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Giro d'Italia 2013: Non solo rosa, è battaglia a colori - Pirazzi lotta sui Gpm, Majka tra i giovani. Evans il più regolare

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In maglia blu Stefano Pirazzi mentre in bianco Rafal Majka. In rosso c'è Cadel Evans ed in rosa, naturalmente, Vincenzo Nibali © Bettiniphoto

La lotta per la conquista della maglia rosa si appresta ad entrare sempre più nel vivo, dopo il primo arrivo in salita di ieri sull'Altopiano del Montasio, e l'attesa è spasmodica per ciò che accadrà nel prossimo week end, in cui (salvo modifiche al tracciato dovute alle condizioni atmosferiche) si vivranno altri momenti cruciali con le scalata al Jafferau e sul Galibier. Non bisogna però dimenticare però che al Giro d'Italia vi sono anche altre ambite graduatorie, teatro ogni giorno di una lotta vivace e intrigante tra i vari contendenti e che quindi non meritano meno attenzione della contesa per la maglia più ambita. Andiamo pertanto a fare il punto della situazione dopo le 11 tappe fin qui disputate.

Nell'immaginario collettivo per diversi anni è divenuta la maglia amata dai velocisti per eccellenza ma da alcune stagioni la maglia rossa che contraddistingue il leader della classifica a punti sta finendo sempre col premiare un corridore solido, in qualche caso lo stesso vincitore finale del Giro, capace quindi di piazzarsi regolarmente in top ten non solo negli arrivi in salita  o comunque in tappe complicate che vedono protagonisti principali gli uomini di classifica ma anche in frazioni trabocchetto, in cui le ruote veloci finiscono per essere irrimediabilmente tagliate fuori.

Ciò si spiega anche con la volontà degli organizzatori di ricercare percorsi sempre più suggestivi ed arrivi sempre meno scontati, cercando però di accontentare tutte le tipologie di ciclisti in gara, anche se appare sempre più evidente che gli undici arrivi allo sprint del 2004, che finirono per condizionare in maniera determinante la graduatoria (dominata da Petacchi grazie ai suoi nove successi parziali), appaiono come un lontano ricordo, dal momento che è sempre più difficile assistere a piattoni che, soprattutto a livello televisivo, non hanno la stessa presa sul pubblico rispetto ad un altro genere di tappe.

I velocisti più forti sono costretti quindi ad ingegnarsi, a tentare magari in qualche caso la fuga da lontano per vincere i traguardi volanti poiché altrimenti il confronto con corridori più completi rischia di concludersi a vantaggio di questi ultimi. Non è un caso quindi che l'ultimo velocista vincitore della classifica a punti (quando il colore della maglia era ancora il ciclamino) sia stato Daniele Bennati nel 2008, con l'aretino, tra l'altro uno dei più resistenti in salita tra gli sprinter, che seppe far fruttare al meglio i suoi tre successi di tappa. Non è quindi neppure un caso che a guidare attualmente la graduatoria sia Cadel Evans, che in questa classifica vanta tra l'altro già un successo (nell'edizione 2010, quando partecipò alla corsa rosa in maglia iridata, concludendola al 5° posto nella generale).

Il tenace australiano è stato l'emblema finora di come si possa concretamente lottare per un obiettivo come questo, sicuramente non tra i principali alla vigilia poiché il 36enne della BMC è in piena lotta anche per vincerlo questo Giro d'Italia. Se infatti abbiamo trovato Cadel tra i protagonisti nel primo arrivo in salita e nella cronometro di Saltara, tra le più adatte alle sue caratteristiche, i vari piazzamenti volti anche alla ricerca dell'abbuono, come la volata che gli è valsa il secondo posto a Marina di Ascea o in tappe mosse come quelle di Serra San Bruno, Pescara o Firenze, disseminate di strappi che tagliavano irrimediabilmente fuori i velocisti sono stati la testimonianza più autorevole di una costanza che la dice sempre lunga sulla condotta di gara battagliera che da sempre lo contraddistingue e la leadership della classifica a punti può a questo punto consentirgli di ottenere concretamente un nuovo e significativo obiettivo in una gara in cui nessuno o quasi alla vigilia lo considerava tra i principali favoriti.

