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Lo speciale: Garzelli, 17 anni da protagonista - Ripercorriamo la carriera di Stefano, tra trionfi e delusioni

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Stefano Garzelli al via del suo 14° ed ultimo Giro d'Italia © Bryn Lennon/Getty Images Europe

Quella testa rotonda, rasata, tinta di biondo, poi pelata. Una rotondità quasi perfetta, dapprima emulazione del Pirata, quindi segno di riconoscimento per il Campione di Cesenatico. La pedalata giusta, né troppo agile, né troppo pesante. Un campione? Forse no. Stefano Garzelli aveva ed ha la stoffa del grande atleta, quello sì. Non si arriva alla soglia dei 40 anni a correre (e portare a termine) il quattordicesimo Giro d'Italia della vita così, per caso, senza un motore più che discreto. Quattordici Giri, uno dei quali vinto grazie all'aiuto del Campione con cui Stefano ha avuto l'onore di pedalare, all'inizio per servire, quindi per essere aiutato: Marco Pantani.

Mai una frase fuori dalle righe, il "Garzo", mai un proclama, nulla di nulla. Le ambizioni le teneva per sé, faceva parlare la strada, le salite, le discese e sia che emettessero verdetti a lui favorevoli, sia che lo respingessero, lui accettava, tornando a lavorare sui punti deboli per migliorare anno dopo anno, ponendosi sempre nuovi obiettivi. Ha iniziato a correre nella Mercatone Uno di Martinelli e Pantani, quella che mandava le folle, italiane e non, in delirio. È passato alla Mapei facendo vincere una Liegi, quella del 2002, a Bettini, alla Liquigas con Di Luca e Pellizotti, ha fatto da chioccia all'Acqua e Sapone e, in questi ultimi mesi di agonismo, ai giovani della Vini Fantini-Selle Italia di Scinto e Citracca. Non una carriera qualunque, la sua.

Spesso sottovalutato dai più, tante volte ha deluso, altre ha meravigliato, eppure in entrambe le occasioni non s'è mai composto, è sempre restato con i piedi per terra, ben ancorato alla realtà, alla sua realtà di corridore tutto sommato fortunato (trovatelo voi, un altro che è stato aiutato da Pantani a vincere un Giro d'Italia). Così come entrava nelle classifiche e nelle corse, in silenzio, facendo parlare la strada e basta, così se ne va, con l'umiltà di chi non vuol essere celebrato, perché in questo mondo, prima o poi, potrebbe pure tornarci. Non sappiamo cosa farà Stefano Garzelli da grande, per il momento andiamo a ripercorrere i 17 anni di carriera di questo fortissimo atleta nato a Varese il 16 luglio del 1973.

 

1997-1999: I primi anni da pro', il gregariato per Pantani, la vittoria al Tour de Suisse
Il giovane Stefano Garzelli ad inizio 1999, suo terzo anno da professionista alla Mercatone Uno © Jan De Smet/Bart VancoillieStefano Garzelli passa professionista nel 1997 con la Mercatone Uno di Giuseppe Martinelli e Marco Pantani: da dilettante il corridore varesino non è stato uno di quelli capaci di fare incetta di successi, ma s'è messo in luce per i tanti piazzamenti e ha mostrato una buona predisposizione per le corse a tappe. Nel 1996 è la vittoria al Piccolo Giro di Lombardia ad aprirgli le porte del professionismo. Al primo anno con la Mercatone Uno è subito convocato per il Giro d'Italia: la caduta ed il ritiro di Pantani mettono Garzelli nelle condizioni di puntare alla classifica ed alla fine è 9° in classifica (senza i minuti persi a Cava de' Tirreni sarebbe stato molto più alto) con un 3° posto di tappa a Cervinia. Garzelli continua ad andare bene nelle corse a tappe (soprattutto al Tour de Suisse, dove si mette in bell'evidenza, piazzandosi spesso e volentieri per poi chiudere 8°) e nel 1998 è di nuovo al Giro d'Italia. Sarà uno dei gregari più preziosi ed importanti per Marco Pantani che finalmente riesce a vincere la corsa rosa: subito dopo Stefano ritorna al Tour de Suisse, dove sfrutta l'ottima condizione con cui è uscito dal Giro per vincere due tappe (sono queste le sue prime affermazioni da pro'), la classifica generale e quella a punti: un vero e proprio dominio. Nel 1999 parte forte con ottimi piazzamenti e vincendo due corse in Spagna, il GP Miguel Indurain ed una tappa al Giro dei Paesi Baschi. Corre tanto, forse anche troppo, e così arriva stanco agli appuntamenti che contano, primo fra tutti il Giro (terminato in anticipo per la vicenda di Campiglio), in secondo luogo il Tour, dove si piazza una sola volta nei primi 10 e conclude con un anonimo 32° posto finale.

