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Tre Giorni di La Panne 2013: Cavendish respinge Viviani e Chicchi - Sagan attardato, Démare nuovo leader

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Mark Cavendish esulta sul traguardo di Koksijde © BettiniphotoUna vittoria in Argentina, cinque in Qatar, ma solo oggi arriva il primo centro stagionale di Mark Cavendish sul suolo europeo. La vittoria di oggi nella seconda tappa della Tre Giorni di La Panne è importante per il velocista britannico perché dopo lo sfogo alla Tirreno-Adriatico in cui s'era detto non soddisfatto del rendimento dei compagni i fari erano tutti puntati su di lui e sulla squadra alla ricerca di ogni minimo segnale di un rapporto già incrinato; oggi invece è arrivata una prova di grande forza di Mark che fa seguito alla brillante prestazione di ieri sui muri fiamminghi ed in più s'è vista anche una Omega Pharma-Quick Step molto unita con tutti gli uomini pronti a sacrificarsi per il proprio velocista.

Visto che la frazione odierna non proponeva grosse insidie altimetriche per il gruppo, la corsa è partita subito a gran velocità e ci sono stati parecchi tentativi di fuga prima che partisse finalmente quella buona: ad avere successo nella loro azione sono stati i belgi Niko Eeckhout, Tim Mertens e Kevin Claeys, l'irlandese Matthew Brammeier ed il sempre combattivo piemontese Mattia Pozzo della Vini Fantini. Già dopo appena 30 chilometri il vantaggio di questo quintetto era nell'ordine dei tre minuti ma successivamente è cresciuto ancora fino a toccare gli otto minuti e mezzo al chilometro 88 di gara.

Il bravissimo Pozzo, già in evidenza anche nella tappa di ieri, ha risposto molto bene al passaggio tecnicamente più interessante di questa seconda tappa, una seguenza di cinque muri tra il chilometro 102.9 e il chilometro 115.1: il 24enne della Vini Fantini s'è tolto la soddisfazione di transitare per primo sul Kemmelberg, sul Rodeberg, sul Vidaigneberg ed infine sul Sufferberg. Questa sezione di percorso è stata anche quella in cui il plotone ha iniziato a ridurre sensibilmente il proprio ritardo dai battistrada anche perché un frazionamento ha fatto sì che per alcuni chilometri un gruppetto di circa 25 unità (tra cui un Chavanel sempre molto attento) mettesse a dura prova la forza delle squadre dei velocisti.

A 60 chilometri dall'arrivo di Koksijde il gruppo è quindi tornato compatto e poco dopo è nata la seconda fuga del giorno: Alessandro Bazzana, Dmitriy Gruzdev e Koen Barbé hanno approfittato del naturale rilassamento del gruppo e si sono avvantaggiati riuscendo a guadagnare fino a 2'10" di vantaggio. Anche per loro, però, non c'è stato nulla da fare perché una volta entranti nel circuito finale attorno a Koksijde i team intenzionati a portare il gruppo allo sprint si sono messi a lavorare con molti uomini alzando notevolmente l'andatura. Addirittura nei tratti più vicini alla costa il forte vento laterale ha messo quasi in fila indiana il gruppo e nelle retrovie c'è stato anche qualche piccolo ventaglio.

Il nuovo ricongiungimento con Bazzana e Gruzdev è avvenuto ai meno 9 (Barbé s'era rialzato ai meno 11) ed in quel momento sono iniziate le operazioni per la volata (sempre ai meno 9 c'è stata anche una caduta di Mattia Cattaneo). A 5000 metri dal traguardo è salita in cattedra la Omega Pharma di Mark Cavendish con niente meno che Tom Boonen e Sylvain Chavanel che sono andati in testa per due lunghe tirate. A 2 chilometri dal traguardo c'è stato un primo colpo di scena con Iljo Keisse che ha preso velocissimo una curva verso destra ed alla sua ruota sono rimasti solo i compagni di squadra Terpstra e Cavendish e, seppur un po' a fatica, anche il nostro Francesco Chicchi.

Il gruppo ha dovuto faticare parecchio per chiudere questo buco pericolossimo e questo ha scompigliato le carte di molto: per fortuna degli inseguitori la Omega Pharma era oggettivamente troppo lunga per riuscire a lanciare Cavendish e quel piccolo gap è stato annullato. Prima dell'ultima curva, ancora verso destra ai meno 450 metri, Cavendish ha lasciato passare davanti a se un paio di uomini per poi lanciare una volata lunghissima sul rettilineo finale sfruttando il lavoro della Lotto Belisol.

Splendido di numero di Cannonball che forza e astuzia riesce a contenere la rimonta di tutti gli avversari, in particolar modo Francesco Chicchi che è stato il primo ad affiancarlo, ed Elia Viviani che è stato di gran lunga il più veloce negli ultimi 50 metri. I due italiani sono arrivati vicissimi ed alla fine il secondo posto se l'è presto Viviani: il veronese della Cannondale ha rimontato alla grande ma forse può recriminare per una piccola esitazione quando è partito Cavendish perché altrimetri sarebbe stato in posizione perfetta per saltarlo; diversa invece la volata di Chicchi che ha provato ad avviancare il britanicco senza però mai riuscire a mettere davanti la propria ruota.

Subito fuori dai primi 10 s'è piazzato anche Sonny Colbrelli mentre Napolitano e Ferrari hanno chiuso poco più indietro, 13° e 17°. Abbastanza deludente André Greipel che è partito anche lui abbastanza lungo ma che è stato risucchiato presto da chi aveva in scia e non è andato oltre alle 12a posizione. Tra le note negative anche la Orica-GreenEDGE che era stata forse la squadra più attiva nell'inseguimento di Bazzana e soci (Howard, il migliore, è arrivato 30°) ma soprattutto Marcel Kittel: il tedesco della Argos-Shimano sta soffrendo tanto qui in Belgio e oggi ha perso le ruote del gruppo a 28 km dall'arrivo.

Un discorso a parte lo merita invece Peter Sagan perché, esattamente come l'anno scorso qui a La Panne, lo slovacco s'è lasciato sfilare dal gruppo principale a 7 km dal traguardo e ha lasciato così la maglia di leader della corsa al francese Arnaud Démare (2" su Kristoff, 5" su Cavendish, 6" su Chavanel). Probabilmente nei programmi di Sagan e della squadra c'è di ritirarsi nella giornata di domani e farlo in maglia di leader, senza aver avuto incidenti o problemi vari, è sicuramente sgradevole: certo, non è facile capire quanto una semitappa di 109 km ed una cronometro di 14 km possano compromettere l'avvicinamento al Fiandre, ma almeno questa volta il gesto di lasciarsi staccare dal gruppo non è stato offensivo (per gli organizzatori) e palesemente volontario come quello del 2012.

Sebastiano Cipriani

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