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Critérium del Delfinato 2013: V come Veilleux, vittoria in solitaria - Il canadese va in fuga ed è il primo leader della corsa

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A Champéry il canadese David Veilleux vince la prima tappa del Delfinato dopo una maxi fuga © BettiniphotoPartenza strana in tutti i sensi per la sessantacinquesima edizione del Critérium du Dauphiné: innanzitutto, per la prima volta nella storia della corsa, il via è stato dato all'estero, nel piccolo comune frontaliero di Champéry, famoso per aver accolto nel 2011 i campionati mondiali di mountain bike e trial. In secondo luogo, la tappa inaugurale è stata corsa in linea, evento che non capitava dall'edizione del 1992 vinta da Charly Mottet. Infine, la vittoria è andata ad un nome poco conosciuto, il canadese David Veilleux dell'Europcar.

La tappa di oggi misurava 121 km ed ha avuto la partenza e l'arrivo nella stessa cittadina del Canton Vallese; tuttavia solo 32 km si sono svolti nel territorio elvetico, con i restanti 89 km di gara percorsi sulle strade dell'Alta Savoia. Dopo il via dato alle 11.45, la solita fuga è partita molto presto, sin dal km 3, ed è stata quella decisiva: ad animarla è stato proprio il canadese David Veilleux dell'Europcar che è stato seguito dai francesi Jean-Marc Bideau della Bretagne e Thomas Damuseau dell'Argos, con lo spagnolo Ricardo García Ambroa dell'Euskaltel che si è accodato rapidamente.

Per dire l'arrendevolezza del gruppo, il quartetto aveva già 1'05" di vantaggio dopo soli 1500 metri, col vantaggio massimo di 10'10" raggiunto dopo 40 km di gara. Al primo gpm di giornata, la Côte de Morgins (1360 metri s.l.m.), una salita di 9 km al 6% di pendenza media classificata come prima categoria, Bideau ha preceduto Damuseau allo sprint mentre il gruppo, tirato dagli uomini Orica e Sky, procedeva senza problemi.

Nel lungo tratto successivo, in cui si sono mischiati discesa e falsopiano, dal gruppo è scattato a sorpresa Tony Martin, con un tentativo tanto inutile per l'immediato quanto potenzialmente redditizio per il futuro prossimo. Il plotone, vedendo il nome prestigioso all'inseguimento dei battistrada, ha deciso di reagire, provando - sempre blandamente - a recuperare il forte gap accumulato; per questo si sono alternati uomini delle squadre maggiormente interessate alla tappa, ossia Movistar, Orica, Sky e Vacansoleil, riducendo il distacco sino a 6'30" alle pendici del seconda salita, anch'essa di prima categoria.

Il Col du Corbier, con i suoi 1230 metri di altitudine e i 7,6 km di lunghezza al 7,5%, ha rappresentato un punto decisivo per le sorti della frazioni: dalla fuga Veilleux è partito ai -2 dalla vetta, lasciando la compagnia degli altri tre, arrivando al gpm con 40" di vantaggio su Damuseau e García, mentre Bideau, già lontano a 1'50", stava per essere raggiunto da Martin, che ha scollinato con 2'05" dalla testa della corsa.

Nel gruppo, l'ascesa ha creato le prime defezioni, la più nota delle quali rappresentata da uno dei favoriti per la vittoria di tappa, il belga Thomas De Gendt della Vacansoleil, che era dato in buona forma dopo il Tour of California. Nella discesa Veilleux ha aumentato il vantaggio sui primi inseguitori, portandolo a 1'20" al traguardo volante di Chapelle d'Abondance, quando mancavano 30 km alla fine; Bideau, nel frattempo raggiunto dal campione del mondo a cronometro, aveva 2'40" mentre il gruppo era segnalato a circa 5', tirato anche dai Katusha. Nella discesa aveva forato il capitano della RadioShack Leopard, Haimar Zubeldia, il cui rientro nel plotone è avvenuto dopo qualche minuto.

La terza e penultima salita di giornata non è altro che il primo colle ma affrontato nel senso opposto, questa volta segnalato con il nome di Pas de Morgins, un seconda categoria lungo 4.5 km al 6,7%. L'azione di Veilleux, mano a mano che la strada saliva, si è fatta sempre più brutta da vedere, pur mantenendo una buona velocità, dato che al rilevamento in vetta è passato con 1'50" sulla coppia alle spalle. Il gruppo, tirato per buona parte dell'ascesa da Eros Capecchi della Movistar, si è ridotto di molte unità, con la perdita di diversi nomi interessanti: ai -2 dalla cima Simon Gerrans dell'Orica, il favorito principale della tappa, si è staccato insieme ad altri, fra i quali l'eritreo Daniel Teklehaymanot - al debutto stagionale dopo problemi con il visto.

Quando mancava un solo chilometro alla fine della salita ha ceduto Andrew Talansky, giovane capitano della Garmin, fra i favoriti della classifica finale, sofferente di mal di stomaco e giunto all'arrivo distanziato di 8'16" dal vincitore. Poco prima della vetta si sono staccati anche altri nomi interessanti, fra i quali Berhane, Boasson Hagen, Fédrigo e Pinotti, non tutti abili a riportarsi in gruppo in discesa. Dopo una foratura di Chris Anker Sørensen della Saxo - la mancanza della grafica della tv francese ha fatto pensare che si trattasse di Contador - il gruppo, ora a 3'20" da Veilleux, non ha mantenuto l'andatura sostenuta, permettendo al canadese di imboccare l'ultima salita con 3'45".

Nel lungo falsopiano di 7 km al 3% di pendenza media che ha portato la corsa sul traguardo, la cavalcata del battistrada non ha conosciuto intoppi e gli ha permesso di tagliare il traguardo posto nel centro della cittadina a braccia alzate, cogliendo il secondo successo prestigioso della carriera dopo la Tre Valli Varesine del 2012, anch'essa conquistata al termine di una lunga fuga. Il gruppo, dopo aver raggiunto prima Bideau, poi Martin e infine Damuseau e García Ambroa quando mancavano 2 km, non ha visto né cambi di ritmo né scatti, se si esclude un allungo di Ivan Santaromita all'ultimo chilometro, ripreso quando mancavano 300 metri.

La volata per il secondo posto ha visto Gianni Meersman dell'Omega Pharma QuickStep arrivare a 1'56" dal vincitore, distanziando di un secondo Tom Jelte Slagter della Blanco e la coppia Sky Richie Porte e Chris Froome; nel gruppo principale ben 73 atleti, segno che la velocità non è stata massima, con solo quattro italiani (Capecchi, Santaromita, De Marchi e Gavazzi, con il toscano giunto 41°).

In negativo si segnalano le prestazioni di Damiano Cunego della Lampre, giunto al traguardo a 2'38" dal vincitore, e Mikel Nieve dell'Euskaltel che ha pagato 2'55", mentre, detto dei problemi di Talansky, De Gendt ha finito nel gruppetto dei velocisti a 14'.

Domani la carovana torna totalmente in Francia, con la frazione di 191 km da Châtel a Oyonnax e ben sei gran premi della montagna, nessuno dei quali particolarmente duro. Molto probabilmente si assisterà ad uno sprint ristretto in quanto l'ultimo gpm dista soli 11.5 km dal traguardo.

Alberto Vigonesi

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