Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Giro d'Italia 2013: Nibali si difende, altri soffrono - Difficoltà Wiggins, male Hesjedal. Vince Belkov

Versione stampabile

Bradley Wiggins in fondo al gruppo dei migliori dopo un'altra giornata difficile © BettiniphotoAi tempi di Gino Bartali, immenso ciclista alla cui memoria la nona tappa della corsa rosa era dedicata, una frazione come la Sansepolcro-Firenze avrebbe anche potuto decidere un Giro d'Italia. Altre strade, altre bici, altro tutto, altre gambe anche: alle Sanremo si iniziava a battagliare sul Turchino, gli sterrati rendevano selettive anche le gare in pianura, e orientativamente i capitani (e che capitani!) tendevano sempre a fare la corsa in prima persona.

Ai tempi nostri, invece, è molto più facile che la classica tappa appenninica si trasformi - con l'elisione di qualche lettera - in tappa-pennica, nel senso del sonnellino pomeridiano che coglie gli appassionati davanti alla tv quando lo spettacolo ciclistico langue; l'anno scorso, per dire, avremmo rischiato proprio una giornata di noia mortale, visto quanto poco battagliate furono molte frazioni, anche interessanti sulla carta, della corsa rosa 2012. Ma ci sono edizioni del Giro che nascono sotto una buona stella, e quella che stiamo vivendo, e che oggi ha chiuso ottimamente una prima parte ricchissima di cose e di interesse, evidentemente è tra queste. Edizioni baciate dalla bellezza, dall'incertezza, testimoni della nascita di qualche nuovo campione o dell'affermazione di altri, vissute su copioni non scritti in partenza ma sempre pronte al ribaltone. Se il Giro delle restanti due settimane, fino a Brescia, si mantiene all'altezza del tratto Napoli-Firenze, ce lo ricorderemo davvero per decenni.

La fuga del giorno e la lotta ai Gpm
La Sansepolcro-Firenze, dicevamo. Coi suoi 4 Gpm piazzati da metà tappa in avanti, era un bocconcino troppo succulento perché i lottatori della maglia azzurra se lo lasciassero sfuggire. E infatti quando dopo 20 km di tappa l'attesa fuga del giorno si è messa in moto, nessuno s'è sorpreso di scorgere, tra i 12 attaccanti, le sagome di Giovanni Visconti, che quella maglia indossava da diversi giorni, e di Stefano Pirazzi, il principale pretendente al trono. Né ci siam sorpresi di ritrovare non uno ma due esponenti del Team Colombia, ovvero di quella squadra che fin qui è stata abbastanza impalpabile, ma che da tutti è attesa a cose egregie ora che le montagne arriveranno davvero, sul percorso del Giro. Chalapud (già all'attacco con Di Luca verso Serra San Bruno) e Pantano (cognome impegnativo) erano gli uomini di Corti nell'attacco mattutino; tra gli altri 8 abbiamo trovato antichi veltri da fugona (garanzia Gárate e Petrov), infaticabili uomini-squadra come Belkov (sempre all'attacco in questa primavera), Proni e Mestre, e un terzetto di giovani da seguire, a partire dal veloce Fabio Felline, proseguendo col buon cronoman Michal Golas e con l'interessante prospetto svedese Tobias Ludvigsson (il più imberbe della compagnia coi suoi 22 anni).

Il Gpm della Consuma (vetta a 88 km dalla conclusione) ha visto le prime schermaglie: Chalapud è scattato per anticipare, Pirazzi l'ha seguito e l'ha un po' chiuso (in maniera non scorretta, però), andando a prendersi i 9 punti in palio per il primo. Il colombiano non l'ha presa bene, e urlando al collega "mira el dito!" (frase sentita mille volte in vecchi spot pubblicitari durante il Giro) gli ha mostrato come intende lui il concetto di "in medio stat virtus". Intanto un Visconti giù di corda si faceva anticipare da Pantano per il terzo posto, e il gruppo lasciava fare, distanziato di un cinque minuti e controllato senza grossi patemi dall'Astana.

Sulla discesa dalla Consuma, mentre giungeva notizia del ritiro di Jeannesson (in precedenza aveva mollato il venezuelano Gil; al mattino Chicchi non era partito per febbre), su Pirazzi e Chalapud è rientrato Belkov, veramente bravo nelle picchiate, meno quando si trattava di salire: infatti sul successivo colle, quello di Vallombrosa, il russo ha faticato a tenere il ritmo degli altri due, i quali continuavano a dar vita a divertenti siparietti: della serie, Pirazzi va all'ammiraglia e Chalapud ne approfitta per scattare; Pirazzi rientra e Chalapud si ferma in surplace (facendo rientrare pure Belkov).

