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Tirreno-Adriatico 2013: Ma quant'è bravo Don Rodríguez! - Tappa a Purito, Froome leader su Contador e Nibali

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Joaquim Rodríguez gioisce per la sua vittoria a Chieti © BettiniphotoTra i tanti specialisti del ciclismo d'oggi, Joaquim Rodríguez è veramente uno dei più inesorabili. Dategli una rampa di garage e vi solleverà il mondo, facendo leva sulle sue caratteristiche da grimpeur che si esaltano su questo tipo di salite, preferibilmente brevi, preferibilmente durissime. Le pendenze prossime al 20%, lungi dall'intimorirlo, lo esaltano proprio, e appena vi si trova, si può star certi che darà la sua stoccata. Anche se non è in condizione eccelsa (ieri ha sofferto parecchio a Prati di Tivo, pur salvando il salvabile: non è ai livelli di Giro o Vuelta 2012, per intenderci), gli strappi come quello di oggi a Chieti lo chiamano all'azione come se ogni volta, per lui, fosse un ritorno a casa: la naturalezza dell'atto suggerisce in effetti proprio quest'immagine.

Non riesce a lottare per i primissimi posti della generale, cosa resagli oltremodo difficile dalla cronosquadre d'apertura e dalla crono individuale di chiusura, ma vincere una tappa come quella di oggi davanti a tanta della nobiltà del ciclismo mondiale è un risultato degno di ogni rispetto; soprattutto considerando che già un mese fa, in Oman, Purito aveva avuto modo di dare un altro saggio delle proprie qualità, e sempre al cospetto di avversari di alto lignaggio.

Tra questi, Chris Froome è l'altro uomo del giorno, visto che Kwiatkowski, capoclassifica fino a stamattina, è saltato nel finale, spianando così la strada alla conquista, da parte dell'anglo-kenyota, del simbolo del primato. Non è andato a gambe all'aria, il polacco, ma si è scontrato contro la dura realtà di un percorso non certo adatto alle sue possibilità. Se domani non perderà le ruote dei migliori nell'intrigante tappa di Porto Sant'Elpidio, potrà ridare la scalata al podio nella crono di San Benedetto, martedì.

Un terzo uomo del giorno, oggi, è Damiano Cunego. Uscito dalla classifica ieri, il veronese non ha perso tempo ed è andato in fuga all'inizio della tappa con altri 8: Agnoli, Schär, Belkov, Langeveld, Devolder, Flecha, Gatto e Benedetti. Quest'ultimo ha subito abbandonato la compagnia (in seguito a un dritto in curva che gli ha fatto perdere le ruote degli altri attaccanti): voleva conquistare punti Gpm, non c'è riuscito, ma la maglia verde l'ha presa lo stesso, visto che Francesco Failli, che guidava la graduatoria, si è ritirato per i postumi di una caduta alla Strade Bianche (ha una costola incrinata). Tra gli altri ritiri di giornata (Reimer, Kaisen, Steegmans, Chicchi che non è proprio partito), si segnala quello quasi incredibile di Sep Vanmarcke: il belga è caduto nel tratto di trasferimento tra la partenza ufficiosa e il km 0, a Ortona, e si è procurato una frattura al ginocchio destro che lo terrà lontano dalle corse fiamminghe, su cui si sarebbe focalizzata la sua stagione, e anche da un altro bel pezzo di 2013.

Torniamo ai fuggitivi: dopo aver toccato un vantaggio massimo di 8'15" al Gpm di Forchetta di Palena (km 91), gli 8 sono stati bravi a tenere a lungo il margine sul plotone tra i sei e i sette minuti. La Omega Pharma della maglia azzurra Kwiatkowski non aveva l'esigenza di tirare alla morte per riprendere gli attaccanti (per non aiutare i rivali del polacco a cogliere abbuoni nel finale), ma quando si è messa in testa la Sky, la musica è cambiata, e il gap è stato rapidamente ridotto dagli inseguitori. In più, anche la Cannondale (che sperava di vincere la tappa con Sagan, come un anno fa) ha dato una mano a Cataldo e soci.

Sulla salita di Passo Lanciano, Cunego ha aumentato il ritmo, col risultato di rimanere solo in testa, mentre gli altri andavano incontro al destino di essere raggiunti uno dopo l'altro dal gruppo; purtroppo per Damiano, il vantaggio in cima (quando mancavano 40 km al traguardo) era di appena 1'30", e malgrado l'impegno del corridore della Lampre, che ai 10 km aveva ancora un minuto, il ricongiungimento è stato inevitabile sulla prima delle due salite di Chieti, a poco meno di 7 km dalla conclusione.

