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Strade Bianche 2013: Moser e Sagan, coppia perfetta - Talentuosi ed affiatati, ecco i due gioiellini Cannondale

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Peter Sagan in testa al gruppo, alle sue spalle Moreno Moser. Cancellara, più indietro, osserva... © Bettiniphoto

Nella Strade Bianche disputatasi oggi si è verificato quello che molti addetti ai lavori avevano immaginato fin dall'anno scorso, ossia la varietà di tattiche di gara a disposizione del team Cannondale grazie a due gioiellini, Moreno Moser e Peter Sagan. I due fenomeni classe '90 hanno letteralmente fatto il bello e il cattivo tempo sul magnifico percorso senese, pieno di insidie e di pericoli, staccando e battendo campioni affermati come Cancellara e Valverde.

Il fatto di essere così giovani permette di partire con poche pressioni sulle spalle, mantenendo la spensieratezza e, perché no, l'incoscienza propria dell'età. Una considerazione la merita anche la squadra: nella storia recente del ciclismo professionistico, non si ricorda la presenza nella stessa compagine di due talenti di questo livello per le classiche di un giorno in lotta fra l'altro per gli stessi obiettivi.

Questa annotazione può essere vista da entrambe le prospettive: c'è chi può ritenere sbagliato concentrarsi sugli stessi traguardi tralasciandone altri e chi pensa che avere una doppia carta in varie occasioni sia un elemento importante e innovativo nel ciclismo di oggi. La prima ipotesi ottiene il favore dello stesso Moser che, nelle prime interviste dopo aver alzato le braccia, ha dichiarato che «c'era la sicurezza di avere il mio compagno Peter Sagan nel gruppo dietro che, nel caso in cui mi avessero ripreso, avrebbe vinto sicuramente».

I due paiono molto affiatati in gara, forse anche per il simile modo di interpretare le gare. Dopo il G.P. di Camaiore di giovedì, in cui il trentino aveva scortato dalla discesa del Monte Pitoro sino alla volata finale il compagno slovacco, le parti si sono invertite, con Moser capace di attaccare nel penultimo tratto sterrato, quello di San Giorgio, mentre Sagan restava tranquillo nel gruppo. Con l'allungo, la tattica predisposta in ammiraglia Cannondale ha raggiunto lo scopo, mettendo nelle migliori condizioni entrambi i ragazzi e lasciando sulle spalle altrui il compito dell'inseguimento.

C'è da dire che, per buona parte di gara, il lavoro sembrava finalizzato ad un assolo finale di Sagan, con Moser ad agire come valente spalla; quest'impressione potrebbe aver ingannato anche la concorrenza, che non ha provato a rispondere all'attacco del trentino, divenuto poi quello decisivo. Questa tattica a due punte sarà certamente riproponibile in altre occasioni, sicuramente già dalla Sanremo, considerando anche la condizione non ottimale dei due date le poche giornate di gara sin qui effettuate (anche se, risultati alla mano, parrebbe proprio tutto il contrario).

Il 2013 in casa Cannondale è partito positivamente grazie alla coppia d'oro del ciclismo contemporaneo ma, considerando la rosa a disposizione, ci si domanda se i soli Moser e Sagan siano sufficienti per far quadrare i conti a fine anno; la partenza di Nibali e il declino di Basso lasciano a loro le luci della ribalta e le attenzioni dei media, sperando che possano portare in alto le insegne della squadra.

Il discorso può essere ampliato valutando che, nelle stagioni passate, la squadra di Amadio era focalizzata maggiormente sulle corse a tappe mentre ora gli obiettivi principali riguardano le gare di un giorno; questo consente alla squadra di lavorare in modo diverso, come avvenuto oggi. E come avverrà nell'immediato futuro. Non c'è che dire, continuando su questa strada, per gli spettatori ci sarà da divertirsi; gli avversari non apprezzeranno, ma è scoccata la loro ora.

Alberto Vigonesi

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