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Giro d'Italia 2013: Se l'Astana va più forte della Sky - Mutano gli equilibri tra i team? E la Garmin di Hesjedal è un fattore

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Il gruppo tirato dagli Astana di Nibali, con Hesjedal a ruota. Wiggins praticamente isolato © Bettiniphoto

Alla vigilia della Grande partenza da Napoli, quando tutti prospettavano, così come prospettano ora, uno scontro memorabile per la maglia rosa tra Wiggins e Nibali, scrivevamo: «Nessuno vieta al terzo incomodo, al Ryder Hesjedal di turno, di intromettersi tra guerre e marcamenti a uomo tra Astana e Sky, andando a vincere il 96° Giro d'Italia».

Non che fossimo stati chissà che profeti nel prevedere una corsa rosa non solamente chiusa ad un duello tra Sky ed Astana, siccome la Garmin ed il suo capitano, il campione uscente Ryder Hesjedal, avevano già mostrato sulle Ardenne, alla Liegi, di andar forte, molto forte.

Assodati come uomini da battere Wiggins e Nibali, il corridore canadese ha dato prova a tutti di essere il più in palla, forse pure troppo, considerando che siamo solo alla terza tappa e le difficoltà vere devono ancora giungere (e sono ben lontane).

La Sky, ancora una volta, s'è scioglicchiata attorno a Wiggins, non lasciandolo solo (con l'inglese, nelle fasi calde, diciamo sul Sella di Catona, c'erano i soli Henao ed Urán) ma nemmeno scortandolo come uno squadrone che ha la maglia rosa e che ha appena vinto, quasi dominato, una cronosquadre, dovrebbe fare. Succede così che l'Astana, zitta zitta, abbia non solo la punta più adatta alle tappe che verranno - e stiamo ovviamente parlando di Vincenzo Nibali - ma anche i gregari più attenti, in condizione e brillanti del gruppo.

Sulle ultime salite di oggi, non certo dolomitiche, è stato però Ryder Hesjedal ad accendere la miccia, facendo esplodere il gruppo. Davanti solo i migliori, i favoriti della vigilia già vigili e ben scortati. Tutti o quasi. Se infatti Nibali poteva concedersi il lusso di inseguire Hesjedal con l'aiuto di Kangert, Agnoli e successivamente Aru, Wiggins stava alla finestra, con Henao (che chiuderà con 37" di ritardo) ed Urán al suo fianco. Pochino per la super Sky che s'è vista da un paio d'anni a questa parte e che è stata disegnata per portare sul trono di Brescia Sir Bradley Wiggins.

Il baronetto britannico stava a guardare mentre ancora Hesjedal attaccava, in un primo momento da solo, quindi metteva in testa i compagni Navardauskas e Danielson. Garmin-Sharp ed Astana padrone su queste rampe prese a velocità sì elevate ma che certo non possono essere paragonate a Gavia o Stelvio. Sky sparpagliata. Non sarà che questo squadrone, da molti decantato come il più organizzato ed efficiente in circolazione, non sia adatto al Giro?

In meno di ventiquattr'ore hanno vinto una cronosquadre facendo tagliare il traguardo a Dario Cataldo, convinti che l'abruzzese avrebbe preso la maglia rosa in Italia. La somma dei piazzamenti ha invece premiato, inaspettatamente per gli inglesi, Salvatore Puccio; poco male, soprattutto per il classe '89 siculo-umbro, che oggi s'è goduto una giornata indimenticabile. Non altrettanto per i suoi compagni, messi alla frusta sin da metà gara per non concedere troppo alla fuga (Luca Scinto ha apprezzato molto, parlando di un Giro che è lungo, di squadre che per vincere dovranno fare i conti con loro e dell'utilità delle amicizie nelle tre settimane, chiudendo con un: «Gli inglesi ci vogliono insegnare il ciclismo?». Più di così...), saltati dopo uno scatto ben piazzato da Ryder Hesjedal.

L'Astana invece, pompata decisamente meno rispetto ai britannici, ha fatto il suo sporco, onesto, perfetto lavoro. Nibali ha colto nello scatto di Hesjedal la possibilità di tastare il polso a Wiggo sin da subito, di metterlo a cuocere al caldo del Cilento, di provare ancora una volta i meccanismi di una squadra parsa già oliatissima al Trentino. Kangert in testa per infiniti chilometri, Agnoli a far da angelo custode allo Squalo, Aru, che da oggi è maglia bianca (altra motivazione per il fortissimo sardo, ce ne fosse mai stato bisogno, per tener duro), a raggiungere la testa della corsa ed a lavorare per il suo capitano.

Tutto funziona alla perfezione tra i kazaki, e poco importa se Luca Paolini se ne andrà in discesa verso una vittoria. Agli Astana la classifica di giornata non interessa, serve arrivare in rosa a Brescia, non a Marina di Ascea. Wiggins è comunque secondo nella generale - primo dei corridori di vertice - a 17" da Paolini, mentre Nibali è 5° a 31" ed Hesjedal 7° a 34".

Già Hesjedal: non sarà che a forza di parlare di Wiggins e Nibali, Nibali e Wiggins, il canadese della Garmin-Sharp, pur non sfruttando più l'effetto sorpresa e l'attendismo del 2012, agirà all'ombra dei due super favoriti e chissà, forse bisserà il successo dello scorso anno? In fondo, ad oggi, Ryder ha una squadra molto forte, con Danielson, Stetina ed Haas per le salite, giusto per fare tre nomi.

Sempre restando a stasera, la gamba di Hesjedal è a dir poco impressionante, così come la sua magrezza (avrebbe perso un chilo rispetto al 2012, ora è 69 kg); forse è troppo in forma, paradossalmente, per essere giunti solamente alla frazione numero tre della corsa rosa, ma questo ce lo dirà il tempo, breve come sempre in una grande corsa a tappe: tre settimane che possono far nascere nuovi re un giorno e defenestrarli poche ore più tardi.

Wiggins aspetta solo e soltanto Saltara per portarsi avanti rispetto a Nibali, e non è detto che il Sir ponga tra sé ed il messinese troppi minuti in quella crono. Nel mentre Nibali attaccherà con la sua squadra di faticatori e scalatori, Hesjedal lo imiterà. Attenzione al canadese, lo ripetiamo: con quella gamba, questa squadra e l'abilità a cronometro che ben conosciamo (ne sa qualcosa il povero Joaquim Rodríguez, che nel 2012 s'è visto strappare la maglia rosa dal canadese proprio nell'ultima prova contro il tempo, in quel di Milano) potrebbe diventare ancora una volta l'ago della bilancia della grande sfida della vigilia.

Per ora possiamo constatare come l'Astana sia decisamente più compatta ed affidabile della Sky, specie per un percorso come quello del Giro d'Italia che stiamo viviendo, parlando a lungo temrine. E di quanto Hesjedal voli, letteralmente. Troppo in forma il canadese? Chi lo sa...

Francesco Sulas

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