 

2000: Il Giro vinto anche (soprattutto?) grazie al Pirata
Marco Pantani indica a Stefano Garzelli, in maglia rosa, la via per la vittoria al Giro d'Italia © ReutersA inizio stagione Pantani non offre garanzie e così Martinelli e la Mercatone Uno decidono di preparare il Giro in modo specifico proprio con Garzelli e questa scelta sarà ben ripagata: il varesino ha 26 anni e si presenta al via da Roma con tanti piazzamenti e una vittoria nella quarta tappa della Settimana Lombarda. Nella prima parte della corsa il dominatore è Francesco Casagrande ma Garzelli sfrutta la cronometro di Bibione per riavvicinarsi e poi vince la sua prima tappa al Giro a Prato Nevoso: a Briançon c'è la rinascita di Pantani che è fondamentale per "Garzo" ma Casagrande è sempre avanti di 25". Il giorno dopo, nella 20a e penultima tappa, è ancora una cronometro a favorire Garzelli: nella durissima Briançon-Sestrière di 34 km Stefano è terzo mentre Casagrande perde quasi due minuti e consegna a Garzelli la maglia rosa e la vittoria finale. Alla terza stagione da professionista è già sul gradino più alto del podio a Milano e questa vittoria rafforza il suo legame con Marco Pantani, compagno imprescindibile in corsa.

 

2001-2002: Biennio Mapei, le gioie di Liegi e la squalifica
Nel 2002 alla Liegi vince Paolo Bettini ma al secondo posto c'è un grandissimo Stefano Garzelli © colnago.comGrazie alla vittoria del Giro a Garzelli non mancano le offerte e così decide di firmare con la Mapei, squadra in cui militerà nel 2001 e nel 2002. Nella prima stagione corre esclusivamente corse a tappe per puntare al bis al Giro: il primo successo con la nuova maglia arriva nel Giro dei Paesi Baschi (una tappa) e successivamente è sempre assieme ai migliori. Il Giro inizia con il piede giusto ma si ammala proprio alla vigilia delle tappe alpine e si ritira dopo il Pordoi. Per riscattarsi punta al Tour de France passando per la Svizzera dove riesce a vincere una tappa: in Francia Garzelli perde terreno nelle tappe alpine, si riprende sui Pirenei ma non va oltre il 14° posto nella generale. Nel 2002 si prepara nuovamente per l'assalto al Giro d'Italia ma prima passa per la Liegi-Bastogne-Liegi: in Belgio Garzelli è maestoso, attacca, fa selezione ed alla fine è un trionfo Mapei con Bettini e il Garzo che staccano tutti e arrivano assieme al traguardo; primo è Bettini, Garzelli secondo. Quell'anno il Giro parte dall'Olanda ed il finale della seconda tappa ricalca quello della Liegi: stavolta Garzelli vince e conquista subito la maglia rosa. Al rientro in Italia si ripete a Limone Piemonte, dove vince la tappa e rafforza il primato, diventa il grandissimo favorito per il successo finale: proprio quella sera, però, esce la notizia della sua positività ad un diuretico (allo stesso tempo anche sostanza coprente), il Probenecid, e quando questa viene confermata dalle controanalisi si ritira dal Giro (nel frattempo aveva tenuto un profilo basso lasciando la maglia a Heppner). La difesa di Garzelli punta su una contaminazione alimentare ma ciò non basta ad evitare la squalifica e la perdita delle due tappe vinte al Giro: lo stop inflitto è di 9 mesi. E a fine anno la Mapei esce dal ciclismo.

