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Milano-Sanremo 2013: MTN, risuonano già le vuvuzelas! - Con Ciolek è un successo storico per il team sudafricano | Cicloweb

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Milano-Sanremo 2013: MTN, risuonano già le vuvuzelas! - Con Ciolek è un successo storico per il team sudafricano

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Gerald Ciolek porta la sudafricana MTN Qhubeka sul gradino più alto del podio della Sanremo © Bettiniphoto

Chiamatelo piccolo grande miracolo. Dite che su Gerald Ciolek avreste puntato al massimo qualche euro per un piazzamento in top-ten, non di più. Non si potrà negare però che in una Milano-Sanremo che è già storia per le difficilissime condizioni climatiche che i 200 contendenti si sono trovati ad affrontare, la prima vittoria (e che vittoria!) della MTN-Qhubeka nel circuito World Tour non rappresenti un evento su cui valga la pena spendere qualche parola.

Abbiamo vissuto i giorni precedenti la corsa ad analizzare i vari favoriti, le possibili tattiche, la capacità di squadroni ben collaudati di tenere cucita la gara e assecondare al meglio le possibilità dei propri capitani ed invece, in una giornata che richiama più l'inverno inoltrato che l'imminente primavera, ci troviamo a commentare un successo che viene da lontano, che emana tutto il calore dell'Africa con la voglia di emergere e di costruire un progetto realmente importante.

Effettivamente ciò che si prefissa la MTN, compagnia telefonica sudafricana che già da alcune stagioni si è affacciata nel ciclismo, costituendo il punto di riferimento del movimento sudafricano con l'allestimento di una formazione Continental, è un qualcosa che va al di là del mero lato sportivo (su cui torneremo a breve) ma che col progetto Qhubeka sta dando un impulso notevolissimo nell'ambito sociale. Quest'ultimo termine, in lingua nguni, che sta a significare letteralmente "progresso", "andare avanti", si presuppone d'incentivare l'uso della bicicletta nelle popolazioni rurali, sudafricane e non, fornendole in primis ai bambini in cambio di lavoro volto al miglioramento delle condizioni della propria comunità. Intenti quindi indubbiamente importanti, se si considera che non tutti gli abitanti di determinate aree hanno accesso ai mezzi pubblici e quindi l'uso di un mezzo di trasporto assolutamente non inquinante come può essere la bicicletta può rappresentare una svolta importante (si calcola che dal 2004 siano state distribuite oltre 40 mila biciclette, con grossi vantaggi sia a livello di costi, che di sviluppo).

Tornando all'ambito sportivo, è fuor di dubbio che anche qui il team diretto da Douglas Ryder e che può godere anche del sostegno di un partner importante quale la Samsung, abbia scelto, dopo alcune stagioni in cui l'attività era limitata praticamente al solo continente africano, di tentare la scalata al grande ciclismo, puntando in primis a realizzare qualcosa di innovativo: diventare non solo il punto di riferimento per tutto il continente africando ma realizzare una squadra in cui ai vari corridori locali (per lo più sudafricani ma inglobando anche etiopi o rwandesi, ad esempio), per lo più inesperti in un ciclismo con logiche e dinamiche diverse come quello europeo e pertanto da far crescere con calma, si affiancassero corridori europei già da diversi anni abituati a partecipare alle gare più importanti del panorama internazionale, con l'aggiunta di qualche scommessa interessante da valorizzare per il futuro.

Non è comunque un caso che il primo successo veramente pesante sia venuto da Ciolek, talento del ciclismo tedesco e non solo che da molti anni era atteso a quella vittoria in grado di cambiare il palmarès ma che, per un motivo o per l'altro, non riusciva più a ripetere gli sfavillanti esordi. Eppure i segnali lanciati nelle ultime settimane (vittoria di tappa nelle Fiandre Occidentali e buoni piazzamenti ottenuti alla Tirreno-Adriatico) facevano intendere che l'atleta di Colonia, indicato da molti come possibile erede di Erik Zabel, soprattutto dopo che, a soli 18 anni, riuscì a battere il "Signor Sanremo" nel campionato nazionale tedesco e che poi nel 2006 si aggiudicò il mondiale under 23 a Salisburgo, potesse tornare nuovamente in auge in una gara come la Classicissima, diminuita nel chilometraggio ma resa non meno proibitiva dalle condizioni climatiche. Non tutti però si sarebbero aspettati un successo così magistrale nella scelta di tempo contro un avversario del calibro di Peter Sagan, da tutti indicato come favoritissimo e a cui sono mancati poco meno di 50 metri per tener fede perentoriamente ai pronostici. Una vittoria di spessore (che, senza considerare le gare minori, possiamo dire che attendevamo dalla Vuelta 2009, quando Ciolek s'impose nella seconda tappa) che inevitabilmente non può passare inosservata neppure tra gli organizzatori, dando sicuramente ragione a RCS che può ben dire di aver vinto la sua scommessa, decidendo di distribuire al team sudafricano una wild card per l'edizione 2013.

