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Parigi-Nizza 2013: Kittel e Viviani, gioiscono in due - All'uno la tappa, all'altro la maglia gialla. Bouhanni cade e si ritira

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Marcel Kittel batte Elia Viviani (che vola in giallo) nella seconda tappa della Parigi-Nizza © Bettiniphoto«Questa mattina ero partito con l'ambizione di prendere tappa e maglia e per poco non ci riuscivo. Sono comunque soddisfatto: vista la volata di Kittel, posso rimproverarmi poco». Ha le idee chiare, come sempre, Elia Viviani. Una maglia alla portata, una vittoria che, se non ci fosse stato un motruoso Kittel, sarebbe arrivata.

Una corsa disputata in maniera perfetta, per la Cannondale, una volata ragionata, fatta senza commettere l'errore della Lampre, che ai 400 metri era già lanciata per un petacchi solo 12°. Considerando la lieve pendenza (4%) del rettilineo di Cérilly c'era solo da aspettare e scattare alla fine. Kittel agisce in quest modo, tant'è vero che quando Petacchi è già davanti a prendere aria il tedesco si trova ancora attorno all'ottava posizione.

Una volata esplosiva, anche, la sua come quella di Viviani, che anche oggi come ieri deve accontentarsi del piazzamento. E però questo secondo posto, a prima vista amaro ed amareggiante, porta in dote all'ottimo veronese della Cannondale la maglia gialla di leader. Sono 200.5 i chilometri che portano da Vimory a Cérilly, con un circuito finale da ripetere una volta, per 17 km in totale.

Subito vanno in fuga Smukulis e Christensen ma il gruppo non lascia loro libertà; la fuga giusta è invece quella di Feillu, De Gendt, Bouet and Astarloza, che prendono il largo dopo 66 km di corsa (le prime due ore vedono il gruppo avanzare ad una media di 29.6 km/h, segno che il vento in faccia è notevole). I quattro guadagnano fino a 4'05" ma il gruppo non lascia loro ulteriore terreno.

Quando mancano 75 km da percorrere inizia a piovere e volano a terra Huguet e Siutsou, ripartiti dopo non troppo tempo. La strada si asciuga ma un'altra caduta, e ben più grave, sconvolge tutto in corsa: la magia gialla Naccer Bouhanni, in seconda ruota ed all'inseguimento dei fuggitivi, prede aderenza in una curva a sinistra.

Troppo alta la velocità per mettere una mano a terra e così il franco-algerino prende una bella facciata sul marciapiede. Va bene avere un passato da pugile ma questa botta mette ko il Campione di Francia, costretto al ritiro e portato via in ambulanza. Da quel momento (mancano 55 km all'arrivo) la corsa cambia volto, la FDJ non tira più ma i fuggitivi vengono comunque ripresi ai -45 km.

Inizia un'altra tappa. L'attraversamento della Foresta di Tronçais, con la strada che se solo fosse in pavé ricorderebbe Arenberg, è eterno ed alla fine si giunge Cérilly, passando per la prima ed ultima volta sul traguardo. C'è chi studia gli ultimi metri e chi, come la Cannondale, porta Elia Viviani allo sprint: il veronese prevale su Chavanel e Rubén Pérez e diventa maglia gialla virtuale. Nell'anello conclusivo le acque non si placano, anzi!

L'Omega Pharma mette Boonen in testa per provare a selezionare il gruppo, ma non c'è vento laterale e gli strappetti dell'anello sono troppo facili per creare buchi. Finisce così che i belgi si fanno da parte e, dopo un paio di tirate dell'Orica-GreenEDGE, è la Cannondale di Viviani a portarsi in testa. Nel finale la Argos-Shimano, rimasta coperta per buona parte della tappa, lancia in avanti un uomo. Siamo già all'interno dell'ultimo chilometro e la mossa è più che azzeccata, in ottica di una vittoria di tappa.

Sono infatti i Lampre a cadere nella trappola, lanciando ai 700 metri Alessandro Petacchi. Lo spezzino pate ai 400 ma la strada che pende leggermente e la consapevolezza che il traguardo non è facile da raggiungere gli fanno tirare un poco il freno. Ormai però la volata è lanciata e quelli più indietro, tra cui Kittel e Viviani, rimontano incredibilmente nel finale, con il tedesco a prevalere sul portacolori della Cannondale. Terzo posto di giornata per l'australiano Leigh Howard davanti a Borut Bozic, Samuel Dumoulin, Gianni Meersman, Romain Feillu (ottimo 7° posto dopo tanti chilometri in fuga), Jens Debusschere, José Joaquín Rojas e Tony Gallopin. Petacchi chiude al 12° posto, dopo una volata nata male e conclusa peggio.

La nuova classifica generale vede Elia Viviani vestire la maglia gialla con 7" di margine su Sylvain Chavanel ed 8" su Damien Gaudin. Westra è a 9" mentre Petacchi, Kelderman e Soupe sono a 10". Peter Velits, Tony Gallopin e Borut Bozic, a 11" da veronese, completano la top ten della generale. Domani il finale non sarà più per velocisti puri: i 170 km da Châtel-Guyon a Brioude presentano infatti tre Gpm (due di terza categoria, uno di seconda), con l'ultima asperità, la Côte de Mauvagnat, a 25 km dal traguardo. Lì si potrà fare la selezione, su quei 2700 metri con una pendenza media del 6.7%.

Elia Viviani è determinato: «Domani terrò duro per provare a giocarmela nel finale. Poi vivrò alla giornata, puntando a portare la maglia verde fino a Nizza». Se la vuole giocare anche su un terreno che non è propriamente il suo per cercar di cogliere la prima vittoria stagionale. Sa bene che tra due giorni e fino al Col d'Èze lo spazio sarà soltanto per i grimpeur. Sa bene quello che vuole, Elia.

Francesco Sulas

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