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Amstel Gold Race 2013: Sarà di nuovo tutti contro Sagan - Al via il trittico delle Ardenne. Italia: Cunego ma non solo...

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Saranno quattro le scalate al Cauberg, salita decisiva dell'Amstel Gold Race © wielerflits.nl

Tra quelle di inizio stagione è la Classica più giovane, anche per questo non fa parte delle cosiddette Monumento, seppure il tasso tecnico sia davvero elevato e la corsa, anno dopo anno, si riveli sempre più interessante. Stiamo parlando dell'Amstel Gold Race, classica olandese nata nel 1966 e sponsorizzata sin da allora dalla nota casa produttrice di birra. Una corsa che cambia anno dopo anno o quasi, andando a modificare il suo percorso, cercando sempre nuove côtes, talvolta spostando intelligentemente l'arrivo.

Un esperimento continuo, in pratica. In principio si partiva da Maastricht, arrivando sempre nella cittadina situata nel Limburgo. Dal 2003 s'è deciso di mettere un po' di pepe in un finale che spesse volte aveva visto una volata ristretta, ed ecco il Cauberg, che ancora dodici mesi fa aveva incoronato Enrico Gasparotto, per poi diventare teatro delle imprese iridate di Philippe Gilbert a settembre. Il Cauberg come il Poggio per la Sanremo, l'Oude Kwaremont per il Fiandre, la Foresta di Arenberg per la Roubaix.

Da quest'anno un altro cambiamento radicale (fatta eccezione per le côtes, vero pezzo forte della corsa): niente più arrivo sul Cauberg ma, dopo la felice esperienza dell'ultimo Mondiale, il traguardo sarà posto a Valkenburg, precisamente a Berg en Terblijt, appena 1700 metri dopo lo scollinamento del Cauberg stesso, ultima delle 34 asperità da superare lungo i 251.8 km di gara. Se il Fiandre è la corsa dei muri e Roubaix fa rima con pavé, l'Amstel Gold Race non può non essere accostata alle côtes olandesi, che fanno da preludio a quelle ardennesi che ritroveremo alla Freccia Vallone ed alla Liegi, tra mercoledì e domenica.

Il percorso quest'anno, come al Fiandre, prevede una prima parte in linea, uno spostamento da Maastricht ai dintorni di Valkenburg, dove si inizieranno a percorrere tre anelli praticamente concentrici. Il Cauberg, e non il Keutenberg, come nelle edizioni precedenti, sarà perciò il trampolino di lancio per chi vorrà conquistare la 48a edizione della corsa, ed è pure questa una gran novità. Gli strappi, nel complesso, non saranno micidiali se è vero che, almeno sulla carta, le pendenze più impervie s'incontreranno sul Kruisberg e sul Keutenberg (17% le punte massime), subito seguiti dalla salita delle antenne, alias Eyserbosweg (pendenza massima del 16%). Quel che è certo è che dopo 34 côtes impegnative ed affrontate sempre o quasi al massimo verrà premiato chi nel finale avrà più fondo, lucidità e forze residue da utilizzare. Gli altri potranno stare solamente a guardare.

Da Maastricht a Valkenburg, poi iniziano côtes e circuiti
Partenza da Maastricht, transito a Valkenburg e primo Cauberg (ma sarà già la sesta côte da affrontare) su cui prendere le misure. Poco dopo i contachilometri degli atleti segneranno 56.6 km percorsi ed il gruppo transiterà per la prima volta sotto alla linea d'arrivo. Inizierà il primo, lungo giro, con 16 côtes da affrontare in 108.6 km. Subito dopo Berg en Terblijt si supererà per la prima di tre volte il Geulhemmerberg, si procederà verso il confine con la Germania, sconfinando per pochi chilometri, per poi rientrare su Valkenburg: Cauberg volume 2 e conseguente secondo passaggio sul traguardo. Saranno filati via 165.2 km ed avrà inizio il secondo giro, più corto del precedente ma non per questo meno impegnativo: il cerchio si stringe. Ancora il Geulhemmerberg subito dopo la linea d'arrivo, più altre otto côtes sparse sui 68.1 km del circuito.

Salita delle antenne e Keutenberg a più di 30 km dal traguardo
La corsa entrerà nel vivo con il Gulperberg Oost, cui seguiranno Kruisberg, Eyserbosweg (la salita delle antenne), Fromberg e Keutenberg, tutte rampe dove potrebbe sganciarsi un gruppetto. Non sarà il trampolino di lancio, quest'ultima côte, mentre nel 2012 era la penultima asperità della corsa; domani invece dalla vetta del Keutenberg all'arrivo mancheranno ancora 31.1 km e quattro côtes. Concluso il penultimo giro con il terzo ed ormai familiare Cauberg, dove in molti si studieranno sul serio, all'ultimo passaggio sotto al traguardo mancheranno solamente 18.5 km al termine.

L'ultimo giro ricalcherà il Mondiale: chi riuscirà a scattare sul Cauberg?
Praticamente il circuito dell'ultimo Mondiale, se si fa eccezione per la scalata al Geulhemmerberg, non presente nella rassegna iridata. Bemelerberg ed il quarto, decisivo Cauberg faranno parte del brevissimo anello finale. Côtes non durissime di per sé, la differenza la farà la fatica accumulata nelle 31 salitelle precedenti. Il Cauberg sarà il giudice finale, con la possibilità per pochissimi di rientrare su chi, eventualmente, andasse via negli ultimi 1700 metri. Concettualmente il percorso ricalca quello del Fiandre, con più passaggi su Cauberg (quattro), Geulhemmerberg (tre), Bemelerberg e Sibbelgrubbe (due), senza contare le tre volte in cui i corridori sfileranno sotto la linea d'arrivo prima di tagliarla definitivamente. Duro, certamente, con oltre 2000 metri di dislivello e talune pendenze davvero difficili, specie in determinati momenti della corsa: la salita delle antenne ed il Keutenberg, pur se posto a 31.1 km dall'arrivo, potrebbero lanciare i più coraggiosi.

Anche i bookmakers parlano chiaro: Sagan favoritissimo
A proposito di impavidi, è quasi inspiegabile come i bookmakers, dopo la maiuscola prova offerta mercoledì alla Freccia del Brabante, abbiano anche il coraggio di quotare Peter Sagan. Lo slovacco, per far capire quanto sia favorito, è dato a 2.15 mentre Gilbert è a 5.50 e Valverde (non quindi l'ultimo arrivato) è a 13, Gerrans a 15. Oltre troviamo tutti gli altri. Sia per quanto visto alla Freccia del Brabante, sia per i precedenti Mondiali e delle scorse edizioni si dovrebbe profilare uno scontro Sagan-Gilbert.

Lo slovacco della Cannondale avrà ancora una volta tutto il gruppo contro, situazione a cui il fenomeno dovrà fare l'abitudine (in realtà la sta già facendo). Gilbert il rivale più accreditato di Sagan (anche se dice che lo slovacco è il favorito, e non lui) quindi, ma non sono da sottovalutare tutti coloro che torneranno (o proseguiranno il loro percorso) in gara già dall'Amstel, per poter far bene magari alla Freccia e sicuramente alla Liegi di domenica. Tra costoro Joaquim Rodríguez, Alejandro Valverde, Simon Gerrans, Diego Ulissi, Damiano Cunego, il campione uscente Enrico Gasparotto, Niki Terpstra, che correrà in casa, e molti altri (tra cui Andy Schleck, domani in gara).

Sagan: «Le Classiche il mio obiettivo, ma non mi voglio accontentare»
Sagan, Sagan e ancora Sagan nelle previsioni, con lo slovacco, già in formissima da inizio stagione, che alla Freccia del Brabante ha dominato, chiudendo sui fuggitivi e sprintando su Gilbert. Se andrà bene all'Amstel valuterà l'ipotesi di correre la Freccia Vallone, altrimenti andrà in vacanza. Niente Liegi, dunque? Nemmeno con un percorso meno ostico, senza la Roche-aux-Faucons? Parrebbe davvero di no: restiamo in attesa di una smentita o di un colpo di scena dell'ultima ora che ribalti una scelta piuttosto bizzarra, specialmente per chi, come Peter, non gioca mai ad accontentarsi.

«Ho sempre detto che essere protagonista nelle Classiche era il primo, grande obiettivo della mia stagione. I risultati ottenuti, tra podi e vittorie, sono confortanti e potrei già pensare che l'obiettivo sia stato centrato. In verità, però, non ho voglia di accontentarmi e l'Amstel Gold Race è una corsa importante che vorrei aggiungere. È una prova lunga, difficile, nervosa, nella quale non puoi permetterti distrazioni. L'anno scorso sono arrivato terzo e ricordo che sul podio avevo un po' di amaro in bocca. Poi però ho realizzato che quel risultato, in una corsa così dura, era qualcosa di importante. Ho capito che l'Amstel Gold Race è una classica adatta a me e questo sarà il mio punto di partenza per provare a vincere. La vittoria di mercoledì alla Freccia del Brabante mi ha dato fiducia. Era innanzitutto un test sulla condizione e ho capito di essere al livello che volevo. È stata una corsa utile anche per vedere in azione i miei avversari, Gilbert in primis. È andato forte e la sua forma è in crescita. Insieme a Rodríguez, Valverde e Gerrans è il più temibile, ma mi aspetto molti altri corridori competitivi. Credo che la concorrenza sia un fattore importante nello sviluppo della corsa. Rispetto alle classiche nelle Fiandre l'Amstel è una corsa più aperta e poi ci sono i cambiamenti del percorso rispetto al 2012. Il circuito finale, quello del Mondiale, è meno duro e pertanto più favorevole a chi vuole attaccare. La gestione della corsa negli ultimi 30 km sarà fondamentale, così come il supporto della squadra. Io so di poter contare su compagni forti e motivati, poi vedremo come si comporteranno anche gli altri. Sarà un finale molto tattico dove un tentennamento può costare caro. Come al solito però non voglio spendere troppe energie a immaginare ciò che potrà accadere. Meglio rilassarsi ed essere pronto. So che sarà una corsa dura con avversari importanti. Mi basta questo per motivarmi a tirare fuori il cento per cento».

Gilbert: «Sagan è il favorito, ma non correremo in difesa»
L'antagonista per eccellenza è uno che su queste strade ha già vinto un paio di volte (sue le Amstel 2010 e 2011), tre se consideriamo lo scorso Mondiale. Philippe Gilbert ha sperimentato sulla sua pelle, mercoledì alla Freccia del Brabante, quanto male possa fare Peter Sagan, anche ad uno come lui. La conseguenza è che la squadra, una BMC con anche Van Avermaet in grado di far male, lascerà ogni responsabilità alla Cannondale dello strafavorito.

«Domani non starà a noi avere la responsabilità della gara sulle spalle, me non correrò in difesa. L'altra buona notizia è il meteo, sarà molto più soleggiato rispetto alle settimane scorse. Sui miei rivali, saprò qualcosa di più domani sera, visto che spesso chi è davanti all'Amstel lo è anche alla Liegi. Una Classica non è un Mondiale, per questo non posso aspettarmi che lo svolgimento della gara sia lo stesso di quella di Valkenburg 2012. Il traguardo è lo stesso e così l'obiettivo: vincere. Posso immaginarmi due tipi di gara: uno con quaranta corridori dopo una gara spenta, con tutto che si deciderà ai piedi del Cauberg. Oppure una fuga di sei o sette in fuga per la vittoria. Personalmente preferirei la seconda. Chi può battere Sagan? C'è spesso un corridore una spanna sopra gli altri e ad oggi è lui. Però non correrò per perdere, farò la mia gara e spero che tutti gli altri facciano lo stesso. Dobbiamo inseguire i nostri obiettivi e non semplicemente correre per affondare il più forte».

Gerrans: «Squadra giusta per far bene. Voglio vincere l'Amstel»
L'Orica-GreenEDGE è sicuramente una delle squadre più attrezzate per la campagna delle Ardenne ed in particolare per l'Amstel Gold Race. Michael Matthews non brilla da un bel po', è vero, ma questi sono (sarebbero) i suoi traguardi. Michael Albasini, Daryl Impey e Pieter Weening sono ottime mezze punte, anche se chi realmente può vincere la corsa olandese è Simon Gerrans. L'aussie vanta come miglior piazzamento un podio nel 2011 (fu 3° dietro a Joaquim Rodríguez, mentre Gilbert bissava il successo dell'edizione precedente). Ha vinto una tappa al Giro dei Paesi Baschi ed un'altra alla Volta a Catalunya, sta tornando in fora dopo un inizio di stagione un po' in sordina.

«Hanno cambiato il finale, invece che finire sul Cauberg si terminerà 1200 metri dopo, come agli ultimi Mondiali su strada. Ma l'Amstel ha molte più salite del Mondiale ed è diffcile prevedere come finirà. Questa gara diventa sempre più dura e veloce man mano che va a vanti nella giornata, con le nuove asperità il gruppo sarà molto più selezionato. La squadra è quella del Giro dei Paesi Baschi, abbiamo vinto due tappe ed aiutato Weening a chiudere sesto. Ottimi risultati frutto del lavoro di squadra, un team che sta correndo ad alti livelli. L'anno scorso molti corridori che portammo sulle Ardenne erano all'esordio, quest'anno ognuno di noi ha molta più esperienza su queste strade. Quanto a me, sono davvero motivato. Ho corso buone Amstel Gold Race in passato, so che posso fare bene nuovamente. Il mio obiettivo è vincere, abbiamo la squadra giusta per ottenere un simile risultato quest'anno».

Valverde: «Sono fresco motivato a vincere l'Amstel, oppure la Liegi...»
Non dimentichiamo i Movistar, con Valverde che non vince dal 20 febbraio scorso (era la Vuelta a Andalucía che il murciano si portò a casa aggiudicandosi due frazioni) e può fare non bene, benissimo. Nel caso Alejandro non andasse come si aspetta è pur sempre pronto Nairo Quintana, colombiano classe '90 reduce da una bellissima vittoria del Giro dei Paesi Baschi. Non sarà un tipo da Classiche (ma nel carniere vanta già un Giro dell'Emilia), non sulle Ardenne, ma la gamba è notevole. E non dimentichiamo Rui Costa, vincitore domenica dalla Klasika Primavera de Amorebieta, che potrebbe cogliere tutti di sorpresa...

«Spero di correre Amstel, Freccia e Liegi, senza cadute sono molto fiducioso. Ho buone motivazioni e vorrei vincere o l'Amstel o la Liegi, sarei soddisfatto. Anche un podio andrebbe bene ma la vittoria sarebbe meglio, specialmente all'Amstel, l'unica delle tre che finora mi è sfuggita. Voglio correre meglio rispetto all'anno scorso, quando non stavo bene e mi sentivo stanco dal punto di vista fisico e mentale. È vero, non arrivo con molti giorni di corsa ma non è così importante. La squadra è molto competitiva e davvero motivata. Inoltre per quanto mi riguarda gli obiettivi stagionali sono il Tour, la Vuelta a España ed i Mondiali».

Cunego: «Sogno un finale diverso dal 2012» - Ulissi: «Io sono pronto»
Chi a Valverde ci somiglia come caratteristiche (non crediamo di fare un paragone troppo azzardato, almeno per l'immediato futuro) è Diego Ulissi, che punta sì maggiormente alla Freccia Vallone ma a cui non dispiacerebbe certo far bene all'Amstel. Corsa con cui il compagno di squadra del giovane di Cecina, Damiano Cunego, ha un conto in sospeso: dopo averla vinta nel 2008 il veronese voleva bissare il successo nel 2012 ma Nordhaug lo urtò ed ai piedi del Cauberg finirono i sogni di gloria di Damiano.

«Un anno fa la corsa finì male per me. Ovviamente, mi piacerebbe riscrivere un epilogo ben diverso: penso di arrivare all'appuntamento in buona condizione, ma il miglior termometro sarà la strada. Sono curioso di valutare il nuovo finale. Dopo 250 km, la variazione potrebbe anche non essere così influente, ma potrebbe comunque favorire il rientro di qualche atleta attardato di pochi secondi».

«Le Classiche delle Ardenne mi affascinano - dichiara invece Ulissi - sono gare nelle quali ritengo di poter realizzare belle prestazioni. La nostra squadra avrà per l'Amstel un capitano come Damiano Cunego, già vincitore della corsa in passato, quindi saremo in prima linea. Sarò al fianco di Damiano, pronto a muovermi nella maniera più utile alla squadra. La condizione è buona, nonostante la flessione avuta al Giro dei Paesi Baschi: la imputo al freddo patito durante la settimana».

Sky, meglio Tiernan-Locke o i colombiani Urán-Henao?
Contro un uomo solo (o quasi, visto che il solo Moreno Moser potrebbe dire la sua) ed una spanna sopra gli altri, c'è da affidarsi molto al fattore squadra. Come non pensare perciò alla Sky? Con Boasson Hagen adatto a questo percorso ma reduce dalle fatiche della Roubaix gli occhi sono puntati su altri corridori. Se Tiernan-Locke protagonista sulle Ardenne fa un po' sorridere, il duo colombiano formato da Rigoberto Urán e Sergio Henao fa decisamente più paura. Soprattutto il primo può tenere sugli strappi e sprintare anche in maniera egregia contro i pochi avversari rimasti dopo l'ultimo Cauberg.

Meersman, Kwiatkowski, Terpstra e Velits punte dell'Omega Pharma
Pensando ad una squadra viene in mente il nome dell'Omega Pharma Quickstep: le sue corse, è vero, sono già passate, ma la buona forma di alcuni uomini (Kwiatkowski, Meersman e Velits più che Terpstra) può e deve essere sfruttata.

«Dopo il Fiandre sono stato a casa per quattro giorni e poi sono andato ad allenarmi a Granada con i miei compagni - dichiara Kwiatkowski. Mi sono allenato bene e sono stupito del fatto che sto ancora bene dopo un lungo periodo di gare. Non so che aspettarmi da questa gara, sto bene ma in corsa possono succedere tante cose. Ho corso la Amstel, Freccia e Liegi lo scorso anno ma non le ho finite. Ma sono felice di averle fatte, ora conosco bene le strade ed in un a corsa coma l'Amstel è importantissimo».

«Nel Mondiale ero in fuga - afferma invece Gianni Meersman - così nel circuito ero davanti ed ho ottimi ricordi. Il traguardo è lo stesso del Mondiale, può essere un aiuto per i corridori con le mie qualità. Se nel finale avrò le gambe posso fare meglio rispetto alle precedenti edizioni che si concludevano in cima al Cauberg».

«Dopo la Roubaix mi son preso quattro giorni di riposo - ammette Terpstra - anche per il brutto tempo. Non ho recuperato del tutto la fatica di domenica ma adoro questa corsa e proverò a fare del mio meglio. Corro in casa e sono davvero motivato a far bene. Il tempo sarà buono, le strade affollate. L'ultima parte della corsa è come il Mondiale e mi piace perché dà opportunità di vincere a più corridori. In cima al Cauberg se la giocheranno in tre, ma si può provare a fare tattica: aspettare lo sprint oppure attaccare prima? Penso che chi starà bene potrà vincere anche se non sarà uno dei favoriti della vigilia. Parto senza pressioni, proverò a far del mio meglio, come sempre. Se non starò bene metterò l'esperienza al servizio dei miei compagni».

Infine, le parole di Peter Velits: «Al Giro dei Paesi Baschi stavo abbastanza bene, secondo di tappa e presente in una lunga fuga. Da quella corsa ho avuto ottime sensazioni, anxhe se una gara di un giorno è differente. Sono motivato, su queste strade ho vinto l'iride nella cronosquadre, oggi sul Cauberg ho pensato a questo. Spero che sarà una bella gara per la squadra, abbiamo molte freccie al nostro arco e possiamo fare risultato».

Astana, non solo Gasparotto per i kazaki...
Corazzate ben attrezzate lo sono anche l'Astana di Enrico Gasparotto, il campione uscente, nonché miracolato tre giorni fa. Investito da un camion, ha rimediato qualche ammaccatura, s'è rialzato e dopo aver provato il nuovo percorso non vede l'ora di difendere il titolo. In squadra con lui Jakob Fuglsang, Maxim Iglinskiy, Francesco Gavazzi e Simone Ponzi tra i più pericolosi, senza scordarci di uno che nello scorso settembre vinse già su questo traguardo: Alexey Lutsenko, kazako naturalmente, è infatti il Campione del Mondo Under 23.

Joaquim Rodríguez penalizzato dal nuovo arrivo, ma la Katusha ha anche Spilak
Dal Kazakistan alla Russia il passo non è breve, eppure anche in Katusha c'è molta abbondanza: Joaquim Rodríguez si vedrà penalizzato dal nuovo finale, Alexandr Kolobnev, Simon Spilak e Giampaolo Caruso potrebbero invece fare bene.

Per quanto riguarda gli italiani, oltre ai nomi già citati, fare molta attenzione a Rinaldo Nocentini, anche se potrebbe essere messo al servizio di Betancur (cui, va detto, il finale non si presta), Daniele Ratto e Damiano Caruso (al servizio di Sagan), Giovanni Visconti (che correrà per Valverde), Salvatore Puccio (lo Sky non avrà troppo modo di ritagliarsi i suoi spazi) e Cesare Benedetti, che potrebbe imbroccare la fuga del mattino.

Breve la storia della Classica della birra e delle côtes, s'è detto, ma molto da dire, molti protagonisti per una corsa che immette direttamente nel cuore della stagione. Perché da lì si andrà alla Freccia ed alla Liegi, domenica, e senza che nemmeno ci si faccia caso sarà già il 5 maggio, data d'inizio del Giro. A tal proposito, ci sarà, all'Amstel, anche Hesjedal, maglia rosa uscente: buon passo in piano ed in salita, in questa corsa vanta una piazza d'onore nel 2012, un po' a sorpresa. Chissà che non voglia migliorarsi...

 

A questo link la startlist ufficiale e le informazioni sul percorso

Francesco Sulas

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