 

2003-2004: Il ritorno con la Vini Caldirola e la rivalità con Gibo Simoni
Giro 2003: nella Avezzano-Terminillo Simoni e Garzelli se le suonano, con il varesino vincitore di tappa © bikeraceinfo.com Per il suo rientro in gruppo dopo la squalifica Stefano Garzelli sceglie la Vini Caldirola. Torna alle corse al Giro del Trentino e vince subito la prima tappa davanti a Simoni: il trentino poi vincerà la corsa di casa per 9" ma da qui nasce un bel dualismo che continuerà ancora al Giro d'Italia. Nonostante le poche corse nelle gambe la corsa rosa parte subito nel segno di Garzelli: il varesino vince a Terme Luigiane e si ripete sul Terminillo (davanti a Simoni) dove conquista anche la maglia rosa. Simoni si riscatta a Faenza e poi domina in salita sullo Zoncolan e a Pampeago, sempre con Garzelli in seconda posizione: i due restano vicini in classifica fino alla tappa di Chianale in cui Garzelli cade in discesa e finisce col perdere quasi cinque minuti. A Milano il varesino sarà comunque secondo a sette minuti da Simoni. A luglio c'è un nuovo tentativo con il Tour de France ma il feeling con la corsa francese non è mai nato: si ritira dopo 9 tappe, l'amore è tutto per il Giro. Ed è ancora sul Giro che punta nel 2004, ancora con la Vini Caldirola-Nobili Rubinetterie. La prima parte di stagione è segnata dalla morte di Marco Pantani, un vero riferimento per Stefano. Si riprende e corre in Spagna, con discreti piazzamenti alla Settimana Catalana e la vittoria alla Vuelta a Aragón. Decide di saltare la Freccia Vallone e puntare tutto sulla Liegi, dove però Garzelli incappa in una giornata no: il mal di gambe lo respinge al 62° posto. La preparazione per il Giro passa per il Romandia, dove vince la tappa di Romont davandi a Basso e Glomser. La corsa rosa prende il via da Genova e Garzelli va messo tra i favoriti. È il Giro in cui esplodono Damiano Cunego e le lotte interne alla Saeco. Garzelli non è mai in gioco per la classifica e spesso sul più bello molla il colpo. Lo scatto d'orgoglio alla penultima tappa con arrivo alla Presolana (più Mortirolo e Vivione da scalare), dove se ne va in compagnia di Gilberto Simoni. Il trentino della Saeco verrà battuto allo sprint ma a Milano Garzelli sarà solo 6° a 5'31" da Cunego. La seconda parte di stagione è volta a ben figurare nel Mondiale veronese. È 20° alla Clásica San Sebastián, poi corre la Vuelta a España, portandola a termine all'11° posto, primo ciclista non spagnolo. Il Mondiale di Verona da grande opportunità (è anche la prima maglia azzurra che giunge a 31 anni) si trasforma in cocente delusione, con Garzelli che incapperà in una giornataccia e sarà costretto al ritiro dopo 17 tornate.

 

2005-2006: Gli anni in Liquigas, ma non è questa la sua dimensione
Nel 2006, dopo la seconda vittoria alla Tre Valli Varesine, ci chiediamo se il suo futuro non sia nelle corse di un giorno © Cicloweb.itNel 2005 entra in vigore il Pro Tour e Garzelli, conteso da diverse formazioni, finisce col seguire il team manager alla Vini Caldirola Roberto Amadio alla Liquigas-Bianchi. Qui trova anche corridori del calibro di Franco Pellizotti e Danilo Di Luca, così deve focalizzarsi esclusivamente sul Giro d'Italia. La gamba al Romandia pare più che buona ed il Giro inizia sotto i migliori auspici. L'avventura finisce troppo presto, con una caduta nella tappa di Pistoia (che prevedeva la scalata del Sammommè) insieme a Cioni. Prova a tener duro altri cinque giorni ma non prenderà il via alla 13a tappa. Prova a rifarsi al Tour ma la corsa francese non entrerà mai nel sangue di Garzelli. Dalla Francia torna però con una più che ottima gamba e così arrivano il 6° posto al Giro del Lazio, il 4° alla Clásica San Sebastián, la vittoria alla Tre Valli Varesine e la piazza d'onore al Trofeo Melinda. Il 2006 è un anno di crisi, di cambiamenti per Garzelli, che per la prima volta decide insieme alla Liquigas di non correre il Giro e puntare ad altro, prima di tutto alle Classiche. L'esordio alla Milano-Torino lo vede 6°, alla Tirreno-Adriatico non è brillantissimo ma alla Sanremo scatta sulla Cipressa, in una corsa che verrà vinta da Pozzato. Punta a far bene sulle Ardenne ma la forma migliore ancora non arriva, e così in Amstel, Freccia e Liegi non entra nei primi 30. Alla Rund um den Henninger-Turm di Francoforte però il lavoro svolto in inverno dà i suoi frutti e regola velocisti come Ciolek, Hondo e Zabel. Due tappe al Giro del Lussemburgo, la corsa rosa vista in tv, quindi il Tour de France. Cercherà una tappa che non arriverà, anche se il miglior piazzamento giunge all'Alpe d'Huez: già in fuga sull'Izoard, come quando vinceva il Giro d'Italia insieme a Marco, non demorde sulla salita finale e si piazza 3° alle spalle di Fränk Schleck e Damiano Cunego. Un 5° posto al Giro del Lazio ed una piazza d'onore alla Clásica San Sebastián fanno da preludio alla vittoria di Tre Valli Varesine e Trofeo Melinda. La stagione termina senza la chiamata in azzurro per il Mondiale di Salisburgo e con il trasferimento di un Garzelli deluso dalla Liquigas all'Acqua e Sapone di Palmiro Masciarelli.

