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Giro d'Italia 2013: Questo è l'Enrico che conoscevamo - Riecco Battaglin dopo un anno no

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A Serra San Bruno Enrico Battaglin festeggia la prima vittoria al Giro d'Italia © BettiniphotoA cavallo tra il maggio e il giugno del 1973, un nuovo atleta si affacciò sul panorama del ciclismo internazionale. Fresco della vittoria del Giro Baby l'anno precedente, Giovanni Battaglin esordiva in maglia Jolly Ceramica al Giro d'Italia, lottando spalla a spalla con un Eddy Merckx all'apice della sua carriera agonistica per conquistare un posto al sole.

Alla fine quel ragazzo di bell'aspetto dal marcato accento vicentino chiuse il suo primo giro sul podio, terzo dietro Gimondi, lasciando l'idea che avrebbe fatto parlar di sé anche in futuro. Otto anni dopo, nonostante sfortuna e infortuni che ne rallentarono la crescita, quel ragazzo andò a conquistare Vuelta e Giro, impresa unica riuscita solo ad Eddy Merckx quando le due corse venivano disputate una a ridosso dell'altra, in primavera. 

Quarant'anni dopo, un altro Battaglin, da Marostica (citando il grande De Zan), si affaccia sul panorama internazionale, quando qualcuno cominciava a non crederci più. Chiariamo subito: nessuna parentela con Giovanni, che nel frattempo è diventato uno dei maggiori costruttori di biciclette in Italia. E tante differenze a livello atletico: il primo fu un grande scalatore e corridore da corse a tappe, vincendo relativamente poco (una cinquantina di corse in tutto tra i professionisti), appariva belloccio e disinvolto.

Il secondo, più ingessato e imberbe, è un corridore completo dotato di spunto veloce, e seppur da dilettante ha mostrato di difendersi bene in salita, non sembra aver grandi velleità di corse a tappe, quanto di diventare un uomo da classiche, Ardenne in particolare. Li accomuna la parlata, quell'accento un po' nasale e biascicato tipico delle prealpi vicentine ed un sentiero da predestinati che parte da Marostica e vede i suoi segnali di consacrazione in quel del Giro d'Italia. 

Il percorso di Enrico Battaglin comincia molto presto, forse più di quanto si dovrebbe, ad appena 6 anni. Il ragazzo cresce e fa vedere ottime cose in maglia Sandrigosport già da junior, vincendo e rendendosi protagonista nelle corse a tappe: 2° al Trittico Veneto, 3° alla Tre Giorni Bresciana, vincitore dell'ultima tappa al Giro della Lunigiana davanti ad altri corridori recentemente sugli scudi (Kwiatkowski e Puccio).

Il passaggio al dilettantismo è sotto il segno di una delle migliori squadre che un dilettante italiano possa desiderare: la Zalf Desirèe Fior. In quattro anni Enrico conquista 21 successi, concentrati specialmente nel terzo e nel quarto anno. Per lui tante internazionali in Italia e un Giro delle Regioni, l'ultimo, seppur monco (sole due tappe). A fine 2010 il contatto con Reverberi già ci sarebbe, e i tempi sembrano ormai maturi per lasciar passare Battaglin al professionismo.

Ma il ragazzo vuole accumulare ancora esperienza, una decisione per la quale parte dell'osservatorio, che lo ritiene già maturo, storce un po' il naso, visto anche che non ci sono ulteriori obiettivi da conseguire. E difatti lo stage agostano in casa Colnago si trasforma in un passaggio al professionismo vero e proprio, che culmina con Enrico Battaglin vincente, il 6 ottobre, alla Coppa Sabatini, davanti a un mostro sacro come Rebellin e a Daniel Moreno.

Crescono dunque le attese per la stagione 2012: seppure il calendario della Colnago sia limitato, si presume che Battaglin vada incontro a un inizio di carriera scopiettante. I primi segnali ci sono (3° posto al GP Lugano), ma la tendenza stagionale è al ribasso. Battaglin manifestanza costanza, tenuta nelle corse a tappe (7° al Turchia, 15° al Padania), ma è impalpabile al Giro e fallisce le corse di un giorno. Un po' poco una stagione a vuoto per giudicare un talento come disperso, ma la preoccupazione sale e il 2013 non porta segnali incoraggianti, se non nel pre-Giro.

Ieri Enrico è riuscito a stare coi migliori, oggi a portare a casa questo sprint magnifico, su un terreno atipico, dove la potenza valeva più dei tatticismi. Un successo che è valso la gioia dei compagni di squadra, che ha il volto di un Francesco Manuel Bongiorno che esulta come se avesse lui. Alcuni sono i compagni di squadra di sempre, se si pensa che 7 dei 9 vengono dall'orbita Zalf. A fine giro potremo avere un'idea di dove può arrivare Enrico Battaglin.

Potrebbe già bissare domani, con l'infido arrivo materano, come potrebbe anche far classifica da top 20, visti i trascorsi. Nel caso che una delle due cose si verifichi, urgerebbe un altra sistemazione per il nuovo Aquilotto di Marostica, perchè il confronto con corse più importanti (Ardenne in primis, dove ci siamo manifestati tanto carenti quest'anno) non può più aspettare.

Nicola Stufano

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