorbito ai -15 km. Sull'ultima asperità di giornata, il Col du Sentier (2a categoria), Sky, Omega Pharma ed in tono minore Europcar fanno il ritmo.

José Herrada prova l'allungo, seguito da Ivan Santaromita. Ma è subito prima dello scollinamento l'estone Rein Taaramäe a scattare, facendo la differenza. Nella discesa il Cofidis guadagna una quindicina di secondi sul gruppo tirato ora in prevalenza dai ragazzi della Cannondale. Ai -2.3 km Taaramäe viene ripreso ed il gruppo si avvia ad una volata. Meersman, più lento sulla carta (e sulla strada) di Viviani, anticipa il veronese, che però lo passa e va a vincere alzando i mignoli, indicando il numero uno.

«I piazzamenti non mi hanno fatto perdere la speranza di riuscire a sbloccarmi - ha spiegato Viviani - e la vittoria di oggi ha confermato che era solo una questione di tempo. Tirare dritto dopo il Giro è stata una scelta felice perché sono arrivato in Francia con qualcosa in più in termini di condizione e fame di vittoria. Senza questi due fattori non credo che oggi sarei riuscito a farcela».

Alle spalle di Viviani e Meersman si piazza Tony Gallopin, quindi Janse Van Rensburg, Geslin, Fonseca, Tankink, Barguil, Flecha e Sulzberger (Geraint Thomas, che pure avrebbe potuto dire molto in un arrivo come questo, è solo 11°). In classifica generale Veilleux resta in maglia gialla con Meersman a 1'56" e Gallopin a 1'57". Stesso tempo del francese della RadioShack Leopard per il giovane vincitore dell'ultimo Tour de l'Avenir Warren Barguil, seguito da Valverde, Fuglsang, Froome, Porte, Madrazo e Thomas, tutti a 1'57".

Domani tappa ancor più facile di quella di oggi, con i 167 km che da Ambérieu-en-Bugey condurranno a Tarare. Due i Gpm di terza categoria, Col des Écharmeaux e Col des Sauvages, con quest'ultimo a 10 km dall'arrivo ma molto abbordabile anche per i velocisti.

Vista la condizione e la brillantezza, ci si aspetta un'altra bella prestazione di Elia Viviani, che cercherà sicuramente di bissare la vittoria odierna. Vittoria sospirata, cercata, talvolta maledetta dal veronese, che ad inizio giugno l'ha colta. Finalmente Elia, finalmente!

Francesco Sulas

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