Il consueto forcing in salita degli Sky, orchestrato soprattutto da Henao nel frangente, ha ridotto rapidamente il gruppo dei migliori. E Sagan, che era rientrato in discesa dopo essersi staccato su Passo Lanciano (come anche un declinante Evans tra gli altri), ha dovuto fare i conti con la dura realtà: 14 km di salita impegnativa (quella che non si fece 12 mesi fa) lasciano parecchie scorie nelle gambe. Lo slovacco si è staccato ai 6 km (un naufragio per la condotta tattica della Cannondale), ma anche altri hanno sofferto le trenate di Henao (Poels, ad esempio), e la corsa ha preso la piega di lotta d'alta classifica allorquando Contador, a poco più di 5 km dal traguardo, è scattato per andare a prendere i 3" dell'abbuono del traguardo volante posto ai 4.6 km, in cima al primo strappetto di Chieti.

Nell'occasione, prima che il madrileno precedesse Nibali e Froome allo sprint intermedio, abbiamo addirittura visto quasi delle spallate tra il capitano della Sky e Kreuziger, da quest'anno uomo di fiducia di Contador: cosa non si fa per prendere la posizione! Proprio Kreuziger, sullo slancio del traguardo volante, ha proseguito in contropiede, venendo poi raggiunto ai 3 km da Amador, ma finita la discesa e imboccata la rampa di via dei Marsi, il gruppo si è rifatto sotto.

Ancora una volta, con la strada all'insù, Poels ha mollato, imitato da Pozzovivo, e in testa è rimasto un drappello formato da Froome coi suoi colombiani preferiti (Henao e Urán), Contador con Kreuziger, Nibali, Rodríguez, Horner, Amador, Kwiatkowski, Daniel Martin, Mollema, Niemiec e un ancora bravissimo Santambrogio. Con ancora Henao a tirare, a 1.3 km dal traguardo c'è stato lo scatto di Purito, che ha avuto come conseguenza quella di frantumare il gruppetto: solo Froome, Contador, Santambrogio, Mollema e Horner sono rimasti poco dietro a JRO, e Kwiatkowski e soprattutto Nibali hanno iniziato a pagare qualcosa.

Sulla spianatina dell'ultimo chilometro, il siciliano è riuscito a riportarsi sotto, ma appena la strada è tornata a inerpicarsi Vincenzo ha nuovamente perso le ruote dei rivali di classifica, mentre Rodríguez, fin lì tenuto quasi a vista dagli inseguitori, ha definitivamente preso il largo. All'arrivo Mollema ha soffiato a Contador l'abbuono per il secondo posto, nel gruppetto in cui, sfilacciati ma tutti cronometrati a 8" dal vincitore, Santambrogio, Horner e Froome sono transitati tra il quarto e il sesto posto. Nibali, settimo, ci ha rimesso 17", quindi Niemiec, Kreuziger (entrambi a 22") e Dan Martin (a 28") hanno chiuso la top ten. Kwiatkowski, 15esimo, ha perso 35" da JRO e 27" da Froome che in classifica lo seguiva a 4".

La generale quindi vede il britannico al comando con 20" su Contador e Nibali, 24 su Kwiatkowski, 37 su Horner, 52 su Santambrogio e 55 su Rodríguez. Domani nella prima delle due frazioni marchigiane potrebbe succedere di tutto, o anche niente: il terreno si presta a imboscate, le salite del circuito intorno a Porto Sant'Elpidio sono numerose e anche dure, e inoltre siamo ancora una volta sopra i 200 km (209 per la precisione); ma non manca anche lo spazio per recuperare, a patto di avere una squadra forte e compatta (guardacaso, proprio quella che ha il leader della classifica...). Di certo i vari Contador e Nibali, se vorranno provare a far saltare il banco, dovranno necessariamente inventare qualcosa prima della crono conclusiva, nella quale Froome è favorito rispetto a loro. Attendiamo di assistere quindi a un po' di spettacolo, anche qualora la sesta e penultima tappa della Tirreno-Adriatico 2013 dovesse risolversi con un nulla di fatto nella generale.

Marco Grassi

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