 

2007-2009: Capitano all'Acqua e Sapone, le tappe al Giro, la maglia verde (e i fischi...)
Dopo il mancato invito al Giro del 2008, nel 2009 l'Acqua e Sapone torna ala corsa rosa e Garzelli fa sua la maglia verde © BettiniphotoL'undicesima stagione da professionista sancisce una retrocessione - da un team Pro Tour ad una Professional - ma restituisce al varesino la sicurezza e l'autorità del capitano unico, ruolo che non poteva avere nella Liquigas. L'Acqua e Sapone di Palmiro Masciarelli è l'ambiente ideale per rilanciarsi. Nel 2007 torna al Giro d'Italia, vince una tappa al Trentino (a Toscolano Maderno) e si presenta al via de La Maddalena con il desiderio di cogliere traguardi parziali. Vincerà a Bergamo e Lienz, stando ben lontano dai piani alti della classifica. Altro successo giunge nella seconda tappa del Giro di Slovenia, poi dei piazzamenti alla Vuelta a Burgos. Sfumano anche quell'anno le ambizioni di vestire la maglia azzurra a Stoccarda, una caduta al Giro del Veneto pone fine alla stagione del varesino, che affronta il 2008 speranzoso di correre un buon Giro e di essere convocato per i Mondiali che si disputeranno proprio nella sua Varese. La stagione inizia benissimo per Garzelli, che coglie piazzamenti alla Settimana Coppi e Bartali e due vittorie di tappa, con 2° posto nella generale, in Trentino. Ma l'Acqua e Sapone non viene invitata al Giro 2008 e la delusione è immensa. Partecipare e vincere due tappe alla Vuelta a Asturias non è certo la stessa cosa per Garzelli, che corre anche un buon Brixia Tour, è 5° alla Tre Valli Varesine, 2° al Melinda e prepara il Mondiale. Ancora una volta Ballerini non lo convocherà e Garzelli non andrà tanto per il sottile: «Evidentemente quest'anno, nonostante gli ottimi risultati ottenuti, è per me l'anno delle grandi delusioni. Mi chiedo che cosa viene a fare Ballerini alle Premondiali se poi quelli che vanno forte non vengono minimamente presi in considerazione». Risponde al no di Ballerini vincendo il GP de Wallonie davanti a Visconti, facendo 3° alla Coppa Sabatini e per finire 8° al Lombardia. Un 2008 deludente verrà riscattato dalla stagione successiva, di ben altro tenore. Il 2009 infatti vede ancora il Garzo all'Acqua e Sapone di Palmiro Masciarelli. Già a febbraio piazzamenti al Giro della Provincia di Grosseto ed alla Clásica Costa de Almería, dove è 3°. La Tirreno-Adriatico lo vede 2° nella tappa più dura, con arrivo a Camerino, e 2° nella generale, a soli 25" da Michele Scarponi. Il Giro gli piace, è 2° dietro a Di Luca in quel di San Martino di Castrozza, quindi prende la maglia verde di miglior scalatore dopo la Cuneo-Pinerolo. Sprinta su ogni Gpm e si guadagna i fischi dei tifosi di Di Luca sul Blockhaus, quando il varesino, 2°, toglie all'abruzzese preziosi secondi d'abbuono. Vincerà quella maglia verde e sarà 7° nella generale finale. Nella seconda parte di stagione la sua costanza, unita a buoni piazzamenti (è 2° al Melinda e corre una buona Vuelta a Burgos), portano all'azzurro in vista di Mendrisio. Nel Mondiale fa l'uomo ombra di Cunego e chiude con un 71° posto.

