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Settimana Coppi e Bartali 2013: Fulmine Cunego, riecco la vittoria! - Damiano su Santambrogio. Ulissi rimane leader | Cicloweb

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Settimana Coppi e Bartali 2013: Fulmine Cunego, riecco la vittoria! - Damiano su Santambrogio. Ulissi rimane leader

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La volata in cui Damiano Cunego ha battuto Mauro Santambrogio a Piane di Mocogno © BettiniphotoNon era un mistero che Damiano Cunego stesse attraversando un momento di forma strepitoso. Dopo il 16° posto alla Strade Bianche, il 31enne di Cerro Veronese (compirà 32 anni il 19 settembre prossimo) aveva fatto vedere che era tornato, almeno con lo spirito, a quel 2004 che gli regalò molte gioie oltre a tante, forse troppe, responsabilità.

Cunego, infatti, alla Tirreno-Adriatico aveva corso emozionando, all'attacco nella tappa di Passo Lanciano e nuovamente in avanti verso Porto Sant'Elpidio, per più di 200 chilometri al vento percorsi in un paio di giorni. Non era arrivato il risultato ed i suoi detrattori più feroci gli imputavano questo. Già, perché in fuga ci sanno andare anche gli Oliver Kaisen, ma un conto è stare per molti chilometri al vento, un conto è piazzarsi bene e - perché no? - vincere.

Il prepotente ritorno alle origini di un Cunego che finalmente non centellinava più le energie, attaccando e tentando la fortuna, non poteva terminare però con la fine della Corsa dei Due Mari. Infatti così non è stato. La Settimana Internazionale Coppi e Bartali già ieri ci aveva mostrato un Cunego capace di aiutare Diego Ulissi a conquistare tappa e primato, con uno scatto del veronese che aveva spianato la strada al giovane di Cecina. Oggi Damiano è andato ad ottenere la soddisfazione personale più amata, la vittoria.

Un attacco all'ultimo chilometro, tra la neve residua, ed il solo Santambrogio a tenere il tuo ritmo. Il gruppo è là, a pochi metri, con Rebellin e Basso che provano ad allungarlo, ma Cunego e Santambrogio ci credono. Alla fine arriverà un plotoncino di 12 uomini regolati dal veronese della Lampre-Merida, che torna alla vittoria 338 giorni dopo il successo a Sant'Orsola Terme, è storia del 18 aprile 2012, seconda tappa del Giro del Trentino.

Erano 157 i km da affrontare oggi per andare da Zola Predosa ai 1303 metri di Piane di Mocogno, appennino modenese. Nel finale il Passo Cento Croci, 1264 metri s.l.m., a rendere le cose più complicate. Dopo 40 km di scatti e controscatti è Stefano Pirazzi (strano ma vero) a farsi promotore della fuga buona. Oltre al portacolori della Bardiani-CSF Inox altri nove atleti: Fabio Felline (Androni-Venezuela), Jaroslaw Marycz (CCC Polsat), Leonardo Duque (Colombia), Klemen Stimulak (Adria Mobil), Christopher Jones e Keil Reijnen (Unitehealthcare), Amaro Manuel Antunes e Filippo Savini (Ceramica Flaminia-Fondriest) ed August Jensen (Team Oster Hus Ridley).

Il gruppo lascia fare ed accusa 4'30" di ritardo; Pirazzi invece saluta la compagnia dopo aver trascorso 30 km con gli altri nove. L'azione in solitaria del classe '87 di Alatri non giunge ovviamente alla fine ma subito guadagna 2'05" sugli immediati inseguitori. Sulle rampe del Passo Cento Croci a Pirazzi restano 55" su Felline, Duque, Stimulak e Jones. È Felline ad aumentare l'andatura con il solo Stimulak a reggere; i due vanno ad agganciare il portacolori della Bardiani-CSF.

Pirazzi, Felline e Stimulak procedono in salita, poi nel tratto più impegnativo è Felline a forzare ed a portarsi in testa. Il piemontese dell'Androni-Venezuela transita per primo al Passo Cento Croci, Stimulak è a 22" e lo statunitense Lucas Euser, uscito dal gruppo tirato dagli uomini Lampre (a 1' da Felline) si trova a 36". Felline, per buona parte della discesa è da solo ma alla fine della picchiata verso Boccassuolo viene raggiunto da un Euser in vena di numeri.

I due salgono verso Piane di Mocogno con un vantaggio di 55" sul gruppo che è sempre tirato dai Lampre di Ulissi e dal quale è fuoriuscito Angelo Pagani (Bardiani-CSF Inox). Ai -7 però Euser stacca Felline e prova ad andare al traguardo, mentre il plotone si avvicina sempre di più (ora è a 25"). Ai -5 Ulissi capisce che la situazione è difficile e dà in prima persona una trenata. Decisiva, se pensiamo che a tre chilometri dal traguardo Euser viene ripreso.

Ci troviamo con un gruppo forte di 24 unità e con Jose João Pimenta che tira in testa insieme a Luca Wackermann. L'ultimo chilometro decide le sorti della tappa, con Cunego che attacca deciso; gli va dietro solamente Mauro Santambrogio. Guadagnano alcuni metri sul gruppo sempre più allungato, mentre Rebellin prova a rientrare. Anche Ivan Basso azzarda uno scatto ai 500 metri. Santambrogio però è deciso ad arrivare e così rilancia l'andatura. Gli ultimi 400 metri sono pianeggianti e favoriscono il rientro da dietro.

La volata, seppur ristretta, è lanciata, con Damiano Cunego che coglie la prima vittoria del 2013, negandola invece ad un Mauro Santambrogio che, visto quanto fatto sin dal Tour de San Luis, e passando per la Tirreno-Adriatico, meriterebbe l'affermazione personale. Arriverà a breve, se il 27enne di Erba continuerà a viaggiare di questo passo. Alle spalle di Cunego e Santambrogio si pone lo sloveno Mugerli, recente vincitore dell'Istrian Spring Trophy, quindi Rebellin, König, Rubiano Chavez, Zoidl, Bongiorno, Basso e Chalapud, decimo.

Diego Ulissi, oggi 11°, mantiene la maglia di leadercon 58" su Rubiano, 1'07" sul compagno di squadra Damiano Cunego, 1'40" su Rebellin, 1'42" su König e Basso, 1'46" su Bongiorno (lo scalatore di Fucecchio è sempre più sorprendente e rafforza la sua leadership nella classifica dei giovani), 1'52" su Zoidl, 2'17" su Pardilla e 2'49" su Rogina.

Domani quarta tappa, una cronometro di 14.3 km attorno a Crevalcore che potrebbe vedere favoriti passistoni come Mugerli, Barta, qualche giovane "sorpresa" russa (ci viene in mente il nome di Anton Vorobev, iridato contro il tempo a Valkenburg tra gli Under 23), senza dimenticare Adriano Malori, che correrà sulle strade di casa. Ulissi punterà a difendersi, ben conscio che anche dovesse perdere il primato avrebbe a disposizione l'ultima frazione per riportarsi in testa.

Consapevole, il 23enne di Cecina, che avere in squadra un Damiano Cunego così, che lavora in salita e regola gruppetti (come seppe fare a Pontedera, ad inizio Giro d'italia 2004), è davvero una garanzia di successo per la Lampre-Merida. E se il giovane Ulissi sta pian piano sbocciando, ecco un Damiano Cunego che oggi, nonostante un solo successo ottenuto nel 2012, nonostante la sfortuna e le avversità, è riuscito a ritrovare l'orgoglio e la forza di dire la sua.

L'ha fatto vincendo, e bene, come quando nel 2004 il popolo del ciclismo trovava in lui, giovanotto snello e scattante su ogni terreno, ma soprattutto in salita, un potenziale erede di Marco Pantani. Com'è andata la storia lo sappiamo benissimo, cosa verrà scritto dal pedale di Damiano da qui in avanti, per i pochi anni che gli restano ancora da correre, è tutto da scoprire.

Francesco Sulas

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