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Giro d'Italia 2013: Le dichiarazioni della sesta tappa

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Ecco le dichiarazioni dei protagonisti al termine della sesta tappa del Giro d'Italia.

Mark Cavendish (Omega Pharma Quickstep) da Raisport
«Sono contento, incredibile! La squadra ha fatto un lavoro immenso, tutto è stato perfetto. La seconda vittoria di tappa è importante. Quest'anno ci sono solo due tappe per velocisti, la prossima sarà tra sei giorni. Io le prime due le ho vinte. Siamo una grande squadra, abbiamo mostrato in entrambe le volate che siamo il team da battere. Sono felice del Giro con questa squadra. Non credo che sia possibile avere la maglia rossa, Michele Acquarone ha cambiato il sistema di punteggio per avere più velocisti, ma ci sono meno tappe. Ci provo. Mi piacciono molto le maglie del Giro, le ha disegnate Paul Smith, un mio amico. Vorrei tenerle a lungo ma non penso sia possibile».
 
Salvatore Puccio (Team Sky) da Raisport
«Abbiamo superato due giornate abbastanza dure. Con la maglia rosa sono stato fortunato in un senso, sfortunato nell'altro: c'erano due tappe transitorie ed avevo la possibilità di tenere la maglia altri due giorni. Il clima in squadra è ottimo. Oggi siamo stati sfortunati perché dopo il cambio di bici ci siamo trovati bloccati in mezzo alla caduta. Per fortuna siamo riusciti a rientrare. Stanno provando a mettere un po' di zizzania nel team ma il nostro gruppo è tranquillo: non credo che Rigoberto Urán abbia bisogno di farsi vedere davanti per trovare un'altra squadra o rinnovare con Sky. Anche oggi s'è visto, è stato uno dei primi ad aspettare Wiggins quando ha cambiato la bici. Il mio sogno era di partecipare al mio primo Giro; non so fino a che punto posso arrivare, spero di essere in buone condizioni fino alle ultime tappe. Io penso che il fisico regge bene, stiamo preparando il dopo crono che sarà molto importante noi. Se serve per la squadra io dovrò essere sempre pronto».
 
Mattia Gavazzi (Androni Giocattoli-Venezuela) da Raisport
«Sono un po' amareggiato, sconfitto e c'è stata un po' di tensione dopo l'arrivo ma va bene così, che abbia vinto Cavendish, il più forte. Io ero indietro, non sono riuscito a rimontare. Ai 400 metri mi son trovato Robert [Hunter] davanti e l'ho spostato per passare. Peccato, son rimasto solo nel finale, ho preso tanta aria, altrimenti avrei potuto fare meglio di un 4°, 5° posto, ora onestamente non saprei dire come ho chiuso».
 
Luca Paolini (Katusha) da Raisport
«All'inizio del circuito finale volevo stare davanti e così ho messo la squadra a tirare. Poco dopo ci hanno detto che c'era stata una caduta ed abbiamo preferito rallentare per far rientrare tutti».
 
Elia Viviani (Cannondale) da Raisport
«Devo ammettere che Mark quando ha preso la testa della volata aveva una marcia in più. Ha superato bene gli ultimi tre giorni, che sono stati lunghi e difficili. Sicuramente la volata è stata un po' in confusione e quando ho preso la sua ruota ho cercato di tenerla e magari, visto il vento, di saltarlo nel finale. Eppure la sua progressione era davvero perfetta, quindi gli faccio i complimenti per questa gran volata. La maglia rossa è un obiettivo che va curato giorno per giorno. Oggi ho preso 8 punti nei traguardi volanti, ieri 6, e poi quando ti trovi alle spalle di Cavendish in volata il punteggio sale. Sicuramente la voglia di arrivare a Brescia c'è, quindi, perché non pensare alla maglia rossa?».
 
Giovanni Visconti (Team Movistar) da Raisport
«Ho preso una botta forte, ad alta velocità, all'anca. Farò una radiografia, per sicurezza, ma penso e spero di non avere niente. Oggi volevo avere una giornata di riposo in vista di domani, chissà che aver perso un po' di tempo oggi non sia buono per domani. Oggi ho fatto un bel volo ma alla fine sono qui a parlare con voi. Già per questo sono contento».
 
Roberto Ferrari (Lampre-Merida) da Comunicato Stampa Lampre-Merida
«Purtroppo Pozzato è incappato nella grossa caduta e si è riaccodato dopo alcuni chilometri al gruppo, spendendo energie per rientrare. Mi sono portato nelle prime file già a circa 7 km dall'arrivo, perché altrimenti sarebbe stato molto faticoso risalire il plotone. Tenere le posizioni si è rivelato però molto difficile, da dietro alcuni corridori hanno rimontato e mi sono trovato un poco chiuso sul rettilineo finale. Al momento di ripartire, ho dovuto subito frenare una prima volta e ripartire, poi ancora un paio di colpi di freno ed ecco che la volata era ormai persa».
 
La Redazione

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