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Tour de Romandie 2013: Spilak e Froome, un duo indiavolato - Il tappone va allo sloveno, Chris vicino al successo finale

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Simon Spilak vince la tappa di Les Diablerets davanti alla maglia gialla Chris Froome © AFP

Vincono sempre loro. Con il sole e con il freddo, condizione quest'ultima che i britannici della Sky avevano dimostrato di patire in occasione della Tirreno-Adriatico a Porto Sant'Elpidio, li troviamo sempre davanti, pronti ad annullare ogni fuga in atto, pronti a sfaldare il gruppo per lanciare il loro capitano.

Se nel passato recentissimo si correva per Wiggins o Porte, oggi gli uomini in nero erano tutti per Chris Froome, maglia gialla sin dal prologo di Bruson, ma che aveva dimostrato di patire le condizioni di freddo intenso.

Eppure oggi il britannico originario del Kenya ha raggiunto in testa alla corsa Simon Spilak, aumentato il suo vantaggio in classifica generale e concesso al corridore della Katusha, che nel 2010 vinse il Romandia a tavolino, dopo la squalifica di Valverde, la vittoria di tappa. Si diceva del freddo: le condizioni difficili oggi c'erano tutte, tanto da dover costringere gli organizzatori, com'era nell'aria, a modificare la tappa.

Se inizialmente la doppia e speculare ascesa al Col de la Croix era stata confermata nonostante la neve, nella mattinata l'Organizzazione di corsa ha tagliato la seconda delle due ascese, introducendo la salita di Le Sepey, non certo impossibile, e di fatto riducendo la tappa dagli originali 188.5 km ai 184.8 km.

Freddo e Giro incombente costringono buona parte del gruppo a ritirarsi. Non prendono il via o salgono in ammiraglia a frazione iniziata, tra gli altri, Florencio, Cavendish, Meersman, Navardauskas, Sutton, Capecchi, Viviani, Marcato, Vanendert, Rasch, Bookwalter, Sabatini, Mori, Lancaster, Vandewalle e Francesco Gavazzi.

Il Romandia diventa così una garetta sociale riservata a pochi intimi. Pur se mutilata, è sempre una tappa con quattro Gpm di prima categoria da affrontare in condizioni meteorologiche difficili. Se ci mettiamo pure una serie di attacchi niente male ecco che anche uno squadrone come la Sky deve mettere in campo più forze del previsto per portare a casa la vittoria.

Subito dopo 15 km se ne vanno Burghardt, che cerca punti per archiviare la pratica di miglior scalatore, Vichot, Dumoulin e Brändle. Sul Col des Mosses è naturalmente Burghardt il primo a scollinare insieme a Brändle, Vichot, Tom Dumoulin e Bravo. Il gruppo è a 5'50".

Al km 88 escono dal plotone anche Juan Manuel Garate, Mikel Landa, Bram Tankink, Alexandr Dyachenko e Petr Ignatenko. Solo Garate e Landa restano a metà, pronti a fiondarsi sui battistrada. Quest'ultimi hanno imboccato la salita del Col de la Croix, con Burghardt che precede Vichot, Dumoulin e Brändle. Garate e Landa scollinano a 2'50", il gruppo insegue a 3'15". La discesa rimescola le carte, con Burghardt che se ne va, seguito a 49" da Vichot, Brändle e Dumoulin. Garate e Landa sono a 2'25", il gruppo stabile a 3'15".

Al km 115 Garikoitz Bravo rientra su Landa e Garate ma è davanti che si decide molto, con Vichot che raggiunge Burghardt ai piedi del Pas de Morgins, terzo Gpm di giornata. Il francese della FDJ se ne va sulle prime rampe del colle mentre dal gruppo maglia gialla, a 2'30" da Vichot, esce Pierre Rolland. Si ricongiunge agli immediati inseguitori di Vichot (Garikoitz Bravo, Juan Manel Garate e Mikel Landa) e scollina secondo sul Pas de Morgins.

La discesa è pericolosa, bagnata ed immersa nella nebbia. Vichot si ritrova davanti con Tony Martin, il quale affronta la picchiata senza paura ed anzi, prova a vincere questo Romandia, avendo solo 29" di ritardo da Froome (ed una crono, domani, a disposizione). Il duo franco-tedesco guadagna fino a 1'20" sul plotone mentre dietro arriva in soccorso della Sky Vasili Kiryienka; il bielorusso tira fino all'attacco della salita finale di Le Sepey, dove entra in azione David López García.

Davanti Tony Martin lascia la compagnia di Vichot e tenta l'impresa ma il ritmo della Sky è davvero alto, come al solito, ed il vantaggio dell'iridato a crono scende a poco a poco, finché verrà ripreso a 14 km dall'arrivo. Mentre Talansky, secondo in classifica a 6", per de le ruote dei migliori, davanti scatta Robert Kiserlovski, presto raggiunto da Thibaut Pinot. Prova a rientrare anche Danilo Wyss, imitato da Simon Spilak. Mentre gli Sky, con Porte che è pronto a lanciare Froome, riprendono tutti, l'unico che resta davanti è Spilak. Lo sloveno della Katusha ha 51" da Froome, è pericoloso.

È allora proprio Froome che si muove ai -7.5 km, lasciando alle sue spalle un gruppetto con Betancur, Wyss, Pinot, Danielson, Kiserlovski, Rui Costa, Igor Antón e Valverde. Froome e Spilak collaborano ed i 18" che possono vantare inizialmente aumentano velocemente. Froome tira per guadagnare il più possibile e solo all'ingresso a Les Diablerets lascia la scena a Spilak, vincitore del tappone mutilato.

Il gruppo, giunto con 1'03" di ritardo, è regolato da Rui Costa, che precede Valverde, Kelderman, Betancur, Wyss, Péraud, Kiserlovski ed Antón, 10°. Miglior italiano di giornata Alessandro De Marchi, 20° a 2'22", poi Cunego 22° con lo stesso distacco. Moreno Moser ha subito perso le ruote dei migliori ed al traguardo sarà 56°, accusando 11'04". Peggio ancora Ivan Basso, 72° a 19'25".

La classifica generale vede Froome sempre più in giallo, con Spilak a 47" e Rui Costa a 1'21". Kiserlovski è 4° a 1'22", Pinot, Valverde e Danielson seguono a 1'26", Kelderman è 8° a 1'27", Betancur 9° a 1'28", Wyss 10° a 1'43". Il primo italiano in graduatoria è Damiano Cunego, 24° a 3'15" da Froome.

Domani ultimo atto del Giro di Romandia, la cronometro di Ginevra. Si tratta di 18.7 km molto piatti, che si sviluppano interamente sul lungolago. Potrà cambiare qualche posizione in classifica, ma sicuramente la maglia gialla di Froome non è in pericolo, anche eprché l'unico che viaggia davvero a crono, Tony Martin, ha pagato il tentativo di oggi concludendo la prova a 2'40" da Spilak e Froome.

Un britannico che si veste di giallo, dominando un Giro di Romandia che, salvo catastrofi, porterà a casa lasciando le briciole agli avversari. Un giallo importante in vista di quell'altro, molto più rilevante e molto meno semplice dq portare a casa rispetto a questo romando. Un giallo di fine aprile che non può nemmeno essere paragonato con il giallo di luglio. E non stiamo parlando di misteriosi ed intricati casi irrisolti.

Francesco Sulas

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