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Festival Elsy Jacobs 2013: Giorgia va a segno, Marianne risponde - Vittoria della Bronzini, replica Vos e fa sua la corsa | Cicloweb

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Festival Elsy Jacobs 2013: Giorgia va a segno, Marianne risponde - Vittoria della Bronzini, replica Vos e fa sua la corsa

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Giorgia Bronzini vince la prima tappa del Festival Elsy Jacobs © wigglehonda.com

Quando ci vuole, ci vuole e Marianne Vos lo sa perfettamente. Il Fenomeno della Rabobank Liv/Giant doveva vincere in volata, esattamente ventiquattr'ore dopo aver subito lo sprint di Giorgia Bronzini. La piacentina in classifica generale aveva 5" di ritardo dalla Vos.

Se la Bronzini avesse vinto nella frazione conclusiva del Festival Luxembourgeois du cyclisme féminin Elsy Jacobs, quella di Mamer, e la Vos avesse chiuso 3a o oltre, la portacolori della Wiggle Honda avrebbe strappato alla Campionessa del Mondo in carica la maglia gialla.

Così la Vos ha risolto la questione nel modo più semplice: disputando una volata mostruosa, in cui alla seconda classificata - appunto Giorgia Bronzini - è stato addebitato 1" di ritardo. Finisce così il 6° Festival Luxembourgeois du cyclisme féminin Elsy Jacobs, il terzo consecutivo conquistato da Marianne Vos.

La manifestazione lusssemburghese aveva preso il via venerdì sera sotto la pioggia battente di Mamer. Un brevissimo prologo 1800 metri da percorrere a tutta, con strade viscide e curve molto tecniche. Non poche le cadute, tra cui quella della sudafricana Ashleigh Moolman, recentemente terza alla Freccia Vallone. La Moolman scivola dopo poche curve e fortunatamente finisce contro le protezioni imbottite. Nonostante quest'inconveniente la ritroveremo il giorno dopo.

La vittoria è andata all'olandese Annemiek Van Vleuten, che ha coperto la distanza in 2'29", ad una media di 43.49 km/h. Battuta per 1" la compagna di team Marianne Vos, mentre al terzo posto, a 2", troviamo un'inseguitrice, Annette Edmondson (Orica-AIS). Inseguitrice su pista, s'intende, e tanto per non dimenticare che la polivalenza non è un male assoluto dietro alla classe '91 australiana, che nella pur giovanissima carriera ha già raccolto anche un bronzo olimpico nell'Omnium, troviamo Laura Trott, altra pistard, altra inseguitrice, più giovane della Edmondson di un anno.

La Trott ai Giochi Olimpici di Londra ne ha vinti due di ori: uno nell'Inseguimento a squadre, con Joanna Rowsell (assente nella tre giorni lussemburghese) e Danielle King, entrambe militanti nella Wiggle Honda; l'altro individuale, proprio nell'Omnium.

Emma Johansson aggiunge un 5° posto alla collezione di piazzamenti, seguita dalla compagna Amanda Spratt. Bella sorpresa Tatiana Guderzo, finalmente e nuovamente davanti. La vicentina di Marostica chiude 7a a 5" dalla Van Vleuten. Bene le altre Cipollini-Giordana Marta Tagliaferro, Valentina Scandolara e Valentina Carretta, rispettivamente 17a, 18a e 20a, sintomo che in casa giallofluo la condizione, dopo un inizio di 2013 non proprio esaltante è in crescita.

Anche sulle ragazze guidate da Luisiana Pegoraro torneremo nella prima tappa, 104.4 km con partenza ed arrivo a Garnich. Dopo 53.6 km in linea si entra nel circuito finale, 9.8 km da ripetere cinque volte. Nel tratto in linea vanno in fuga Vera Koedooder, in un ottimo momento di forma, e l'elvetice della Be Pink Doris Schweizer. Il loro vantaggio arriva ai 2'10", quindi vengono riprese dal gruppo.

A poco meno di quattro giri dal termine attacca Emma Johansson. Anna Van der Breggen è scaltra, capisce che può essere quello un treno più che buono con destinazione arrivo e si accoda alla Campionessa di Svezia. Il gruppo, d'altra parte, non lascia loro troppo margine ed a tre tornate dal termine il plotone è nuovamente compatto. La Scandolara dà battaglia sul secondo Gpm ed a fine tappa farà sua la maglia rossa a pallini bianchi che contraddistingue la miglior scalatrice.

Provano ancora a fuggire tre atlete: Marijn De Vries, Lucinda Brand e nuovamente Anna Van der Breggen. Il gruppo si rompe, le battistrada hanno 25" di vantaggio. Troppo pochi. La Brand attacca e così il plotone, formato da una ventina di unità, si riporta sotto.