Ci lanciamo in questa considerazione non a caso, poichè con un'ulteriore crescita, la MTN-Qhubeka potrà senz'altro ambire nelle prossime stagioni alla disputa anche di altre classiche prestigiosissime, quali possono essere il Giro delle Fiandre o la Parigi-Roubaix, anche perchè di basi importanti a livello di organico ve ne sono già: oltre al redivivo Ciolek non va dimenticato come del roster 2013 facciano parte anche corridori come Martin Reimer, altro ex campione nazionale tedesco che stava rischiando di perdersi definitivamente e che è tornato alle gare proprio in questa stagione dopo un anno sabbatico; come l'altro teutonico Andreas Stauff, altro corridore già avvezzo a gare del World Tour o come Ignatas Konovalovas, forte passista lituano capace di vincere la cronometro conclusiva al Giro d'Italia del 2009; poi c'è Kristian Sbaragli, l'unico atleta italiano del team che si è trovato a debuttare nel professionismo proprio in questa realtà esotica e che ha già mostrato ottimi riscontri (5° al GP Samyn e 8° a Indicatore, nella seconda tappa della Tirreno-Adriatico). Proprio Sbaragli potrebbe divenire uno dei nomi nuovi per classiche come quelle del Nord (dalla sua ha un podio nel Fiandre Espoirs) mentre in materia di corse a tappe c'è ancora da lavorarci su, trovando magari strada facendo il nome che non ti aspetti. Da questo punto di vista è stato indubbiamente utile l'ingaggio di uno scalatore quale Sergio Pardilla, reduce dall'esperienza in Movistar mentre l'eritreo Gebremaryam Grmay può rappresentare quel nuovo che avanza e che potrebbe riservare gradite sorprese (oltre a lui presenti anche altri tre eritrei quali Debesay, Russom e Tewelde). La presenza di un corridore del calibro di Ciolek poi può essere indubbiamente di grande aiuto alla crescita di uno sprinter dalle buone qualità come l'algerino Youcef Reguigui, altro esponente di un ciclismo come quello nordafricano che sta facendo ottimi progressi negli ultimi anni.

Non può mancare poi la componente sudafricana, con atleti come Jay Thompson (sua, in ordine cronologico, la prima affermazione stagionale del team ai campionati sudafricani a cronometro) o Jaco Venter, senza dimenticare la presenza di Songezo Jim, il primo corridore sudafricano di colore che con la sua presenza in gara ha contribuito anch'egli a scrivere una pagina storica alla Sanremo, trovando sicuramente un adeguato riscatto ad un'infanzia difficile e dopo gli esordi in Mountain Bike. Ruote grasse che sono state anche terreno di contesa per il rwandese Adrien Niyonshuti, già capace in passato di esordire in corse europee ma costretto in questo momento a fronteggiare un difficile percorso riabilitativo a causa di una trombosi venale che potrebbe impedirgli di gareggiare per tutta quest'annata.

Un team quindi che ha già avuto modo di far parlare di sè, lanciando nelle scorse stagioni anche un interessante talento quale Reinardt Janse Van Rensburg, che chissà (hai visto mai?) non possa diventare in futuro uno dei corridori simbolo di questa nuova realtà, che per forza di cose non è passata inosservata neppure a quegli atleti come Chris Froome, che in un Sudafrica ha parte delle proprie origini e non perde occasione per ribadirle. Inoltre non va trascurato anche un ulteriore aspetto, non secondario, che varebbe la pena di riprendere in considerazione per il futuro: nelle scorse stagioni infatti la MTN ha sponsorizzato anche un team femminile, capace di farsi notare anche in gare europee di notevole importanza (dell'entourage han fatto parte tra le altre l'ex iridata Susanne Ljungskog, Cherise Taylor e la compianta Carla Swart) e il ricreare una squadra simile, con alcune delle migliori atlete sudafricane (pensiamo ad esempio ad Ashleigh Moolman) e dando, proprio come succede per gli uomini, la possibilità di gareggiare anche ad atlete provenienti dell'Africa nera rappresenterebbe senza dubbio un ulteriore sfida interessante, con tutti i vantaggi che ciò comporterebbe anche a livello di organizzazione.

Al termine di una giornata da ricordare si è pertanto giunti ad un nuovo punto di partenza, accompagnati ancor di più dalla curiosità e dall'attesa per le prossime uscite del team giallonero. Quegli ultimi 50 metri su un traguardo impregnato di pioggia e davanti al meglio del ciclismo mondiale per ciò che concerne le corse di un giorno resteranno però un qualcosa di unico nella storia del team e non solo. Ci ricorderemo di una Milano-Sanremo sconvolta dal maltempo ma onorata dai suoi partecipanti e da un degnissimo vincitore. Con quella lunga volata partita idealmente dal Sudafrica.

Vivian Ghianni

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