Warning: include() [function.include]: open_basedir restriction in effect. File(/opt/plesk/php/5.2/share/pear/BackgroundProcess.class.php) is not within the allowed path(s): (/var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/:/tmp/) in /var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/httpdocs/sites/all/modules/background_process/background_process.module on line 22

Warning: require() [function.require]: open_basedir restriction in effect. File(/opt/plesk/php/5.2/share/pear/context.core.inc) is not within the allowed path(s): (/var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/:/tmp/) in /var/www/vhosts/oldsite.cicloweb.it/httpdocs/sites/all/modules/context/context.module on line 3
Tirreno-Adriatico 2013: Pazzi d'amore per Nibali - Pendenze estreme e pioggia, Vincenzo attacca e ribalta Froome: memorabile! | Cicloweb

Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Tirreno-Adriatico 2013: Pazzi d'amore per Nibali - Pendenze estreme e pioggia, Vincenzo attacca e ribalta Froome: memorabile!

Versione stampabile

Vincenzo Nibali, autore di un'azione che ha ribaltato la classifica della Tirreno-Adriatico © Bettiniphoto

Non ne capitano molte, di giornate così, durante una stagione ciclistica. Sono quelle giornate in cui ciò che sembrava assodato viene negato, risultati apparentemente acquisiti vengono ribaltati, e tutto questo succede non per incidenti meccanici, guai e problemi vari, ma semplicemente perché la somma di gambe e testa (e cuore) di un corridore risulta superiore a quella di un altro (o degli altri). Quando questo riposizionamento dei valori in campo avviene al massimo livello, e cioè coinvolge atleti di primissimo piano in una corsa importante, siamo praticamente al karma ciclistico. Se poi - questo è un pensiero rivolto ai tifosi italiani - tutto ciò riguarda in prima persona (e in positivo) il corridore di punta del nostro movimento, beh, che dire: il settimo cielo potrà pure essere piovoso come i sei sottostanti (e tutti sul centro Italia, poi!), ma è un bel posto da raggiungere.

Vincenzo Nibali e la Tirreno-Adriatico hanno un'intesa che si è cementata lo scorso anno, con la vittoria del siciliano, vieppiù scontata per chi riteneva che non ci fosse nulla di più naturale, per uno Squalo, che conquistare la Corsa dei Due Mari... Aveva impostato la sua stagione, Vincenzo, per andar bene nel periodo delle classiche e poi al Tour, quindi era tutto sommato nell'ordine delle cose che il siciliano potesse imporsi in una gara come la Tirreno, battendo poi Chris Horner, non certo Eddy Merckx (con tutto il rispetto per l'arzillo 70enne della RadioShack).

Stavolta invece sarà tutto diverso, si tendeva a pensare pochi giorni fa, perché Nibali ha impostato la preparazione in maniera del tutto diversa, punta forte sul Giro e quindi scordiamoci di vederlo al top già in marzo; in second'ordine, quest'anno se la dovrà vedere con Contador e Froome e Sánchez e questi qui dodici mesi fa non c'erano, e parliamo di "podisti" da Tour, come fare per fronteggiarli?

Come fare? Con l'ormai nota capacità di Vincenzo di non lasciare mai nulla di intentato in ogni corsa a cui partecipa. A volte gli ululano dietro perché attacca sul Ghisallo e scoppia su un lungolago di troppi chilometri al Lombardia; o perché attacca sul Poggio e "scippa" il compagno Sagan di una meritata Sanremo; o perché si mette in testa di poter fare il numero alla Liegi senza aver fatto i conti con Iglinskiy. Senza pensare (gli ululatori) che il personaggio che si macchia di tali ingenuità è poi uno che va a lottare per (provare a) vincere il Tour, e uno in grado di dire la sua alla Sanremo e al Tour non lo trovi facilmente, in gruppo. Anzi, non lo trovi proprio.

Nibali è uno straordinario valore aggiunto del ciclismo, perché è in grado di rendere sorprendente, palpitante, tutt'altro che scontata ogni situazione in cui egli si renda conto di avere almeno una chance di successo. Se non ha guai fisici a frenarlo, si può star certi che, in quelle condizioni, Vincenzo tenterà l'attacco. L'ha fatto ancora pochi giorni fa in una classica come il Giro del Lazio (Roma Maxima), dove pure non aveva grandi speranze di portare a termine il suo assalto. Lo rifà oggi alla Tirreno-Adriatico, a cui si era accostato quasi a fari spenti, schermendosi un po', tenendosi in disparte rispetto ai riflettori accesi soprattutto su Froome e Contador.

