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Tour de Romandie 2013: Froome a 32 denti e 4 schiaffoni - Avversari demoliti nel cronoprologo, Talansky è secondo | Cicloweb

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Tour de Romandie 2013: Froome a 32 denti e 4 schiaffoni - Avversari demoliti nel cronoprologo, Talansky è secondo

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Chris Froome premiato sul podio del prologo del Giro di Romandia © www.teamsky.comNegli ultimi due anni chi ha vinto il Giro di Romandia s'è poi ripetuto anche al Tour de France, Evans prima e Wiggins poi: non sappiamo se Chris Froome sia scaramantico o no ma l'anglo-keniano della Sky ha voluto partire fortissimo già dal prologo della corsa elvetica per provare a conquistare almeno il primo tassello di questa recente tradizione. Cabala a parte, la vittoria odierna è importantissima per Froome per rafforzare la propria posizione nelle gerarchie del team britannico: le buone prove di Porte delle ultime settimane avevano fatto guadagnare punti all'australiano.

Ovviamente non si può dire che Froome abbia già in tasca questo Tour de Romandia dopo appena 7450 metri di corsa, ma sicuramente tutti i bookmakers avranno già rivisto al ribasso la quota per la vittoria finale perché oggi il 27enne nativo di Nairobi ha destato davvero un'ottima impressione. In più bisogna considerare il percorso inusuale di questo prologo che presentava una prima parte adatta agli specialisti delle cronometro e poi 2.5 km finali tutti in salita e con pendenze anche impegnative in alcuni tratti: la vittoria non poteva che andare al corridore più completo ed in forma del gruppo e Froome ha dimostrato di essere nettamente il migliore.

Questo tracciato così particolare tra Le Châble e Bruson, più simile ad una breve cronoscalata che ad un prologo d'apertura di una corsa, ha reso l'inizio di questo Giro di Romandia molto insidioso anche dal punto di vista tecnico: tra i corridori in gara abbiamo visto scelte molto differenti per quanto riguarda biciclette e ruote da usare in gara. Tanti corridori, anche tra i favoriti per la vittoria finale, hanno optato per la bicicletta e le ruote tradizionali con solo le appendici aerodinamiche montate sul manubrio, altri hanno usato ruote ad alto profilo, altri ancora invece hanno scelto addirittura il telaio da cronometro con una ruota lenticolare al posteriore.

Tra questi ultimi c'erano gli uomini della Sky ma non è facile quantificare il vantaggio o lo svantaggio avuto da Froome e compagni per la loro scelte: con ogni probabilità Chris avrebbe vinto lo stesso con qualsiasi assetto visto che è riuscito a rifilare ben 6" di distacco all'americano Andrew Talansky (che aveva bici tradizionale), il talento della Garmin che proprio l'anno scorso al Romandia s'era rivelato al grande pubblico arrivando secondo e facendo soffrire non poco il futuro vincitore del Tour Wiggins.

Ad esclusione di Talansky tutti hanno accusato un distacco abbastanza pesante da Froome, dai 13" in su: sorprendente terzo è stato il croato Robert Kiserlovski che sarà il capitano della RadioShack al Giro d'Italia e che potrebbe ambire ai piani alti della classifica anche alla corsa rosa se confermerà questo ottimo stato di forma. In ottica Giro d'Italia è andato molto bene anche il giovane olandese Wilco Kelderman, 10° a 18" da Froome, e s'è visto qualche timido segnale anche da parte di José Rujano, partito tra i primi e che alla fine ha perso 45" in una prova ben poco adatta alle sue caratteristiche. Ci si aspettava invece molto di più da Ryder Hesjedal (48° a 51") ma probabilmente il canadese è in Svizzera solo per affinare la condizione e non spingerà a fondo con il rischio di bruciare energie preziose; non benissimo anche Robert Gesink (35") e Ivan Basso che ha pagato più di un minuto dal vincitore.

Per quanto riguarda invece gli altri favoriti della vigilia per la vittoria finale c'è stato un sostanziale equilibrio: Richie Porte, Rui Costa, Thibaut Pinot, Alejandro Valverde, Thomas Danielson e Carlos Alberto Betancur sono tutti racchiusi in appena 4" tra i 15" e i 19" di ritardo da Froome. A 29" troviamo invece il campione del mondo a cronometro Tony Martin che oggi andava a caccia di una prestazione eccellente che gli potesse permettere di rimanere in gioco per il successo finale della corsa: il distacco è un po' troppo anche perché in salita Froome ha qualche marcia in più.

Tra gli italiani ottima la prestazione di Moreno Moser e non è la prima volta che il portacolori della Cannondale va così forte in prove dove conta molto anche l'esplosività: Moser è arrivato 11° a 18" da Froome e forse sta raggiungendo la condizione migliore con una settimana di ritardo rispetto al trittico delle Ardenne. Bene anche Boaro che ha fatto segnare lo stesso tempo di Tony Martin mentre sono stati abbastanza in linea con le aspettative sia Eros Capecchi che Damiano Cunego, arrivati rispettivamente a 34" e 47". Domani è in programma la prima tappa in linea, 176 km tra Saint-Maurice e Renens: il Col du Mollendruz a circa 40 km dall'arrivo potrebbe far saltare diversi velocisti e non è detto che riescano a rientrare tutti in discesa.

Sebastiano Cipriani

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