Giorgia Bronzini, brava a resistere sia sulla prima salita del circuito, breve ma insidiosa, che sull'ascesa più lunga ma meno pendente, si presenta come una delle favorite per la vittoria di tappa. E da favorita la piacentina va a vincere sul traguardo in un arrivo strano, che vede a podio una scalatrice pura, Ashleigh Moolman, ed una pistard, Katarzyna Pawlowska. Marianne Vos, 4a su Emma Johansson e l'idolo locale Christine Majerus, approfitta del ritardo della Van Vleuten, rimasta nel secondo troncone (chiuderà 35a a 2'42"), e si prende la maglia gialla.

La classifica dopo la frazione di Garnich vede la Vos in testa davanti ad Emma Johansson, Amanda Spratt e Katarzyna Pawlowska, a 4". Seguono Giorgia Bronzini ed Anna Van der Breggen a 5". Brand, Cromwell, Scandolara e Daams seguono a 7", mentre Elisa Longo Borghini, pure insolitamente 8a nella volata (evidente come l'ornavassese stia lavorando con successo anche sullo spunto veloce), fa i conti con le forature ed un po' di sfortuna, inseguendo (letteralmente) a 11", 14a.

Tutto si decide nella frazione finale, il GP Nicolas Frantz, 99.1 km con partenza ed arrivo a Mamer, anche stavolta, dopo i 54 km in linea, c'è il circuito (9 km da ripetere 5 volte). Pare ci fosse anche Fränk Schleck, in bici, dietro la macchina della giuria...

Tornando alla gara vera, Valentina Scandolara sembra essersi sbloccata (o, più che altro, è guarita dalle botte di inizio stagione) dopo la vittoria del Trofeo Vannucci in quel di Vaiano. La veronese di Tregnago conquista tanti bei punticini per la classifica di miglior scalatrice, che va a vincere. I cinque giri non fanno troppa selezione e così la corsa si decide allo sprint.

Il rettilineo in leggera discesa di Mamer vede arrivare davanti un gruppo corposo ma molto allungato. Dall'ultima curva esce in testa nettamente Marianne Vos, che va a vincere con svariate biciclette di vantaggio su Giorgia Bronzini, cui la giuria dà un distacco di 1" (forse eccessivo). Terza piazza per Emma Johansson, quindi Majerus, Van Severen, Armitstead, un'ottima Barbara Guarischi (7a), Van der Breggen, Van Vleuten ed ancora la polacca Pawlowska.

Per i colori italiani buoni segnali da Simona Frapporti, 12a, seguita da Marta Tagliaferro e dalla classe '92 Anna Trevisi, che se ritroverà il colpo di pedale con cui si aggiudicò l'Europeo in linea ad Ankara 2010, tra le Juniores, potrebbe levarsi delle discrete soddisfazioni. Non molla un colpo Valentina Scandolara, 20a dopo una giornata a caccia di punti sui Gpm.

La classifica finale di questo Festival Luxembourgeois du cyclisme féminin Elsy Jacobs vede Marianne Vos prevalere su Giorgia Bronzini di 10", quindi Emma Johansson a 11", Katarzyna Pawlowska a 17", stesso distacco che paga Anna Van der Breggen, 5a. Brand, Delzenne, Spratt, Majerus ed ancora Valentina Scandolara completano la top ten.

Altre italiane: Elisa Longo Borghini chiude 16a a 34" dalla Vos, Noemi Cantele è 20a a 43", Tatiana Guderzo, che tanto bene aveva iniziato venerdì sera, è 29a a 3'11", Rossella Ratto 31a a 3'13". Francesca Cauz, al rientro dopo tre settimane di stop ed un inverno dedicato al ciclocross, è 35a a 3'24".

La classifica della miglior giovane va alla neozelandese della Be Pink Georgia Williams, nata il 25 agosto 1993, che chiude 14a nella generale a soli 31" dalla Vos. Nella graduatoria delle giovani precede Elisa Longo Borghini di 3" e Pauline Ferrand-Prévot, attardata di 2'31". Sarà un prospetto da tenere sin da subito d'occhio, questa stradista che si dedica anche alla pista (ed ecco anche qui risultati eccellenti, se rapportati al palcoscenico ed all'età).

Da Georgia a Giorgia, parliamo sempre di atlete da non perdere di vista. Alla Bronzini, in prospettiva mondiale, il fine settimana lussemburghese restituisce ottime sensazioni: la tappa di Garnich presentava due salite e la piacentina non solo ha resistito ma ha trovato anche le forze per battere Moolman, Pawlowska e Vos. Non che stia diventando una scalatrice, Giorgia (anche perché la capitana a Firenze sarà la Longo Borghini, almeno sulla carta), ma che stia facendo allenamenti per migliorare in salita non è un mistero.

Le avversarie sono avvisate, tutte. A partire da quella Marianne Vos che sa quando stravincere e quando tirare un poco il fiato (il che equivale per lei a chiudere 6a, non di più...). E che ai Mondiali, per sfortuna, comprensibile ostilità altrui e scelte di tempo talora poco azzeccate, non è quasi mai stata nettamente superiore alle altre, pur essendo assolutamente la più forte.

Francesco Sulas

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