 

2010-2011: Ultimi colpi: la Tirreno vinta, il dominio a Plan de Corones e un'altra maglia verde
2010: con il tridente che spetta al vincitore della Tirreno-Adriatico, Stefano consola Scarponi, 2° © BettiniphotoPiù passano le primavere (nel 2010 va per i 37 anni), più il calendario di Garzelli si restringe: tutto concentrato tra Tirreno, Sanremo, Giro e qualche altro appuntamento non per forza fisso. Al Giro del Mediterraneo va in fuga nella tappa del Mont Faron, aprendo la strada a Francesco Masciarelli, che vincerà la tappa. Alla Tirreno-Adriatico si presenta con la consueta costanza ed una gamba formidabile. È una lotta a colpi di abbuoni ed alla fine Garzelli e Scarponi chiuderanno a pari tempo: decidono gli abbuoni e, in ultima istanza, i migliori piazzamenti del varesino. Al Giro non ha fortuna in molte tappe ma la classe gli permette di aggiudicarsi la difficilissima cronoscalata di Plan de Corones, dove batte di 42" Evans e 54" Gadret. Sarà un Giro non concluso, visto che nella tappa dell'Aprica cadrà scendendo dal Mortirolo ed il giorno seguente alzerà bandiera bianca in seguito ai dolori al ginocchio. L'anno successivo inizia con il Giro di Sardegna, quindi una Tirreno-Adriatico sottotono (è solo 12°) ma la gamba per il Giro è paradossalmente buonissima. Non farà classifica, è ovvio, ma sarà nuovamente protagonista della corsa rosa, sfiorando il successo al Gardeccia, battuto solo da Nieve, vincendo per la seconda volta in carriera la maglia verde di miglior scalatore (l'ultima messa in palio, oggi lo scalatore veste d'azzurro). Tra Tirreno e Giro, il vecchio leone ha trovato la sua dimensione e per il 2012 conta di tornare alla corsa rosa per lasciare ancora il segno, fosse in una classifica collaterale o in una singola tappa.

 

2012-2013: Ancora un'esclusione dal Giro e la passerella finale con la Vini Fantini
Garzelli in maglia Vini Fantini-Selle Italia indica il suo nome sul Trofeo Senza Fine © BettiniphotoIl 2012 inizia male per Stefano Garzelli e compagni: il 10 gennaio RCS Sport rivela le wild card e l'Acqua e Sapone è sì tra le invitate della Tirreno-Adriatico ma, con somma delusione per il varesino, viene esclusa dal Giro in favore della tedesca NetApp. Garzelli esordisce al Giro del Mediterraneo, chiudendo 4°, per poi correre Laigueglia, Strade Bianche ed una Tirreno senza acuti, chiusa al 27° posto. Il Giro, come detto, non c'è, le motivazioni pure latitano per il varesino che fa 4° nella generale della Settimana Coppi e Bartali, 11° alla Vuelta a Burgos e 13° alla Tre Valli Varesine. L'Acqua e Sapone nel 2013 chiude, Stefano va per i 40 anni e tutti scommettono sul suo ritiro. C'è sempre chi ci crede più degli altri, chi dà un'ennesima possibilità di correre la stagione della staffa ed è Luca Scinto, che con Angelo Citracca e il fratello di Stefano, Marco («mi ha spinto a non mollare, a continuare un altro anno, a tener duro», dirà Stefano), a convincere l'atleta varesino a correre l'ultima stagione, il quattordicesimo Giro d'Italia. Entra nella Vini Fantini-Selle Italia per insegnare ai più giovani, che sono la maggioranza. Insegna e si gode ogni istante della stagione, non cogliendo piazzamenti di rilievo né alla Tirreno-Adriatico, né al Trentino, né al Giro (miglior prestazione: la 36a piazza di Marina di Ascea). Esce dal gruppo stimato da molti per la sua professionalità, esce rilassato, senza grande clamore, umilmente. Esce di scena à la Stefano Garzelli, insomma.

Sebastiano Cipriani
Francesco Sulas

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