Roma Maxima 2013: Il vestito nuovo del Giro del Lazio - Un rilancio in grande stile. Intanto l'Irlanda aspetta il Giro d'Italia 2014
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È sempre un bel giorno quello in cui si celebra la rinascita di una corsa ciclistica storica. Nel nostro caso, poi, siccome si parla di Giro del Lazio, ovvero di una gara che era assurta negli ultimi anni a simbolo dello scialo di blasone e storia operato nel ciclismo italiano, la gioia è doppia. E, visto che - quando secondo noi necessario - non lesiniamo critiche a RCS Sport, società organizzatrice del Giro d'Italia che dal 2008 non riusciva a rimettere in campo la classica centritaliana, stavolta non indugiamo e facciamo i complimenti ad Acquarone, Vegni e soci, per aver voluto rilanciare una corsa che mancava molto agli appassionati.
Stamattina a Roma (in Campidoglio e con tutti gli onori) il nuovo Giro del Lazio è stato ufficialmente presentato. E la sua nuova veste è tutta un programma, visto che il matrimonio (si spera duraturo) è proprio con il cuore storico della Capitale, che echeggia nel nome della corsa (Roma Maxima) oltre che in un percorso che prevede partenza e arrivo ai Fori Imperiali. Scenario migliore non potrebbe esserci, per una corsa che prosegue la recente inclinazione di RCS Sport a coniugare al meglio evento sportivo e scenario paesaggistico. Una strada già ben battuta con Siena e il Chianti a far da contorno alla Strade Bianche, e che non casualmente accoppia alla "neoclassica" toscana la nuova Roma Maxima, in una due giorni (sabato 2 e domenica 3) che giustamente viene "venduta" dagli organizzatori come «un weekend di incredibile impatto scenografico e sportivo, unico a livello mondiale» (sono le parole di Mauro Vegni).
Il direttore operativo del Giro ha sottolineato anche il fatto che la rinascita del Giro del Lazio (parlando cinematograficamente, lo potremmo definire un reboot) rappresenti anche «un segnale per il ciclismo italiano», che da anni ha intrapreso una pericolosa china fatta di disinteresse e sciatteria, e che ha visto nella crisi economica una vera e propria pietra tombale per tante sue realtà (corse e squadre su tutto).
Roma, dal canto suo, risponde presente a una nuova chiamata ciclistica, dopo aver già ospitato la prima Gran Fondo della Capitale (esperienza che verrà ripetuta anche quest'anno e, s'intende, in quelli a venire), e rafforza un rapporto - quello con RCS Sport - che era rinato in occasione del gran finale di Giro d'Italia 2009 proprio davanti al Colosseo. Uno scenario che verrà riproposto nella Roma Maxima, che percorrerà, dopo un tratto "turistico" tra le bellezze capitoline, la via Appia Antica verso sud e verso la provincia di Latina, prima di un giro tra i Castelli (con le salite di Rocca Massima, Rocca Priora e Campi di Annibale, quest'ultima con vetta a poco meno di 40 km dal traguardo) e prima di tornare - sempre per la via Appia - a Roma, di gran carriera verso lo striscione d'arrivo posto in Via dei Fori Imperiali. 180 km in tutto per una domenica che - speriamo - diventi la prima di una lunga serie, negli anni.
In questa prima (ri)edizione ci saranno 16 squadre al via, di cui 9 del World Tour (AG2R, Astana, BMC, Cannondale, Katusha, Lampre, Movistar, Argos e Vacansoleil) e 7 Professional (Androni, Bardiani, Caja Rural, Colombia, Crelan, IAM e Fantini).
RCS Sport, intanto, guarda anche al 2014 e alla sua creatura più importante, il Giro. Giovedì 21 una duplice conferenza stampa a Belfast (alle 11) e a Dublino (alle 16) lancerà la partnership con l'isola d'Irlanda, presupposto per la partenza della corsa rosa del prossimo anno proprio dal paese di Joyce. Un progetto che conferma la volontà, da parte di Acquarone e soci, di allargare il campo d'azione della più prestigiosa gara italiana, coinvolgendo laddove possibile i paesi d'Europa che manifestano interesse nei confronti del Giro.
Sta diventando ormai una tradizione la partenza dall'estero negli anni pari, dopo il 2012 in Danimarca e il 2010 in Olanda, è - questa - anche una maniera per drenare risorse nei paesi in cui queste sono disponibili, vista anche la difficoltà degli enti locali italiani a progettare investimenti importanti per un evento della portata del Giro. Dal via irlandese deriveranno poi i consueti problemi logistici (tra trasferimenti e altro) e ascolteremo le solite proteste di una parte di appassionati italiani che non vedranno passare la corsa "sotto casa" (se diversi giorni di gara saranno all'estero, per forza alcune regione italiane resteranno fuori dal tracciato). Avremo tutto il tempo, in autunno, per affrontare tali questioni, ma non ci sentiamo di bocciare questa recente abitudine esterofila di RCS Sport.