A 3 km dal Gpm (e a 65 dalla fine) il laziale della Bardiani ha dato una sgasata un po' più efficace e si è involato verso il traguardo di prima categoria posto in cima. Su di lui il mai domo "Chala" è comunque rientrato proprio allo scollinamento, mentre Belkov è transitato a 47" e gli altri resti della fuga a un minuto e un quarto.

In discesa, il capolavoro del russo della Katusha: non solo è rientrato, ma ai -55 Belkov ha anche salutato la compagnia, andandosene tutto solo. Gli altri due (ex) battistrada non sono stati in grado di seguire il 28enne di Ishevsk, e sono stati riassorbiti dagli altri intercalati (Felline e soci), mentre la lepre di giornata iniziava a guadagnare in maniera consistente sulla picchiata bagnata.

Perché - forse non l'avevamo ancora scritto - la pioggia che scendeva copiosa dal cielo stava rendendo la strada insidiosissima, e al contempo faceva riscoprire alla maggior parte dei corridori la bellezza insita nell'essere cauti. Inutile dire che il principale testimonial di un simile approccio era, in gruppo, Bradley Wiggins.

Sky, storia di un disastro evitato
Il plotone, lungi dal voler correre rischi inutili, aveva rallentato notevolmente l'andatura in discesa, permettendo così che Belkov volasse a +6'40" rispetto a Nibali e soci (ma il russo stava costruendo un buon margine - prossimo ai 2' - anche sugli immediati inseguitori). Tanto non è bastato affinché l'ex cannibale in pectore del Giro, ovvero Wiggo, tenesse le ruote dei suoi principali avversari di classifica. Metro dopo metro, il britannico è riuscito a perdere un minuto pieno rispetto a Nibali e agli altri, e solo la santa pazienza dei suoi compagni di squadra (esclusi stavolta i due colombiani, lasciati nel drappello dei migliori al contrario di quanto avvenuto venerdì), fermatisi ad aspettarlo e poi a scortarlo, ha impedito che la giornata di oggi si risolvesse in una disfatta per Bradley.

Un inseguimento lungo 30 km (diventato tanto più efficace quanto più la strada è tornata pianeggiante) ha infine permesso al trenino Sky di rientrare sui migliori, ma è sicuro che correre in questo modo è di uno stressante mai visto, e in ogni caso non garantisce che si possa ribaltare la classifica: già è tanto non perdere altro terreno dalla maglia rosa, in queste condizioni. D'altro canto, l'alternativa sarebbe (stata) quella di vedere Wiggo rotolare giù - e conseguentemente, forse, a casa a preparare il Tour. Meglio che l'inglese resti in gara, intanto perché - pro domo sua - non si sa mai (potrebbe anche smettere di piovere, o lui potrebbe riuscire a lasciarsi alle spalle la paura che gli è entrata dentro nella tappa di Pescara); e poi perché il Giro resterebbe mutilato da un eventuale addio di Bradley, che con Nibali era indubbiamente l'uomo più atteso.

L'altro lato della medaglia, rispetto all'inseguimento degli Sky, è la mancata capacità da parte delle squadre avversarie di approfittare fino in fondo dei problemi di Wiggins. La Astana ha tirato ma non alla morte; altre formazioni, come Garmin e BMC, hanno dato un minimo contributo (ai 35 km), ma quando era ormai tardi e i nerazzurri d'Albione erano ormai sulla via del ricongiungimento. Chissà che questa sorta di tennistico braccino non si ritorca contro quelli che oggi (e a Pescara) hanno avuto pietà dell'avversario in crisi: perché se quell'avversario si ritrova, potrebbe anche mettere a ferro e fuoco il Giro, punendo così l'ignavia dei suoi rivali. Va anche detto che nemmeno gli altri uomini di classifica, a 2 settimane dalla fine della corsa rosa, potevano più di tanto rischiare cadute e scivoloni su un fondo stradale così pericoloso.

La giornata magica di Belkov, la crisi di Hesjedal, la beffa di Betancur
Intanto, mentre in gruppo si consumavano queste grandi manovre, Belkov davanti a tutti guadagnava e guadagnava, fino a portare a 3'30" (!) il margine sui primi inseguitori, ai piedi della penultima salita di giornata, la Vetta Le Croci. In salita il russo si è gestito, perdendo ovviamente molto terreno, ma salvando quanto necessario per proseguire nel suo progetto di arrivare tutto solo a Piazzale Michelangelo. E dal gruppo di Pirazzi (dal quale Visconti aveva perso definitivamente terreno) è emerso in salita Pantano, transitato con qualche secondo sullo stesso Pirazzi al Gpm; e in discesa Ludvigsson, che si è riportato sul colombiano e con lui è rimasto fino alla fine, nel vano inseguimento a Belkov.

