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Tour of Oman 2013: Bella battaglia, la vince Sagan - Nibali è protagonista nel finale, Contador in salita | Cicloweb

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Tour of Oman 2013: Bella battaglia, la vince Sagan - Nibali è protagonista nel finale, Contador in salita

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In Oman prima vittoria stagionale per Peter Sagan, che stacca tutti gli avversari sul rettilineo di Al Bustan © Lloyd ImagesProbabilmente tutti aspettavano il giorno di San Valentino e l'arrivo a Green Mountain per vedere gli innamorati degli scatti in salita darsi battaglia, non certo una tappa come quella odierna, non troppo impegnativa ma con due Gpm ben piazzati nel finale, a sfoltire il plotone, a staccare i velocisti. Sicuramente in molti, Cannondale in primis, attendevano Peter Sagan al varco del suo scatto bruciante per una vittoria che, dati e date alla mano, arriva prima degli altri anni: se infatti il fuoriclasse slovacco non aveva ancora messo la sua firma su una corsa, è vero anche che la tendenza degli anni precedenti era dalla sua.

Nel 2010 il primo centro giunse il 10 marzo alla Parigi-Nizza, dopo molte belle prestazioni, a partire dal Tour Down Under. Nel 2011 invece Sagan si scatenò il 22 febbraio al Giro di Sardegna, gara a tappe dove vincerà tre frazioni e la classifica generale. Nel 2012, scomparsa la corsa isolana, in questo periodo si va a correre in Oriente: Qatar e Oman, con la vittoria in quest'ultima gara di una tappa, il 15 febbraio. Neanche a farlo apposta anche dodici mesi fa si trattava della seconda frazione.

Ma se Sagan vince con un'accelerazione delle sue, da finisseur, perché abbiamo tirato in ballo gli scalatori? Sicuramente perché prima del traguardo di Al Bustan si dovevano superare due Gpm e sull'ultimo, che portava ai 164 metri s.l.m. di Al Jissah, è scattato nientemeno che Alberto Contador. Il madrileno, la cui condizione è in costante crescendo, accelera una, due, tre volte, per poi allungare sul gruppo. Lo segue solo un tenace Rinaldo Nocentini ed i due si fiondano verso il traguardo, distante solo 5 km. Verranno ripresi, ci sarà occasione per riprovare.

I 146 della Fanja in Bidbid-Al Bustan vedono sin dai primi chilometri l'olandese Bobbie Traksel in fuga, proprio come ieri. Il portacolori della Champion System deve avere particolari affinità con i corridori nipponici, se è vero che ieri con lui c'era Kouhei Uchima, oggi Tomohiro Kinoshita. I due guadagnano rapidamente minuti su minuti e nei pressi del primo traguardo volante, posto dopo appena 32 km, hanno 5'40" sul gruppo: sarà questo il loro vantaggio massimo.

Traksel si prende 3" d'abbuono al primo TV (Kittel, terzo, guadagnerà il punto necessario a precedere Sagan nella relativa classifica) e con Kinoshita procede fino al primo Gpm. Lì, sulla salitella che porta a Samail, si mette a tirare la Sky ed il gruppo torna compatto. In mezzo alle due salite c'è il secondo ed ultimo TV, posto a Yiti, dove Gruzdev transita davanti a Porte e Kennaugh.

Sull'ultimo Gpm entrano in scena i calibri da novanta. Quando Daryl Impey e Jesús Hernández sono già scattati (sarà lo spagnolo a transitare per primo al Gpm davanti al sudafricano ed a Nocentini) dietro si muove Alberto Contador. Alla fine il madrileno la differenza, seppur minima, la fa. Con lui resta solo Rinaldo Nocentini ma la discesa che porta al traguardo, in proporzione al distacco inflitto agli inseguitori, è troppo poca. Gruppo compatto e per Alberto tutto è rimandato a Green Mountain. Per chi non ha perso contatto sull'ultima ascesa (il vincitore di ieri e maglia rossa Marcel Kittel - e con lui molti altri - ha dovuto alzare bandiera bianca, al traguardo verrà staccato di 5'33" da Sagan), ovvero una cinquantina di unità, i giochi sono ancora apertissimi.

Provano a chiuderli negli ultimi pianeggianti chilometri, quando davanti sono rimasti in ben pochi, Martin Elmiger, Tony Gallopin e Vincenzo Nibali. Il piccolo vantaggio accumulato dai tre viene ricucito da un uomo solo: Peter Sagan. Lo slovacco li raggiunge da solo, visto che non c'è collaborazione, e scatta nuovamente, senza neppure mettersi a ruota; così può regalare la prima gioia del 2013 alla Cannondale, oltre che a se stesso. Una corsa da Sagan, in cui lo slovacco s'è battuto con molta generosità ed al momento di dare il colpo mortale agli avversari non ha esitato.

Alle spalle (per modo di dire) di Sagan si piazza Tony Gallopin, staccato di 5" insieme a Martin Elmiger e Vincenzo Nibali. A 7" Zdenek Stybar che, dopo le tirate per Cavendish in Qatar, sta dimostrando sempre più di avere i numeri per diventare un ottimo corridore su strada. Insieme a lui troviamo Chirs Froome, che ha beneficiato anche del lavoro di Bradley Wiggins. A 11" Marco Bandiera e Marco Marcato regolano Daryl Impey e Nacer Bouhanni. Rinaldo Nocentini, in fuga sul Gpm, ha chiuso in 16a posizione ma la sua prestazione è incoraggiante in vista dell'arrivo in salita di Green Mountain.

In classifica generale cambia tutto, con Sagan che ora vanta 9" su Gallopin, 11" su Elmiger, 15" su Nibali, 17" su Bouhanni, Froome e Stybar, 21" su Vandenbergh, Bandiera, Peter Velits, Marcato e buona parte del gruppo che ha accusato lo stesso distacco.

Domani torneranno in scena i velocisti nella terza tappa che in 190 km porterà il gruppo da Nakhal Fort a Wadi Dayqah Dam. Kittel, probabilmente, sarà ancora protagonista, ma chi può escludere che questo Sagan che sta sempre più trovando la gamba giusta possa buttarsi nella volata? Del resto su questo traguardo il fuoriclasse slovacco che con gli avversari gioca all'Incredibile Hulk o Forrest Gump ha già vinto nel 2012...

Francesco Sulas

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