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Giro dei Paesi Baschi 2013: Richie diventa sempre più Porte - Vince a Beasain su SSG ed Henao. Domani crono decisiva

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Richie Porte esultante sul traguardo di Beasain nella quinta tappa del Giro dei Paesi Baschi © teamsky.comUn viso sempre davanti, anzi due. Due volti spaccano in due le gocce di pioggia, a volte di grandine, in questa quinta e penultima tappa del Giro dei Paesi Baschi. I volti noti sono quelli di Omar Fraile, 22enne della Caja Rural che prima recupera su dieci fuggitivi, aiutato da Amets Txurruka (figurarsi se il basco non entrava in una fuga!), poi li stacca e va in testa, venendo ripreso solo sull'ultima ascesa, a meno di sei chilometri dal traguardo.

Il secondo volto che ricorderemo, ma non solo per questa settimana, è quello di Vasili Kiryienka. Bielorusso, classe '81, una vita da mediano, si direbbe. Il suo lavoro è uno e, all'occhio inesperto, semplice: tirare in testa al gruppo. Però Vasili è forte, ha due gambe possenti e nelle cornometro sa dire la sua (infatti al Mondiale di Valkenburg vinse il bronzo). Lavora per la squadra, fino all'anno scorso era la Movistar, da quest'anno la Sky, che non poteva farsi sfuggire di mano un gregario così adatto al ritmo voluto dai britannici, passisti scalatori che fanno dell'accelerazione progressiva il punto di forza (il solo Froome sa scattare seriamente, Wiggins e Porte vanno via facendo fare la famosa selezione da dietro).

Insomma, per i 166 km farcidi di dieci (dicasi dieci) Gpm, sotto un'acqua così, con attacchi e contrattacchi che partono frequentemente, è sempre la Sky, nella persona di Vasili Kiryienka, a tirare il gruppo. Del resto, che cosa sono dieci Gpm per uno che al Giro d'Italia 2011, nella tappa del Sestriere che percorreva il Colle delle Finestre, andò a vincere in solitaria, dopo 213 km di fuga (ma "solo" 45 in reale solitudine)? E così, attacco dopo attacco, Kiryienka resta lì davanti, impassibile, a lavorare per Sergio Henao, che ha la maglia gialla, e per Richie Porte, che quella maglia la vuole vincere (è lui il leader della Sky).

Stasera il tasmaniano non avrà la maglia, ma davanti solo una crono a lui favorevole, quella di domani, e la possibilità di portare a casa la seconda corsa a tappe dopo la Parigi-Nizza. Porte, per non saper né leggere né scrivere, ma pedalare eccome, va a vincere la frazione odierna con una stilettata nell'ultimo chilometro e mezzo, quando i big erano rimasti in otto là davanti. Porte che mostra sempre di più i suoi progressi, Porte che parrebbe maturo per una vittoria in una grande corsa a tappe. Ci arriveremo.

Sono 166.1 i km che separano Eibar da Beasain, con i dieci Gpm, molti dei quali spaccagambe e ripetuti. Non partono in molti, anche perché il tempo non invoglia. Tra i ritirati c'è l'iridato Philippe Gilbert. Dopo 3 km partono Nordhaug, Pineau e Hupond , ma sull'Alto de Urraki, seconda salita di giornata, si avvantaggiano su tutti José Herrada (Movistar) e Silin (Astana). Presto si uniscono ai due Rui Costa, Javi Moreno, Fuglsang, Chérel, Navarro, Talansky e Ion Izagirre.

Da dietro Fraile e Txurruka non ci stanno, così escono dal gruppo e provano a riportarsi sui battistrada. Txurruka deve rinunciare, complice anche un guaio meccanico che lo attarda, Fraile invece raggiunge i primi. Al secondo passaggio sull'Alto de Olaberria sono rimasti davanti Fraile, Fuglsang, Navarro, Rui Costa, Herrada e Talansky. Il gruppo, con il solito Kiryienka a tirare (e la Sky dietro al bielorusso), è vicino, a 45". Fraile allora accelera in vista del Gpm, scollinando da solo, mentre gli ormai ex compagni d'avventura si rialzano e verranno raggiunti nella pianura successiva, poco dopo il transito sul traguardo, l'ultimo.