La salita di Fiesole (affrontata in senso inverso rispetto a quanto avverrà al Mondiale fiorentino di settembre) vedeva Maxim sputare le ultime energie per difendersi (impresa riuscita ottimamente: 1'20" il margine mantenuto in vetta su Ludvigsson e Pantano), e il gruppo riportarsi sugli altri reduci dalla fuga (Pirazzi, Felline e compagnia bella), proprio mentre Betancur scattava fortissimo a 500 metri dalla vetta.

In quel momento, nel plotone della maglia rosa (già abbondantemente selezionato dal gran lavoro di Kangert, preziosissimo gregario di Nibali, e ridotto a una quarantina - anche meno - di unità), si verificava un'assenza molto importante: quella di Ryder Hesjedal. Il vincitore dell'ultimo Giro si è infatti staccato a un paio di chilometri dal Gpm, ed è riuscito a perdere quasi un minuto in quel breve frangente.

Gli ultimi 9 km, dopo Fiesole, sono così vissuti sulla volontà di Belkov (via via sempre più certo della vittoria), sulla rassegnazione di Pantano e Ludvigsson (che speravano perlomeno di salvare il piazzamento di giornata), sulla caparbietà di Betancur (che ha tirato a tutta per riportarsi sugli attaccanti del mattino e per distanziare i rivali di classifica), sull'impegno del gruppo dei migliori per tenere fuori dal club Hesjedal, e sul tentativo (riuscito) di Wiggins di restare in piedi senza perdere ancora contatto.

Belkov, con gran merito, è andato a prendersi questa sospirata vittoria, nello scenario fantastico della "balconata" di Piazzale Michelangelo; Betancur, strepitoso nel finale, ha messo nel mirino la coppia degli intercalati ai piedi della salitella conclusiva, e nel lungo sprint per il secondo posto ha superato prima Ludvigsson e poi, in dirittura d'arrivo, Pantano. Purtroppo per Carlos, il vincitore era già arrivato da 44", ma lui non lo sapeva, convinto che non ci fossero altri fuggitivi davanti. E così ha esultato con gran trasporto per una vittoria che non c'era, mentre il connazionale Pantano, appena scavalcato, non riusciva a trattenere una mezza risata assistendo alla gaffe di Betancur. Il quale comunque, tra abbuono (12") e vantaggio acquisito, ha recuperato 31" su Nibali, dimostrando di non avere ancora l'intenzione di tirare i remi in barca in ottica classifica generale (il suo ritardo ora è di 5'37").

A 1'03" da Belkov Evans ha sprintato per il quinto posto su Intxausti, Di Luca, Santambrogio, Damiano Caruso e Nibali. Hesjedal, unico uomo di classifica a perdere terreno, ha pagato ai rivali 1'06": proveremo poi a capire la natura di questa débâcle, se sia stata un problema transitorio dovuto al freddo o a qualche problema fisico, o se sia un campanello d'allarme per il simpatico canadese.

La generale non cambia per i primi cinque posti (Nibali ha 29" su Evans, nuova maglia rossa, 1'15" su Gesink, 1'16" su Wiggins e 1'24" su Scarponi), lo scivolone di Hesjedal dalla sesta all'undicesima piazza (a 3'11" dalla maglia rosa) lascia campo a Henao, Santambrogio, Niemiec e Urán, tutti risaliti di una posizione, mentre Kangert di scalini ne ha fatti due, visto che anche Weening, che gli era davanti, è saltato, rotolando dall'undicesima alla 38esima posizione. Pirazzi è riuscito a conquistare la maglia azzurra, vedremo la sua tenuta nei tapponi di montagna che verranno.

Ce n'è uno importante già martedì, dopo il primo giorno di riposo che - attesissimo da tutti, e in particolare da qualcuno che ha bisogno di recuperare fisicamente più di altri - giunge in concomitanza col megatrasferimento da Firenze al Friuli. La decima tappa, da Cordenons all'Altopiano del Montasio (167 km) transiterà dall'ostica salita di Cason di Lanza prima della scalata che porterà il gruppo al primo vero arrivo in quota di questa edizione: anche l'ascesa verso il traguardo è (almeno a tratti) bella duretta, se la corsa si accenderà già sul penultimo Gpm potremo vedere grandi cose. Nella speranza che il maltempo dia a tutti almeno qualche giorno di tregua.

Marco Grassi

RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano