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Giro d'Italia 2013: Il ruggito manca, il cinguettio c'è - Fenomenologia di Pippo Pozzato

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Filippo Pozzato all'arrivo di Cherasco, 13a tappa del Giro d'Italia © BettiniphotoIn un Giro in cui quattro volate su altrettanto opportunità per le ruote veloci vengono vinte da Mark Cavendish si potrebbe pensare che per gli avversari le possibilità di vittoria siano ridotte quasi a zero. In effetti è così, ma solo una volta che si giunge con il gruppo compatto all'ultimo chilometro e Cannonball inesorabilmente colpisce.

Il velocista in forza all'Omega Pharma Quickstep ha dovuto comunque sudarsi tutte le sue vittorie: Napoli è il solo traguardo filato via liscio, anche per il circuito naturalmente semplice. A Margherita di Savoia gli Omega si sono trovati in una situazione confusa, con un piccolo gruppo davanti e gli altri dietro, attesi al rientro. E faceva caldo, eccome. Ieri a Treviso ci s'è messa la pioggia a rendere infernale una frazione quasi piatta e di soli 134 km. Oggi il finale era nervosetto, con un paio di strappi in cui corridori scaltri come Oscar Gatto, Manuel Bongiorno, Giampaolo Caruso ed altri sono andati all'attacco. Poco importa se la squadra di Cavendish, monumentale come in tutto questo Giro quando c'è da far sprintare il capitano, li abbia ripresi.

Spiace, anche se ormai ci abbiamo quasi fatto l'abitudine, vedere un corridore come Filippo Pozzato non entrarci, in questi tentativi, per ottenere alla fine un 8° posto in volata che nulla aggiunge al suo palmarès. Il ds della Lampre-Merida, Orlando Maini, spiega che il corridore di Sandrigo è deputato a scortare Michele Scarponi (insieme ad altri, non da solo, ovviamente). Riguardo a oggi, dice Maini: «Siamo stati in particolar modo bravi a evitare di rimanere attardati nei momenti in cui il vento ha spezzato il gruppo. A questo proposito, Pozzato è stato molto utile nel guidare Scarponi e a tenerlo fuori dai pericoli del vento. Poi Pippo ha cercato di buttarsi nella volata finale: non si è creata la situazione adatta per un allungo nell'ultimo chilometro, quindi ha provato a lanciarsi nello sprint».

Ora, ci risulta che all'ultimo chilometro Giampaolo Caruso, avvantaggiatosi sull'ultima salitella, fosse già stato ripreso dai treni Cannondale ed Omega Pharma, lanciati a tutta velocità verso il traguardo. Quindi, non capendo come Pippo avrebbe potuto allungare all'ultimo chilometro («per scattare a 70 km/h serve il motorino», diceva al Processo alla tappa lo stesso Pozzato in quel di Pescara), ci poniamo un altro quesito: perché Pozzato, atleta dotato di ottimo fondo e capace di attacchi su strappetti non troppo pendenti né lunghi, non s'è unito al "gruppo Gatto"?

Un'azione con l'amico della Vini Fantini-Selle Italia, con il quale nel 2012 ha condiviso gioie e dolori, avrebbe avuto sicuramente più senso dell'allungo all'ultimo chilometro di cui parla Maini. Un'azione a media gittata, su un percorso che nel finale non era certo scontato, con alcuni corridori tenaci ed i cambi dati in maniera regolare, avrebbe sicuramente visto Pozzato protagonista. Magari il vicentino avrebbe ottenuto un miglior piazzamento (o forse il gruppetto sarebbe comunque stato ripreso, ma qui siamo nel campo delle ipotesi).

Il punto è che Pozzato al Giro non ha ancora graffiato, semplicemente fatto il compitino, come oggi. Per la verità il vicentino della Lampre-Merida non graffia dallo scorso 16 febbraio, data in cui vinse il Trofeo Laigueglia (la mezza vittoria della Roma Maxima, come lui stesso ama definirla, scherzando, non vale...). Campagna del Nord fallimentare per uno che incentra non tutta la stagione ma quasi su Fiandre e Roubaix ed abbiamo l'impressione che la spiegazione ufficiale di questo flop non l'avremo mai. Pazienza. In Turchia qualche allungo l'ha provato, Pippo, ma senza ottenere risultati.

Ce lo aspettavamo al Giro sì per aiutare Michele Scarponi a vincere la corsa, mission principale della squadra, ma soprattutto, come affermava da noi interpellato a fine Tour of Turkey, per «vincere almeno una tappa». Son passate tredici frazioni e, a dispetto degli scaramantici, solo oggi è arrivato un risultato di rilievo, tra i primi dieci, da parte di Pippo Pozzato. Nelle tappe precedenti il vicentino non s'è notato, almeno non in quelle ore in cui si gareggia.

Insomma, ufficialmente aiuta Scarponi, tenendolo fuori dai pericoli; ruolo onorabilissimo. Non si può certo dire che ci si aspetti un ruolo di mero gregariato da Pozzato, altrimenti al fianco di Scarponi e degli altri sette alfieri blu-fucsia si sarebbe benissimo potuto convocare un Adriano Malori, un Matteo Bono (entrambi nella preselezione del team) o un uomo d'esperienza come Manuele Mori. Tanto valeva, forse, portare uno tra questi ragazzi, il buon Pozzato si sarebbe messo l'anima in pace, magari avrebbe preparato il Tour o, meglio ancora, un Mondiale che sembra essere molto, molto esigente.

In definitiva, questo Pozzato che protegge il capitano è il miglior gregario che ci si possa aspettare, ma non si capisce qual è il senso della presenza del vicentino alla corsa rosa. Perché da Pozzato, almeno sulla carta, ci si aspetta tutt'altro lavoro, ben altri risultati, altro che un anonimo 8° posto in volata. Forse però, più che chiedersi a che serva un piazzamento come quello di oggi in luogo di un tentativo da lontano ed a quale senso abbia la partecipazione al Giro di Pippo, conviene mettersi l'anima in pace, prendendo il Pozzato che passa il convento.

Francesco Sulas

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