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Giro d'Italia 2013: Cavendish trova l'oro di Napoli - Mark batte un agguerrito Viviani, Bouhanni terzo, Nizzolo quarto

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Mark Cavendish primo a Napoli nella tappa d'apertura del Giro d'Italia 2013 © BettiniphotoInutile dire che l'avevamo immaginata proprio così, questa grande partenza da Napoli del Giro d'Italia numero 96. Con una volata, certo; con le cadute, inevitabili; con la fuga dei comprimari senza speranza; col parapiglia finale; e, al momento topico, col colpo da fuoriclasse del più bravo della schiera, bravo non una ma due, tre, quattro volte. Mark Cavendish, ormai un aficionado del Giro, di tappe ne aveva già vinte 10 (più un paio di cronosquadre), coronate anche da un tris di maglie rosa. Oggi ha rimpinguato il bottino su tutta la linea, tappa e maglia, come sempre quando si vince al primo giorno di una gara a tappe.

È stato bravo quattro volte perché negli ultimi 1500 metri della tappa gliene sono successe di tutti i colori. Una caduta (che ha coinvolto tra gli altri Gavazzi, Belletti, Chicchi, Millar e Keukeleire) appena prima dell'ultimo chilometro ha intanto spezzato il gruppo lasciando davanti non più di 15 uomini, e lui si è correttamente fatto trovare al posto che compete al favorito di giornata; poi ai 600 metri il suo apripista Steegmans ha perso la pedalata per un problema al cambio, facendo un buco al capitano mentre davanti il trenino Orica tirava a tutta con Viviani agganciato a Goss (terzo uomo del team australiano alle spalle di Lancaster e Howard). Lì il guizzo di Mark è stato fondamentale, ma per chiudere quel piccolo gap ha dovuto già fare una mezza volata. Intanto dietro di lui Bouhanni e Blythe facevano a spallate per prendere quella ruota che profumava di vittoria (e vinceva il francese, del resto è un ex boxeur...).

È stato bravo la terza volta, Cavendish, quando un Hondo superlativo ha riportato sotto Nizzolo, ai 300 metri, inserendosi tra lui e Viviani, e fungendo quindi un po' da tappo per l'inglese quando lo sprint è stato lanciato da Goss: per dribblare la coppia RadioShack, l'uomo di Man ha dovuto allargarsi parecchio facendo così diversi metri in più rispetto agli avversari. Ma ne aveva tanto di più, perché poi è stato ugualmente inesorabile, una volta affiancato Viviani ai 100 metri (intanto il bravo Elia si era sbarazzato di Goss, spentosi sul più bello dopo aver preso la volata in testa ai 150).

Lì è stato un testa a testa, niente di più, niente di meno. 50 metri spettacolari, quelli conclusivi, quelli in cui Cavendish, bravo per la quarta volta, è semplicemente stato il più forte, malgrado la rabbia espressa dal veneto una volta tagliato il traguardo al secondo posto (uno-due-tre colpi secchi al manubrio!); ma poi lo stesso Viviani ha ammesso che l'altro oggi gli è stato superiore, non si poteva del resto provare a interpretare direttamente l'esito di questa volata.

Cavendish ha vinto prepotentemente e meritatamente, superando l'italiano nel finale e trascinandosi alla ruota Bouhanni che ha centrato così il terzo posto, davanti a Nizzolo che, partito praticamente in contemporanea con l'ex iridato della Omega Pharma, ha rimontato Goss ma è stato superato dal duo Mark-Nacer. Alle spalle dell'australiano della Orica, Ventoso, Blythe e gli uomini del treno di Goss, Howard e Lancaster. Degenkolb, undicesimo, ha vinto la volata del grosso del gruppo.

Nulla da segnalare sul fronte classifica, i big hanno concluso tutti senza problemi; nella generale Cavendish guida con 8" su Viviani, 12 su Bouhanni, 16 su Hondo, 18 su Marcato (i due hanno conquistato 4 e 2" al traguardo volante di giornata, transitando alle spalle di Cameron Wurf), 20 su Nizzolo, Goss, Ventoso e tutti gli altri. I distacchi dovuti alla caduta dei 1500 metri non vengono ovviamente conteggiati. Conta invece il piazzamento di Giovanni Visconti rispetto a quello di Guillaume Bonnafond: 35esimo contro 129esimo. Essendo che i due erano a pari punti (3) nella prima classifica dei Gpm, contava chi finiva la tappa davanti, quindi il palermitano è la prima maglia blu del Giro 2013.

Si era mosso, il corridore della Movistar, sin dal primo chilometro, andando dietro a Wurf, che era scattato appena iniziata la corsa. Con Visconti, appunto Bonnafond e Mestre, Keizer, Bulgaç e Marco Canola. Il gruppetto di 7 ha proceduto di comune accordo per i primi tre giri del circuito largo (quello con la salita di Posillipo, Gpm al secondo e al terzo passaggio). La prima volatina in "vetta" l'ha vinta proprio Visconti su Canola e Bonnafond; la seconda invece è stata appannaggio di Wurf, che ha anticipato scattando tutto solo (alle sue spalle son transitati Bonnafond e Keizer). Quindi Visconti, Bonnafond e Wurf avevano tutti 3 punti, e l'ex aequo è stato risolto come spiegato sopra (Wurf si era staccato nel finale quindi non era più in gioco).

L'australiano della Cannondale, dopo Posillipo, ha continuato con pervicacia (magari se aspettava gli altri la fuga aveva più chance...), ha difeso finché ha potuto quel paio di minuti che il gruppo aveva concesso, è rimasto al comando anche quando i suoi 6 ex compagni di fuga sono stati ripresi, ma non ha potuto opporre nulla quando, a 17 km dalla fine, il lavoro di ricucitura di Omega Pharma e Argos è stato portato a compimento.

Due ultime considerazioni: la prima riguarda il pubblico, presente in misura assai maggiore rispetto a quanto visto nella malinconicamente disertata cerimonia di presentazione delle squadre, ieri; la seconda riguarda l'intervento della polizia per sedare una caduta... Sì, avete letto bene, tra le tante cadute odierne (Pichon il primo, poi Gatto, Rabottini, Bellemakers, Dowsett, Brutt, poi ancora Pineau in curva, e Le Bon e Mínguez, infine il capitombolo di gruppo ai 1500 metri), ce n'è stata una che a 78 km dalla fine ha coinvolto Urtasún e Pietropolli. Coi corridori ancora a terra o in cerca di rimettersi in piedi, alcuni poliziotti presenti a bordo strada sono entrati sul percorso per fare non si sa bene cosa.

Uno di loro ha anche iniziato a strattonare e spingere Pietropolli, per tenerlo a bordo strada, senza considerare che il corridore aveva tanto per cominciare il diritto di star lì (al contrario dell'intruso); e che poi aveva premura di rimettersi in sella per riprendere la sua corsa. Un comportamento ingiustificabile, una scena a cui non avevamo ancora avuto modo di assistere. Fortuna che Pietropolli, al di là di un urlo al primo strattone, si è poi mantenuto abbastanza calmo. Per un corridore dal carattere più fumantino e incline alla reazione (un Hunter... un sir Wiggins!...), sarebbe magari scattato uno spettacolare arresto in mondovisione...

Marco Grassi

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