Ha subìto per un paio di giorni la legge di uno squadrone come la Sky, ma al terzo ha completamente ribaltato la situazione, e con essa la classifica, in una tappa che resterà nella memoria di molti, a partire dai corridori che - smadonnando e non poco - l'hanno disputata. Smadonnavano perché, al maltempo già sperimentato nei primi giorni di Tirreno tra Toscana e Umbria, oggi si aggiungevano delle salite veramente indigeribili per molti di loro. Vuoi per i rapporti non del tutto adeguati, vuoi per gambe non troppo rodate, vuoi perché effettivamente delle pendenze al 27% se uno non è un geco non le trova troppo naturali per le proprie caratteristiche, fatto sta che siamo giunti al record di 52 ritirati (sì, 52!) nel corso della tappa. Ai quali vanno aggiunti un paio di non partiti e un fuori tempo massimo (il povero Phinney, che ha poi twittato di aver tenuto duro fino in fondo pensando al babbo).

Un'ecatombe, causata in massima parte dalle pendenze assassine del muro di Sant'Elpidio a Mare, 400 metri dissennati (il cartello che segnalava 30% di pendenza in molti se lo sogneranno a lungo), sommati agli innumerevoli altri durissimi strappi delle Coste Fermane. Un'altimetria che non ha risparmiato critiche o vere e proprie proteste (tra i più contrariati vengono segnalati Cavendish e Pozzato) nei confronti degli organizzatori, i quali, per bocca di Michele Acquarone, hanno riconosciuto in serata di aver un po' esagerato.

La durezza del percorso non ha scoraggiato, tuttavia, un nutrito gruppo di avventurieri della prima ora: si sono mossi in 17 dopo circa 20 km, e qui li elenchiamo: Nocentini, Montaguti, Boom, Egoi Martínez, Vicioso, Cunego, Intxausti, Visconti, Impey, O'Grady, Cancellara, Finetto, Selvaggi, Dumoulin (Tom, non Samuel), Sprick, Voss ed Henao. Poi quest'ultimo, sentendosi evidentemente fuori contesto, s'è rialzato, lasciando andare gli altri 16.

Non così s'è comportato Nocentini, che in qualità di più vicino in classifica (era a poco più di 3' dal leader Froome) dava un po' di sano fastidio alla Sky, che infatti s'è messa d'impegno per tenere il distacco entro limiti accettabili (quantificati nei 4'40", non di più, di vantaggio massimo ottenuto dai 16). Si fosse rialzato anche Rinaldo, la fuga avrebbe avuto maggiori chance di prendere proporzioni più vistose e favorire quindi qualcuno dei suoi componenti per il successo di giornata, ma così non è stato, e del resto non è che Nocentini non avesse il diritto di fare la corsa che a lui pareva.

A 54 km dalla fine, col vantaggio ancora intorno ai 3' per i fuggitivi, Tom Dumoulin ha rotto gli indugi e si è avvantaggiato, sul muro di Montegranaro. Cunego (che già era transitato per primo al primo Gpm di giornata, al primo passaggio da Sant'Elpidio a Mare dopo 72 dei 209 km totali) è stato bravissimo a rientrare sul giovane olandese della Argos, per poi conquistare anche il secondo Gpm (al secondo passaggio dalla salita assassina), ai -46. Dopodiché, sulla coppia al comando sono rientrati Selvaggi e Visconti (ai -39), e poi anche Martínez, Intxausti e Impey (ai -37). Tutti gli altri, compresi Cancellara e Nocentini, si sono via via fatti riassorbire dal gruppo.

La Sky, visto che non c'era più pericolo per la maglia azzurra di Froome, ha allora tirato i remi in barca; sostituita però in testa al gruppo (o quel che ne rimaneva) da un'ottima Cannondale, ancora presente in forze attorno al divo Peter. La voglia di vincere la tappa da parte di Sagan è risultata determinante, infatti il lavoro dei verdi di Amadio ha più che dimezzato, nel giro di 15 km (in gran parte pianeggianti, prima dell'ultima razione di muri), il distacco dal drappello di testa.