Così, frequentando abitualmente le zone alte degli ordini d'arrivo, Evans è riuscito a mettere in cascina ben 73 punti, che al momento gli consentono di mantenere un divario di 13 lunghezze nei confronti di chi attualmente occupa la seconda posizione, vale a dire Elia Viviani, al momento a quota 60. Non è ormai un mistero che il corridore veronese stia facendo sempre più di un pensiero a questa graduatoria e la consapevolezza di poter lottare concretamente alla sua conquista è sicuramente venuta dalle due piazze d'onore conquistate alle spalle di Cavendish a Napoli e Margherita di Savoia. Il velocista della Cannondale però ha capito l'importanza di non limitarsi ai soli sprint di gruppo e finora si è impegnato al massimo anche nella conquista dei traguardi volanti, andando persino in fuga in una tappa proibitiva per le ruote veloci come quella di ieri, in cui è riuscito a conquistare preziosi punti che gli hanno permesso di scavalcare di due lunghezze proprio il britannico a quota 58.

La rincorsa dei due sprinter sarà però complicata dalle poche frazioni a vantaggio dei velocisti (sulla carta potrebbero essercene altre quattro, ma in un paio di esse alcuni strappi collocati non lontano dall'arrivo potrebbero rappresentare un ostacolo in più da dover superare) rispetto ai quattro arrivi in salita ancora previsti e alla cronoscalata da Mori a Polsa, in cui Evans avrà ancora la possibilità di incrementare ulteriormente il suo vantaggio. Non è infatti un caso che la maglia della classifica a punti del Giro d'Italia sia l'unica che ancora manca alla collezione di Mark Cavendish, già riuscito ad aggiudicarsela sia al Tour de France che alla Vuelta e che quindi è intenzionato ad entrare nel ristretto club di coloro che l'hanno conquistata in tutti e tre i grandi giri ma le difficoltà del raggiungimento di tale progetto si spiegano con quanto già spiegato in precedenza.

Non meno carica di suspence e di emozioni è la lotta per la conquista della maglia blu di miglior scalatore, diventata il più concreto obiettivo di Stefano Pirazzi, attuale leader della graduatoria con 46 punti. Il corridore laziale della Bardiani, spesso criticato per la sua condotta di gara che lo porta a spendere molte energie per la conquista dei traguardi parziali, sacrificando magari la possibilità concreta di vincere una tappa, ha ormai messo nel mirino la maglia di miglior grimpeur e prova se n'è avuta già nella tappa di Firenze, in cui è stato protagonista di un duello al limite del rusticano con il colombiano Robinson Chalapud, con il quale c'è stato anche uno scambio di parole e gesti non proprio oxfordiani. Quest'oggi Pirazzi ci ha provato nuovamente, transitando in seconda posizione sulla Sella Ciampigotto e giungendo terzo al traguardo ma appare ormai chiaro che proprio l'armata sudamericana possa costituire il più concreto pericolo per la riuscita dell'intento, considerate anche le possibili alleanze che possono nascere lungo il percorso.

In seconda posizione (a quota 26 punti) si è issato al momento il venezuelano Jackson Rodriguez, vincitore del primo gpm odierno e già protagonista nella frazione di ieri, dove era riuscito a passare per primo sul Cason di Lanza. L'atleta dell'Androni è corridore ormai esperto della corsa rosa e quindi potrebbe riprovarci nuovamente nelle prossime frazioni impegnative, così come Robinson Chalapud, terzo a quota 23 punti e per il quale la conquista della maglia azzurra potrebbe rappresentare uno dei maggiori obiettivi della Colombia-Coldeportes di tutto il Giro (su questo poi anche la sua condotta di gara, non solo nel già citato scontro con Pirazzi ma anche nella frazione di Serra San Bruno, dove il suo scopo principale fu quello di racimolare punti al GPM piuttosto che dare linfa al tentativo di Di Luca, è stata assai eloquente in tal senso).

Difficile ma non impossibile che possa rientrare in gioco Giovanni Visconti, primo leader della graduatoria in questo Giro d'Italia e fermo ormai da diversi giorni a quota 16 punti mentre potrebbe sicuramente occupare le prime posizioni Rigoberto Uran (5° con 15 punti), che verosimilmente proverà a fare il diavolo a quattro nei prossimi arrivi in salita. Per Pirazzi quindi le possibilità di successo sono racchiuse tutte nell'ottimale gestione delle proprie energie e nell'individuazione delle tappe in cui giocare le proprie carte, dal momento che soprattutto le ultime due (dove sarà scalato, salvo tagli forzati, lo Stelvio, Cima Coppi anche per questa stagione) mettono in palio tantissimi punti.

Last but not least anche la maglia bianca che andrà a premiare il miglior giovane di questa edizione vedrà il duello per la sua conquista animato nelle prossime tappe di montagna. Dopo la tappa di ieri le insegne del primato sono passate sulle spalle di Rafal Majka, 23enne polacco che rappresenta una delle ultime scommesse di Bjarne Riis, che gli ha affidato il ruolo di capitano già in questa edizione che segna il suo debutto nella corsa rosa, dopo che lo scorso anno non era passata inosservata la sua ottima prestazione alla Vuelta di Spagna, in cui fu uno dei gregari più brillanti in appoggio ad Alberto Contador, che si aggiudicò la corsa a tappe spagnola. Il primo arrivo in salita ha già fornito risposte molto confortanti in merito, visto che il giovane polacco, sempre presente nel gruppo di Nibali, ha concluso con un'incoraggiante sesta posizione ed è riuscito ad entrare in top-ten (persa quest'oggi per via dell'azione di Intxausti nell'ultima erta verso il Vajont). Oltre alla bontà della prestazione però la prova offerta sull'Altopiano del Montasio gli ha portato in dote anche la leadership tra i giovani che ora andrà difesa con le unghie e con i denti nelle prossime frazioni.

A giudicare però dalle ultime prestazioni il grande favorito per la conquista della maglia bianca diviene Carlos Betancur, apparso tra i più brillanti in salita dopo la pessima cronometro di Saltara e distante solo 1'05" da Majka. Un divario assolutamente colmabile per il talentuoso colombiano, che già da alcune stagioni appare come un predestinato (del resto nel 2010 si aggiudicò il GiroBio) e che vanta già una precedente esperienza nella corsa rosa (nel 2011 mentre lo scorso anno il mancato invito dell'Acqua&Sapone gli impedì di schierarsi al via), in cui riuscì a finire in crescendo terminando al 4° posto il tappone del Sestriere in cui era prevista la scalata al temuto Colle delle Finestre. 

La verve mostrata negli ultimi giorni dunque fa presagire ad un Betancur voglioso non solo di ottenere il successo di tappa ma anche di entrare tra le prime dieci posizioni della generale e, sull'onda di questi obiettivi (senza trascurare neppure la cronoscalata Mori-Polsa) anche la maglia bianca potrebbe concretamente essere alla sua portata. Molto più complicata invece la risalita di Wilco Kelderman, in bianco dopo la cronometro da Gabicce Mare a Saltara ma apparso in difficoltà nel primo arrivo in salita e quindi destinato a possibili giornate in appoggio a Robert Gesink.

Il giovane olandese è comunque all'esordio in un grande giro e tutto ciò che di buono arriverà sarà tutto di guadagnato, anche se i 4'34" da recuperare nei confronti di Majka costituiscono un distacco già abbastanza importante da recuperare e nemmeno la cronoscalata, che arriverà al termine di altre due tappe molto impegnative, potrebbe bastare per limare il gap. Fuori dai giochi in questa graduatoria, purtroppo, i corridori di casa nostra con Fabio Aru, uno dei principali indiziati a concorrere per la maglia bianca e in grado di vestirla per diversi giorni nelle insidiose tappe appenniniche, costretto a dire addio ai sogni di gloria per via di un virus gastointestinale che ne ha messo addirittura in pericolo il prosieguo della gara (anche se il peggio sembra essere passato) mentre altri due atleti di talento come Diego Rosa o Manuel Bongiorno stanno affrontando il Giro con lo scopo principale di fare esperienza e di cercare magari fortuna nella singola giornata (anche se il corridore piemontese si è già fatto notare in appoggio a Franco Pellizotti nella tappa di ieri, terminando poi anche non troppo lontano al traguardo).

Come si può vedere quindi di buoni motivi per restare incollati davanti alla tv o per presenziare a bordo strada nei prossimi giorni ve n'è più di uno ma d'altro canto la lotta per le altre graduatorie nelle ultime stagioni ha sempre finito col fornire spunti di assoluto interesse. Oltre che vincitori assolutamente degni.

Vivian Ghianni

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