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Parigi-Nizza 2013: Porte completa il suo capolavoro - Richie vince cronoscalata e classifica finale. Bene Ulissi e Scarponi

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Da sinistra: Talansky, Porte e Péraud, podio finale della Parigi-Nizza © teamsky.comNome: Richard Julian (ma tutti lo chiamano Richie). Cognome: Porte. Professione: gregario. Almeno fino a pochi giorni fa. Intendiamoci, Richie neglia anni s'è dato da fare: vincendo tra i dilettanti corse più o meno di rilievo, passando pro' ed andando in rosa al Giro 2011 - era nella celebre fuga de L'Aquila - arrivando ad una squadra evoluta come il Team Sky e, fattore da non sottovalutare, fidanzandosi con la bella Tiffany Cromwell, anche lei giovane, bella ed australiana.

Insomma, cosa poteva volere di più, questo diavoletto della Tasmania, dopo aver scortato Wiggins alla vittoria del Tour de France ed a numerosi altri successi? Levarsi qualche soddisfazione personale. Perché se è vero che nel ciclismo trionfa la squadra anche quando vince uno solo, è altrettanto vero che la maglia di leader non la indossano tutti. Se l'anno scorso Richie s'era imosto nella Volta ao Algarve, quest'anno ha voluto alzare il tiro e puntare alla Parigi-Nizza.

Non partiva tra i favoritissimi, Porte. Sicuramente ci si aspettava un Van Garderen già protagonista ed un Westra capace di prendersi quel primato sfuggito per pochi secondi l'anno scorso. C'era poi Gesink, e vai a sapere che l'olandese non fosse al meglio, mentre Talansky non ha deluso, sfiorando la vittoria.

Porte, però, aveva il dorsale numero uno sol perché Wiggo non era della partita, pochi ritenevano l'aussie capace di portare anche quest'anno la maglia gialla in casa Sky. E invece è bastata la salita a La Montagne de Lure, dove Porte ha staccato i rivali, Talansky su tutti, e la corsa s'è chiusa, abbottonata, blindata (abbiamo reso l'idea?).

Giunti a Nizza con una cronoscalata da disputare e 32" a separare il secondo, Talansky, da Porte, l'americano avrebbe dovuto guadagnare più di tre secondi al chilometro per scalzare Richie dal trono. Missione fallita, come da facile pronostico. Porte ha scalato il Col d'Èze in 19'16", solo 4" peggio di quanto fece Wiggins nel 2012 (19'12" il tempo vincente del britannico), suo anno di grazia. Respinto nettamente l'attacco di Talansky, che si deve accontentare della seconda piazza a 23" dal tasmaniano.

Dei 151 corridori che hanno preso il via da Nizza (Rick Flens il primo a scalare il Col d'Èze ale 13.40), Mattia Cattaneo metteva in evidenza l'ottima vena della Lampre, facendo segnare un 20'51" e portandosi temporaneamente in testa. Chiuderà 21° il giovanotto di Alzano Lombardo, bene così. Javier Moreno e Jerome Coppel lo passavano ma chi faceva registrare un tempone era uno scalatore (ma tu guarda il caso!), Nairo Quintana. Il suo 19'43" reggerà finché Talansky prima e Porte due minuti dopo lo scalzeranno, per capire l'ottima prova fornita dal colombiano.

D'altra parte, gli ultimi a partire, Westra, Chavanel, Talansky e Porte, non potevano far pensare che nessuno dei quattro sopravanzasse Quintana. Se Chavanel partiva male e concludeva peggio (9° a 1'05"), Westra era ancora più lento del francese, chiudendo 20° a 1'35". Mentre Péraud, con un ottimo 19'48", si issava alle spalle di Quintana, Van Garderen era terzo con il suo 20'08"; Spilak dietro di lui e dopo lo sloveno c'erano Ulissi e Scarponi, che chiuderanno rispettivamente 7° ed 8°.

Talansky e Porte, si vedeva a occhio, erano di un altro pianeta, specialmente l'australiano. Talansky chiudeva in vetta con un 19'39" polverizzato due minuti dopo da Porte, che si fermava ad esultare e faceva segnare pure un 19'16" ottimo. La classifica era ormai scolpita con Porte primo australiano della storia della Parigi-Nizza a vincere la maglia gialla finale. Talansky, ottimo rivale, era l'unico a non finire a oltre un minuto da Porte (55" il distacco dell'americano della Garmin), con Péraud che si prendeva il terzo gradino del podio in virt dell'ottima prova offerta oggi. Van Garderen era 4° seguto da Chavanel, Spilak, Ulissi (primo degli italiani in graduatoria), Westra, Klöden e Peter Velits.

In chiave Sanremo la corsa ci ha detto che Boonen è ancora indietro nella condizione ma non indietrissimo e chissà cosa potrà inventarsi, mentre di certo Gerrans, alle prese con problemi respiratori, faticherà a bissare la vittoria del 2012. Gli altri sono tutti alla Tirreno-Adriatico e, al di là delle considerazioni sull'ottima crescita di Talansky, di Ulissi e sull sfortuna di Scarponi (era da podio, senza quegli 8' persi ieri a cambiare una ruota), c'è da prendere atto che ancora una volta la suadra più forte è stata la Sky, con un Porte in grande spolvero, vincitore in salita e nella cronoscalata, gregario di lusso che si toglie una delle soddisfazioni più grandi della carriera. E chissà che il 28enne diavoletto della Tasmania non voglia vestire ancora una maglia gialla, magari in futuro, di certo più prestigiosa...

Francesco Sulas

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