A 23 km dalla fine, ai piedi dell'ascesa che avrebbe portato nuovamente a Sant'Elpidio a Mare, Dumoulin si è ancora una volta avvantaggiato. Il vantaggio sul gruppo era in quel momento di 1'10", e non è che l'azione dell'olandese abbia fatto granché bene alla fuga. In ogni caso, l'annullamento dell'azione dei 7 superstiti era ormai nell'aria. Intxausti ha fatto in tempo a riportarsi su Dumoulin lungo la salita e poi a rimanere solo al comando, mentre Cunego e gli altri (e poi lo stesso Tom) venivano raggiunti prima dello scollinamento.

In cima, il momento topico. Nibali, visti un po' appannati sia Froome (che lo precedeva di 20" in classifica) sia Contador (che aveva il suo stesso distacco), ha tentato il tutto per tutto ed è partito. Samuel Sánchez, che almeno una cosa che giustificasse la sua presenza alla Tirreno doveva farla, si è accodato prontamente. Appena sulla discesa, anche uno stratosferico Sagan ha preso le ruote dei due leprotti, che intanto avevano raggiunto Intxausti.

Nel primo gruppo inseguitore, Santambrogio, Contador, Horner e Rodríguez avevano distanziato un drappello con Evans, Mollema, Rabottini e un tenacissimo Cunego; Froome era ancora più indietro, accompagnato da Henao che però non poteva più di tanto aiutare il suo capitano su pendenze così estreme.

La discesa, con specialisti del calibro di Nibali, SSG e Sagan, non poteva che scorrere liscia come l'olio, col quartetto (Intxausti ancora resisteva) che ha mantenuto qualche secondo sugli altri. Sull'ultimo strappo di giornata, sulla strada di Casette d'Ete, Nibali ha giocato ancora pesante, scattando una volta di più. Sagan, senza battere ciglio, si è accodato, mentre i due spagnoli perdevano contatto. Non rimaneva, sull'ennesimo muro della tappa, che vedere un numeretto di Rodríguez, che puntualmente, ai 10 km, ha mollato la compagnia di Contador, Horner e Santambrogio, e sgambettando s'è portato sulla coppia di testa.

I 9 chilometri finali, coi tre battistrada impegnati a gestire 20" di vantaggio sul gruppetto di Contador e 40 su quello di Froome, sono stati esaltanti per i tifosi di Nibali e Sagan. E sì, perché non solo quel margine veniva salvaguardato, ma addirittura espanso dall'ottimo accordo dei tre attaccanti. Non occorreva la sfera magica per sapere che la volata l'avrebbe vinta Sagan, che con merito ha portato a casa la seconda vittoria in questa Tirreno-Adriatico; Nibali ha preceduto Rodríguez per prendere quei 2" d'abbuono in più che rinsaldano la sua leadership. Santambrogio, Sánchez, Horner e Contador sono arrivati a 42" da Vincenzo e Joaquim (Sagan nello sprint aveva guadagnato 2 secondi su costoro); 6" più tardi ha tagliato il traguardo anche un drappello di 12 comprendente Froome e Kwiatkowski (e Poels ed Evans). Una batosta niente male per il capitano della Sky, a cui Vincenzo ha riservato uno scherzetto niente male (aiutato anche dalla pioggia, ha ammesso il messinese).

La classifica che viene generata da questo memorabile finale vede Nibali al comando con 34" su Froome, 37 su JRO, 48 su Contador, 58 su Kwiatkowski, 1'05" su Horner e 1'20" su Santambrogio. Domani i 9 km a cronometro di San Benedetto del Tronto potranno cambiare qualcosa, ma è difficile pensare che la maglia azzurra perda oltre mezzo minuto sul suo primo inseguitore. Possibile invece che Contador riesca a scavalcare Rodríguez e agguantare un podio di grande rilievo (visto chi andrà a comporlo), ma Alberto dovrà pure guardarsi le spalle da Kwiatkowski, che è un ottimo cronoman e che farà di tutto per colmare quei 10" di gap che lo separano dal madrileno.

Di sicuro, la giornata di oggi conferma come la Corsa dei Due Mari rappresenti ormai uno degli appuntamenti irrinunciabili della stagione ciclistica internazionale. Simili contendenti impegnati in una battaglia condotta senza risparmio nobilitano moltissimo la competizione. Anche senza pareti da freeclimber sul percorso (in futuro, ma qualcuno può obiettare che proprio le pendenze estreme hanno demolito la corazzata Sky, altrimenti difficilmente scalfibile) la Tirreno è un gioiello da preservare. Lo è diventata in questi ultimi anni, mettendo abbondantemente in ombra la concomitante Parigi-Nizza. Speriamo che questa favola possa durare ancora a lungo.

Marco Grassi

RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano