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Giro d'Italia 2013: E in menu, casotto allo Jafferau... - Tra salite tagliate e diretta televisiva saltata | Cicloweb

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Giro d'Italia 2013: E in menu, casotto allo Jafferau... - Tra salite tagliate e diretta televisiva saltata

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Vincenzo Nibali e Mauro Santambrogio al riparo in un furgone dopo l'arrivo in cima allo Jafferau © BettiniphotoPer fortuna venerdì 17 era ieri, così gli scaramantici di professione non potranno appellarsi alla cabala per spiegare questa giornata un po' lisergica vissuta dal Giro. Una serie di eventi concatenati tra loro hanno portato al cambio di percorso nella tappa odierna, al diffondersi di voci incontrollabili su quella di domani, e alla mancata visione delle immagini in diretta praticamente per tutta la frazione.

Partiamo dalla serata di ieri, allorquando sono stati diffusi due comunicati relativi alle tappe di oggi e di domani. Il primo, di RCS Sport, annunciava il taglio del passaggio sul Sestrière, nella 14esima tappa, per problemi di viabilità dovuti alla prevista neve sul percorso. Il secondo, rimbalzato dalla Prefettura della Savoia, in Francia, chiudeva alla possibilità del transito della corsa sul Moncenisio e sul Galibier oltre una certa quota: il rischio di slavine faceva propendere il Prefetto transalpino per una misura restrittiva.

Insomma, il primo weekend alpino del Giro 2013 seriamente deturpato a causa delle condizioni climatiche. E polemiche intorno all'organizzazione di RCS Sport, per due fattori in particolare: il rischio eccessivo che ci si è accollati prevedendo in percorso ben tre salite over 2500 (il Galibier di domani, e Gavia e Stelvio in programma venerdì prossimo), esposte al rischio di intransitabilità per neve, in un periodo dell'anno in cui non mancano certo le precipitazioni; e poi, secondo fattore, la mancanza di un valido piano alternativo che garantisse percorsi di più o meno pari difficoltà in caso di decurtazione delle cime più alte.

Di fatto, oggi la tappa ha avuto 12 km in più (si è passati dalla Val di Susa) ma un'ascesa in meno, risultando quindi più facile di quanto non fosse previsto; si dirà di più, le condizioni in cima al Sestrière non sembravano in assoluto proibitive, nel ciclismo anche recente si sono affrontate salite (e discese) in condizioni anche più impervie di quelle viste oggi. Che ci sia stato forse un eccesso di cautela, può essere; non ce la sentiamo comunque di dare addosso a chi ha deciso di bypassare questa scalata. Però avrebbero dovuto essere inserite delle salite intermedie (almeno una) al posto del Sestrière per salvaguardare il senso della tappa, questo sì.

Veniamo a domani, frazione del Galibier: dopo una riunione di Mauro Vegni, direttore del Giro, con le prefetture italiana e francese, le ultime notizie parlano di possibilità di transito sul Moncenisio, e di arrivo fissato sul Galibier come previsto, solo a una quota più bassa, 4 km più giù del punto originario. Sarebbe già tanto, considerando che sulle prime si era prospettata una minitappa di 70-80 chilometri (obbligati in ciò dal mancato transito sul Moncenisio), completamente snaturata rispetto al disegno della vigilia. Se non ci sarà un improvviso peggioramento delle condizioni meteo, quindi, si rischia di salvare capra e cavoli, permettendo lo svolgimento di una tappa solo poco meno dura di quanto doveva essere (ma il grande freddo la renderà certo molto più difficoltosa). Rimane, forse per qualche difetto di comunicazione, una sensazione di improvvisazione data a chi ha assistito a queste vicende: che, ad esempio, ancora al momento non sia chiaro cosa accadrà in caso di forti nevicate e conseguente chiusura del Moncenisio, domani, suona un po' strano. Manca effettivamente un piano B, o c'è qualche ragione arcana per cui debba essere tenuto segreto? E soprattutto: per la tappa di Gavia e Stelvio, saremo nelle stesse precarie condizioni?

Parallelamente alle difficoltà organizzative di RCS Sport, oggi sono andate in onda (è il caso di dirlo) le difficoltà di trasmissione delle immagini di gara da parte della Rai. Il primo ritardo nella diffusione di tali immagini è legato al cambio di percorso: le strutture mobili di rilancio del segnale televisivo erano state sistemate nel versante sud del Sestrière, mentre poi la corsa è passata a nord, al di là del monte, e sono stati necessari dei tempi tecnici per il trasferimento. Appena pochi minuti dopo che la trasmissione è partita, però, il segnale si è nuovamente interrotto, stavolta definitivamente.

Il motivo? L'aereo ponte, ovvero quello che funge da ritrasmettitore del segnale, è dovuto atterrare in fretta e furia all'aeroporto di Genova, dopo essersi trovato nel mezzo di un'estesa turbolenza a 9000 metri d'altitudine; le spie dei vari indicatori del velivolo - "il più moderno che ci possa essere", ci assicurano dalla Rai - si sono accese, obbligando di fatto i piloti all'atterraggio. Anche qui, tempi tecnici prolungati (un'ora e mezza per fare il check-in all'aereo) hanno impedito che il mezzo potesse rimettersi in volo in tempo utile.

Un problema che, stando a quanto emerge dalle carte dei meteorologi, potrebbe persistere anche nella giornata di domani, nei cieli sopra al Galibier. Per di più, oggi la squadra di RaiSport era anche priva del suo cronista in moto (Andrea De Luca), appiedato dal giudice di corsa per una giornata, con l'accusa di aver fornito scie a un gruppo di ritardatari nella tappa di Cherasco: ne è venuta fuori, quindi, una telecronaca monca, priva di immagini e anche di tempestivi aggiornamenti dalla corsa. A questo punto, ci viene in soccorso la legge delle probabilità: non è pensabile, infatti, che questa mole di eventi negativi si concentri sul Giro (e sulla sua trasmissione) anche domani. Per cui, facciamo professione d'ottimismo dicendo che "non potrà in nessun modo essere peggio di oggi". Dopodiché, da perfetti scaramantici di professione, dita incrociate e speriamo che stanotte non nevichi...

Marco Grassi

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