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Giro d'Italia 2013: Intxausti e una rosa dedicata a Tondo - Beñat leader a sorpresa. Fino a dove può arrivare?

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Beñat Intxausti a Pescara festeggia dopo aver conquistato la maglia rosa © Bettiniphoto

Alzi la mano chi, alla partenza questa mattina da Marina di San Salvo, si sarebbe aspettato Beñat Intxausti Elorriaga in maglia rosa; immaginiamo che il numero sia prossimo allo zero. Il ventisettenne corridore della Movistar ha approfittato degli errori altrui ed ha vestito il simbolo del primato con pieno merito per quanto visto sinora. La sua Movistar, infatti, ha terminato al secondo posto la cronosquadre di Ischia, risultando altresì particolarmente compatta nelle altre tappe. Da questo punto di vista non si può negare che la squadra diretta da Eusebio Unzué ha sempre onorato col massimo impegno la gara italiana, avendo raccolto un podio nel 2010 con David Arroyo e due vittorie di tappa sia nel 2011 che nel 2012.

Ai nastri di partenza la formazione era ritenuta fra le più complete e competitive al via e non si può dire che le opinioni della vigilia fossero errate: oltre alla rosa conquistata oggi, Giovanni Visconti ha indossato la maglia della classifica dei Gpm in cinque occasioni e Francisco Ventoso ha cercato il successo negli sprint. Le uniche note dolenti provengono da Eros Capecchi e Juan José Cobo, entrambi già fuori classifica anche per colpa di una condizione non adeguata (per il toscano c'è anche il pesante inconveniente dell'allergia di stagione).

Tornando al protagonista principale di giornata, possiamo ricordare che è passato professionista a ventunanni nel 2007 in una piccola formazione spagnola, il Grupo Nicolás Mateos; nella stessa stagione ha difeso i colori iberici al Tour de l'Avenir vinto piazzandosi in quinta posizione, distante 1'32" dal vincitore Bauke Mollema. Nel 2008 viene ingaggiato dalla Saunier Duval, dove resta anche nella stagione successiva, ma non ottiene risultati di rilievo.

Nel 2010 passa all'Euskaltel dove si mostra ad altissimo livello nella corsa di casa, la Vuelta al País Vasco, ottenendo una seconda piazza finale alle spalle di Chris Horner. Dal 2011 ha firmato con l'attuale team e la sua scalata nelle gerarchie è proseguita col quarto posto nella corsa basca e col quinto al Tour de Romandie.

Tuttavia, il 23 maggio 2011 un fatto tragico ha segnato la sua vita: nel pomeriggio di quel lunedì maledetto si trovava a casa dell'amico e compagno di squadra Xavier Tondó quando la porta del garage lo travolse uccidendolo. Nel resto della stagione il basco ha perso lo smalto, non ritrovando più il colpo di pedale buono.

Nel 2012 ha ottenuto la prima vittoria nella classifica generale della Vuelta a Asturias; nel mese di maggio ha partecipato al primo Giro d'Italia dove, dopo un secondo posto conquistato a Lago Laceno, ha mantenuto un alto livello di competitività fino a quando non è stato costretto per dei problemi di salute a perdere molto tempo nelle tappe dolomitiche, facendolo terminare al trentottesimo posto finale. Alla Vuelta successiva ha lavorato come preziosissimo gregario di Alejandro Valverde e, nonostante tutto, è arrivato a Madrid chiudendo la top ten.

In questo 2013 le migliori prestazioni le ha mostrate sempre alla Vuelta al País Vasco dove ha concluso ottavo, finendo in crescendo con l'ottima prova nella crono finale di Beasain dove arrivò terzo. Quella gara contro il tempo venne corsa sotto un'incessante pioggia, situazione che potrebbe verificarsi domani a Saltara.

Chissà che lui, primo corridore basco a vestire la rosa dopo Abraham Olano - che la indossò un solo giorno nel 1996, prendendola al Passo Pordoi per lasciarla ventiquattr'ore più tardi a Pavel Tonkov sulla via dell'Aprica - non possa piazzare una discreta sorpresa e chissà, rivestire i panni di nome a sorpresa per la classifica generale.

Alberto Vigonesi

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