Si crea così una situazione che vede Fraile affrontare da solo gli ultimi tre Gpm (Alto de Gabiria, Alto de Barbaris ed ancora Alto de Olaberria), con 1'20". Kiryienka è impassibile davanti al gruppo, che via via perde unità a grappoli, come se il gap da colmare non importasse al bielorusso della Sky. In realtà è tutto calcolato al centesimo, con i britannici che, come ormai accade da un paio di stagioni a questa parte, nelle gare a tappe corrono in maniera meravigliosa, raggiungendo vette di puntualità, nel raggiungimento dei fuggitivi, da far invidia agli svizzeri della IAM Cycling.

Si decide tutto sull'ultimo passaggio all'Alto de Olaberria, con lo scollinamento posto a 6 km dal traguardo di Beasain. Le pendenze da capogiro fanno scoppiare il povero Fraile, il cui vantaggio già si era ridotto ad una ventina di secondi all'attacco della salita. Attacco in corrispondenza del quale - udite udite! - l'infaticabile Kiryienka si defilava, lasciando spazio ai calibri pesanti. Ripreso Fraile in un batter d'occhio, le prime rampe lanciano otto uomini, quelli che si giocheranno la vittoria: Gadret, Weening, Spilak, Quintana, Henao, Porte, Contador e Samuel Sánchez.

Quest'ultimo ha già vinto su quest'arrivo e non aspetta altro che il traguardo, Quintana vuol far vedere che la crono di domani non lo taglierà totalmente fuori dai giochi, Henao deve difendere il primato ed aiutare Porte, Weening vorrebbe festeggiare a dovere il 32esimo compleanno. Insomma, le motivazioni che muovono i diversi interpreti sono diverse e tutte più che valide. Contador c'è ma ha patito il freddo e non risponde al meglio agli scatti del finale di tappa.

Porte allunga a un chilometro e mezzo dall'arrivo, Quintana si fa trovare impreparato ed involontariamente fa il buco al tasmaniano. Procede spedito, Porte, ed arriva sul traguardo con 4" di vantaggio su Samuel Sánchez ed Henao, seguiti da Quintana e Weening. Gadret è sesto, seguito da Contador e Spilak, mentre Ulissi regola il gruppo giunto a 20", con Giampaolo Caruso 10°.

La classifica generale vede Henao sempre in maglia gialla ma con ancora una crono, seppur atipica, da affrontare. Quintana è lì a 6", come del resto Porte, mentre Contador e Spilak sono a 10". Weening è a 35", Betancur a 37", a 47" troviamo invece Samuel Sánchez, con Giampaolo Caruso 9° a 51" e Diego Ulissi 10° a 1'03".

La vittoria finale, con la crono di domani (24 km attorno a Beasain, con l'Alto de Liernia ed ancora l'Alto de Olaberria da superare), parrebbe essere riservata ai primi cinque (Henao, Quintana, Porte, Contador e Spilak), con Richie Porte che è il naturale favorito. Alla luce delle buonissime prove del tasmaniano alla Parigi-Nizza (vinta) ed al Critérium International, chiuso al 2° posto dietro al solo Froome, quant'è plausibile vedere Porte protagonista, magari vincente, al Tour? Forse non è ancora pronto e forse non lo sarà mai, e però l'ha sempre corso per altri capitani ma senza sfigurare, tutto l'opposto.

Ecco, con Wiggins che ha avuto il suo 2012 d'oro e che punterà al Giro, anche se il Tour resta un suo obiettivo (almeno così dice lui), con un Froome che è vincente e fortissimo ma alla fine di GT in carniere non ne ha, o perché glieli hanno fatti perdere, o perché era al servizi di altri (Wiggins al Tour). Sarebbe naturale che Wiggo puntasse al Giro, virando sul Tour se l'avventura rosa dovesse finire male. Ma al Tour, quest'anno, in casa Sky sarebbe Frome quello che vorrebbe far la voce grossa. Potrà essere un'esagerazione, o magari non vincerà per forza uno Sky (perché il Tour non è il Giro dei Paesi Baschi, oltretutto), ma se tra i due litiganti - da un lato l'inglese atipico Wiggins, dall'altra il ribelle Froome - i vertici Sky scegliessero di puntare sulla forza di Porte?

Sarebbe una scelta coraggiosa, un mezzo salto nel buio, ma alla fine la Sky si ritroverebbe con due, forse tre punte in grado di ambire alla maglia gialla. E con questa gamba sarebbe davvero un peccato relegare Porte al solo ruolo del gregario, seppure di lusso. C'è tempo da qui alla Grande Boucle: tempo per crescere per Wiggins e Froome, tempo per migliorare ulteriormente per Porte.

Francesco Sulas

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